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[In Missione] Scheda di Angela (BlackGhost)
13-01-2011, 11:50 PM (Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 21-02-2015 02:26 PM da Hughes.)
Messaggio: #1
[In Missione] Scheda di Angela (BlackGhost)
Nome: Angela

Anni: 19 anni
Altezza: 1,70 m
Peso: 57 kg
Arto dominante: destro
Tipologia guerriera: attacco

Profilo Fisico: Angela ha i capelli mossi e lunghi fino a metà schiena, senza alcun laccio o treccia ad incatenarli, ma lasciati liberi di essere cullati dal vento e con la tipica colorazione bionda delle sue compagne. Il suo sguardo è freddo e ostile come il ghiaccio, distante e irraggiungibile come il cielo, uno sguardo che sa guardare aldilà delle apparenze e che sembra ricordare costantemente un lontano e triste passato. Nessuno era in grado di sostenere quello sguardo che sembrava poter essere in grado di trapassare ogni cosa, nessuno era mai riuscito ad ammirarli per più di qualche secondo senza inevitabilmente sentirsi a disagio, messo a nudo.

Occhi argentei alla costante ricerca della verità.

Profilo Psicologico: Angela è introversa, distaccata e solitaria. Parla solo se lo ritiene necessario e non ama conversare con le sue compagne se non le ritiene degne d'attenzione e preferisce non legare con nessuna di loro, a meno che questa le dimostri di meritarselo. Per lei, gli umani sono solo da salvare e da non uccidere e gli yoma delle immonde e disgustose creature da sterminare.
Il ricordo della guerriera che le aveva salvato la vita da piccola ed il ricordo della sua sorellina, la spingono a diventare sempre più forte e abile nei combattimenti e nel profondo del suo cuore è sempre viva la speranza di poter rivedere, un giorno, la sua amata sorella. Mostra di avere passione e spirito solo per gli scontri che ormai sono tutto ciò che le resta e nei quali vi ripone sempre anima e corpo, ed è qui che si rivela la vera personalità di Angela: rabbia, odio, dolore riaffiorano in lei mentre combatte, facendo di Angela una tempesta... difficile da essere controllata. Eseguire ordini che ritiene andare contro i suoi principi non è nella sua natura. L'Organizzazione l'avrà fatta diventare ciò che è adesso, ma il suo spirito è libero come lo è sempre stato, fin da quando era bambina, e diventare una marionetta costretta a fare cose che non vuole fare è fuori discussione!

Storia Personale: Angela è nata e cresciuta nella gelida Pieta, città incastonata tra le montagne del Nord. Viveva in una piccola baita poco al di fuori della città assieme ai suoi genitori e alla sua adorata sorellina minore. Approfittando delle rare giornate limpide, senza le solite tormente di neve, Angela trovava sempre un modo per scappare di casa per avventurasi fra le montagne e le grotte della zona; nessuno riusciva mai a fermarla, faceva sempre ciò che il suo cuore le diceva di fare non curandosi degli innumerevoli pericoli della zona e nemmeno dei continui rimproveri di sua madre e suo padre. Non aveva mai lasciato Pieta, non aveva mai visitato altre città ma per lei era più che sufficiente perché quelle montagne e la sua famiglia erano le uniche cose che contavano per lei. Ogni notte le piaceva ammirare le stelle, il cielo del Nord era uno spettacolo affascinante quando non c'erano le nuvole, tant'è che costringeva sua sorella a stare alzata fino a tardi solo per farle compagnia, nonostante fosse ancora troppo piccola per sostenere certi orari.
Il giorno in cui sua sorella compì sei anni, Angela a quel tempo ne aveva nove, decise di portarla con sé nel suo luogo preferito, una rupe da dove si poteva ammirare una vista mozzafiato sull'intera città, ma la cosa che più le piaceva di quella rupe era la presenza di un albero sulla sua sommità: spoglio e con pochi rami che aggiungeva un tocco di malinconia al paesaggio. Angela estrasse da una tasca un coltellino e incise le iniziali dei loro nomi sulla sua corteccia, era quello il regalo di compleanno per la sua sorellina. Felice del regalo che le aveva fatto, le due si sedettero ad ammirare il panorama, appoggiate al tronco dell'albero. Dopo qualche ora, le due bambine erano quasi arrivate a casa e sua sorella, ancora euforica per via del suo compleanno, non vedeva l'ora di riabbracciare mamma e papà e iniziò a correre in direzione della baita. Angela capì subito che c'era qualcosa che non andava. La porta di casa era spalancata e i suoi genitori le avevano detto di chiuderla sempre per mantenere il calore del camino in casa, eppure era là, completamente aperta. Quando tutte e due si trovarono alla soglia di casa, sui loro volti mostrarono un'espressione di puro terrore alla vista dei corpi dilaniati dei loro genitori e del mostro che li stava divorando. Angela riuscì ad agire e prese sua sorella per il braccio e inizio a correre come mai aveva fatto in vita sua, trascinando la piccola lontano da quell'orrore.

"Devo correre, correre, correre..."

Angela se lo ripeteva in continuazione, ma stava correndo troppo velocemente per sua sorella e quest'ultima cadde a terra stremata e in lacrime. Angela le urlò di alzarsi e di continuare a correre ma sua sorella era paralizzata dalla paura, ed è a quel punto che le si gelò il sangue... percepì una presenza oscura e terrificante alle sue spalle. Non appena voltò la testa si trovò di fronte il mostro che aveva ucciso sua madre e suo padre e in quel momento pensò solo a dover proteggere la sua sorellina, l'ultima cosa che le era rimasta, l'unica cosa che le importasse. Si fece coraggio e tutta tremante, urlò al mostro di andarsene, con tutto il fiato che le era rimasto in gola. Il mostro si leccò le labbra ancora sporche del sangue del precedente pasto ed eccitato all'idea della seconda portata. Angela voleva trovare il coraggio per difendere la sua sorellina e, infine, prese una decisione. Fissò intensamente negli occhi sua sorella che intanto continuava a piangere e ad urlare e le disse di correre in città e di non voltarsi mai. A quelle parole e a quello sguardo la piccola tornò in sé e riprese a scappare, solo a quel punto allora, Angela si voltò e corse verso quella bestia ad occhi chiusi mostrando i pugni... sapeva che sarebbe morta ma non le importava.
Angela riaprì gli occhi e vide che la testa del mostro era rotolata sino ai suoi piedi e il corpo ancora sorretto dalle gambe, sgranò gli occhi quando vide che una donna in armatura con un enorme spada sporca di sangue era in piedi accanto a lei. Il corpo del mostro cadde a terra con un tonfo assordante e la misteriosa guerriera, come se niente fosse, si diresse verso un uomo in nero che sembrava aver assistito all'accaduto. La strana e inquietante figura mostrò un sorriso molto compiaciuto e tese la mano alla bambina, dicendole di venire con lui. Angela a quel punto fu invasa da mille emozioni contrastanti fra loro: non sapeva se piangere dal dolore o dalla felicità, se urlare di rabbia o mostrare gratitudine... ma di una cosa era certa... sarebbe diventata fredda, impassibile e forte come la guerriera che le aveva salvato la vita e con il passare del tempo, fece suo questo carattere.

Così morì la spensierata e allegra bambina di Pieta... così nacque una nuova guerriera dagli occhi di ghiaccio.
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17-02-2011, 01:42 AM (Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 29-01-2014 09:55 PM da Duncan.)
Messaggio: #2
Scheda di Angela [BlackGhost]
Cicatrici nel Deserto
Capitolo I

L'obbiettivo di Angela, era situato tra le rovine di una città abbandonata, nel bel mezzo del deserto. Poche informazioni le furono date dall'uomo in nero al riguardo, ma le bastava solo sapere che nel centro di quelle macerie ricoperte di sabbia, si nascondeva il suo nemico; null'altro le importava.
Percorse per lungo tempo la strada principale, spazientendosi per non aver ancora raggiunto il centro della città, ma ecco che all'improvviso, un rumore che sembrava provenire da una delle case circostanti, catturò la sua attenzione. Capì che quel rumore era stato prodotto da qualcuno, quindi intimò a quel qualcuno di farsi vedere. La guerriera non era certa fosse il nemico, ma in ogni caso, chiunque o qualunque cosa fosse, si sarebbe trovato la spada di Angela puntata contro a fargli da benvenuto.
Aveva ragione, c'era veramente qualcuno, ma quel qualcuno si dimostrò essere null'altro che una bambina ferita e tremante e nel momento in cui si mostrò alla guerriera, si spaventò e si allontanò da lei. Angela non avvertì nessun yoki in lei e, delusa dal fatto che non fosse uno yoma, decise di tenerla d'occhio nel caso si facesse male o nel caso in cui incappasse nel nemico, non poteva rischiare che un'umana venisse coinvolta.
Mentre seguì la bambina, cercando di adeguarsi al suo passo lento e incerto, Angela si domandò cosa ci facesse quella piccola in un posto del genere, non poteva trovarsi lì da sola. Per quei pochi attimi, i ricordi della sua vita passata le riaffiorarono in mente: figurò quella bambina come se fosse la sua perduta sorellina per il semplice fatto che l'ultimo ricordo che aveva di lei, era vederla scappare in preda al terrore, proprio come stava cercando di fare la bambina che ora aveva di fronte. Negli attimi in cui la mente di Angela vagava nel suo passato, il terreno sotto la piccola cominciò a franare. La guerriera si accorse in tempo e prese in braccio la piccola, superando la voragine che si era creata in mezzo alla strada. Dopo essersi rimproverata per aver abbassato la guardia, Angela studiò il corpicino che aveva tra le braccia: piccolo, scheletrico e con una strana cicatrice sulla fronte causata da qualche malattia. Da quel momento in poi, la bambina incominciò a fidarsi della guerriera; si chiamava Isa e sembrava nutrire molta curiosità verso di lei, tant'è che le chiese con insistenza svariate domande a cui Angela rispose con poco entusiasmo, per averle risposto, Isa le disse che non si trovava in quel posto da sola e decise di condurla, dopo un cambio di direzione, alla piazza della città.
Finalmente giunte a destinazione, Angela notò subito una guerriera come lei, dall'altro lato della piazza, che si stava avvicinando sempre più assieme ad un gruppo di umani moribondi. Era confusa e irritata da quell'apparizione inaspettata, ma divenne furente ed impaziente di attaccarla non appena questa le alzò la spada contro, scambiando quel gesto in un segno di sfida. Convinta che fosse lei il suo obbiettivo, Angela si stava preparando a scattare verso di lei, ma la sconosciuta le rivolse la parola e le chiese se fosse lei la compagna che doveva incontrare. Decise quindi di attendere e vedere cosa avrebbe detto o fatto, mantenendo sempre alta la guardia su di lei. La sconosciuta scambiò qualche parola sul suo conto con Isa e con la gente che si era venuta a creare in piazza, cosicché Angela scoprì che si chiamava Elizabeth e che era stata mandata in quella città anche lei per eliminare qualcosa o qualcuno. Angela la guardò con attenzione: era chiaramente confusa riguardo la sua missione e al tempo stesso impaziente di incontrare il suo nemico, due buoni motivi per fidarsi di lei, pensò. Le due guerriere avvertirono improvvisamente dello yoki provenire da un uomo incappucciato tra la folla, quest'ultimo parlò ad alta voce e staccò la testa ad un uomo con una mano; non c'erano più dubbi, quello era uno yoma, quello era il loro obbiettivo.
Per tutta la durata del combattimento, le due guerriere agirono in solitaria, l'unica azione che Angela tentò di compiere con l'aiuto di Elizabeth le causò una spallata da parte dello yoma, riportando delle contusioni sul corpo, e le portò quasi ad uccidersi a vicenda. Le ambizioni personali e il forte rilascio di yoki delle due, alla fine, le permisero di uccidere lo yoma e ad uscirne vittoriose, ma la battaglia per Angela non era ancora finita... il rilascio di troppo yoki le fece perdere il controllo di sé, facendola sottomettere alle sue stesse emozioni, ma grazie alla sua forza di volontà e al ricordo di sua sorella, Angela riuscì a riprendere il controllo del suo corpo. La gente che aveva assistito a quella scena scappò terrorizzata ed anche Isa, nonostante Angela provò a tranquillizzarla, seguì l'esempio degli altri e scappò da lei una seconda ed ultima volta.
Le due guerriere ritornarono a Staph dopo aver affrontato un lungo viaggio tra le sabbie del deserto e dopo aver ascoltato ciò che Van Eyck aveva da dire loro, Angela si congedò silenziosamente da Elizabeth e si avviò alla sua stanza, dove si sarebbe ripresa dalla fatiche dello scontro, senza fare a meno di pensare a tutte le vicende accadute tra quelle maledette rovine.
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26-07-2011, 05:39 PM (Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 29-01-2014 09:57 PM da Duncan.)
Messaggio: #3
Scheda di Angela [BlackGhost]
Birdcage
Capitolo II

Anche questa volta, Angela era obbligata a compiere la sua missione affiancata ad una compagna per l'immensa gioia della solitaria guerriera. Kaira era il suo nome ed era cieca, fatto che le suscitò parecchi dubbi sulle capacità combattive della piccola compagna, ma sapendo che ella era la Numero 40, di grado maggiore al suo, quei dubbi calarono in secondo piano; nel caso, avrebbe saputo di che stoffa era fatta quando sarebbe giunto il momento di sguainare le spade.
Dopo svariati giorni di cammino, l'ingresso di Maycomb, la città che aveva chiesto aiuto all'Organizzazione, comparve agli occhi delle due viaggiatrici, ma non era l'unica cosa che indicava loro di essere arrivate a destinazione, perché forti schiamazzi di popolani investirono le irritabili orecchie di Angela e superate le mura che circondavano la grande città, si trovò totalmente immersa in quel trambusto. La sua irritazione, a quel punto, era arrivata ai massimi livelli, ma la sua solita espressione indifferente celò il tutto. Stanche di girovagare a vuoto senza che la loro percezione captasse il minimo segnale di yoki, Kaira si rivolse alla gente per farsi condurre dall'autorità della città per avere qualche informazione in più riguardo la loro missione. Al richiamo di Kaira, una guardia di nome Sebian si fece avanti e si rese disponibile a condurle dal sindaco, benché totalmente ignara dell'arrivo di due Claymore. Fatto davvero insolito. Non passò molto che le due si ritrovarono nel lussuoso studio della massima autorità di Maycomb... un perfetto idiota. Borioso ed altezzoso, anche di fronte a due Claymore non si fece problemi a deriderle quando queste, solo Kaira si espresse in realtà, giustificarono il motivo della loro presenza: era stata inviata una richiesta per eliminare un gruppo di yoma nelle mura di Maycomb. A quelle parole, il sindaco si sentì addirittura preso per i fondelli, tant'è che privò Sebian della sua carica di guardia per aver condotto le Streghe al suo cospetto e invitò scortesemente l'umano e le due ad avviarsi all'uscio di casa sua.
Erano arrivate ad un punto morto, neppure il sindaco sapeva niente degli yoma, tanto meno di una richiesta di aiuto e l'impazienza di uccidere un altro yoma si fece forte in Angela, tanto che in un attimo si ritrovò a balzare di tetto in tetto alla solitaria ricerca di yoki, lasciando così da sola la cieca compagna. In lei era ardente il desiderio di sentire di nuovo il sangue di uno yoma grondare sulla sua bianca spada e la fonte di yoki che tanto cercava non tardò molto ad arrivare. Non appena la percepì, la guerriera si pietrificò da tanta mostruosità. Capì che da sola non poteva farcela. Kaira le sarebbe servita più di quanto avesse immaginato, per ciò, sprigionò dello yoki, tanto quanto bastava per permettere alla compagna di raggiungerla. Arrivata sul luogo, riuscì meglio a localizzare con esattezza il punto esatto di quella fonte e capì che si trovava metri e metri sottoterra, forse in qualche passaggio sotterraneo. Si guardò attorno per trovare un modo per poter scendere in quel fantomatico passaggio e la prima cosa che le balzò agli occhi era una torre antica che dominava l'area, la candidata migliore per celare l'entrata di un sottopassaggio. Superò con facilità le frecce degli arcieri di guardia alla torre ed entrata in essa, scese nelle sue segrete fino ad arrivare di fronte ad una porta da cui giungeva una flebile luce, unica in quella totale oscurità. L'antica porta faceva d'ingresso ad una sala nella quale si stava tenendo una sorta di cerimonia e come ospite d’onore vi era una bara di metallo, da cui proveniva quell'assurdo yoki. Angela sapeva che quella missione stava prendendo una brutta piega, il nemico sembrava essere al di sopra delle sue possibilità, ma una sfida del genere non era da lei lasciarsela sfuggire, ma l'accettò di buon grado nonostante le sue preoccupazioni. Sfondò con un sonoro calcio la porta e irruppe nella sala andando direttamente verso la bara e inutili furono i tentativi delle guardie di fermarla, soprattutto dopo che l'uomo che stava presiedendo la cerimonia annunciò l'imminente esecuzione del contenuto di quella bara. Qualcosa di vivo al fine vi era al suo interno, ma ad Angela venne un dubbio: yoma o Claymore? Per accertarsene, arrivò persino a sollevare a mani nude il coperchio della bara mentre questa andava a fuoco per ordine di quell'uomo fanatico. Ben poco però riuscì ad intravedere, le guardie erano ovunque, per cui dovette adottare metodi poco ortodossi per accorciare i tempi, come ad esempio calciare la bara addosso ad alcune guardie per togliersele di dosso. Sicura era in lei l'idea che nella cassa si celasse una sua simile, se lo sentiva nell'animo, e quando una donna insanguinata, bionda, avente uno sguardo più infuocato del fuoco che attimi prima la stava ardendo viva, le si presentò ai suoi occhi, realizzò che si trattava realmente di una Claymore. Durante questi ultimi episodi, Kaira, che era riuscita a raggiungere Angela, dette man forte a quest'ultima, aiutandola a cacciar via le fastidiose guardie che come mosche infastidivano le loro azioni, ma una inaspettata e dirompente esplosione di yoki le colpì; la guerriera condannata al rogo si era infine Risvegliata. Angela restò incantata e al tempo stesso terrorizzata dalla potenza che aveva acquistato l'ormai ex guerriera e senza pensarci due volte tornò al fianco di Karia per allontanarsi insieme a lei il più velocemente possibile. Mentre risalivano in fretta le scale della torre, a Kaira venne la folle idea di immolarsi per permettere alla compagna di correre ad avvertire l'Organizzazione della presenza di una Risvegliata in una città ricca di umani come Maycomb, ma Angela le rispose a modo facendole capire che non si sarebbe mai salvata a discapito di qualcuno e che sarebbero sopravvissute entrambe. Angela si risparmiò dal dirle che aveva riconosciuto in lei un grande ed ammirevole coraggio, lo pensò soltanto e tanto bastava per non permetterle di sacrificarsi. Per quanto riguardava invece la salvezza degli abitanti della città, potevano fare ben poco contro la potenza di una Risvegliata, nemmeno in due potevano tenerle testa, dovevano abbandonarli sperando che si fosse già saziata con le budella degli umani presenti alla sua cerimonia d'addio. E così fu. La Risvegliata, che aveva assunto la forma di uno stormo di colibrì, sfrecciò fuori da quella torre e svanì nel cielo della notte assieme alla sua ultima vittima di quel giorno: Sebian.
Il peggio era passato ed era giunto il tempo delle trattative, ma Angela non se la sentiva per niente di scambiare parola con quel sindaco, e ringraziò di avere una compagna dalla parola facile. Proprio grazie al convincente discorso di quest'ultima, le due guerriere erano libere di tornare a Staph portando con loro una succulenta richiesta per eliminare un Risvegliato.
Al fine, Angela non poté uccidere alcuno yoma, ma in compenso da quell'esperienza aveva realizzato che non poteva permettersi di morire prima di aver realizzato due obbiettivi; obbiettivi che aveva perso di vista con il passare degli anni all'Organizzazione, ma grazie a quella missione che le aveva quasi portate alla morte, capì che doveva diventare sempre più forte ed abile e solo allora si sarebbe presentata alla perduta sorella che aveva intenzione di ritrovare a tutti i costi.
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16-12-2011, 12:35 AM (Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 29-01-2014 09:58 PM da Duncan.)
Messaggio: #4
Scheda di Angela [BlackGhost]
The Swordmasters - II
Capitolo III

La nuova missione affidatale da Cort la condusse a Geffen, anonimo paesello solitario tra le sconfinate e verdi pianure del Centro. Un tranquillo luogo cittadino se non fosse per assassini di Claymore, falsi ordini dall'Organizzazione e la scomparsa della guerriera che avevano mandato per un'assurda richiesta di addestramento: Elizabeth, vecchia conoscenza di Angela.
Giunte tra immense distese pianeggianti, Angela ed Aurora, ennesima compagna di missione, capirono di non essere molto lontane dalla destinazione, ma un inaspettato temporale obbligò le due a trovare riparo in una grotta nelle vicinanze che fece proprio al caso loro. Fortunate a trovare quel tetto naturale, se non fosse che ospitava già qualcun altro, o meglio, qualcos'altro. Invero, tra le ombre si celava uno yoma che risultò essere parecchio informato sugli strani avvenimenti che si erano verificati a Geffen. Piccolo inconveniente: in cambio di quelle informazioni, voleva salva la vita. Angela non poteva lasciarlo andare, non poteva commettere tale peccato, non le avevano insegnato come risparmiare la vita di quelle bestie perché immeritevoli di vivere. Dovette resistere al richiamo dello scontro e il solo fatto che era da molto tempo che non uccideva uno yoma non le era affatto d'aiuto... eh sì, era in forte astinenza. Come finì? In modo del tutto inaspettato perché lo yoma si salvò, Angela si auto convinse che non ne valeva la pena, che dovevano pensare al vero obbiettivo della missione cioè raccogliere più informazioni possibili e che se c'era la possibilità di sviare uno scontro era per il bene della missione... successivamente si odiò per questo. Quali informazioni ottennero? Che per tutta Geffen e dintorni si celava un'organizzazione di soli yoma capeggiati dallo stesso sindaco, anch'esso uno yoma, il quale non poteva essere percepito da una Claymore! Cort aveva tutte le ragioni di nutrire dei sospetti.
Giunte alle porte di Geffen, conobbero Marco, il capitano della guardia che le invitò ad entrare in caserma per scambiare quattro parole per aggiornarle sulla situazione, ma Angela non se ne faceva niente delle parole e dopo aver chiesto all'umano dove poteva trovare Elizabeth, corse ad incontrarla perché sapeva bene che dove c'era la sua ex compagna, c'era azione. Aurora la seguì, probabilmente arresa all'idea di assecondare quella testarda, ma non poteva fare altrimenti, separarsi non sarebbe stato saggio data la quantità di yoma che infestavano quelle terre. Agì in modo molto responsabilmente, Angela non ne sarebbe stata in grado.
Arrivate ai piedi della torre, dimora dell'alchimista, non fecero nemmeno in tempo a metterci piede che vennero sorprese da un caloroso benvenuto da ben cinque yoma! Poteva rifarsi dall'aver lasciato in vita l'ultimo incontrato in quella grotta. Il combattimento risultò una succulenta sfida, pura manna caduta dal cielo e ne uscì praticamente indenne! Tutt'altra storia per la compagna che rischiò addirittura la vita, ma grazie ad il pronto intervento di Angela, si evitò il peggio. Eliminati gli yoma e rigenerate le gravi ferite di Aurora, varcarono l'ingresso della torre dove ad attenderle stavolta fu un corpo smembrato di una Claymore, di una loro compagna. Elizabeth? Tutto lo faceva credere. Con lo stesso contegno di sempre, nonostante aver visto il possibile cadavere di una sua vecchia compagna di missione, Angela irruppe nello studio del vecchio alchimista e silenziosa ascoltò la storia dell'uomo di scienza e magia. Menzogne, inganni, morti, cospirazioni e tutte a discapito dell'Organizzazione la quale andava avvertita immediatamente, senza perdere tempo, Angela voleva farsi assegnare un altro obbiettivo il prima possibile perché a quanto pare gli yoma che aveva ucciso minuti prima non le bastavano più, ma non ce ne fu bisogno, Cort si dimostrò talmente prevenuto che se lo ritrovarono a pochi minuti dalla torre a sorpresa di entrambe. Ed insieme a lui, arrivò anche la prossima missione tanto attesa da Angela: eliminare il responsabile di tutto questo.
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29-05-2012, 12:09 AM (Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 29-01-2014 10:00 PM da Duncan.)
Messaggio: #5
Scheda di Angela [BlackGhost]
The Swordmasters - III
Capitolo IV

Questa missione non trovò inizio tra i bui alloggi di Staph come tutte le precedenti, bensì tra le verdi distese delle terre del Centro, dove Angela e la compagna erano state inviate per indagare sugli strani avvenimenti che da qualche tempo si manifestavano nell'anonima cittadina di Geffen. L'uomo in nero che le aveva scelte per la missione, infatti, si presentò alle due guerriere lungo la strada che collegava la città alla dimora dell'alchimista della zona, luogo in cui avevano ottenuto le preziose informazioni che davano finalmente un volto al responsabile di tutto quanto: uno yoma a capo di un'organizzazione di suoi simili che insieme erano riusciti ad ottenere il controllo totale della città. D'altronde non c'era da sorprendersi visto che lo yoma in questione era il sindaco della città stessa.
Una volta riferite le informazioni che Angela ed Aurora avevano ottenuto versando sudore e sangue, l'uomo in nero decise saggiamente di non perdere altro tempo e dopo aver presentato le loro nuove compagne di missione, Celeste e Selayth, ordinò alle quattro Claymore e alla piccola scorta al suo seguito di muoversi verso la caserma di Geffen per un incontro con Marco, il capitano della guardia cittadina. La riunione ivi tenuta, avrebbe deciso le sorti dell'intera missione e per tale motivo vi investirono parecchio tempo per decidere il miglior piano d'azione da mettere in atto tenendo in considerazione le risorse a loro disposizione, notevolmente scarse se paragonate al numero di yoma presente in ogni strada, vicolo ed angolo della città. Tutte in qualche modo dettero un contributo per la creazione del piano e con l'approvazione finale di Cort, l'uomo in nero incaricato della missione, terminò il lungo briefing. Da quel momento in poi, era tutto nelle mani delle quattro guerriere. A grandi linee, il piano consisteva nel creare un diversivo nel cuore della città per distrarre quanti più yoma possibile per lasciare il sindaco, il loro obbiettivo principale, sprovvisto di difese e per farlo, avrebbero impiegato la scorta di Cort e buona parte dei soldati di Marco. Nel mentre, Angela, Aurora, Celeste e Selayth si sarebbero mosse nell'ombra per raggiungere la residenza del sindaco evitando qualunque coinvolgimento negli scontri, supportate inoltre da una squadra di assassini dell'Organizzazione con il compito di proteggerle da eventuali attacchi da parte degli assassini della fazione nemica che secondo le loro spie si aggiravano copiosi. Il passo successivo era introdursi nell'abitazione nel modo più silenzioso possibile e così andarono le cose fino a quando vennero scoperte da uno yoma di guardia nel magazzino della dimora che riuscì a dare l'allarme prima di morire per mano di Aurora.
La tensione aumentava al diminuire del tempo a disposizione, il sindaco poteva essersela data a gambe e la missione si sarebbe conclusa nel più totale fallimento, ma questo Angela non l'avrebbe mai permesso! Salì rapida le scale per raggiungere i piani superiori, ma un altro contrattempo era lì ad attendere il gruppo di Aurora, un contrattempo quantificabile in una mezza dozzina di yoma! Lo scontro mise a dura prova il fisico ed i nervi delle guerriere che sorprendentemente ne uscirono quasi indenni, tranne Aurora che fu l'unica a vedersela davvero brutta. Nemmeno il tempo per riprendere fiato che Angela e le altre avevano già ripreso le ricerche del sindaco che poteva essere ovunque in quell'immensa dimora, ma seguendo l'istinto e la logica salirono nuovamente di un piano sino a giungere nel suo studio, dove lo trovarono comodamente seduto ad aspettarle. Terribile fu la sua trasformazione da forma umana a quella di yoma, anche perché non si trattò di un semplice yoma, ma di un enorme Divoratore. Terribile risultò essere anche la sua forza, nettamente superiore per sole quattro guerriere di medio e basso rango e la speranza di una qualche vittoria stava a poco, a poco svanendo; fu allora che Selayth, con un gesto avventato e suicida, ribaltò le sorti dello scontro. Il suo sacrificio costò al sindaco una grave ferita in pieno petto e resosi conto che le cose per lui si stavano mettendo male, tentò una fuga disperata che venne interrotta dalle spade di Celeste e di Aurora che posero fine alla sua vita.
Stremata dagli innumerevoli scontri affrontati, Angela si concesse qualche minuto per rigenerare le proprie ferite e dopo aver ricevuto l'ordine di tornare a Staph, si incamminò con le compagne che le rimasero, fiera e soddisfatta del suo operato.
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12-01-2013, 03:20 AM (Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 29-01-2014 10:01 PM da Duncan.)
Messaggio: #6
Scheda di Angela [BlackGhost]
Femmes en Vol
Capitolo V

Dopo aver passato giorni o forse settimane chiusa per lo più tra le quattro mura della sua cella, Angela ricevette una visita silenziosa quanto invisibile che le consegnò una pergamena da sotto la porta nella quale veniva chiesta la sua presenza da un uomo in nero di nome Araldus, per il quale mai aveva prestato servizio prima di allora. S'incamminò per i corridoi della buia Staph sino a giungere davanti alla porta che conduceva agli alloggi privati dell'uomo in nero e fu lì che vide per la prima volta la sua nuova compagna di missione che rispondeva al nome di Rhea. Varcarono la soglia assieme senza sentire il bisogno di presentarsi, rimandando a dopo i convenevoli, e appena misero piede nella stanza, si trovarono circondate da una spessa nube di vapori che impedì loro di vedere oltre la punta del proprio naso e soltanto dopo che i vapori iniziarono a dissolversi, si resero conto di avere di fronte l'uomo in nero impegnato in un caldo e rilassante bagno. Quando si accorse della presenza delle due, rimaste intanto inchiodate a fissarlo, si ricompose con tutta calma e quando ebbe la decenza di coprire i gioielli di famiglia, iniziò ad informarle dell'incarico a loro assegnato. La nuova missione la vedeva protagonista presso una piccola comunità di sole donne che abitavano un villaggio dell'estremo Est, Radus. Si incamminarono senza perder tempo lungo la via che le avrebbe portate a destinazione e all'imbrunire una ragazza sbucò da dietro un ammasso di rocce e si presentò dicendo di essere un abitante del villaggio che aveva richiesto l'intervento di due guerriere per la serie di omicidi che stava terrorizzando la sua gente. Guidate da Federica, questo era il suo nome, ripresero il cammino finché si trovarono davanti una parete rocciosa che bloccò il loro percorso e l'unico modo per raggiungere il villaggio, disse la ragazza, era dover scalare quel colossale muro di roccia. Tirò quindi fuori dal grosso sacco che portava con sé una corda che le tre si legarono in vita, assicurandosi di annodarla il più stretta possibile, grazie alla quale avrebbero avuto una sicurezza in più durante la scalata. L'impresa risultò essere più faticosa del previsto e ad un certo punto rischiarono tutte e tre di cadere di sotto per una improvvisa folata di forte vento, ma giunsero in cima sane e salve. Sul bordo del dirupo le tre vi rimasero per riprendere fiato e fu lì che un'altra ragazza, anch'essa di Radus, giunse in loro soccorso rimproverando Federica per non aver condotto Angela e Rhea lungo il sentiero che dalla valle saliva lungo il fianco della montagna sino in cima. La nuova e attraente ragazza di nome Luana, per scusarsi con le guerriere dell'inconveniente le portò a rilassarsi nel centro termale del villaggio offrendo gratuitamente ogni genere di servizio che il centro aveva da offrire. Angela inizialmente preferiva cercare il responsabile degli omicidi senza perdere tempo, ma dopo aver riposato corpo e mente in quelle acque calde, capì di aver fatto la scelta migliore. Il dovere però giunse presto a bussare alla loro porta. Quella sensazione paradisiaca, infatti, venne bruscamente interrotta per il vociare che proveniva dalle strade di Radus, riportando Angela alla cruda realtà. Le voci dicevano che qualcuno stava trascinando con forza un gruppo di bambine giù per il sentiero di montagna e una volta che lei e Rhea giunsero faccia a faccia con loro videro che due di quelle bambine iniziarono a mutare davanti agli occhi delle presenti, rivelando la loro vera natura demoniaca. Uno di essi, su ordine dell'altro, prese in spalla le prime due bimbe che gli capitò a tiro e si allontanò di gran fretta lasciando l'altro yoma a sfidare le due Streghe dagli Occhi d'Argento.
Poco prima di raggiungere il gruppo in fuga, Angela suggerì a Rhea di sfruttare il poco spazio che il sentiero aveva da offrire per bloccare i movimenti del nemico nel caso si sarebbero trovate a combattere su quel sentiero; cosa che realmente accadde. I movimenti dello yoma, infatti, non potevano che essere limitati e dopo un paio di tentativi andati a vuoto, Angela riuscì infine ad abbatterlo, riducendolo a gelatina. Ma una nota negativa andò a macchiare quella vittoria trionfante. Nel tentativo di salvare una bambina che nel trambusto era scivolata oltre il bordo del dirupo, Rhea scivolò a sua volta cadendo nel vuoto al posto della giovane vita. Angela pensò che era inutile sperare ad una via di salvezza e guidata dalla vendetta partì all'inseguimento dell'altro yoma che carico del peso delle due bimbe si fece involontariamente raggiungere. Tentò di colpirlo alle spalle, ma la spada di Angela andò a mancare il bersaglio per pura sfortuna e, spaventato, il demone lasciò le ostaggi e schizzò via come un fulmine. Sulle prime volle tentare comunque di riacchiapparlo, ma venne distratta dalle urla e dai pianti delle due bambine che in preda al panico potevano rischiare di cadere di sotto, per ciò decise di dare la precedenza alle due piccole umane e tornare con loro al villaggio.
Tra pianti di felicità e dolore che la missione ebbe fine e una volta informate le donne di Radus su quanto avvenuto, intraprese un solitario viaggio di ritorno a Staph.
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25-01-2013, 02:17 AM (Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 29-01-2014 10:01 PM da Duncan.)
Messaggio: #7
Scheda di Angela [BlackGhost]
Sabbia e Spade
Capitolo VI | Sessione di allenamento

Tornata da poco dall'ultima missione, Angela decise di impiegare il proprio tempo nell'arena di Staph per vedere a che livelli era giunta grazie all'esperienza acquisita durante le svariate missioni compiute per il Continente. Da quando aveva ottenuto il Numero non aveva mai messo piede nell'arena e la nuova esperienza non fece altro che farle trottare la fantasia a briglie sciolte, immaginando di incrociare le spade con una guerriera a cifra singola in un duello frenetico e senza esclusione di colpi! Ma la realtà fu ben diversa... Accettò a sua insaputa la sfida di una Numero 42. Iniziò quindi il duello con una certa delusione, ma questo non andrò affatto ad intaccare in alcun modo la sua intenzione di combattere al meglio delle sue capacità.
L'alba di quel giorno era appena nata e il rabbioso vento che caratterizzava quel primo mattino sembrava voler perdurare per tutta la sessione di allenamento. Le raffiche di vento erano incessanti e così forti da alzare la sabbia dell'arena in enormi nuvole di pulviscolo che impedivano una chiara visibilità dell'area circostante, costringendo Angela ad agganciare la posizione della Numero 42 con l'ausilio della percezione dello yoki finché manteneva diversi metri di distanza da lei. Tra quell'arido e tempestoso scenario che l'incontro tra Angela e Cerezya si stava per svolgere e solo dopo che Duncan ordinò alle due di incominciare, l'incontro ebbe finalmente inizio.
Angela fece la sua prima mossa girando attorno all'avversaria alla velocità massima che il suo corpo le permetteva senza l'utilizzo di yoki e una volta completato il giro a 360°, virò bruscamente verso l'avversaria liberando una piccola quantità di yoki al fine di sbatterla a terra per il forte impatto. Purtroppo per lei, non andò come preventivato perché la difesa di Cerezya risultò essere più salda di quanto immaginasse grazie alla quale riuscì a bloccare Angela, incastrandola in una prova di forza dove ognuna cercava di prevalere sull'altra facendo forza con la spada per rompere la difesa dell'avversaria. Era forte, non poteva negarlo, ma il merito era più che altro della non poca quantità di yoki che stava utilizzando, quantità che spaventò la Numero 22 perché non aveva idea della resistenza di Cerezya a quel flusso di yoki. Si decise quindi di togliersi da quella scomoda situazione e di chiudere in fretta la faccenda. Eseguì un passo laterale che mutò in seguito in due rapide piroette che la fecero arrivare alle spalle della Numero 42, così da riuscire senza problemi a colpirla all'altezza delle scapole. Inutili i tentativi dell'avversaria di cambiare le sorti dell'incontro, la vittoria apparteneva ad Angela già di partenza e la rese infine ufficiale quando le piantò un forte colpo di spada sulla clavicola destra, facendola crollare a terra.
Cerezya riconobbe la sonora sconfitta e Duncan proclamò Angela vincitrice dell'incontro. Tutto andò come doveva andare tranne che per la reazione di Angela all'inaspettata ammirazione che la Numero 42 fece capire dal tono in cui le pose delle domande prima di lasciare l'arena. Così, senza nemmeno che se ne accorgesse, Angela le parlò a cuore aperto consigliandole di tener ben chiaro cosa fosse per lei importante e di dedicarci anima e corpo, così da poter un giorno arrivare dove Angela era giunta grazie al ricordo della sua perduta sorellina e alla gratitudine nei confronti della guerriera che le aveva salvato la vita. Con questi nostalgici pensieri che si concluse questa parte di storia.
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29-10-2013, 10:14 PM (Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 29-01-2014 10:02 PM da Duncan.)
Messaggio: #8
Scheda di Angela [BlackGhost]
L'Uomo Nero
Capitolo VII

Dopo una notte insonne, Angela venne bruscamente convocata dall'inquietante e sadico Ufizu per una nuova missione: eliminare l'essere che rapiva di notte le bambine del villaggio di Thosk, l'Uomo Nero. Doveva quindi affrontare una leggenda e ad accompagnarla nell'impresa vi era Nadia, una guerriera con cui non aveva mai condiviso, fino a quella notte, alcuna missione. Thosk si trovava nelle Terre del Nord e il solo pensiero di tornare a calpestare la perenne e bianca neve della sua terra natia, l'esaltò come una bambina nel giorno di Natale, anche se nessuno poté notarlo dato che riusciva a mantenere la sua solita compostezza.
Il viaggio non presentò alcun intoppo e fecero il loro ingresso a Thosk sotto una leggera pioggerella alle prime luci dell'alba. Ad accoglierle ci fu soltanto un uomo, il capo villaggio, proprio l'autorità con cui dovevano parlare per ottenere maggiori informazioni riguardo il fantomatico Uomo Nero. Le condusse in fretta e furia in una grande casa dove poterono parlare senza avere attorno occhi ed orecchie indiscrete. Lì le informò sulle abitudini dell'Uomo Nero e sul suo ultimo rapimento, la sua adorata figlia. Sconvolto, implorò il loro aiuto per ritrovarla. Niente di realmente utile seppe dire riguardo quell'essere, quindi Angela e Nadia dovettero rimboccarsi le maniche e condurre le ricerche per conto loro, dato che gli abitanti del villaggio non vedevano di buon occhio le Claymore. Fu così che decisero di separarsi per controllare più aree possibili prima di sera. Angela decise di setacciare parte del bosco di sempreverdi a Ovest e Nadia le montagne a Nord-Est, promettendosi di ritrovarsi nella piazza del villaggio al crepuscolo.
Era a conoscenza dei numerosi pericoli celati in una foresta, ma mai avrebbe incluso un enorme taglialegna con una grossa accetta in allegato! Ebbene sì, Angela venne circondata e minacciata da un intero gruppo di taglialegna che non la fecero sentire di certo la benvenuta. Data la loro rude scortesia nei sui confronti, si mostrò ben poco disposta alla diplomazia e intimò i presenti a farsi da parte a meno che non avessero delle informazioni utili sull'Uomo Nero da condividere. Riuscì con non poche difficoltà a strappare la località dove era stato avvistato più volte: le montagne a Nord-Est, proprio dove Nadia stava conducendo le ricerche, da sola.
Il crepuscolo aveva ricoperto il cielo del Nord e Angela fece ritorno al villaggio domandandosi se la compagna sarebbe stata presente all'incontro e così fu. Nadia confermò che la tana dell'Uomo Nero era nascosta tra quelle montagne per ciò non rimaneva altro da fare che attendere la notte, anche se non era affatto sicuro che in quella notte si sarebbe fatto vivo per cacciare. Calata la notte, udirono un grido agghiacciante levarsi in tutto il villaggio e una volta arrivate sul posto videro una figura in nero prendere la strada che conduceva fuori da Thosk, verso le montagne. Lo inseguirono senza farsi notare e dopo essersi inerpicate su di una parete rocciosa sotto la pioggia che rendeva ancora più faticosa la scalata, si ritrovarono faccia a faccia con il rapitore intento ad imbavagliare la piccola preda appena catturata. Non era la leggendaria figura che veniva a portare via i bambini che non volevano addormentarsi la notte, non era un uomo dell'Organizzazione che si procurava nuove reclute come gli abitanti di Thosk sostenevano, ma un semplice yoma affamato di budella. Riuscirono a metterlo alle strette e dopo qualche colpo speso a limargli le unghie, Angela lo finì tranciandogli di netto la testa. Terminato il combattimento terminò anche l'entusiasmo della guerriera per la missione, ma aiutò comunque la compagna a cercare le altre bambine scomparse e proprio quando stavano perdendo del tutto le speranze, le trovarono. Una manciata quelle fortunate ad essere ancora vive, tra cui la figlia del capo villaggio che poté riabbracciare il padre una volta riportata a Thosk assieme alle altre.
Era tempo di tornare a Staph e di lasciarsi alle spalle la leggenda dell'Uomo Nero.
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03-02-2014, 09:38 AM
Messaggio: #9
RE: [In Attesa] Scheda di Angela (BlackGhost)
Angela vs Seayne
Capitolo VIII | Sessione di allenamento

Dopo aver fatto ritorno da una missione che l'aveva impegnata diversi giorni nel Nord, Angela decise di fare un salto nell'arena dell'Organizzazione per un po' di allenamento. L'avversaria che accettò la sua sfida fu Seayne, Numero 23.
Un Sole cocente illuminava l'intera area quel giorno, compresa una curiosa buca posta al centro, modesto regalo da parte dell'Uomo in Nero che avrebbe osservato l'incontro, l'ombroso Duncan, che immobile come una statua dette il segnale alle due guerriere di incominciare. Angela scattò subito in avanti rilasciando una piccola quantità di yoki. Mentre caricava verso Seayne, fece roteare la sua spada brandendola con entrambe le mani e quando l'avrebbe raggiunta, avrebbe fatto calare su di lei uno sgualembro imprimendovi forza nel colpo, ma l'avversaria le rovinò i piani sgusciando via dal suo attacco, colpendola un secondo dopo dietro la gamba sinistra. Il colpo non le procurò danni veri e propri, ma bastò per farla sbilanciare e l'avversaria ne avrebbe sicuramente approfittato per colpirla una seconda volta. Agì istintivamente e sfruttando il suo sbilanciamento eseguì una capriola in avanti per allontanarsi quanto più possibile da Seayne per poi girare su sé stessa per guardare nuovamente in faccia l'avversaria. Nel farlo, fece partire un taglio d'aria orizzontale senza però riuscire a colpirla. L'avversaria si era dimostrata molto veloce, ma forte? Angela aumentò nuovamente lo yoki e attese sul posto che Seayne le venisse incontro, preparandosi all'impatto tendendo al massimo i muscoli di braccia e gambe. La sua difesa resse ed il suo contrattacco ebbe successo. L'avversaria si era guadagnata un osso del braccio spezzato e mentre era stesa a terra dolorante, Angela si ricordò di quella guerriera che aveva sfidato prima della missione nel Nord perché anche a lei le aveva regalato un osso rotto. A quanto pare faceva questo effetto a tutte.
Certa oramai di aver incassato la vittoria si avvicinò alla sfidante offrendole la possibilità di arrendersi, ma questa declinò l'offerta colpendo Angela al polso della mano destra che reggeva la spada, facendola cadere pesantemente sul petto di Seayne. Quel gesto venne interpretato dalla Numero 17 come un affronto bello e buono e la rabbia in lei prese il sopravvento. Rilasciò altro yoki e le assestò un pugno in pieno volto, fracassandole il setto nasale e la mascella. L'incontro non poteva concludersi in modo peggiore se non con la morte dell'avversaria o con la sua sconfitta.
Assopì lentamente lo yoki che aveva sprigionato e mentre teneva gli occhi fissi a guardare il viso tumefatto e sfigurato dell'avversaria si rese conto di avere esagerato con lei, senza che Duncan glielo facesse notare.
Dopo che l'Uomo in Nero se ne andò, Angela dette un'ultima occhiata all'avversaria, con un pensiero che le frullava in testa.

"Se fossi stata in lei che cosa avrei fatto? Mi sarei arresa? O avrei continuato a battermi?... Diamine, che cosa me lo domando a fare! So già la risposta."

Abbozzò un sorriso e si voltò verso l'uscita congedandosi dalla Numero 23.

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11-05-2014, 06:38 PM (Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 11-05-2014 06:41 PM da BlackGhost.)
Messaggio: #10
RE: [In Attesa] Scheda di Angela (BlackGhost)
Angela vs Sasha
Capitolo IX | Sessione di allenamento

Dopo aver passato un'eternità chiusa per lo più nella sua stanza, Angela si decise finalmente di schiodarsi dal letto ed andare a fare un po' di allenamento, dove sperava di trovare nuovamente Duncan, o quantomeno qualcuno che potesse organizzare un incontro. Come supponeva, individuò l'Uomo in Nero mentre si aggirava nel corridoio di accesso dell'arena esterna e questi la invitò ad attendere la sua avversaria all'interno, informandola che questa sarebbe stata di un livello tutt'altro che uguale alle avversarie che aveva sfidato sino a quel momento. Fece come le era stato detto e varcò l'ingresso dell'arena con mille pensieri che le martellavano in testa, tutti rivolti alla misteriosa avversaria che di lì a breve avrebbe affrontato. Il cuore le andò letteralmente in gola quando le venne finalmente rivelata l'identità dell'avversaria. Sasha, la Numero 7. Erano circolate diverse voci negli ultimi tempi riguardanti le nuove quattro guerriere di alto rango che l'Organizzazione aveva abilmente nascosto agli occhi di tutti. Una di queste ora si trovava davanti a lei e pronta a sfidarla. Sasha, l'Inevitabile. Dopo il suo incontro contro Seayne, aveva passato troppo tempo chiusa nella sua stanza e si sentiva troppo fuori forma per una simile sfida. Tuttavia, non ci avrebbe rinunciato per nulla al mondo.
Una volta che l'Uomo in Nero dette il segnale, Angela rilasciò immediatamente dello yoki e si fiondò rapida verso l'avversaria. Era certa che la Numero 7 avrebbe parato o schivato in qualche modo quell'assalto frontale, così pensò anche ad una contromossa, ma tutto fu inutile. Una frazione di secondo prima stava correndo verso l'avversaria portando con sé il suo affondo, ed ora si ritrovava ad indietreggiare involontariamente con il naso grondante di sangue che le faceva un male cane. Sasha si era mossa troppo rapidamente ed Angela non riuscì a trovare il tempo di attuare la sua contromossa perché fu l'avversaria a metterla in atto prima di lei. Per sua fortuna però, si rese conto di essere ancora in piedi. Fece forza sulle gambe per non rischiare di perdere l'equilibrio ed impugnando saldamente la propria spada usando entrambe le mani, caricò il fendente orizzontale che in precedenza non era riuscita a mettere in atto. Sasha schivò rapida il fendente e contrattaccò quasi nello stesso momento, procurando ad Angela un bella contusione sul dorso della mano destra senza altre conseguenze, dolore a parte.
La rabbia di Angela cresceva ad ogni colpo mancato e ad ogni colpo ricevuto, così come il dolore che provava a quel poco che rimaneva del suo naso. Vide che l'avversaria si stava preparando ad attaccare e sapeva che doveva assolutamente muoversi. Eseguì rapida un balzo sulla propria destra per tentare di evitare qualsiasi attacco frontale dell'avversaria. Nel farlo avrebbe tenuto alta la guardia, portando la spada all'altezza del volto, in orizzontale, e avrebbe anche rilasciato un'altra piccola quantità di yoki per eseguire il più rapidamente possibile l'azione. Se fosse riuscita ad eseguire il balzo, avrebbe tentato di colpire Sasha con un fendente mirato al suo fianco sinistro.
Sasha riuscì comunque a colpirla, ma anche Angela ci riuscì, sebbene non le avesse procurato danni seri. Sentiva che il dolore stava per avere il sopravvento sulla sua concentrazione, ma serrò i denti continuando a combattere finché le gambe l'avrebbero retta. Provò a colpirla nuovamente, ma finì soltanto con l'andare a sbatterci contro, facendola capitolare a terra con lei sopra. A quel punto si arrese all'evidenza. Sasha aveva riportato soltanto qualche lieve botta nonostante i numerosi tentativi di Angela di procurarle danni più significativi. Quest'ultima invece era costellata di fratture ed ematomi grandi quanto la sua testa, senza contare il fatto che aveva dato sfogo alla maggior parte del suo yoki quando l'avversaria ne aveva fatto scarsissimo uso. Questi motivi, sommati al costante dolore che provava quasi ovunque, la convinsero ad accasciarsi a terra, sopprimendo tutto lo yoki rilasciato sino a quel momento, ammettendo così la sconfitta.
A fine incontro, Sasha si prese la libertà di sistemarle il naso fratturato e una volta che tornò ad assumere l'aspetto di un naso, si alzò soddisfatta e attese ordini da Duncan. Angela rimase ancora a terra, senza prendersi il disturbo di stare sull'attenti come aveva fatto Sasha all'arrivo dell'Uomo in Nero. Rimase a guardare il cielo che la sovrastava, perdendosi in quell'immenso azzurro senza alcun pensiero nella testa. Ma quella quiete non durò a lungo perché la realtà tornò a reclamarla con la voce di Sasha. Sebbene mantenne lo sguardo fisso verso il cielo, ascoltò ogni singola parola che la Numero 7 le disse e dopo che la lasciarono sola, si alzò da terra e si diresse verso i dormitori così da rimettersi in sesto una volta raggiunto il proprio letto. Si accasciò di peso sopra di esso e prima di incominciare il lento processo di rigenerazione delle ferite, pensò alle aspre parole di Sasha.

"Ne ho ancora di strada da fare..."

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16-09-2014, 12:21 AM (Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 16-09-2014 12:23 AM da BlackGhost.)
Messaggio: #11
RE: [In Attesa] Scheda di Angela (BlackGhost)
Io sono Leggenda
Capitolo X

Per la prima volta nella sua carriera nell'Organizzazione, Angela ricevette il compito di caposquadra per una missione di routine nelle Terre del Nord. Quella responsabilità le stava stretta, ma l'unica cosa sensata che poteva fare era tener chiusa la bocca e vedere come se la sarebbe cavata.
Accompagnata dalle due nuove compagne di giochi, Morgana e Semiramide, giunse ancora una volta nella sua terra natia, alla ricerca del villaggio da cui era giunta l'inquietante lettera di soccorso, Bridge Town. Sembrava che l'unico modo per raggiungere il villaggio, o comunque il più rapido, fosse quello di attraversare una gola costellata da appariscenti stalattiti di ghiaccio. L'esperienza che Angela aveva accomulato alle spalle, le faceva sembrare quei spuntoni di ghiaccio dei semplici stuzzicadenti in legno, così ordinò al gruppetto di proseguire all'interno della gola. La scelta non comportò tragiche conseguenze, ma solo uno spiacevole inconveniente che implicava proprio gli stuzzicadenti. Una forte folata di vento investì le tre guerriere e le stalattiti di ghiaccio che cadderò rumorosamente a terra, ma per fortuna non sulle loro teste. Lasciata alle spalle l'inospitale gola, individuarono una manciata di capanne lungo il sentiero e fece muovere il gruppo verso di esse, nella speranza di trovare qualcuno che potesse fornire loro delle informazioni utili su dove trovare il gruppo di yoma citato nella lettera di soccorso. Giunte sul posto, però, trovarono qualcosa di meglio. Trovarono proprio gli yoma che stavano cercando, intenti a sfondare la porta di una abitazione. Angela tentò di coordinare il gruppo per un attacco a sorpresa, ma le compagne non riuscirono ad eliminare al primo colpo i loro bersagli, così diedero inizio ad un turbolento scontro che terminò con il Risveglio di Semiramide.
A nulla erano valse le parole di incoraggiamento di Angela e di Morgana, Semiramide perse la propria umanità e si trasformò nel mostro definitivo, un enorme Risvegliato il cui unico scopo era quello di cibarsi di budella umane. L'impacciata e buffa guerriera che Angela aveva conosciuto era morta e per cosa? Per una piccola sacca d'oro.
Da tutto questo, concluse che non avrebbe mai permesso all'Organizzazione di portarle via il suo essere, come aveva appena fatto con Semiramide e questo la portò a pensare di poter disertare, ma anche se affiancata da Morgana, non sarebbero sopravvissute a lungo ad eventuali gruppi di epurazione inviati da Staph. Non ancora.

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13-01-2015, 07:54 PM (Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 13-01-2015 07:57 PM da BlackGhost.)
Messaggio: #12
RE: [In Attesa] Scheda di Angela (BlackGhost)
The Forgotten
Capitolo XI

Il classico gruppetto di yoma che tormentava un villaggio era la nuova missione che maestro Duncan le affidò, assieme a due guerriere alle prime armi: Cecilia e Lykos. Ancora una volta, dunque, le toccò lo spiacevole ruolo di caposquadra.
Dopo ventuno giorni di viaggio il gruppo raggiunse il villaggio di Omen, da cui era giunta la richiesta di aiuto, dove trovarono un folto gruppo di persone radunate nei pressi della chiesa locale, attorno a due guerriere dell'Organizzazione che, apparentemente, avevano eliminato il gruppo di yoma per cui Angela, Cecilia e Lykos erano state inviate in quel villaggio. Angela non credette nemmeno per un secondo che gli Uomini in Nero avevano commesso un errore così grossolano, inviare delle guerriere quando l'incarico era già stato precedentemente assegnato, per cui concluse che le due misteriose guerriere fossero delle ribelli, ma quando Angela fece loro una domanda queste non le risposero. Seccata, la Numero 14 fece per atterrarle, ma dopo un improvviso suono di corno che riempì l'aria, le due guerriere si rianimarono e menarono colpi per uccidere. Le tre guerriere furono costrette ad ucciderle, eppure, dai loro cadaveri avvertirono nuovamente dello yoki crescere sempre più sino ad esplodere. Quando tutto finì, due orrende creature si ergevano dinnanzi a loro.
Il combattimento costò la vita sia a Cecilia che a Lykos, solo Angela poté mirare lo scenario di orrore e morte che una delle due Risvegliate aveva creato, banchettando con la gran parte degli umani che avevano assistito al Risveglio.
Perlustrò i dintorni alla ricerca di traccie di yoki che l'avrebbero potuta portare al suonatore di quel corno che aveva dato inizio a tutto, ma non trovando la benché minima traccia, si occupò di dare una degna sepoltura alle compagne decedute prima di intraprendere un ennesimo solitario viaggio di ritorno.
Giunta a Staph dopo altri ventuno giorni, poté finalmente riferire a Duncan gli inverosimili avvenimenti a cui era sopravvissuta e per cui Cecilia e Lykos erano morte. Visibilmente sorpreso, l'Uomo in Nero si complimentò per come aveva agito e la congedò, senza aggiungere altro. Nonostante il profondo desiderio di sapere la verità su quanto accaduto, data l'impressione che Duncan sapesse qualcosa, si recò silenziosa verso i dormitori, ricordando tra sé e sé di essere riuscita ad eliminare praticamente da sola due Risvegliati benché, probabilmente, di basso livello.

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02-12-2015, 09:33 PM
Messaggio: #13
RE: [In Missione] Scheda di Angela (BlackGhost)
Il Verde che non è Speranza
Capitolo XII

Dopo un lungo viaggio che ebbe inizio dalla Terra del Nord, Angela giunse finalmente nella calda Terra del Sud come le era stato ordinato di fare dall'Organizzazione. La nuova missione si sarebbe svolta tra le mura della città di Bose in cui Angela e la sua nuova compagna Sayo, erano state incaricate di cercare il magistrato William Carson per ricevere le informazioni dettagliate sul caso.
La guardia dell'ingresso principale fu così cortese da scortare le due guerriere sino allo studio del magistrato e una volta al suo interno Angela approfittò della momentanea assenza dell'uomo per sedersi comodamente su di un lussuoso divano che la stava tentando da quando vi posò gli occhi. All'arrivo del magistrato, dimenticò la comodità del divano tornando pienamente concentrata sui suoi doveri. Giusto il tempo di un rapido scambio di parole che dalle finestre dello studio irruppero degli uomini mascherati ed armati di pugnali che non mancarono di lanciare addosso alle due guerriere. Lo scontro non durò a lungo e ne uscirono con giusto qualche graffio che però risultarono più che sufficienti per inibire la percezione dello yoki di Sayo ed Angela! Proprio così, le lame dei pugnali erano intrise con la stessa sostanza verde che Angela aveva avuto modo di conoscere in una precedente missione, ma questa volta ne subì direttamente gli effetti. Nonostante potessero rilasciare lo yoki e rigenerare le ferite, erano diventate come cieche a qualsiasi fonte di yoki.
William Carson riprese da dove era stato interrotto e informò le guerriere che la maggior parte delle sparizioni e degli omicidi erano avvenuti nella zona portuale della città, quindi si diressero verso quella zona dopo aver lasciato l'unico uomo mascherato sopravvissuto alle cure degli uomini del magistrato, nella speranza di trarre da lui delle informazioni sotto interrogatorio.
Data la vastità della zona decisero di separarsi. Angela girò per le strade dei Portici dell'Aragosta prima di entrare in una locanda dove, è risaputo, le informazioni scorrono come il vino. L'oste sembrava in vena di scambiare quattro chiacchere ma due ceffi nella locanda gli annodarono la lingua quando vide che ce l'avevano con Angela. Fu obbligata a congedarsi dall'uomo e attirò i due ceffi fuori dalla locanda per riscuotere il debito. Nonostante l'atteggiamento ostile si rivelarono disponibili ad informare la guerriera sulle sparizioni e le indicarono la via per i magazzini dove vi era la più alta concentrazione di sparizioni. Sulla via dei magazzini, ebbe la fortuna di incontrare Sayo e assieme raggiunsero un grande edificio che sembrava contenere gli stessi barili con la sostanza verde che Sayo vide su di una nave attraccata al porto. Infatti, al suo interno vi erano così tanti barili uno sopra l'altro da formare veri e propri corridoi ed una grossa vasca con il liquido verde in bella vista. Ma queste non erano le uniche cose nell'edificio, perchè dall'ombra sbucò uno yoma alato che con loro giocò a mordi e fuggi per un tempo terribilmente lungo. L'agilità dello yoma era sorprendente ma alla fine riuscirono ad ucciderlo.
A Bose era in ballo qualcosa di molto più grosso di un semplice gruppetto di yoma a caccia di umani. Tutto quanto le ricordava la missione a Geffen, non vi era un virgola di differenza. Ebbe la conferma quando nella periferia della città incontrarono Cort accompagnato da una scorta di guerriere.

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