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QUEST The Bloody Dancer [Ophelia]
11-04-2015, 03:20 PM (Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 11-04-2015 03:28 PM da Semirhage.)
Messaggio: #1
The Bloody Dancer [Ophelia]
THE BLOODY DANCER
Chi ballerà la danza di sangue?

Juliet, sono passati alcuni giorni dal tuo ritorno da Kodara e sono stati giorni abbastanza impegnati: ti sono state consegnate una nuova uniforme da guerriera graduata , la tua armatura ma, soprattutto, la tua claymore con inciso sulla lama il tuo simbolo personale!
Hai anche notato che, a differenza di quello che ti aspettavi, le guerriere graduate presenti a Staph sono molto poche. Ti è stato spiegato che, di recente, i capi hanno deciso di inviare le guerriere promosse a presidiare il territorio, in modo tale che, in caso di necessità, esse possano intervenire più rapidamente per sventare le minacce incombenti.
Di Eliza non hai più saputo nulla e quindi, esaurite le formalità, sei rimasta in attesa di conoscere la tua destinazione finché, una mattina, uno degli accoliti bussa alla porta della tua celletta e fa capolino dentro:.

Numero 44! Vestiti e vai dalla signora Semirhage!

L’uomo non sembra essere di molte parole, tuttavia quello che doveva dirti l’ha detto e subito dopo si allontana, richiudendo la porta. Indossi il tuo equipaggiamento e ti dirigi rapidamente verso le stanze della signora. Trovare la strada non è difficile a differenza di quello che hai sentito dire degli alloggi di altri superiori, quindi dopo un po’ raggiungi senza problemi la porta dei quartieri della signora Semirhage.
A differenza dell’altra volta, nessun suono giunge dall’interno: bussi educatamente e la voce della signora ti risponde:

Avanti!

Entri così nelle sue stanze mentre lei, è seduta alla sua scrivania e ha in mano un foglio che appoggia sul mobile quando ti vede, rivolgendoti poi un sorriso:

Eccoti qui Juliet! La nostra Numero 44! Mi congratulo con te!

Semirhage mette mano a quello che sembra essere una sorta di vaso basso in ceramica alto una spanna e largo tre chiuso da un coperchio di legno che viene tolto: lo avvicina poi all’estremità della scrivania in modo tale da farti vedere che contiene dei… biscotti??? Serviti pure se lo desideri! Ti dice la donna in tono rassicurante, prima di continuare:

Juliet, so che stavi aspettando di partire per la tua destinazione, ma prima di andare voglio che tu faccia una cosa per me: devi recarti nella zona di Torlilo, una borgata collinare che si trova a Nord di Rabona nelle terre centrali. È un luogo dove si trovano alcuni monasteri e molti piccoli villaggi di contadini. Ci è giunta notizia che là si sono verificati dei veri e propri massacri di gruppi di persone, che sono state fatte letteralmente a pezzi! La gente del posto pensa si tratti di un gruppo di banditi particolarmente violenti ma io credo che le cose non stiano così.
Però potrei sbagliare e quindi ho bisogno che qualcuno possa essere i miei occhi laggiù e veda che cosa accade davvero. Perciò tu Juliet andrai a Torlilo e ti unirai a un gruppo di mercenari che sono stati reclutati apposta per stanare e dare la caccia ai fuorilegge. E’ ovvio che tu non dovrai partecipare al combattimento contro i banditi, se tali si dovessero rivelare gli aggressori…

La signora si ferma un attimo, prende un biscotto dal vaso e lo sgranocchia assorta, come se stesse riflettendo, prima di riprendere:

… ma in ogni caso, qualunque sia la natura dell’avversario o degli avversari, tu NON dovrai, in nessun caso ingaggiare battaglia! La tua missione è osservare e tornare a riferire! Anche perché se il nemico dovesse essere, per esempio, un grosso Yoma particolarmente feroce e scaltro, dovremo inviare, in caso di richiesta, una guerriera di forza adeguata per combatterlo, ma se non ci sono testimoni vivi, è difficile stimare la potenza dell’aggressore e quindi scegliere quale delle tue compagne mandare…

Semirhage si interrompe nuovamente, legge ancora per qualche istante le carte che ha davanti, ma la sua espressione rimane per te indecifrabile: evidentemente la donna è molto brava a mascherare le sue emozioni. Subito dopo rialza il capo per guardarti e conclude:

Questo è tutto Juliet! Quando arrivi a Torlilo recati alla locanda “La porta del Grifone” e chiedi di Lukas Valan: è l’uomo che sta organizzando la spedizione e al quale un nostro accolito ha chiesto di inserirti nel gruppo di caccia ai banditi. È probabile che quando arriverai saranno già tutti lì. E adesso, se hai delle domande da farmi, questo è il momento.

Detto questo, la signora Semirhage congiunge le punte delle dita delle mani e se le poggia di traverso davanti alle labbra, fissandoti coi suoi occhi neri e attendendo le tue eventuali richieste…
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12-04-2015, 12:34 AM
Messaggio: #2
RE: The Bloody Dancer [Ophelia]
Citazione:Narrato
"Parlato"
"Pensato"
"Sussurrato"
"Detto da altri"

Distesa sulla sua branda, Juliet guardava il soffitto. Era stata così eccitata per essere stata promossa a guerriera graduata, aver ricevuto l'armatura, l'uniforme e la spada personali. La sensazione "di essere solo un numero" si era attutita, in un certo senso. Però a Staph non si divertiva, non aveva modo di guadagnare esperienza, di vivere appieno il suo nuovo status di guerriera graduata.
E poi non aveva più saputo nulla di Eliza, nè l'aveva vista. Non sapeva cosa pensare.
Per ammazzare il tempo stava giocando con una piuma che aveva trovato fuori, chissà a che uccello apparteneva. La sollevava, ponendola in alto di fronte ai suoi occhi, poi la lasciava andare. E, prima che questa le toccasse il viso, soffiava. La faceva arrivare più in alto possibile, su, su, aspettando che scendesse di nuovo giù per poi ripetere la stessa procedura. Non era il massimo come passatempo, ma si annoiava troppo e aveva bisogno di qualcosa da fare: la povera numero 44 aveva un'anima ancora infantile... Non riusciva a reggere la staticità.
E poi, come se qualcuno dall'alto avesse ascoltato le sue preghiere, un pugno battè contro la porta della sua celletta; e un uomo fece capolino. Juliet trasalì, mettendosi di scatto in posizione seduta. Aveva i capelli un po' scompigliati.
"Numero 44! Vestiti e vai dalla signora Semirhage!"
E detto questo, l'uomo scomparve.
La guerriera rimase immobile per qualche attimo, poi realizzò. Ma certo... Un nuovo lavoro da svolgere.
Si rialzò, stiracchiandosi e piegando il collo prima da una parte e poi dall'altra, con due crac sonori. Niente più noia, per ora.
Dopo essersi vestita e aver spazzolato e acconciato i capelli nella sua solita coda alta si diresse verso le stanze della signora Semirhage. Non ci mise molto: non era difficile da raggiungere.
Così, in breve si ritrovò davanti a quella porta, alla quale bussò.
Una voce rispose dall'interno, "Avanti!"
Entrando, Juliet rivide il volto familiare della sua addestratrice.
"Eccoti qui Juliet! La nostra Numero 44! Mi congratulo con te!" La guerriera sorrise, chinando lievemente il capo in avanti. Quelle scarpe la facevano sembrare ancora più alta, più maestosa. Come la prima guerriera vista coi suoi occhi, colei che si era occupata dello Yoma che aveva ucciso i suoi genitori e di cui tuttora non sapeva nulla, nè il suo nome, nè se fosse ancora in vita.
La signora Semirhage prese uno strano contenitore, che aprì e poi spinse fino all'estremità della scrivania, rivelandone il contenuto: c'erano dei biscotti all'interno. "Serviti pure se lo desideri!" le disse rassicurante, prima di descriverle il suo nuovo lavoro. Juliet scosse la testa educatamente, non aveva fame.
"Juliet, so che stavi aspettando di partire per la tua destinazione, ma prima di andare voglio che tu faccia una cosa per me: devi recarti nella zona di Torlilo, una borgata collinare che si trova a Nord di Rabona nelle terre centrali. È un luogo dove si trovano alcuni monasteri e molti piccoli villaggi di contadini. Ci è giunta notizia che là si sono verificati dei veri e propri massacri di gruppi di persone, che sono state fatte letteralmente a pezzi! La gente del posto pensa si tratti di un gruppo di banditi particolarmente violenti ma io credo che le cose non stiano così.
Però potrei sbagliare e quindi ho bisogno che qualcuno possa essere i miei occhi laggiù e veda che cosa accade davvero. Perciò tu Juliet andrai a Torlilo e ti unirai a un gruppo di mercenari che sono stati reclutati apposta per stanare e dare la caccia ai fuorilegge. E’ ovvio che tu non dovrai partecipare al combattimento contro i banditi, se tali si dovessero rivelare gli aggressori… ma in ogni caso, qualunque sia la natura dell’avversario o degli avversari, tu NON dovrai, in nessun caso ingaggiare battaglia! La tua missione è osservare e tornare a riferire! Anche perché se il nemico dovesse essere, per esempio, un grosso Yoma particolarmente feroce e scaltro, dovremo inviare, in caso di richiesta, una guerriera di forza adeguata per combatterlo, ma se non ci sono testimoni vivi, è difficile stimare la potenza dell’aggressore e quindi scegliere quale delle tue compagne mandare…"

"Che strana missione", pensò la guerriera. Davvero strana. Era un po' delusa all'idea di non poter combattere, ma sembrava divertente. Poteva stare con altre persone, socializzare: come avrebbe fatto ad annoiarsi? Però qualcosa non tornava...
"Questo è tutto Juliet! Quando arrivi a Torlilo recati alla locanda “La porta del Grifone” e chiedi di Lukas Valan: è l’uomo che sta organizzando la spedizione e al quale un nostro accolito ha chiesto di inserirti nel gruppo di caccia ai banditi. È probabile che quando arriverai saranno già tutti lì. E adesso, se hai delle domande da farmi, questo è il momento."
Juliet, visibilmente più sicura di sè rispetto all'altra volta, non esitò. "Come dovrei comportarmi nel caso in cui fosse lo Yoma ad attaccare me e non mi fosse possibile fuggire?", domandò seria. Il fatto che le fosse addirittura stato imposto divieto di attaccare lo Yoma, nel caso in cui si fosse trattato di uno di loro, le sembrava molto strano. Per non dire pericoloso, nel caso da lei descritto alla sua addestratrice. Per non parlare delle "questioni di etica", magari gli umani del suo gruppo feriti gravemente, e lei che non avrebbe potuto muovere un dito... O dei bambini? Se ci fossero andati di mezzo dei bambini? Diamine, lei aveva conosciuto parecchie compagne che avrebbero fatto al caso della signora Semirhage più di lei, fredde come il ghiaccio. Perchè sì, sembrava richiedere molta freddezza come missione; Juliet invece era... più come il fuoco.


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12-04-2015, 04:26 PM (Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 12-04-2015 04:28 PM da Semirhage.)
Messaggio: #3
RE: The Bloody Dancer [Ophelia]
La signora Semirhage si toglie le mani dalla bocca per poi incrociarle in grembo, prima di rispondere con voce priva di inflessioni:

Se una cosa del genere dovesse succedere, vorrà dire che tu non avrai obbedito ai miei ordini! Forse non sono stata chiara, perciò te lo ripeterò. Ascolta bene: il tuo compito è quello di identificare il pericolo con sicurezza e poi dartela a gambe e tornare qui! Sarà compito dei mercenari cercare di risolvere il problema, qualunque esso sia! E se dovesse essere uno Yoma, tu sei più veloce del più agile di tutti loro, inoltre andrai là vestita con la tua uniforme e la tua armatura. Gli Yoma sono tante cose ma, soprattutto, sono dei vigliacchi! Avendo tanti bersagli a disposizione ci penserà due volte prima di gettarsi addosso a una guerriera della quale non conosce la potenza, soprattutto se quest'ultima non costituisce una minaccia per lui.

Semirhage fa una pausa per permetterti di riflettere su quanto appena detto, poi riprende:

Come ti dicevo, nella zona ci sono molti insediamenti di contadini, case coloniche che ospitano molte famiglie e dei piccoli monasteri: alcuni di questi insediamenti sono stati attaccati: tutti quelli che non erano lontani per lavorare nei campi o altre cose sono stati trucidati in modo atroce e nessuno dei sopravvissuti è stato d’aiuto! Se non capiamo cosa accade, sarà solo questione di tempo prima che altre stragi vengano compiute! Capisci ora? Dobbiamo sapere cosa succede… a ogni costo!

A quel punto, la signora ti porge un foglio arrotolato, che porta impresso sul sigillo l’immagine di una testa di serpente:

Consegna questo a Lukas Valan quando arriverai! Sono le tue credenziali! Giusto perché tu lo sappia, per tutti tu sarai in missione per conto della nostra organizzazione e noi abbiamo pagato metà dell’ingaggio dei mercenari affinché ti risparmino il problema di dover combattere contro i banditi che infestano la zona, cosa che comunque non potresti fare.

E quindi conclude:

Adesso puoi andare! Sii prudente!

Stavolta il tono della signora Semirhage non ammette repliche! Meglio partire subito!

Citazione:Ti ci vorranno tre giorni per arrivare alla città di Torlilo. Descrivi brevemente i tuoi giorni di viaggio e, se lo desideri, puoi metterci anche le tue riflessioni riguardo la strana natura di questa missione e delle parole della signora Semirhage.
Fermati quando arriverai in vista delle mura della città. A quel punto interverrà il Narratore.
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12-04-2015, 11:15 PM
Messaggio: #4
RE: The Bloody Dancer [Ophelia]
Citazione:Narrato
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"Sussurrato"
"Detto da altri"

"Se una cosa del genere dovesse succedere, vorrà dire che tu non avrai obbedito ai miei ordini! Forse non sono stata chiara, perciò te lo ripeterò. Ascolta bene: il tuo compito è quello di identificare il pericolo con sicurezza e poi dartela a gambe e tornare qui! Sarà compito dei mercenari cercare di risolvere il problema, qualunque esso sia! E se dovesse essere uno Yoma, tu sei più veloce del più agile di tutti loro, inoltre andrai là vestita con la tua uniforme e la tua armatura. Gli Yoma sono tante cose ma, soprattutto, sono dei vigliacchi! Avendo tanti bersagli a disposizione ci penserà due volte prima di gettarsi addosso a una guerriera della quale non conosce la potenza, soprattutto se quest'ultima non costituisce una minaccia per lui."
Juliet annuì, senza troppa convinzione. Magari con dei bersagli umani ancora vivi sì, uno Yoma ci avrebbe pensato due volte prima di gettarsi addosso ad una guerriera. Ma quei mostri potevano anche essere estremamente veloci, soprattutto se paragonati ad un essere umano; e potevano ingaggiare battaglia anche a distanza, con le loro dannate dita allungabili da mostri.
Che dire, avrebbe fatto del suo meglio, ma la faccenda le sembrava ancora molto strana.
"Come ti dicevo, nella zona ci sono molti insediamenti di contadini, case coloniche che ospitano molte famiglie e dei piccoli monasteri: alcuni di questi insediamenti sono stati attaccati: tutti quelli che non erano lontani per lavorare nei campi o altre cose sono stati trucidati in modo atroce e nessuno dei sopravvissuti è stato d’aiuto! Se non capiamo cosa accade, sarà solo questione di tempo prima che altre stragi vengano compiute! Capisci ora? Dobbiamo sapere cosa succede… a ogni costo!"
Fece spallucce. Beh, era sicuramente meglio che starsene nella sua celletta ad annoiarsi. E poi forse avrebbe avuto comunque modo di fare esperienza, chissà. Magari sviluppando la corsa.
La signora Semirhage le porse un foglio arrotolato.
"Consegna questo a Lukas Valan quando arriverai! Sono le tue credenziali! Giusto perché tu lo sappia, per tutti tu sarai in missione per conto della nostra organizzazione e noi abbiamo pagato metà dell’ingaggio dei mercenari affinché ti risparmino il problema di dover combattere contro i banditi che infestano la zona, cosa che comunque non potresti fare. Adesso puoi andare! Sii prudente!"
Juliet prese il foglio e si congedò, mettendosi subito in cammino.

Questa era la parte più noiosa delle missioni: il viaggio. Non era così tanto odioso, poteva avere del tempo per sè e pensare; tuttavia... il non avere un compagno di viaggio la rendeva nervosa. Aveva voglia di chiacchierare, ma non poteva certo parlare da sola!
Dopo qualche tempo, la ragazza accellerò il passo.
Poi si fermò per qualche istante e riprese un ritmo normale. Iniziò a stendere bene le gambe in avanti mentre camminava, abbassando la testa per guardare. Voleva vedere come le stava l'armatura, non ci era ancora abituata. Sorrise soddisfatta: le stava bene.
Un altro tratto di strada lo fece testando la sua nuova spada; menava fendenti all'aria, se la passava da una mano all'altra e riprovava a sferrare colpi al vuoto. Le sembrava esattamente uguale a quella del test, se non fosse per il suo simbolo personale inciso sulla lama. Ricominciò a camminare normalmente... ringraziando il cielo di essere sola in quel momento. Era già passato un giorno.
Pensò alla sua prima vera e propria missione: avrebbe collaborato con degli umani. A quel pensiero fece una smorfia, pareva quasi contrariata; avrebbe preferito la compagnia di un'altra guerriera, ma tant'è. Non le era neanche stato richiesto di rischiarci la pelle, quindi doveva cogliere il lato positivo.
Magari avrebbe davvero fatto esperienza nell'abilità della corsa. Era divertita.

Dopo tre giorni finalmente scorse delle mura: doveva essere arrivata a Torlilo.
"Finalmente..." sospirò, stiracchiandosi. Era stato un po' strano camminare con entrambe le mani libere - durante il suo test aveva portato la spada in mano per tutto il tempo. Strano sì, ma in senso positivo... era più comodo così, senza dubbio.
Almeno da adesso non avrebbe più sofferto la solitudine.

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13-04-2015, 10:14 PM
Messaggio: #5
RE: The Bloody Dancer [Ophelia]
E così, lasciandoti andare a un pizzico di vanità e facendo pratica con la tua claymore quando la noia del viaggio ti prende, percorri con buona lena la strada che ti separa da Torlilo: al termine del secondo giorno di viaggio il terreno intorno a te inizia a cambiare e la sabbia del deserto comincia a lasciare il posto a un terreno coperto da un soffice manto erboso, che si fa via via più rigoglioso a mano a mano che procedi lungo la pista finché, ai lati della stessa, cominciano a spuntare alcuni arbusti e qualche alberello. A metà del terzo giorno cammini all’interno di una zona boscosa e il profumo dei fiori selvatici e del verde che ti circonda accarezza il tuo olfatto, sostituendosi all’aroma polveroso della sabbia.

Nel tardo pomeriggio giungi in vista di Torlilo: la città non sembra molto grande ma comunque è circondata da alte mura in pietra: prima di giungere all’ingresso la strada si allarga in una sorta di piazzola dalla quale si dipanano altre tre stradine che sembrano girare attorno alle mura.

All’ingresso non sembra esserci molta gente e comunque noti che il passaggio sembra libero ed è sorvegliato da un paio di guardie, una a destra e una a sinistra della porta: indossano un corpetto di maglia metallica, una stola blu e rossa con quello che sembra essere il simbolo della città ricamato e un elmo a punta e sono armate con un’alabarda a testa.

Sembra che non ti abbiano notato, almeno per il momento…
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16-04-2015, 05:13 PM
Messaggio: #6
RE: The Bloody Dancer [Ophelia]
Citazione:Narrato
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Torlilo era circondata da alte mura, e all'ingresso della città vi erano due guardie che non sembravano averla ancora notata. Juliet si fermò di colpo per ripassare mentalmente gli ordini della signora Semirhage.
"Andare alla locanda... come si chiamava?" La guerriera si accigliò, allarmata. "Lukas Valan... sì, ricordo. La locanda era..."
Inspirò profondamente. Ma che diamine...? Sembrava quasi impanicata. No: confusa. Confusa perché...?
"La porta del Grifone." concluse, tirando un sospiro di sollievo. Aveva voglia di riscaldarsi utilizzando la sua nuova spada, ma a quanto pare la missione non prevedeva che Juliet si scagliasse contro umani, Yoma, demoni o mosche. Doveva solo stare a guardare, tornare indietro e riferire.
Che noia... sperava almeno di non annoiarsi in compagnia di quegli umani.
Si sentiva proprio a suo agio con quell'armatura: le dava un'aria più solenne, fiera. L'altra volta con solo la tuta indosso non era stata sempre presa sul serio... Ma ora che era diventata una guerriera a tutti gli effetti si sentiva 10x volte più sicura di sé. D'altronde come avrebbe potuto non esserlo? Le sembrava persino che la sua solita andatura fiera e soldatesca lo fosse ancora di più.
Decise di entrare nella città; e appena passato l'ingresso avrebbe chiesto indicazioni alle due guardie per conoscere l'ubicazione di quella locanda. Improvvisamente aveva fretta.
Fretta di divertirsi.

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17-04-2015, 09:16 PM
Messaggio: #7
RE: The Bloody Dancer [Ophelia]
Senza indugio, desiderosa di incontrare i tuoi, se così si può dire “compagni di viaggio”, ti avvicini alle guardie dell’ingresso e chiedi loro informazioni per raggiungere la locanda che cerchi. I due appaiono turbati dalla tua presenza forse perché, anche se sono armati e indossano un corpetto di maglia dotato di cappuccio, tu sei più alta di loro due e probabilmente, come sospettavi, vederti… corrazzata e col tuo spadone che pende dalla schiena, fai la tua figura! Nonostante questo, le due guardie riescono a mantenere il controllo dei loro nervi e, alla tua richiesta di informazioni, quella più vicina a te ti risponde

La… la Porta del Grifone? Non è lontana! Seguite la strada che parte da qui e arriva al centro del paese: la troverete circa a metà della strada, sulla destra!

Ti avvii quindi con passo deciso sulla strada, in fondo alla quale sembra esserci uno degli edifici più grandi della città: noti subito che, anche qui, la maggior parte della gente tende a evitarti però, a differenza di Kodara, negli sguardi della maggior parte di loro non vedi solo disprezzo, ma anche timore! Tuttavia, ben presto arrivi alla locanda, la cui insegna, intarsiata in una tavola di legno che pende perpendicolare alla parete appesa a una sbarra di ferro, rappresenta proprio un grifone che sbuca da una porta cittadina che ricorda quella che hai appena attraversato…

NON E’ POSSIBILE KHELDAR! HAI VINTO DI NUOVO!

Urla un possente vocione dall’interno… entri e noti un gruppo eterogeneo composto da una decina di uomini: la maggior parte di essi sta osservando con espressione divertita due avventori: un omone grande grosso e peloso, con una lunga barba, baffi e capelli tutti rossi, il quale sta sovrastando furente quello che sembra essere il più piccolo del gruppo: un uomo magro alto circa un metro e settanta, vestito con abiti da viaggio però di ottima fattura il quale, per contro, ostenta un’aria innocente e, diresti, un po’ beffarda.

Né loro né nessuno degli altri sembra per adesso averti notata. Nemmeno quello che pensi sia il locandiere il quale, da dietro il bancone, osserva spaventato la scena, forse temendo per l’incolumità della sua locanda.
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17-04-2015, 11:31 PM
Messaggio: #8
RE: The Bloody Dancer [Ophelia]
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Quelle due guardie sembravano... come intimorite dalla presenza della guerriera. Notò di superarli in altezza; si chiese come fosse guardarla dall'esterno, che impressione potesse fare agli altri. La vedevano bella? Gli sembrava forte? Sicura?
Per qualche strana ragione, la reazione dei due umani fece affiorare uno strano ghigno sul volto solare della ragazza.
"Bravi, riconoscete chi vi è superiore."
"La… la Porta del Grifone? Non è lontana! Seguite la strada che parte da qui e arriva al centro del paese: la troverete circa a metà della strada, sulla destra!"
Juliet li guardò dall'alto: i suoi occhi scintillavano. "Grazie..." mormorò carezzevole, con quel ghigno divertito, raggirando le loro figure per entrare nella città.

Questa volta la guerriera non faceva più caso agli umani che la evitavano per strada, anzi: dispensava sorrisi, fatto tesoro dell'esperienza precedente. Essere temuti è meglio che essere rispettati: la paura a volte può rappresentare la più grande forma di rispetto, questo lo pensava sempre. Non aveva intenzione di porsi domande o preoccuparsi dell'ignoranza altrui. Aveva una missione da portare a termine, i passanti non significavano nulla per lei; al massimo avrebbe cercato di andare d'accordo coi suoi compagni di viaggio.
Non ci mise troppo ad arrivare alla meta: era esattamente dove le era stata indicata dalle due guardie, e la grossa insegna non le avrebbe permesso di sbagliare in ogni caso.
Un urlo proveniente dall'interno la fece quasi trasalire: "NON E’ POSSIBILE KHELDAR! HAI VINTO DI NUOVO!"
Entrando si ritrovò davanti ad una scena abbastanza insolita: all'interno vi erano solamente uomini, tutti impegnati ad osservare un omone che sovrastava un altro, più piccolo. Sembravano parecchio tesi; e nessuno pareva averla notata. Per ora.
Juliet sospirò, facendosi avanti. "Ehi" fece, sperando nella sua voce naturalmente alta. Aveva un'espressione quasi annoiata.


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18-04-2015, 03:53 PM
Messaggio: #9
RE: The Bloody Dancer [Ophelia]
Se il tuo scopo era quello di attirare l’attenzione… beh, ci riesci benissimo!

Undici teste maschili, compresa quella del locandiere, si girano nella tua direzione e undici paia d’occhi stupefatti si fissano su di te, mentre cala il silenzio. Quella situazione dura pochi istanti, finché una voce squillante rompe quella cappa imbarazzante:

Benvenuta! Suppongo voi siate la Claymore che stavamo aspettando! Io sono Lukas Valan e credo che stiate cercando me!

Ti dice uno degli altri uomini. Vestito con una camicia bianca con le maniche a sbuffo, pantaloni neri e stivali altrettanto scuri, egli si fa avanti producendosi in un elaborato inchino: avrà al massimo una trentina d’anni, capelli neri un po’ lunghi e mossi; una corta barba incolta di qualche giorno incornicia il volto di un bell’uomo, sul quale spiccano un paio di vivaci occhi neri.

Sembra proprio che tu abbia trovato chi cercavi. E adesso?
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18-04-2015, 06:07 PM (Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 18-04-2015 06:10 PM da Ophelia.)
Messaggio: #10
RE: The Bloody Dancer [Ophelia]
Citazione:Narrato
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La voce squillante di Juliet riuscì ad attirare l'attenzione degli umani presenti nella locanda, i quali si voltarono tutti a fissarla con stupore. Non avevano mai visto una guerriera dell'Organizzazione, forse?
Calò il silenzio, rotto dal suono di una voce maschile altisonante quasi quanto la sua. "Benvenuta! Suppongo voi siate la Claymore che stavamo aspettando! Io sono Lukas Valan e credo che stiate cercando me!"
"Il termine giusto è 'guerriera dell'Organizzazione'... Le Claymore sono le nostre spade, è incorretto definirci così" borbottò subito la ragazza tra sè, la bocca curvata in un buffo broncio. Tirò un sospiro abbassando le palpebre per un attimo, riaprendo gli occhi per osservare in viso il proprietario di quella voce.
Lukas Valan, l'uomo che cercava, si fece avanti tra quel gruppo di uomini e si inchinò davanti alla guerriera. Sembrava abbastanza giovane, anche se sicuramente più grande di lei; aveva capelli ed occhi neri, e una barba molto simile a quella che portava suo padre. Quel dettaglio la portò ad incupire lo sguardo per qualche attimo, scrutando l'uomo dalla testa ai piedi.
Ma la nebbia del suo passato smise di offuscare il suo umore velocemente com'era apparsa, e Juliet realizzò di aver già trovato compagnia per la sua missione. Tal pensiero, misto alle aspettative di ciò che sarebbe accaduto d'ora in poi, la rese ancora più eccitata di prima. Lo diede anche a vedere, mostrando un sorriso largo e divertito. "Precisamente. Io sono Juliet, piacere di conoscervi"
E detto ciò fece per avvicinarglisi, con lo scopo di consegnargli il foglio con le credenziali che le aveva dato la signora Semirhage.
Non stava più nella pelle, ma nonostante ciò si ostinava a mostrare delle movenze ed un atteggiamento pacati e tranquilli. Le piaceva ostentare eleganza, specialmente davanti agli umani... anche se in questo modo non faceva altro che reprimere il suo naturale temperamento esplosivo e vivace, il quale affiorava per forza di cose al primo ostacolo da abbattere, o alla prima situazione "troppo divertente".
Infatti non pensava che quella pacatezza sarebbe durata ancora a lungo.

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20-04-2015, 09:53 PM
Messaggio: #11
RE: The Bloody Dancer [Ophelia]
[Narrato]         [Parlato da Lukas]       [Parlato da altri]

Lukas sorride alla tua presentazione e, mentre legge le tue credenziali, uno degli altri: un uomo vestito in quello che sembra essere un abito talare, con corti capelli neri e dagli occhi castani che sembrano essere quelli di un folle si fa avanti, esclamando:

Sacrilegio! Blasfemia! Lukas! Non possiamo portare con noi questa mezza-demone! Attirerai la sua maledizione sulla nostra spedizione!

Al che Lukas, quasi si aspettasse una mossa del genere da parte del suo compagno, è lesto a mettersi tra te e lui, prima di rispondere:

Ne abbiamo già discusso Relg! I superiori della GUERRIERA hanno pagato metà dei nostri compensi per evitarle di combattere contro gli uomini durante la SUA missione! Perciò la porteremo con noi e se non ti sta bene puoi anche andartene ADESSO!

Colui chiamato Relg sembra esitare di fronte alle parole decise di Lukas. Inoltre un altro uomo robusto, vestito con vecchi abiti rattoppati qui e là con delle pezze di i tessuti dai colori sgargianti, il quale potrebbe essere anche più alto non fosse per un’evidente gobba sulla schiena, lo afferra per una spalla sospingendolo indietro lentamente ma con fermezza. Lukas osserva la scena poi lascia andare un sospiro e si rivolge nuovamente a te:

Juliet! Ti prego di perdonare fratello Relg! Faceva parte del clero di Rabona ma è stato espulso dall’ordine per la sua… diciamo eccessiva intransigenza! Da allora gira il mondo alla ricerca di altri che la pensino come lui per cercare di fondare un suo ordine. Però per farlo gli servono soldi per cui eccolo qui con noi! Colui che l’ha rimesso a sedere invece è Federgast: quando non combatte è solito girare di paese in città esibendosi come saltimbanco, giocoliere e cantastorie.

Non ti sfugge l’ironia nella voce di Lukas durante la sua ultima frase, mentre Federgast, oltre ad attirare la tua attenzione per la sua deformità fisica e i rattoppi multicolori, è anche il più brutto degli uomini presenti. Senza dire una parola china il capo verso di te, in segno di saluto, mentre Lukas continua, con un tono di voce un po’ più gaio:

Il due galantuomini che stavano discutendo poco fa sono Barak, che proviene da una cittadina portuale dell’estremo Nord…

Al che l’omone barbuto e peloso ti risponde: Benvenuta!

… Mentre l’altro è Kheldar, che viene dal Sud. Strano ma vero, i due sono amici e compagni da anni e, anche se litigano, in realtà si riappacificano molto presto. Tuttavia, se hai dei bera, fai attenzione a giocarteli ai dadi con lui! Kheldar… vince praticamente sempre!

Che posso farci se la fortuna si è innamorata di me? – risponde l’ometto con voce falsamente triste ed esibendosi in un elaborato inchino – Siete stupenda signorina Juliet! Noto con piacere che le leggende che aleggiano attorno alle guerriere come voi sono infondate, dopotutto!

Ti dice Kheldar con la voce che gronda miele ma con gli occhi furbi e attenti che ti scrutano, guadagnandosi per contro un’occhiataccia disgustata da parte di Relg. Lukas lo ignora e ti indica due bei giovanotti biondi: uno fisicamente robusto anche se non quanto Barak e Federgast, l’altro un po’ più alto di Kheldar e dal fisico asciutto:

Ecco Maran e Leyhon: sono due fratelli che fanno parte rispettivamente della milizia e dei rangers di Rabona. Siccome dei loro parenti stretti sono stati uccisi dagli assassini che dobbiamo eliminare hanno deciso di chiedere una licenza per unirsi alla nostra caccia e, in caso di successo, daranno il loro compenso ai poveri.

I due ragazzi ti guardano molto attentamente ma, a parte un cenno col capo non ti dicono nulla. Tuttavia non noti disprezzo nei loro sguardi, solo curiosità; chissà, forse vogliono solo evitare di litigare col fanatico Relg, vista la comune provenienza...

Il tuo interlocutore si sposta infine davanti a un tavolo al quale sono seduti gli ultimi tre uomini: uno ha la pelle che dà quasi l’impressione di sfumare sul giallo: i suoi occhi neri sono tagliati a mandorla, porta un paio di radi baffetti che gli arrivano fino al mento e sulla parte superiore del cranio quasi completamente rasato spicca un’unica ciocca di capelli neri raccolta a formare una lunga treccia che gli arriva all’altezza delle scapole. Il secondo ha i capelli biondo paglia portati lunghi, pelle molto chiara e due occhi azzurri che ti scrutano con un’evidente curiosità. Il terzo invece ha la pelle olivastra, capelli ondulati che avrebbero bisogno di una regolata e una barbetta incolta di alcuni giorni: quando i suoi occhi ti fissano, noti in essi dolore e tristezza; sensazione quest’ultima che ti viene trasmessa anche dall’espressione del suo volto.

E infine, questi sono Hettar, che proviene dai territori posti più a sud del deserto di Staph, terre dove si allevano, a detta di molti, i migliori cavalli del mondo e lui stesso è un ottimo cavaliere – Hettar ti saluta congiungendo le mani e inchinando la testa nella tua direzione con gli occhi chiusi - Jurgen viene da Pieta: è il nostro cerusico, esperto di erbe e di come intervenire sulle ferite. Inoltre sa come rendere le sue armi più… letali del normale, se capisci cosa intendo! – Alle parole di Lukas un sorrisetto cattivo si stampa sul pallido volto di Jurgen mentre risponde: E’ un piacere, Juliet! -  e infine Larnach! Non ama parlare del suo passato, tuttavia sì è dimostrato molte volte un compagno su cui fare affidamento! – Larnach riesce a sorridere mentre ti rivolge a sua volta un cenno di saluto, senza però mutare espressione -

Te li presenta nell’ordine Lukas, per poi concludere:

Bene signori! A questo punto ci siamo tutti e direi che non è il caso di indugiare oltre! Partiamo domattina all’alba per cui vi chiedo di non esagerare col bere stasera, d’accordo?

Un borbottio d’assenso attraversa la sala, mentre fratello Relg replica ad alta voce:

Quand’è così, io mi ritiro nella mia stanza! Non… Ci vediamo domattina!

Troncando la sua frase, il fanatico di dirige a grandi passi verso la scala che conduce al piano superiore e vi sale rapidamente, senza degnare più nessuno di uno sguardo. Lukas scuote il capo ma poi il suo sorriso appare nuovamente quando si rivolge a te:

Bene Juliet! Questi siamo! Benvenuta tra noi! Accomodati pure!


Citazione:Tutti quanti i mercenari sono seduti a gruppi, così come ti sono stati presentati, su tavoli da quattro posti. Lukas va a sistemarsi assieme a Federgast mentre sembra che Relg se ne stesse da solo. A te scegliere se startene per conto tuo o fare comunella con qualcuno dei tuoi compagni. Inoltre dalla cucina proviene un delizioso profumino. Potrebbe essere l’occasione per riempirsi la pancia prima di partire…
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20-04-2015, 11:22 PM
Messaggio: #12
RE: The Bloody Dancer [Ophelia]
Citazione:Narrato
"Parlato"
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"Sussurrato"
"Detto da altri"

Mentre Lukas leggeva le sue credenziali un altro uomo si fece avanti.
"Sacrilegio! Blasfemia! Lukas! Non possiamo portare con noi questa mezza-demone! Attirerai la sua maledizione sulla nostra spedizione!" Indossava un abito talare e non sembrava troppo a posto con la testa.
Juliet lo osservò come stupita, chinando leggermente la testa a sinistra come un cucciolo curioso. Maledizione...? Quale maledizione? Era davvero curiosa di sapere cosa si dicesse in giro sulle guerriere. Essendo ancora una guerriera giovane ed inesperta, possedeva una voglia di sapere grandissima; e trovandosi a visitare posti a lei sconosciuti, lei che nella sua vita da umana aveva vissuto in una baita nel bosco e in quella da guerriera in una celletta dell'Est, voleva assorbire quanto più possibile. Animali che non aveva mai visto prima, piante, terreni, persone, leggende. Le sembrava tutto così meraviglioso, adesso che aveva la possibilità di esplorare e vivere una vita degna di essere vissuta. E per quanto non amasse particolarmente gli umani, era felice di essere lì in quel momento con altre forme di vita senzienti. Umani o guerriere che fossero, amava la compagnia ed amava le cose nuove.
"Ne abbiamo già discusso Relg! I superiori della GUERRIERA hanno pagato metà dei nostri compensi per evitarle di combattere contro gli uomini durante la SUA missione! Perciò la porteremo con noi e se non ti sta bene puoi anche andartene ADESSO!", intervenne Lukas. Un altro uomo, robusto e con un'evidente gobba sulla schiena, afferrò Relg e lo spinse indietro. Juliet osservò la scena con curiosità, notando anche il cambiamento di Lukas nel termine usato per definirla, da Claymore a guerriera. Forse aveva sentito il suo precedente borbottare? Bah, forse la voce della ragazza era decisamente altisonante.
"Juliet! Ti prego di perdonare fratello Relg! Faceva parte del clero di Rabona ma è stato espulso dall’ordine per la sua… diciamo eccessiva intransigenza! Da allora gira il mondo alla ricerca di altri che la pensino come lui per cercare di fondare un suo ordine. Però per farlo gli servono soldi per cui eccolo qui con noi! Colui che l’ha rimesso a sedere invece è Federgast: quando non combatte è solito girare di paese in città esibendosi come saltimbanco, giocoliere e cantastorie."
Sorrise amabilmente a tutti e tre: non era affatto offesa. Anzi, i termini mezza-demone e maledizione l'avevano come... affascinata. Al sol pensiero le scintillarono gli occhi. Non le dispiaceva incutere un po' di timore, alla fine.
Lukas le presentò altri due uomini: Barak e Kheldar. Quest'ultimo le si inchinò.
"Siete stupenda signorina Juliet! Noto con piacere che le leggende che aleggiano attorno alle guerriere come voi sono infondate, dopotutto!"
La guerriera sbattè le palpebre, i grandi occhi sgranati. Era la prima volta che un uomo - suo padre a parte - le diceva di essere bella. C'era stata anche una sua compagna in passato, una novizia. Si chiamava Anna, o Anais, o Annie; non ricordava... E dopo un intenso allenamento questa ragazza, più esile e bassa di lei, l'aveva guardata dritto negli occhi, alzando la testa, e le aveva detto: "Wow, sei bellissima". Aggrottò le sopracciglia e voltò la testa con uno scatto, avvertendo un certo rossore salirle alle gote.
"Leggende che aleggiano attorno alle guerriere"... Ancora una volta, era curiosa di sapere quali. Probabilmente si diceva che fossero belle: e ciò era vero, non aveva mai visto una ragazza non attraente tra le sue compagne. Inoltre, la loro apparenza doveva essere affascinante per gli umani. Alte, bionde e con gli occhi argentati: non erano certo tratti comuni tra le femmine umane.
Lukas le presentò gli altri uomini lì presenti, e la ragazza sorrise ad ognuno di loro. A dire la verità quel gruppo di umani le sembrava simpatico, si sarebbe divertita.

"Bene signori! A questo punto ci siamo tutti e direi che non è il caso di indugiare oltre! Partiamo domattina all’alba per cui vi chiedo di non esagerare col bere stasera, d’accordo?", concluse Lukas. Relg si ritirò nella sua stanza, borbottando.
"Bene Juliet! Questi siamo! Benvenuta tra noi! Accomodati pure!"
A quel punto la guerriera non potè resistere e decise di avvicinarsi al tavolo del capogruppo. Voleva chiedere a quegli umani un po' di cosette, a cominciare da una.
Appena raggiunto il gruppo di Lukas e Federgast avrebbe cominciato a fargli domande, come:
"Cosa si dice su di noi?"

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21-04-2015, 09:28 PM
Messaggio: #13
RE: The Bloody Dancer [Ophelia]
Decidi quindi di accomodarti al tavolo di Lukas e Federgast: il primo, sempre con un sorriso sulle labbra sposta un po’ la sua sedia per permetterti di sistemarti più comoda, mentre il secondo assume un’espressione stupita sulla sua brutta faccia: probabilmente non si aspettava che tu scegliessi il suo tavolo.

Per sederti sei costretta a sfilare la tua claymore dal suo supporto e a poggiarla vicino a te – il che strappa qualche fischio di ammirazione dagli altri tavoli - nonché a sistemare un po’ meglio il gonnellino dell’armatura. Una volta seduta formuli la tua domanda e, mentre lo fai, il tuo sguardo inevitabilmente si posa sul deforme Federgast: da sotto le sopracciglia cespugliose i suoi occhi castani sembrano sporgere un po’ dalle orbite e uno di essi, il destro, sembra guardare in un’altra direzione; il grosso naso è a patata e presenta un’ulteriore gobba tra la punta e il punto in cui si attacca alla faccia. Una lunga barba castana incolta gli arriva fino al petto mentre i capelli, lunghi anch’essi non riescono a coprire un’incipiente calvizie. La sua pelle è olivastra e, per dirla tutta, l’uomo non sembra pulitissimo, almeno a giudicare dall’acre odore che ti arriva alle narici.

Una rapida occhiata agli altri tavoli ti fa capire che gli altri compagni hanno ripreso a farsi gli affari loro, disinteressandosi, almeno in apparenza, di quanto succede al tuo tavolo, mentre Federgast afferra con una mano grande quanto una pala un grosso boccale di birra che gli stava davanti, trangugiandone il contenuto; qualche istante dopo emette un sonoro rutto, si asciuga la bocca con la manica destra e con una voce dalla tonalità molto bassa ti dice:

Vuoi sapere cosa si dice su di voi? Tante cose e, sfortunatamente, nessuna di esse è molto bella! A Rabona si crede che abbiate ceduto i vostri corpi ai demoni in cambio del loro potere e che, anche se non aggredite gli uomini, alla fine li portiate alla dannazione eterna, come sostiene Relg! Altri sono convinti che il vostro aspetto sia più mostruoso di quanto in realtà esso sia: a questo accennava Kheldar quando ti ha salutata poco fa! Altri ancora sostengono che i vostri occhi d’argento diventano d’oro quando combattete e se qualcuno vi fissa negli occhi riesca a vedere il demone che alberga in voi! E via di questo passo…

La voce di Federgast, a questo punto, si fa un po’ aspra…

Dicerie, leggende, sentito dire, in una parola: menzogne! E sai perché nascono queste menzogne? Perché gli uomini hanno paura! Paura di quello che non capiscono! Paura di quello che è diverso da loro e non riescono a dominarlo!

Dopo questo momentaneo sfogo, dovuto forse anche a tristi esperienze personali, visto il suo aspetto, la voce di Federgast ritorna allo stesso tono pacato di prima.

Ti faccio un esempio: un uomo da solo può facilmente venire ferito o ucciso da un orso, però tanti uomini assieme possono a loro volta riuscire a uccidere un orso. Tanti uomini però non sono in grado di uccidere uno Yoma e quindi, visto che quelle come te ci riescono, spesso da sole, significa che siete ancora più forti dei demoni e questo fa sì che gli uomini vi temano anche più degli stessi Yoma che cacciate! E dalla paura nasce il pregiudizio e dal pregiudizio le leggende…

A quel punto Federgast posa i gomiti sul tavolo, incrociando le dita delle mani. Il suo occhio sinistro è puntato sul tuo volto. In quel momento la voce di Lukas interviene a spezzare la tensione:

Ma tu Juliet non hai motivo di preoccuparti di queste dicerie finché sei con noi: a parte le sfuriate di Relg che terremo a bada, nessuno qui ha intenzioni ostili o timori reverenziali nei tuoi riguardi. La maggior parte di noi ne ha viste troppe per credere alle dicerie popolari e per gli altri… beh, basterà il salario a dissipare gli ultimi dubbi!

Lukas sembra convinto di quel che dice e le sue parole suonano rassicuranti. Mentre rifletti su quanto hai udito negli ultimi minuti, il locandiere, un uomo magrolino che sembra aver ripreso un pelino di coraggio, ti si avvicina e ti chiede:

D… desidera mangiare qualcosa, signorina?
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23-04-2015, 01:08 AM
Messaggio: #14
RE: The Bloody Dancer [Ophelia]
Citazione:Narrato
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Per potersi sedere, Juliet sfilò la Claymore dal supporto e la poggiò a terra accanto a sé. Immediatamente un brivido la percorse: dei, le armi le trasmettevano una sensazione indescrivibile... Quanto le sarebbe piaciuto poter tagliuzzare qualcosa in quel momento.
Ripensò al momento in cui aveva decapitato il suo primo Yoma durante il test. Chiudendo gli occhi poteva percepire ancora il sangue del demone schizzarle addosso. Rievocare quei momenti la caricò di un'euforia tale che persino i poco educati fischi di approvazione da parte di quegli uomini non sortirono alcun effetto su di lei.
Il suo sguardo si spostò su Federgast, ora che lo guardava bene poté notare la sua deformità. Quel viso imperfetto, contro la perfezione del suo e di quelli delle sue compagne. Gli umani la incuriosivano a volte; in loro vedeva le diversità. Diverso aspetto, diverse idee, diversi sogni, ragioni di vita.
E poi c'erano le guerriere, tutte accomunate dalla stessa algida bellezza e la medesima ragione di vita. Non sapeva dire però se i comuni mortali avessero davvero una vita migliore.
Dopo la domanda di Juliet, l'uomo deforme trangugiò la birra che aveva davanti in poco tempo ed emise un rutto. La guerriera incrociò le braccia e alzò gli occhi al cielo: questi uomini non sapevano decisamente come comportarsi in presenza di una signora.
"Vuoi sapere cosa si dice su di voi? Tante cose e, sfortunatamente, nessuna di esse è molto bella! A Rabona si crede che abbiate ceduto i vostri corpi ai demoni in cambio del loro potere e che, anche se non aggredite gli uomini, alla fine li portiate alla dannazione eterna, come sostiene Relg! Altri sono convinti che il vostro aspetto sia più mostruoso di quanto in realtà esso sia: a questo accennava Kheldar quando ti ha salutata poco fa! Altri ancora sostengono che i vostri occhi d’argento diventano d’oro quando combattete e se qualcuno vi fissa negli occhi riesca a vedere il demone che alberga in voi! E via di questo passo…
Dicerie, leggende, sentito dire, in una parola: menzogne! E sai perché nascono queste menzogne? Perché gli uomini hanno paura! Paura di quello che non capiscono! Paura di quello che è diverso da loro e non riescono a dominarlo!
Ti faccio un esempio: un uomo da solo può facilmente venire ferito o ucciso da un orso, però tanti uomini assieme possono a loro volta riuscire a uccidere un orso. Tanti uomini però non sono in grado di uccidere uno Yoma e quindi, visto che quelle come te ci riescono, spesso da sole, significa che siete ancora più forti dei demoni e questo fa sì che gli uomini vi temano anche più degli stessi Yoma che cacciate! E dalla paura nasce il pregiudizio e dal pregiudizio le leggende…"

Molto probabilmente quell'uomo parlava per esperienza, quando si trattava di discriminazioni. In ogni caso la guerriera lasciò ricadere le braccia sul tavolo, sogghignando. Che belle leggende... Affascinanti, senza dubbio. E non completamente false.
Lukas intervenne, rassicurandola. "Ma tu Juliet non hai motivo di preoccuparti di queste dicerie finché sei con noi: a parte le sfuriate di Relg che terremo a bada, nessuno qui ha intenzioni ostili o timori reverenziali nei tuoi riguardi. La maggior parte di noi ne ha viste troppe per credere alle dicerie popolari e per gli altri… beh, basterà il salario a dissipare gli ultimi dubbi!"
La guerriera appoggiò il mento sul palmo della sua mano destra, come una bambina pensierosa. "Non avete paura di me? Che peccato."
"In realtà noi guerriere abbiamo il sangue dei demoni che ci scorre dentro, perciò pur non essendo mostruose in forma 'umana' possiamo diventarlo. E... sì, i nostri occhi diventano dorati, quando attiviamo quel potere demoniaco che alla è base della nostra forza", disse con noncuranza. Pensò che fosse un bene mettere in chiaro alcune cose.
"Ma siamo ancora umane, dopotutto. Abbiamo sentimenti. Emozioni. È per questo che non siamo dei perfetti soldati" Pensò ai propri genitori, ed il suo sguardo ricadde senza volerlo sui due fratelli che le erano stati presentati prima, quelli a cui erano stati uccisi dei parenti stretti. Si sarebbe seduta con loro se non avesse optato per il capogruppo. Voleva vedere come gli umani reagissero al dolore. Voleva vedere quanta disperazione ci fosse effettivamente nei loro occhi. Nessuna forma di sadismo, ovviamente: la sua era semplice curiosità verso quel mondo nuovo.
"D… desidera mangiare qualcosa, signorina?"
"Uhm?" Assorta com'era nei suoi pensieri, quasi non si era accorta del locandiere. Ancora col gomito appoggiato sul tavolo e la mano che conteneva il suo viso, Juliet lo scrutò seria, i grandi occhi argentati che scintillavano. Paura di lei? Ebbe quasi l'istinto di prenderlo per le spalle, attirarlo a sé e fissare gli occhi nei suoi. A quel punto gli avrebbe chiesto "Cosa vedi? Quanti demoni ci sono?".
Ma invece restò lì dov'era e, senza dire una parola, allungò la mano libera per indicare il boccale di birra svuotato da Federgast.



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23-04-2015, 09:45 PM
Messaggio: #15
RE: The Bloody Dancer [Ophelia]
Il locandiere annuisce al tuo gesto e si gira sui tacchi dirigendosi verso il suo bancone, inseguito dalla voce di Federgast:

Portane un’altra anche a me!

Gli intima seccamente, mentre Lukas gli scocca un’occhiataccia.

Mentre attendi il tuo sguardo, seguendo i tuoi pensieri, va a cercare i due fratelli Maran e Leyhon: i due bei ragazzi sono intenti a parlottare tra di loro ma ogni tanto lo sguardo ora dell’uno e ora dell’altro si fissa su di te. Difficile dire quali sentimenti si nascondano dietro quegli sguardi; di sicuro non ci vedi timore e, anzi, quando è Leyhon, apparentemente il più giovane e il più piccolo fisicamente dei due a guardarti, ti sembra di cogliere una certa spavalderia nel suo sguardo.

Guardandoti poi attorno, vedi che tutti gli altri sembrano intenti a farsi gli affari loro, tutti tranne Jurgen e Larnach! Il cerusico ti fissa intensamente con i suoi occhi azzurri e quel sorrisetto maligno stampato in faccia mentre il malinconico avventuriero, accortosi di te, abbassa il capo e i suoi capelli nascondono alla tua vista il suo volto.

A questo punto la tua attenzione viene nuovamente attirata dal locandiere che ritorna con i due boccali di birra, mettendone uno davanti a te e uno a Federgast il quale lo afferra con la sua manona e si alza in piedi declamando:

Compagni! Propongo un brindisi per la nostra bella strega Juliet! In alto i boccali!

SIII! Rispondono all’unisono quasi tutti alzandosi in piedi e trangugiando buona parte del contenuto dei boccali più o meno grandi che ciascuno di loro aveva. Però i due fratelli non hanno partecipato al brindisi e Larnach è stato il primo degli altri a sedersi…
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24-04-2015, 01:36 AM
Messaggio: #16
RE: The Bloody Dancer [Ophelia]
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Il locandiere annuì e si allontanò, inseguito dalla voce di Federgast che ordinava un altro boccale. Non avrebbe dovuto bere molto... Infatti fu raggiunto da un'occhiataccia da parte di Lukas.
Per quanto riguardava Juliet, lei ovviamente conosceva la birra; tuttavia... non l'aveva ancora mai assaggiata. Non sapeva neppure se le sarebbe piaciuta, ma tanto valeva provare. Se i suoi ricordi non la tradivano, anche suo padre ogni tanto si scolava qualche boccale...
Sapeva più o meno gli effetti dati dall'alcol, e sicuramente si sarebbe moderata.
Mentre aspettava cominciò nuovamente a guardarsi intorno, e si soffermò sui fratelli Maran e Leyhon. Questi parlavano tra loro, ed ogni tanto ricambiavano lo sguardo. Osservandoli bene non notò né timore, né tristezza nei loro sguardi; anzi, uno dei due sembrava persino molto sicuro di sé nel fissarla. La ragazza rispose con un sorriso sghembo, anche lei molto spavalda.
Per quanto riguardava il resto del gruppo, tutti sembravano intenti a parlare tra loro. Uniche eccezioni erano Larnach e Jurgen, i quali la osservavano con curiosità.
A quel punto il locandiere ritornò coi due boccali, uno per Federgast e uno per la guerriera.
"Compagni! Propongo un brindisi per la nostra bella strega Juliet! In alto i boccali!", esclamò l'uomo alzandosi in piedi.
Strega? Ma certo... streghe dagli occhi d'argento, le guerriere venivano chiamate anche così. Altro appellativo affascinante, pensò Juliet.
"SIII!" risposero quasi tutti contemporaneamente, alzandosi in piedi e bevendo buona parte della birra contenuta nei boccali. Juliet rise e abbassò lo sguardo sul proprio, decidendosi ad assaggiare.
Aveva un sapore strano... Ma non era male. E poi sembravano tutti divertirsi quando bevevano, quindi si fece forza e arrivò quasi a metà boccale.
Che sensazione strana... non proseguì oltre per non rischiare di ubriacarsi e non capirci più nulla, ma era comunque su di giri. Iniziò a parlare in maniera più sciolta e spavalda, con la sua solita voce squillante.
"Sono migliorata dall'ultima volta, sapete? Ora sono più brava... È un vero peccato non potervelo mostrare! È strano lavorare con degli umani, ma voi non mi sembrate troppo malvagi... Certo, avrei preferito una mia compagna, tuttavia mi interessa la vostra diversità. E forse è meglio così, sapete come sono le guerriere, sarei stata distratta per tutto il tempo!" Scoppiò a ridere, aggrappandosi alla Claymore al suo fianco.
Chissà fino a che punto l'alcol l'aveva resa più "felice" veramente...

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25-04-2015, 02:24 PM
Messaggio: #17
RE: The Bloody Dancer [Ophelia]
Così, aiutata un po’ dalla birra che hai ingoiato, passi almeno un altro paio d’ore in allegria, assieme a quell’eterogenea compagnia finché, uno dopo l’altro, i mercenari iniziano a ritirarsi per la notte. In breve rimanete nel salone solo tu, Jurgen il quale non ti ha letteralmente staccato di dosso gli occhi per tutta la sera e Lukas il quale, dopo aver soffocato a stento uno sbadiglio, si rivolge a te:

Bene, credo che anch’io che andrò a dormire! Vieni, ti mostro la tua stanza!

Salite quindi sulla stessa scala presa prima da Relg e dagli altri, la quale costeggia la parete e arriva su una balconata che sovrasta dall’alto il salone della taverna. Dopo pochi passi essa piega sulla destra allargandosi di molto e tagliando di traverso la sala comune e noti che, dalla parte opposta alla balaustra, vi sono cinque porte e un corridoio che si inoltra più all’interno. Lukas, dando le spalle alla sala comune, si dirige verso la prima porta alla vostra sinistra:

Questa è la stanza che abbiamo tenuto per te! E’ una delle poche che ha la finestra! Se dovessi aver bisogno di qualcosa, la mia stanza la trovi alla fine del piccolo corridoio che trovi fuori dall’altra porta! Buonanotte Juliet!

Detto questo, Lukas si congeda da te e si dirige verso il corridoio che hai notato prima.

La stanza che ti hanno riservato non è molto grande come entri alla tua sinistra c’è un mobile che ti ricorda la scrivania della signora Semirhage, anche se molto più semplice come fattura, dotato però di uno specchio e, naturalmente, di una sedia per accomodarsi. Poggiate sul mobile vedi una grossa bacinella di metallo e una grossa brocca dello stesso materiale contenente dell’acqua, nel caso l’ospite voglia darsi una rinfrescata. Di fronte a te c’è… un vero letto! Non il duro giaciglio della tua celletta a Staph, ma un vero letto con tanto di lenzuola, coperte e un comodino, sul quale sono appoggiati una bottiglia piena d’acqua, un bicchiere e un piccolo portacandele con una candela spenta, però già consumata a metà.A sinistra del letto, la cui testiera è collocata nell’angolo destro della parete opposta rispetto alla porta dalla quale sei entrata, come diceva Lukas c’è effettivamente un’altra porta: entrambe possono venir chiuse dall’interno con un semplice chiavistello.

Non è una reggia, ma la stanza appare molto più bella e comoda della tua spartana celletta al Quartier Generale. La stanza è fiocamente illuminata grazie a una finestra che si trova alla tua sinistra – la destra del letto – la quale si affaccia sulla strada principale e che, volendo, puoi oscurare chiudendo le imposte esterne.


Citazione:
Se lo desideri, sei libera di descrivere le tue sensazioni e considerazioni a fine giornata. Alla fine delle tue riflessioni…

All’improvviso senti bussare leggermente alla porta dalla quale sei entrata:

Juliet! Sono Jurgen il cerusico… Posso entrare? Vorrei chiederti una cosa!

Dice una voce sommessa dall’esterno…
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25-04-2015, 07:43 PM (Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 25-04-2015 07:46 PM da Ophelia.)
Messaggio: #18
RE: The Bloody Dancer [Ophelia]
Citazione:Narrato
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La serata passò velocemente. Juliet riuscì a controllarsi, assumendo solo quella piccola quantità di alcol che rende più chiacchieroni e ridanciani - anche se data la sua personalità, non ne aveva esattamente bisogno. Pian piano i suoi "compagni" si allontanarono per andare a riposare, uno dopo l'altro.
Alla fine rimasero con lei solo Jurgen e Lukas; quest'ultimo, visibilmente stanco, le disse:
"Bene, credo che anch’io che andrò a dormire! Vieni, ti mostro la tua stanza!"
La ragazza annuì, alzandosi e riprendendo la spada per riporla nel fodero. Seguì Lukas fino a destinazione.

Si fermarono davanti ad una porta.
"Questa è la stanza che abbiamo tenuto per te! E’ una delle poche che ha la finestra! Se dovessi aver bisogno di qualcosa, la mia stanza la trovi alla fine del piccolo corridoio che trovi fuori dall’altra porta! Buonanotte Juliet!"
Prima ancora di vedere la stanza, Juliet era totalmente sicura che sarebbe stata migliore della sua celletta di Staph in ogni caso. Si voltò verso l'uomo con un grosso sorriso. "Wow, sì, non mi capita spesso di dormire in una stanza vera... Buonanotte, Lukas"
Entrando nella stanza realizzò di non aver affatto sbagliato le previsioni: era davvero migliore della sua stanzetta di Staph. Eccitata, Juliet si tolse l'armatura ed il fodero con la spada riponendoli sul pavimento davanti al comodino e si gettò di schiena sul letto. Un letto vero! Era così morbido...
La guerriera si alzò col busto per restare in posizione seduta, saltellando lievemente per constatare la resistenza del materasso. Era ancora un po' su di giri; perciò il suo primo riflesso fu quello di bere acqua, svuotando per metà la bottiglia che aveva trovato sul comodino. Bene, era sola...
Si tolse i vestiti, appoggiandoli sul letto, e sciolse i capelli infilando l'elastico al polso. Continuava a tornarle in mente la scena in cui decapitava lo Yoma, durante il test. E facevano capolino anche le stesse emozioni, il senso di potere, persino i tentennamenti che aveva avuto ad un certo punto. Ricordò quando il sangue violaceo l'aveva ricoperta dalla testa ai piedi, l'attacco di panico che le era preso. Ed infine, il senso di giustizia, l'aver fatto la cosa giusta che era stato più gratificante del pensiero di "aver passato il test". Era questa la sua vita ora, e non le dispiaceva.
Certo non era il massimo avere un vincolo grande quanto un continente, rinunciare a cose normali per gli umani, come sposarsi o avere dei figli... Ma lei non aveva mai provato amore romantico per un uomo, non era neanche sicura di esserne attratta in primo luogo.
Si diede una rinfrescata e poi restò davanti allo specchio, come se ciò che vi era riflesso fosse diventato estremamente interessante per lei. Osservò attentamente la ragazza riflessa: la luce fioca che illuminava la stanza dava luogo ad affascinanti sfumature sui suoi capelli chiari, la cui lunghezza copriva i seni. Ciò che saltava all'occhio più di qualunque altra cosa era la cicatrice.
"Vincolo..." mormorò assorta, tracciando la linea del taglio con il polpastrello dell'indice sinistro. Si morse piano il labbro inferiore e allontanò la mano, come se riuscisse ancora a sentire il dolore del giorno in cui era diventata una strega. Adesso i suoi occhi d'argento sembravano quasi malinconici. Al buio sembravano quasi più chiari, come quelli di un...
"...Demone"
Qualcuno bussò alla porta: anche se leggero, quel suono la fece sobbalzare e la riportò bruscamente alla realtà.
"Juliet! Sono Jurgen il cerusico… Posso entrare? Vorrei chiederti una cosa!"
La guerriera si diresse subito verso la porta; ma al momento di appoggiare la mano destra sulla maniglia, questa scattò verso l'alto come se avesse toccato del ferro rovente.
"...I vestiti"
"Un attimo" esclamò, arrivando fino al letto per recuperare la tuta ed indossarla. Lei non aveva problemi con la nudità, ma non voleva mettere a disagio gli altri. Sapeva che presso gli umani un corpo nudo fosse fonte di imbarazzo.
Indossata la tuta finalmente aprì la porta. "Ciao" salutò l'uomo, con un sorriso un po' stanco.

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26-04-2015, 03:55 PM
Messaggio: #19
RE: The Bloody Dancer [Ophelia]
Jurgen, coi suoi occhi azzurri che brillano nella penombra e il suo sorrisetto sinistro stampato sulla faccia attendeva educatamente che tu aprissi e, quando lo fai, si affretta a entrare:

Scusami Juliet, non ci metterò molto ma… c’è una cosa che devi sapere. Come ti ha detto giustamente Lukas, sono un uomo d’arme ma, come puoi vedere da te, il mio fisico non è possente come quelli di Barak o Federgast! Tuttavia, io sono un uomo che ha dedicato buona parte della sua vita allo studio, perciò ho trovato il modo di rendermi utile studiando e imparando l’arte della cura, delle erbe, dei veleni che uso per rendere le mie armi più letali di quelle dei miei compagni…

Jurgen prende fiato: dove vuole andare a parare con quel discorso?

Devo dire che, quando ho saputo che tu ti saresti unita alla nostra compagnia, sono stato sopraffatto dalla curiosita! Sai, ho sempre ammirato quelle come te e non sono così bigotto come Relg da credere che ci sia un patto con le forze infernali che vi garantisce la vostra forza in cambio delle vostre anime! Ho visto corpi di Yoma uccisi dalle tue compagne e non ci ho trovato nulla di “ultraterreno”…

Mentre il discorso del cerusico procede, hai l’impressione che gli occhi dell’uomo ti fissino con bramosia e il suo sorriso appare ancora più… malevolo?

Perciò, approfittando di questo ultimo attimo di calma che abbiamo, volevo chiederti: come fate? Cos’è che vi dona tutta la vostra forza e le vostre capacità?
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26-04-2015, 06:29 PM
Messaggio: #20
RE: The Bloody Dancer [Ophelia]
Citazione:Narrato
"Parlato"
"Pensato"
"Sussurrato"
"Detto da altri"

Dopo aver fatto entrare l'uomo, Juliet si sedette comoda sul letto di fronte a lui e cominciò a pettinarsi i lunghi capelli biondi con le dita, dopo averli radunati sulla spalla sinistra. Ovvio che non ci fosse la minima malizia nei suoi gesti: stava solo finendo di prepararsi per il letto. Non era stanchissima, tuttavia avrebbe fatto meglio ad accumulare più ore di sonno possibili per essere completamente in forze e pronta a fare qualsiasi cosa (o quasi).
"Scusami Juliet, non ci metterò molto ma… c’è una cosa che devi sapere. Come ti ha detto giustamente Lukas, sono un uomo d’arme ma, come puoi vedere da te, il mio fisico non è possente come quelli di Barak o Federgast! Tuttavia, io sono un uomo che ha dedicato buona parte della sua vita allo studio, perciò ho trovato il modo di rendermi utile studiando e imparando l’arte della cura, delle erbe, dei veleni che uso per rendere le mie armi più letali di quelle dei miei compagni…
Devo dire che, quando ho saputo che tu ti saresti unita alla nostra compagnia, sono stato sopraffatto dalla curiosita! Sai, ho sempre ammirato quelle come te e non sono così bigotto come Relg da credere che ci sia un patto con le forze infernali che vi garantisce la vostra forza in cambio delle vostre anime! Ho visto corpi di Yoma uccisi dalle tue compagne e non ci ho trovato nulla di “ultraterreno”…"

Juliet inarcò le sopracciglia, guardandolo di sottecchi mentre continuava a passarsi le mani tra i capelli. Dove voleva andare a parare? Cosa cercava da lei? Quell'uomo aveva sempre un'espressione così strana... Pensò di aver fatto proprio bene a rivestirsi: poteva non essere molto maliziosa di suo, ma non era stupida. Sapeva sommariamente cosa potesse volere un uomo da una donna, in certi casi.
Certo, non pensava che sarebbe stata una cosa di cui preoccuparsi: quale stupido comune mortale avrebbe sfidato una mezzademone?
"Perciò, approfittando di questo ultimo attimo di calma che abbiamo, volevo chiederti: come fate? Cos’è che vi dona tutta la vostra forza e le vostre capacità?"
A quelle parole la ragazza si voltò a guardarlo lasciando perdere i capelli, con un'espressione interrogativa. Poi sorrise sarcasticamente. "...Non lo sai?" chiese, evidentemente divertita dalla domanda. Non era una cosa che sapevano tutti, forse? Le chiamavano mezzedemoni per un motivo...
"Siamo mezzedemoni. La superiorità fisica di un demone, l'intelletto e l'anima di un umano" disse semplicemente, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Diede particolare enfasi alle parole "superiorità fisica" con un certo orgoglio nella voce. Sì, adorava la sensazione di potere.
"Ho soddisfatto la tua curiosità?" chiese, sorridendo. Inconsciamente aveva ripreso a percorrere con l'indice la cicatrice che le segnava il busto dal collo allo stomaco, ora nascosta dai vestiti. La cicatrice che ogni guerriera aveva.


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