[Gaia] Pronta a duellare!

[Kuma]

-Parlato-
Pensato

Nome: Medea
Livello: E+
Grado: 47

È risaputo che la noia sappia essere spesso una gran brutta bestia, persino in un posto eccitante e pieno di sorprese come Staph... Oh, siamo seri. Ci sono tante cose che odio di questo posto, e una di queste è che non c'era davvero un cazzo da fare lì. In altre parole la mia routine consisteva nell'abbandonare di malavoglia il mio giaciglio ogni mattina maledicendo nel frattempo il sole, gli accoliti, gli uomini in nero, gli youma, i lupi, mia madre e mia sorella. Dimentico qualcosa? Ah sì, l'oscurità della mia cella e del posto in generale, l'umidità sempre di casa e, come un brutto ossimoro, il clima torrido che c'era solitamente fuori di giorno. La notte, infatti, era a dir poco gelida. Dimentico qualcosa o qualcuno? Il riccone che cercò di stuprarmi quando avevo qualcosa come nove anni e... Potrei continuare, davvero.

Avevo passato fin troppi giorni senza andare a caccia di youma o, ancora meglio, selvaggina da cucinare per conto mio che, purtroppo, nelle terre dell'est scarseggiava abbastanza. Annoiata, decisi di dirigermi in arena per crogiolarmi un po' al sole, quel giorno meno caldo del solito, e assistere a qualche combattimento tra guerriere e, perché no, prenderci parte io stessa se mai avessi dovuto sentirmi davvero annoiata. Non c'era nessuno quel giorno in Arena, nessuna guerriera almeno, quindi potevo tranquillamente sonnecchiare al sole aspettando che qualche accolito mi chieda di essere decapitato (È una cosa che va fatta almeno una volta nella vita) o che qualcosa di interessante scendesse dal cielo per intrattenermi.

L'intrattenimento arrivò tramite vie ben più convenzionali e manifestandosi sotto forma di una ragazza molto piacevole alla vista (Se non avessimo chirurghi così incompetenti, potrei dire persino che me la porterei volentieri a letto), quella fascia piumata le donava un fascino alquanto peculiare, aveva solo un difetto...

Quanto cazzo sono lunghi quei capelli?

Ma del resto ci si poteva passare tranquillamente sopra. Mi alzai, ponderando possibili modi con i quali due "claymore" potevano abbandonarsi soavemente ai piaceri della carne senza andare incontro a eccessivi ostacoli, la mia espressione che dissimulava con maestria certi pensieri che l'Organizzazione, immagino, non vuole permetterti di avere. Sollevai quindi un braccio, voltandomi nel frattempo verso la ragazza presentatasi come Gaia, e annunciai:

-Sono Medea, per oggi ti faccio compagnia io.-