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[Nuova] Scheda di Astrid (Sigryd)
04-10-2015, 10:19 PM (Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 06-10-2015 11:30 PM da Sigryd.)
Messaggio: #1
[Nuova] Scheda di Astrid (Sigryd)
Nome: Astrid
Anni: 17
Altezza: 1,73 m
Peso: 59 kg
Arto Dominante: Destro
Tipologia: Difensiva
Avatar
[Immagine: PBQpzX.jpg]




Simbolo
[Immagine: jxq8B7.jpg]




Uniforme:

Citazione:Veste: Una Guerriera dell'Organizzazione indossa in genere una veste bianca aderente formata da pantaloni e giacca, col colletto rosso su cui è ricamato il suo simbolo personale. Questo completo, salvo l'ultimo particolare, è condiviso anche dalle Novizie. In caso di diserzione mandare un PM al Master per discutere sul nuovo vestiario.
Schiena: Una Guerriera dell'Organizzazione ha in dotazione ordinaria una placca metallica per la protezione dell'area del muscolo trapezoidale della schiena, dotazione condivisa anche dalle Novizie. Alle Guerriere graduate viene inoltre aggiunta una mantellina corta che sfiora i glutei e un'ulteriore protezione alla schiena atta a fare da fodero per le claymore, capace di portare due spade.
Spalle: Spallina tripla, le tre lamine sono impilate l’una sull’altra. La superiore, più grande e massiccia, copre una certa area “fasciando” la spalla e giungendo fino a pochi cm dalle clavicole. La lamina mediana è particolarmente sviluppata in larghezza e pertanto sporge oltre la superiore protraendosi dal braccio di circa una decina di centimetri. L’inferiore sporge sotto la mediana di pochi centimetri, circa cinque, ma è particolarmente incurvata verso il basso, a protezione del braccio.
Petto: Collana metallica formata da vari anelli circolari di uguale dimensione, di fattura piuttosto grezza, di cui solo il primo e l’ultimo presentano delle rinforzature in cuoio.
Braccia: Protezioni fino agli avambracci con presenza di guardamano.
Vita: Gonnellino composto essenzialmente da diverse lamine impilate l’una sull’altra che vanno a fasciare le gambe offrendo protezione. La parte più interna, invece, è formata da due lunghe lamine arcuate. 
Gambe: Stivali standard con parastinchi estesi solo fino a metà degli stinchi.

 
Profilo Fisico
Le iridi un tempo verdastre e i capelli una volta scuri sono ormai del tutto conformi a quelli delle Guerriere, argento e biondi. I primi hanno una forma ferina e un paio di sopracciglia fini dal tratto piuttosto duro rafforzano uno sguardo che ha dalla sua un’estetica che trasmette del suo serietà e a tratti ostilità. Il viso è ovale e incorniciato da dei corti capelli mossi lunghi fino al collo, dal colore particolarmente tenue – quasi vaniglia – con presenza di una frangia a ciuffi scalati. Le labbra sono fini e chiare, le orecchie sono leggermente a punta. Non è certamente la più alta tra le Guerriere, ma per gli umani ha senza dubbio un’altezza notevole. La corporatura è invece atletica, muscolosa e vagamente androgina nel suo essere asciutta e quasi del tutto priva di curve, ed è leggermente meno esile rispetto alla media di altre Claymore.

Profilo Psicologico:

Che le Guerriere non brillino per socievolezza ed estroversione è un dato di fatto e anni di allenamenti ed esperimenti eseguiti sulla giovane l’hanno in effetti resa seria e poco incline a mostrare i propri sentimenti e le proprie emozioni come è un po’ per tutte. Tuttavia una Claymore non è un iceberg e Astrid in particolare potrebbe dimostrarsi tra le Guerriere più “umane”. Il suo approccio alla vita tende infatti ad essere generalmente sarcastico, beffardo e non è raro vederla fare battute perfino nei momenti più tesi, tanto per sdrammatizzare. Questo atteggiamento è probabilmente uno strascico di quanto la morte di Kori le ha provocato e potrebbe risultare insopportabile alla maggior parte delle sue compagne quanto provvidenziale per i suoi nemici:
 
In determinate situazioni, infatti, potrebbe risultare persino sfacciata, fin troppo audace con la lingua, provocatoria. Queste sopracitate situazioni, che sostanzialmente la portano ad agire con arroganza e con scarsa oggettività, sono da ricondurre a quei casi in cui Astrid sente di potersi permettere questo comportamento o perché la situazione è tale da non richiedere la sua totale serietà (per esempio, in caso di avversari più deboli) o perché particolarmente “fuori dai gangheri” – magari a causa di qualche provocazione o perché profondamente infastidita. 
 
Al di là di questi casi, nel portare a termine i suoi doveri, Astrid si dimostra il più delle volte seria e consapevole, poco incline ad abbassare la guardia fino a quando l’obiettivo non è stato raggiunto. Davanti alla possibilità della morte, infatti, preferisce mordersi quella sua lingua tagliente che si ritrova ed impegnarsi per sopravvivere – cosa che, per il momento, è la sua priorità numero uno. Anzi, se ne ha l’occasione studia ogni dettaglio della propria missione e del proprio terreno d’indagine o di scontro per essere certa di non commettere errori di valutazione, conscia che potrebbe pagare la sua superficialità con la vita. 
 
 
Nei confronti delle altre Guerriere è difficile generalizzare, ma difficilmente si mostrerà incline a stringere relazioni, preferendo rimanere in disparte a meno che non le venga richiesto nulla. Non ama chi tra le sue “sorelle” ha una personalità teatrale, folle, i casi estremi. Verso queste in particolare sarà più facile che ella perda la lucidità e la prudenza che tanto la caratterizzano esibendo il suo lato arrogante e impulsivo. È molto rispettosa invece di coloro che si attengono al proprio dovere senza scenografie e discorsi inutili, mentre si mostra leggermente protettiva nei confronti delle Guerriere più fragili. Proprio per questo può dimostrarsi un ottimo acquisto per le missioni di cooperazione come un pessimo investimento, a seconda della composizione della squadra. 
 
 
Non ama particolarmente ergersi a “capitano” a meno che le circostanze non ne richiedano uno che – evidentemente – non c’è. Non nutre più una particolare fiducia verso il prossimo, che sia una compagna o un umano e pertanto impiegherà del tempo prima di mostrare pensieri positivi verso qualcuno, anche se questo apparentemente sembrerà a posto di primo acchito.  
 
 
Nei confronti dell’Organizzazione la sua posizione è critica, ma anche rassegnata: non è certamente entusiasta delle esperienze passate tra le mura della sede dell’Organizzazione, ma allo stesso tempo sa di aver trovato in quella nuova “vita” un motivo per andare avanti, una ragione per sfruttare a pieno il miracolo della sua salvezza. Non conserva particolari paure o desideri dalla sua vita passata, eccezion fatta per la sua diffidenza nei confronti degli altri e un certo amore per lo stare all’aria aperta.


Storia Personale:
Nasce e vive la sua infanzia ad Ovest, in una delle aree rurali ben distanti dai veri e propri villaggi. Figlia di una coppia di contadini – Havorr ed Eydis -, aveva due fratellini più piccoli: Kori e Livya. In quanto primogenita ha sempre cercato di aiutare i genitori offrendo loro il suo aiuto – che ne avessero bisogno sul campo, col bestiame oppure in casa. Alla nascita del primogenito maschio, Kori, la madre insistette perché Astrid lo badasse il più possibile, proteggendolo, cosa che la ragazzina prese un po’ come un compito a cui dedicare tutta se stessa. Kori infatti non era un bambino dal carattere facile: desideroso di mostrarsi più grande e coraggioso di quanto non fosse, frequentemente si gettava in piccole liti e competizioni con i figli dei contadini e degli allevatori confinanti per poi uscirne sconfitto a causa della sua età di molto inferiore a quella dei suoi avversari. A vendicarlo, suo malgrado, era spesso proprio Astrid – che in forza, praticità e corporatura riusciva a tener testa a quei ragazzini come fossero suoi pari. Kori adorava la sorella maggiore al pari di quanto la invidiasse: lo salvava continuamente dai suoi guai e riusciva ad aiutare il padre in tutti quei compiti che lui ancora non poteva svolgere.
 
Capitava di tanto in tanto che si inoltrassero in quelle zone di campagna dei viaggiatori che cercavano di raggiungere questo o quel villaggio e che – per forza di cose – questi si trovassero nella necessità di un riparo. Havorr ed Eydis, pur non essendo dei totali sprovveduti, credevano moltissimo nell’azione dell’aiutare il prossimo e per questo non perdevano mai l’occasione di dare rifugio a qualcuno. Ad Astrid piacevano molto questi momenti: non essendo mai stata istruita quegli sconosciuti rappresentavano per lei una sorta di ponte per un mondo non ancora a lei noto e attraverso loro apprendeva molte cose nuove. Erano belli i sorrisi che si scambiavano in gran parte di quelle occasioni, la riconoscenza. Ed era bello fidarsi, fare del Bene.
 
Tuttavia l’incrollabile fiducia che Astrid riponeva nel prossimo svanì in corrispondenza dell’autunno dei suoi otto anni: in un giorno come un altro due viandanti chiesero rifugio alla famiglia della ragazzina per la notte. Nonostante da tempo corresse voce nei dintorni di strani decessi nella zona, Havorr decise di ospitarli – non potendo convivere col pensiero di aver abbandonato a se stessi due forestieri di cui un bambino. Durante quella notte una serie di rumori tali da far gelare il sangue nelle vene a chiunque svegliarono i tre figli di Havorr al piano di sopra: Astrid, oltrepassato l’uscio della loro stanza scorse dall’imboccatura delle scale un mostro nell’atto di smembrare il cadavere di suo padre, mentre intravide solo le gambe di sua madre, già morta ed adagiata in una pozza di sangue dietro un angolo. In preda al mero istinto, Astrid corse in camera, attirando però l’attenzione dello yoma. Conscia del pericolo imminente esortò i fratelli a salvarsi calandosi attraverso le corde di una carrucola che passavano proprio davanti alla loro finestra, come per gioco era già capitato loro di fare, mentre lei si sarebbe sforzata di distrarre il mostro. Uscita sul corridoio, Astrid trovò lo yoma ormai in cima alle scale e, urlando, cercò la fuga tentando di raggiungere la stanza con la scala sulla botola per il tetto, cui faceva capo la carrucola già usata dai suoi fratelli per la fuga. Lo yoma tuttavia si rivelò più veloce e l’atterrò senza troppi problemi, distruggendo la porta che la ragazza aveva chiuso nel tentativo di proteggersi. A salvarla, paradossalmente, fu l’amore che lo yoma nutriva per la tortura psicologica delle sue vittime. Così come infatti aveva ucciso prima la moglie di Havarr per punirlo per la sua ingenuità, così lo yoma iniziò a raccontare svariati dettagli sulla morte dei genitori della ragazza, dando tutto il tempo ad una strega dagli occhi d’argento di uccidere lo yoma senza troppe difficoltà. Corsa appena possibile al piano di sotto per cercare i suoi fratelli, Astrid li trovò dietro la stalla, assieme al cadavere di uno yoma. Infatti, come le verrà rivelato in seguito, entrambi i viandanti erano demoni che, dopo aver causato gravi perdite in uno dei villaggi più vicini, erano fuggiti a causa della decisione del sindaco del luogo di contattare l’Organizzazione. L’aspetto fanciullesco di uno dei due demoni aveva aiutato molto ad ingannare i più ingenui e quella della famiglia di Astrid era stata solo l’ultima di una serie di carneficine locali. Livya, ancora troppo piccola per poter anche solo sperare di salvarsi, giaceva a terra con gli occhi spalancati e il piccolo ventre trapassato, mentre Kori stava agonizzando in una pozza di sangue, con le mani impregnate del suo stesso sangue che aveva cercato di bloccare e gli occhi pieni di lacrime. Astrid cercò di rassicurarlo fino alla fine sul fatto che sarebbe sopravvissuto e scoppiò a singhiozzare e piangere di rabbia solo quando il fratello cessò di respirare. Non era riuscita a tener fede al suo compito.
 
Negli anni successivi nessuno sentì più parlare della giovane figlia di Havorr, data per morta anch’essa nell’attacco degli yoma. La verità era però ben diversa: l’Organizzazione, al corrente della sopravvivenza della ragazza, aveva messo le mani su di lei e l’aveva condotta presso la propria sede per farne una delle sue Guerriere.
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[Nuova] Scheda di Astrid (Sigryd) - Sigryd - 04-10-2015 10:19 PM

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