Benvenuto ospite!  Log inRegistrati

RICHIEDI IL TUO ACCOUNT PER L'ACCESSO AL SITO SU TELEGRAM
https://telegram.me/joinchat/DoS4Oj88v-PHTj3EZJe9GQ
Per installare: http://www.claymoregdr.org/Thread-Installare-Telegram
Questa discussione è chiusa  
 
Valutazione discussione:
  • 0 voti - 0 media
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Ritorno a Casa [Autogestita - Nardo]
21-02-2018, 10:36 PM (Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 21-02-2018 10:37 PM da Nardo.)
Messaggio: #7
RE: Ritorno a Casa [Autogestita - Nardo]
[Immagine: yp10m.jpg]
[-Pensato-] [Parlato] [Parlato da altri]

Seayne non ci mise molto a individuare l’edificio dal quale provenivano quelle urla disperate: una piccola stalla per una manciata di pecore, annessa a una casa parzialmente crollata, la cui porta e l’unica finestrella, incrinate e fessurate dagli anni e dalle intemperie, erano state bloccate dall’esterno inchiodandoci sopra delle assi di legno. Non avvertendo nessuna fonte di yoki, a parte qualche debole traccia lasciata probabilmente dagli yoma, la Numero 11 si piazzò direttamente davanti all’uscio, dicendo ad alta voce:

State lontane dalla porta!

Poi, dopo aver atteso qualche istante per dare tempo a chi si trovava nella piccola stalla di allontanarsi, con la sua claymore spezzò le assi che bloccavano l’ingresso, spalancando la porta.
Dalla piccola costruzione uscì una donna la quale, dall’aspetto, dimostrava di avere forse una mezza dozzina d’anni più di Seayne, con in braccio una bambina che non dimostrava più di cinque o sei anni. Entrambe avevano i capelli biondi, quelli della donna lunghi, anche se non tanto quanto quelli della guerriera albina e quelli della bimba erano molto più corti, legati in una codina di cavallo dietro la nuca, stretta da un grande fiocco rosso; gli occhi pieni di spavento e di lacrime della donna erano verdi, mentre quelli meravigliati e curiosi della bimba erano castani.
Nonostante i vestiti pesanti e i mantelli da viaggio che entrambe indossavano, le due umane tremavano:

-Freddo e paura: due sensazioni che ho conosciuto molto bene!-

La donna, sia fisicamente che nella cura con la quale stringeva a se la piccola, risvegliò in Seayne il ricordo di Nyara, sua madre e, prima che la donna potesse dire o fare qualcosa, fu la guerriera albina, mossa a pietà o comunque da un sentimento legato a un ricordo molto intimo e profondo a prendere l’iniziativa:

Venite con me! Dobbiamo trovare un posto dove possiate stare al caldo! E… non lasciare che la bambina si guardi troppo in giro: ci sono cose che è meglio non veda!

Seayne si riferiva ai resti scheletriti di quello che furono gli abitanti di Edoras che ogni tanto affioravano qui e là tra le erbacce e le rovine; la donna chiamata in causa dalla Numero 11 semplicemente annuì e iniziò a seguire i passi di Seayne ma la sua andatura denotava una grande stanchezza al punto che, dopo un po’, dovette mettere la bimba a terra e lasciare che camminasse da sola, limitandosi a tenerla per mano ma le preoccupazioni sembrarono superflue: la piccola sembrava avere occhi solo per la guerriera albina.
Seayne aveva bene in testa quel che voleva fare: guidò le sue compagne verso il centro di Edoras, laddove c’era la vasca ottagonale a sfioramento che tutt’ora portava l’acqua in paese e, dopo aver atteso che le due si dissetassero, probabilmente era da un po’ che non bevevano, le condusse davanti all’ingresso della locanda “Il Lupo Grigio”, l’unica del paese e uno degli edifici più robusti di tutto Edoras infatti, nonostante il decennale abbandono, l’edificio non solo era ancora in piedi ma appariva abbastanza integro, a parte la porta d’ingresso rotta e divelta, come alcune delle finestre.

Aspettatemi qui, non ci metterò molto.

Disse Seayne alle sue compagne, mentre si dirigeva verso l’interno dell’edificio per esplorarlo velocemente e constatarne lo stato prima di lasciare che le due umane vi entrassero. Sorprendentemente, non c’erano tracce di cadaveri in giro, tranne quattro scheletri che Seayne vide nella cantina, sicuramente erano di Olaf, il proprietario della locanda, di sua moglie Leofa, la cuoca e delle due figlie, Tione e Tiona, che facevano le cameriere:

-Era una famiglia felice, orgogliosa della loro locanda.-

Pensò con tristezza, mentre richiudeva la porta dello scantinato, sigillando i resti al suo interno. Poi si mise a frugare dietro il bancone, finché trovò quel che cercava: le chiavi delle stanze e, a quel punto, richiamò a se le due umane. Tutte assieme salirono al piano superiore, laddove c’erano gli alloggi della locanda e, dopo averne ispezionati un paio, non senza difficoltà a causa delle serrature ossidate da tanti anni di disuso, ne trovarono uno che sembrava ancora in ottimo stato: abbastanza spazioso, con un letto per due persone e un piccolo caminetto per scaldare l’ambiente. Cosa importante, non sembravano esserci tracce di parassiti o animali infestanti come i topi: mastro Olaf aveva costruito bene la sua locanda.
Seayne lasciò le due umane nella stanza e corse nuovamente fuori: tra case in rovina e piante selvatiche, non le fu difficile trovare legna da ardere e sterpaglie per accendere il fuoco nel camino, dopo essersi accertata che non fosse ostruito.
Nel frattempo le due umane si erano messe comode, in particolare la piccola la quale, non appena appoggiatasi sul letto era sprofondata nel sonno mentre la donna sembrava fare uno sforzo per restare sveglia almeno finché la loro salvatrice non avesse finito di prendersi cura di loro. Fu così che, non appena vide che Seayne si rilassò quando un bel fuocherello scoppiettava nel camino, la donna trovò il coraggio per rivolgere la parola alla guerriera albina:

Io mi chiamo Ragnhild e mia figlia Freya… Grazie per le nostre vite e… per non averci abbandonato dopo averci liberate… dai demoni…

Seayne osservò la donna: i suoi vestiti da viaggio erano sgualciti, probabilmente a causa della prigionia, così come quelli della bambina ma, probabilmente, il fatto di essersi avvolte nei mantelli aveva fatto sì che gli abiti si sporcassero a malapena. La guerriera albina sorrise in risposta alle parole gentili che le erano state rivolte:

Da quanto tempo vi avevano catturate… Ragnhild?

La donna abbassò gli occhi, prima di rispondere:

Tre giorni… credo… Eravamo con mio marito e una coppia di amici su due carri trainati da cavalli da soma. Eravamo partiti da Pieta e ci stavamo dirigendo verso La Forcella per raggiungere Buonarroti quando, al bivio, quei cinque mostri ci hanno attaccato.

La donna soppresse un singhiozzo e si nascose per alcuni attimi il viso tra le mani:

Non abbiamo potuto fare nulla: i cavalli si sono imbizzarriti per la paura e il carro sul quale viaggiavano i nostri amici si è ribaltato e poi… poi…

Ragnhild non ce la fece più a trattenersi e scoppiò in lacrime, accasciandosi sul letto, mentre Seayne la guardava con la pietà nello sguardo. Forse disturbata dal pianto o dal sobbalzare del letto, la piccola Freya si svegliò:

Mamma? Ho fame…

Mormorò, ancora mezza assonnata, mentre sua madre cercava di asciugarsi le lacrime dal viso, probabilmente per non far preoccupare ancora di più la piccola:

Vado a vedere se trovo qualcosa da mangiare.

Disse loro la Numero 11, prima di uscire nuovamente all’esterno. Era tardo pomeriggio e il tramonto sarebbe giunto presto: dove e come procurarsi da mangiare a quell’ora? All’improvviso Seayne ebbe un’idea e si lanciò di corsa sulla strada che portava fuori dal villaggio.


Citazione:Yoki Utilizzato: 0% - Punti Limite: 3,5/35
Stato Fisico: Ottimale.
Stato Psicologico: Rivede in Ragnhild e in Freya un’immagine di lei e di sua mamma e, quasi inconsciamente, decide di aiutarle.
Abilità Utilizzate: Percezione dello Yoki (Passiva) – Polaris (Secondo turno di ricarica).

I am the one, the only one! I am the god of kingdom come! Gimme the prize!
Trova tutti i messaggi di questo utente
Questa discussione è chiusa  


Messaggi in questa discussione
RE: Ritorno a Casa [Autogestita - Nardo] - Nardo - 21-02-2018 10:36 PM

Vai al forum:


Utente(i) che stanno guardando questa discussione: 1 Ospite(i)