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I'm not a slave [Victoria - Quest Veloce]
03-10-2018, 02:00 PM
Messaggio: #4
RE: I'm not a slave [Victoria - Quest Veloce]
Legenda:
narrato
parlato
pensato
parlato da altri



Quando fu in vista di Phedre la guerriera aveva il fiatone. Correre per tutto quel tempo aveva messo alla prova anche la sua resistenza ma finalmente era giunta.
Essendo in pieno deserto, a parte le dune non c’erano molti altri luoghi da usare come nascondigli, perciò avanzò con cautela nella speranza di non essere avvistata. Avvistata da chi? Beh, solo da umani con tutta probabilità, in quanto non percepiva yoki, ma proprio perché non li percepiva doveva prestare più attenzione. Non aveva idea dell’addestramento degli avversari che avrebbe trovato là, ma se era lo stesso di quelli sconfitti in precedenza, che per inciso erano corsi verso il bosco di Guernica, allora non avrebbe avuto di che preoccuparsi. Ma la linea di Crystal era una linea prudente, che solo in certe situazioni e per testare se stessa abbandonava.
Si appostò dietro alle macerie di quella che suppose un tempo fosse una cinta muraria e sbirciò oltre: era tutto tranquillo, di un silenzio mortale avrebbe osato avanzare.
Furtiva come un gatto, superò le macerie e si avvicinò al muro di una casa. Non era troppo alto, forse con un balzo avrebbe potuto raggiungere senza problemi il tetto e da lì avere una visione complessiva della città. Liberò un po’ di yoki, il giusto per trasformare gli occhi e le vene attorno, e, facendo appello ai muscoli delle gambe, spiccò un salto che le permise quantomeno di afferrare i bordi del tetto e issarsi su.
Molto bene, primo ostacolo superato.
Rimanendo bassa, diede un’occhiata più accurata in giro: un luogo infinito di nascondigli forniti dagli edifici crollati. Tutte le vie si congiungevano alla piazzetta centrale e, dall’ingresso di quello che pareva essere stato il municipio, fece capolino un uomo. Portava varie sciarpe a coprirgli capo, bocca e naso, e pareva pure ben armato: un pugnale affisso ai lati delle ginocchia e una sciabola al fianco. Ma sarebbe stato in grado di usarli? Mah, solo attaccandolo l’avrebbe scoperto, e ora doveva avvicinarsi.
Assicuratasi che non ci fossero uomini in giro, balzò giù e si mosse tra i vicoletti, fino ad arrivare ad un gran complesso di macerie tra due vie che la separava dalla piazza.
Arrampicandosi appena per sbirciare oltre, il suo stivale si appoggiò a qualcosa che scricchiolò prima di cedere sotto al suo peso. Allarmata da quel rumore, che solo lei probabilmente aveva sentito, diede un’occhiata e ciò che vide le lasciò un macabro stupore: era lo scheletro di una mano. L’avambraccio a cui fino a poco prima era stata attaccata giaceva sotto a quel masso a cui lei si era appoggiata, probabilmente col resto del corpo sotto. E fu allora che realizzò che non erano fagotti dimenticati per le vie quelli a cui non aveva dato importanza quand’era sul tetto, ma resti umani di cui era rimasto ben poco. Quel poveretto sotto di lei era stato risparmiato dalla bulimica fame di un Risvegliato - perché solo un Risvegliato poteva ridurre in quello stato un paese - perché la casa gli era crollata addosso. Crystal si riscoprì la fronte madida di sudore freddo.
Solo ora notava pareti e strade imbrattate di sangue secco, e non voleva scoprire quali altri orrori si nascondessero lì in giro.
Cercò di tornare a concentrarsi sul suo obiettivo scoprendo che era stato raggiunto da un altro uomo, tuttavia erano troppo lontani per poterne ascoltare i discorsi, ma fu fortunata perché in quel momento, da uno dei porticati laterali, sbucò fuori un terzo scagnozzo con dei secchi in mano che, per farsi sentire dai suoi compagni, si rese udibile anche alla guerriera :-Ho finito di sfamare gli schiavi. Quando possiamo liberarcene?-

-Il prima possibile ha detto il capo, è in arrivo un’altra partita di schiavi e ormai non ci sono più celle libere-

A quel punto, se nei due porticati laterali erano segregati gli schiavi, poteva supporre che nell’edificio centrale, quello che pareva essere il municipio, ci fosse il loro capo. Ma come raggiungerlo? Qualche idea l’aveva ma nessuna la soddisfaceva a pieno. E quanti uomini c’erano oltre a quei tre? Va beh, avrebbe provato a creare un diversivo per farli spostare e a quel punto avrebbe agito.
Doveva solo fare un po’ di rumore. Tornò indietro e quando fu fuori dal loro campo visivo svoltò a destra.
Trovò una casa che faceva al caso suo e, come in precedenza, liberò lo yoki per raggiungere il tetto, questa volta senza premurarsi di essere silenziosa. Estrasse la spada e, con una spazzata, fece cadere un buon numero di tegole che si infransero sulla pietra della strada. Balzò giù e veloce andò a nascondersi tra le macerie. Affinando l’udito, ebbe la certezza che gli uomini se ne fossero accorti e stessero accorrendo.
Ottimo.
A quel punto si mosse diagonalmente verso sinistra tra i vicoletti per tornare alla piazza principale. Veloce e silenziosa come un gatto.
Prendendo la rincorsa, scavalcò l’ammasso di macerie che la separava dalla piazzetta.
Il tipo che aveva sfamato i prigionieri era ancora lì, ma Crystal non se ne preoccupò per nulla. Come una furia accorciò le distanze e l’uomo sbiancò, nemmeno riuscì a tenere in mano il pugnale. Ma, a dispetto di ogni sua previsione, che più o meno tutte identificavano la morte nella strega, ella lo superò entrando nell’edificio.

-Ca... capo!- urlò quello quando se ne accorse.

Una volta dentro fu molto facile trovare il suo obiettivo. Poteva vederlo anche da lì, dietro una scrivania nella stanza in fondo al corridoio. Quando quello si accorse della sua presenza, accorse per chiudere la porta, ma Crystal ormai stava già correndo e giunse prima: con un calcione spalancò la porta che colpì l’uomo, il quale, tramortito, le diede le spalle aggrappandosi alla scrivania.
Da quella posizione, ne approfittò per bloccargli i polsi con una mano e con l'altra gli diede un colpetto sul capo facendoglielo sbattere sul duro legno.
Lo costrinse in piedi e lo strattonò facendo il giro del mobile :-E tu chi diavolo sei?!- domandò astioso l'uomo, che sussultò quando Crystal lo minacciò col filo della lama sul collo.

-Capo!- gridarono i tre sbigottiti per la situazione entrando nella stanza.

-Maledetta!-

-Silenzio!- tuonò Crystal che mal sopportava di non essere lasciata parlare. Quelli si irrigidirono deglutendo.
-Rispondete alle mie domande e nessuno si farà male, siamo intesi?- minacciò il suo prigioniero stringendo ulteriormente la presa e ricordandogli la presenza della lama affilata.

Sbiancato e col fiato in gola, si rivolse ai suoi scagnozzi :-Fate... tutto quello che vi dice-

-Ottimo, vedo che siamo d'accordo. Per prima cosa buttate a terra tutte le vostre armi e calciatele sotto la scrivania-

Riluttanti, tutte e tre eseguirono gli ordini, non senza che lei dovesse spronarli ulteriormente. Fatto ciò, cominciò con le domande :-Per chi lavorate? Avanti, rispondete! Non sperate nell'arrivo dei vostri compagni, ci siamo già incontrati-

-Tsk. Da qualche tempo ci ha assoldati un mercante di Cezanne per portargli degli schiavi, ci paga profumatamente-

-A che gli servono?- incalzò :-Ogni quanto e quanti ne portate?-

-Una ventina ogni tre mesi, più o meno, ma non sappiamo a cosa gli servono. Ci incontriamo fuori da Cezanne e facciamo lo scambio. Lo giuro!-

Uff, pareva proprio che il grosso avrebbe dovuto scoprirlo da sola. Non sapeva proprio a che pensare, solo andare là le avrebbe rivelato la verità.
-Come si chiama questo tizio?-

-Klaus, Klaus Jorge-

-D'accordo, grazie per la collaborazione, ora sparite, giuro che se dovessi rivedere le vostre facce nuovamente qui in giro non esiterò a tagliarvi in due. Ora muovetevi, uscite in fila indiana-

Li scortò fino all'uscita di Phedre e rimase lì, ferma, a braccia incrociate, finché non li vide più all'orizzonte. Finalmente, rinfoderata la spada e azzerato lo yoki, poté tornare indietro e preoccuparsi dei prigionieri, una decina scarsa. Diede loro le armi che gli schiavisti avevano dovuto lasciare e li aiutò ad organizzarsi per il viaggio, premurandosi che avessero cura l'uno dell'altro.
Ottenute le informazioni per Cezanne, si rimise in cammino. Ormai era tardo pomeriggio, le tenebre forse l'avrebbero avvantaggiata nel penetrare nell'abitazione di questo Jorge.




Citazione:Yoki utilizzato: 0%--->20%--->0% - Punti Limite: 5,5/30
Stato fisico: ottimo, occhi dorati e vene in rilievo
Stato psicologico: concentrata
Abilità utilizzate: Percezione dello yoki (Attiva per scandagliare Phedre), Lettura dello yoki (passiva)

«ciò che feci per sopravvivere uccise la mia anima»

[Immagine: claymore_priscilla_who_surpasses_the_aby...6b5fzm.jpg]
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RE: I'm not a slave [Victoria - Quest Veloce] - Victoria - 03-10-2018 02:00 PM

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