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QUEST Carne della mia carne [Lachesi]
29-03-2017, 10:05 PM
Messaggio: #1
Carne della mia carne [Lachesi]
CARNE DELLA MIA CARNE
e sangue del mio sangue


E’ mattina sulle desertiche terre che circondano Staph. La calda aria proveniente dalle distese sabbiose entra dalla finestra dell’alloggio di Dua, portando con sé l’eco delle grida d’incitamento o di dolore delle novizie in allenamento, assieme ai rimproveri dei loro istruttori… quanto tempo è passato da quando la Numero 15 era solo una di loro, una delle tante…

Non c’era però molto tempo da concedere ai ricordi: Dua aveva terminato le faccende che doveva svolgere al Quartier Generale e adesso doveva partire per raggiungere il suo territorio di competenza: la zona del Monte Jeau, nelle Terre Centrali di Tolouse. Mentre la guerriera terminava i suoi preparativi, qualcuno bussò vigorosamente alla porta della sua celletta e, subito dopo, la stessa si spalancò, rivelando la figura di un accolito grande e grosso, con le braccia molto robuste e le mani che sembravano badili; tuttavia alla prestanza fisica dell’uomo facevano da contraltare la sua totale calvizie, uno sguardo apparentemente non molto intelligente e una pancia larga quanto il suo muscoloso torace: chinandosi per sporgere il suo testone all’interno dell’ alloggio, l’accolito dice:

Tu! Numero 15! Finisci di prepararti e vieni con me, la signora Semirhage vuole vederti prima che tu parta!

La… signora Semirhage? E chi sarà mai? Di sicuro non una guerriera, neanche di alto rango vista la deferenza con la quale questo grosso accolito sembra parlarne: sei abbastanza sicura che l’uomo non ne parlerebbe così se fosse una di voi. Possibile allora che vi siano anche delle donne all’interno dell’Organizzazione? C’è solo un modo per saperlo: ubbidire alla chiamata. Così segui l’omone lungo gli oscuri corridoi della fortezza, fino a che vi addentrate in una zona nella quale sei sicura di non essere mai stata prima e, mentre lo fate, inizi a sentire della… musica?
Proprio così, si tratta proprio di musica, una dolce e delicata melodia che sembra stonare con l’ambiente freddo e austero che vi circonda. Il grosso accolito sembra seguire proprio quella musica e infatti egli si ferma proprio davanti alla porta dall’interno della quale quella melodia sembra provenire. L’uomo bussa con molta più delicatezza di quanto non abbia fatto con la porta del tuo alloggio e, pochi istanti dopo, la musica si interrompe e, dall’interno, una voce indubbiamente di donna risponde:

Avanti!

L’accolito apre la porta e, con un brusco cenno della mano ti intima di entrare. Quando lo fai, ti trovi in quello che sembra essere più che altro uno studio finemente arredato nel quale spiccano una grande arpa sistemata in un angolo e alcune librerie zeppe di libri che adornano le pareti. Una donna è seduta vicino all’arpa, indubbiamente lo strumento che avevi sentito suonare poco prima e, quando entri, lei si alza e fa un paio di passi verso di te, sorridendoti. La donna è molto bella, alta più di molti uomini, dalla carnagione pallida e dai lunghissimi capelli e occhi neri. La signora Semirhage, perché sicuramente di lei si tratta, indossa una lunga veste nera con maniche strette sulle spalle ma che diventano molto ampie via via che scendono verso le mani, con delle bande grigio scuro ricamate in filo d’argento che ornano i bordi della gonna, delle maniche e l’ampio girocollo della veste. Una sottile collana di diamanti neri orna il suo collo e noti chiaramente che attorcigliato al suo polso sinistro c’è un bracciale a forma di piccola vipera, la cui testa si snoda fino alla base del dito anulare, al quale è fissata grazie a un anello infilato al dito.

Benvenuta Dua! Il mio nome è Semirhage e, come probabilmente hai intuito, sono una dei vostri supervisori. Avrei un incarico da assegnarti ma prima... desideri un po’ di the?

La signora si scosta un po’ e, con un gesto della mano destra, di indica che sulla scrivania, in effetti, è sistemato un vassoio con una teiera fumante, un paio di tazze, dello zucchero e dei pasticcini. Che tu accetti o meno la sua offerta, Semirhage si siede al suo posto e, dopo essersi versata il suo the (e aver riempito anche la tua tazza nel caso accettassi), mantenendo nei tuoi confronti un’espressione gentile e fissando con i suoi occhi neri quelli tuoi d’argento, inizia a raccontare:

Il territorio che ti è stato assegnato, il Monte Jeau, è una zona nella quale gli yoma ultimamente si sono fatti vivi molto spesso. Abbiamo ovviamente ripulito la zona con guerriere dal rango più basso del tuo eppure c’è un villaggio, Teate, dal quale sono più di due anni che non giungono richieste di aiuto o richieste di verifica per eventuali sospetti o presenze di yoma in zona.

Semirhage si interrompe per sorbire un po’ di the e sgranocchiare un pasticcino, poi prosegue:

Quello che voglio da te, Dua, è che tu ti rechi a Teate e cerchi di capire il motivo dell’apparente tranquillità di quel villaggio. E’ solo un caso? Gli uomini di quel posto hanno trovato un modo per scovare ed eliminare gli yoma? Se così fosse, sarebbe per noi molto utile capire come hanno fatto. Oppure c’è qualcosa d’altro sotto?
La tua missione è scoprire cosa sta succedendo a Teate e, nel caso non siano gli abitanti del villaggio o, comunque, altri umani a sgominare gli eventuali yoma come, ad esempio, un altro yoma che tradisce i suoi “fratelli” pur di passare inosservato e che va a mangiare altrove, eliminare le cause che hanno portato a questa situazione.


Senza che i suo sguardo abbandoni il tuo, l’espressione della signora Semirhage si è fatta via via più seria mentre il suo racconto progrediva, tuttavia la sua voce rimane gentile quando, dopo aver bevuto un altro sorso di the, conclude:

Questo è quanto Dua. Se hai dei dubbi o delle domande da farmi, chiedi pure.

E, dopo aver preso un altro pasticcino, la signora Semirhage rimane in attesa, sempre fissandoti con i suoi profondi occhi neri…

Citazione:Nel tuo primo post descrivi anche le impressioni e/o sensazioni che prova Dua nel trovarsi davanti a una… Donna in Nero.
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30-03-2017, 01:59 PM
Messaggio: #2
RE: Carne della mia carne [Lachesi]
Citazione:-Parlato-
"Pensato"




Era da diverso tempo che Dua era inattiva, dopo lo scontro con Seayne aveva dovuto attendere in sede all'Organizzazione per diverso tempo e se da un lato era peggior per loro visto che lasciandola a far niente, avevano meno forza lavoro, dall'altra era una situazione tediosa anche per lei. 
Rimanere con le mani in mano e perdere occasione di fare esperienza quando lei ne aveva disperatamente bisogno era come un insulto.

Quando si alzò quella mattina, inalando i respiri affannosi di novizie incapaci, pensò a quanto sarebbe stato meglio essere nei loro panni visto che almeno potevano allenarsi; si chiese se avesse potuto avanzare la proposta di addestrarle lei stessa, anche se ovviamente l'idea di entrare in contatto con queste ragazzine la indisponeva non poco. 
Almeno aveva avuto notizie dai suoi superiori, molto pigri a quanto pareva, per spedirla nelle Terre Centrali e almeno poteva consolarsi con l'idea di partire presto.
Era pronta a partire, lasciarsi la noia e il tedio alle spalle, quando qualcuno andò a chiamarla: un uomo, o un armadio a seconda dei punti di vista, che con non troppa grazia la richiamava per un'udienza con la Signora Semirhage; chiunque potesse essere questa donna, doveva avere qualche ruolo importante.

Mantenendo sempre la stessa espressione facciale annoiata ed apatica, seguì l'uomo fino a quando non arrivarono a destinazione; la musica, la raffinatezza dell'arredo, era tutto un pomposo messaggio di benvenuto.
Una specie di ostentazione di benessere in un luogo arido come Staph, in qualche modo era persino fuori luogo ma a Dua non importava granché; lei era neutrale, svolgeva i suoi compiti e basta.
Erano lontani i tempi in cui era una ragazzina emotiva, sola e spaventata; ora era pur sempre una ragazza, sola e semplicemente... Apatica.
Non poteva fidarsi di nessuno, non stringeva nessun tipo di legame, poteva al massimo provare temporanee simpatie ma sempre legate allo svolgimento del loro lavoro.
...Duran, lui, era un caso diverso ma era anche vero che non poteva significare niente; non era lo sforzo necessario per scongelare il cuore indurito di Dua. 

-Gradirei senz'altro.-

Rispose la Guerriera, quando le fu offerto del the.
Si comportò a modo, per meglio dire: si comportò come un buon soldato si sarebbe comportato, aveva ancora l'esempio di Minerva stampato in testa. 

Di seguito, ascoltò pazientemente ogni cosa che la signora avesse da riferirle, trovando molto curioso che un incarico come quello fosse stato assegnato ad una donna: erano conosciuti come uomini in nero, vedere una donna era quantomai ironico.
Anche qui, non che a Dua importasse poi molto.

Quando la Signorina ebbe finito il suo discorso, la numero 15 sorseggiò un po' della sua bevanda gustandone l'aroma intenso e deciso; lasciò passare almeno un minuto intero prima di intervenire, dimostrando di avere a lungo meditato sulle informazioni in suo possesso.


-Ovviamente, sarebbe alquanto sconveniente per l'Organizzazione trovare che qualcun'altro stia offrendo il nostro stesso servizio in modo così... Preciso.-

A quanto pareva, a Dua, non importava molto della vita degli esseri umani ma analizzò il problema più da un punto di vista economico.

-Pensare che questi villici abbiano avuto solo fortuna sarebbe sbagliato, è contro ogni probabilità e francamente dubito che voi non abbiate già mandato qualche scout in cerca di informazioni per constatare se effettivamente si tratta di caso o meno. 
Insomma, se avete deciso di inviare me che per quanto io sia solo la numero 15 sono comunque un 'buon numero al servizio' vuol dire che non sospettate di semplice fortuna né di un semplice Yoma.-

Che l'Organizzazione volesse parlare o meno dei suoi reali sospetti, Dua era già soddisfatta nel sapere che poteva essere qualcosa di forza superiore rispetto alla media; probabilmente era una Risvegliata.


"Ottimo, senza Gaia potrò testare le mie capacità."

A quel punto, se la Signorina non avrebbe avuto niente  da dire, sarebbe partita.




Yoki Utilizzato: 0%
Stato Psicologico: Annoiata dai tempi di attesa tra l'allenamento in arena e la missione, leggermente apatica.
Stato Fisico: Ottimale
Abilità Utilizzate: Percezione dello Yoki (passiva) Supremazia Tattica (Passiva) 

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31-03-2017, 09:22 PM
Messaggio: #3
RE: Carne della mia carne [Lachesi]
Un’espressione compiaciuta appare sul volto della signora Semirhage:
 
Dritta al punto vedo. Molto bene Dua, me ne compiaccio. Allora, quando avrai finito il the, puoi partire.
 
Prendi quindi congedo dalla dama nera e inizi la lunga camminata che ti porterà a destinazione. Lungo la marcia, poco alla volta, il terreno desertico cede via via il posto a un terreno sempre più verdeggiante e fertile. Lungo la strada incroci ogni tanto delle persone le quali, per la maggior parte ti ignorano o addirittura cambiano lato della strada non appena ti vedono, tuttavia una minoranza ti rivolge comunque un cenno di saluto o addirittura un augurio di buon viaggio.
Dopo quattro tranquilli giorni di marcia, ti trovi a risalire le prime alture che portano in direzione del Monte Jeau, il picco più alto di una catena montuosa che segna il confine tra le Terre Centrali e quelle del Nord. Dalle informazioni che ti sono state fornite prima della partenza, nel tuo territorio di competenza gli abitanti dei villaggi vivono di pesca nei molti fiumi che nascono dal monte, di caccia, raccolta di legname e, più a valle, coltivazioni. E' un territorio ricco ma privo di grandi centri mercantili, favorito da un clima mite.
 
A quel punto, non ti ci vuole ancora molto per raggiungere il villaggio di Teate: l’abitato è essenzialmente diviso in due da un piccolo fiume, con le due parti del villaggio collegate da un robusto ponte in pietra.
Il lato dal quale arrivi sembra il lato più popolato, le case hanno tutte comunque un aspetto dignitoso, segno che probabilmente la popolazione non deve passarsela proprio male, mentre dall’altra parte del ponte gli edifici hanno un aspetto migliore e intravvedi una costruzione la quale dovrebbe essere una chiesa, affiancata a un campanile non molto alto a dire il vero: sulla facciata dell’edificio spicca l’inconfondibile simbolo del clero di Rabona; cosa abbastanza comune dal momento che sei nelle Terre Centrali.
 
Bene Dua, sei arrivata a destinazione. La tua indagine comincia da qui.
 
 
Citazione:Puoi considerare che ti trovi a poca distanza dall’ingresso del villaggio di Teata e, per il momento, nessuno ti ha ancora notata.
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03-04-2017, 04:13 PM
Messaggio: #4
RE: Carne della mia carne [Lachesi]
Dua diede una rapida occhiata al villaggio a cui era stata assegnata, indagare sull'assenza di Yoma era qualcosa di inusuale ma se come sospettava quella situazione era causata della presenza di una Risvegliata non avrebbe dovuto avere problemi nel percepirla.
Per prima cosa, però, le intenzioni di Dua erano altre: non c'era bisogno che gli abitanti scoprissero della sua presenza, non l'avevano richiesta e non avrebbero ricevuto visite inattese da parte dell'Organizzazione.
Inoltre, la numero 15, si aspettava che quel compito richiedesse una quantità infinita di tempo e monitorare la situazione del villaggio senza intervento diretto sarebbe stato senz'altro più indicato.

Dunque, per prima cosa, avrebbe evitato di farsi vedere da chiunque potesse arrecare fastidio; la Guerriera doveva trovare un luogo sicuro ove riposare, osservare e percepire tutta l'area intorno a sé.
Probabilmente se ci fosse stata una collinetta boschiva poco battuta per la caccia dalla quale osservare dall'alto la situazione, sarebbe stata la scelta definitiva di Dua: ovviamente, doveva anche assicurarsi che la percezione potesse coprire l'intera area del villaggio. 
Se l'armatura avesse dovuto rivelarsi come un intralcio o addirittura qualcosa che avrebbe potuto rischiare di farla scoprire, l'avrebbe celata da qualche parte.

A quel punto non aveva altro da fare se non attendere qualche risvolto interessante della situazione.
Avrebbe atteso fino a tre giorni, scaduta quella quantità di tempo avrebbe poi pensato a cosa fare -e aveva già in mente cosa fare- ma per ora doveva solo attendere pazientemente.





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Stato Psicologico: Completamente concentrata sul suo compito
Stato Fisico: Ottimale
Abilità Utilizzate: Percezione dello Yoki (Attiva - Sul villaggio e nelle aree circostanti) Supremazia Tattica (Passiva)

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04-04-2017, 06:45 PM
Messaggio: #5
RE: Carne della mia carne [Lachesi]
Armata di pazienza, cerchi e trovi un nascondiglio nel quale rimanere calma, tranquilla e indisturbata, dal momento che le alture tutt’attorno non mancano certo. Così, trovato un riparo su un rialzo che ti consente di dominare dall’alto il villaggio rimanendo celata agli occhi della gente lasci che, in prima battuta, siano i tuoi sensi evoluti a controllare la situazione ma, nonostante la pazienza, i tre giorni, benedetti dal tempo stabile e soleggiato, trascorrono senza che tu abbia rivelato nulla di anomalo nella vita quotidiana degli abitanti di Teate, nessuna presenza di yoki, nessun comportamento strano o sospetto da parte degli abitanti che alla mattina escono dal villaggio per andare a pescare, a lavorare nei boschi o nei campi, per rientrare a ora di pranzo o al tramonto… insomma, nulla.
 
Se qualcosa si cela dietro la tranquilla facciata di Teate, sicuramente si tratta di qualcosa molto sfuggente.
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05-04-2017, 04:09 PM
Messaggio: #6
RE: Carne della mia carne [Lachesi]
Niente da fare, la tranquilla cittadina di Teate era proprio ciò che sembrava: una tranquilla quanto noiosa cittadina; gli umani si dilettavano a ripetere la stessa monotona routine giorno dopo giorno, senza mai smettere, alcuni lo trovavano addirittura appagante.
Si alzavano ogni mattina, si preparavano e si vestivano, lavoravano fino a spezzarsi la schiena e così giorno dopo giorno e per cosa?
Come facevano a trovare quello stile di vita, grigio, qualcosa di normale?

Al terzo giorno Dua si arrese, così non andava: ovviamente, Teate doveva celare qualcosa di fumoso e di sfuggente altrimenti l'Organizzazione non l'avrebbe mandata lì, non facevano mai nulla per caso ma come risolvere il problema?
Aveva una mezza idea, questa cittadina aveva una soluzione e bisognava capire quale fosse; per farlo, avrebbe dovuto innescare una catena di eventi che potesse creare problemi.

Si alzò in piedi, si stiracchiò e si massaggiò la tempia con le dita; essere così concentrare nella percezione fino a quel momento era sicuramente impegnativo, per cui aveva bisogno di una piccola pausa.
Poi, quando si sentì al 100% delle sue capacità, decise di andarsene e di lasciare Teate a fare quel che gli riusciva meglio: cioè niente.

Sì, se ne sarebbe andata.
Non era sua intenzione disubbidire all'Organizzazione ma i rapporti che le aveva fornito Semirhage la zona era tempestata di Yoma e teoricamente delle Guerriere avevano svolto il lavoro di pulizia ma era sicura che qualche belva fosse sfuggita alle ragazze, doveva essere così per forza.

Ecco quindi qual'era il suo piano: trovare uno Yoma, stordirlo e portarlo a Teate; poi attendere di scoprire come la situazione si fosse risolta.
Se non c'era niente, lo Yoma avrebbe mietuto molte vittime ma lei lo avrebbe ucciso successivamente; altrimenti avrebbe trovato il responsabile, come sperava che accadesse.




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Stato Psicologico: Completamente concentrata sul suo compito, decisa a trovare una esca
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06-04-2017, 09:26 PM
Messaggio: #7
RE: Carne della mia carne [Lachesi]
Annoiata da tre giorni di infruttuosa attesa, decidi di lanciare un ideale sasso nello stagno immobile rappresentato da Teate, per smuoverne un po’ le acque e stare a vedere quello che succede. Non rimane altro da fare che procurarsi il sasso in questione, ovvero uno yoma da aizzare contro il villaggio.
 
Ti rimetti quindi in cammino lasciandoti per il momento alle spalle il bucolico paese e, sfruttando ancora la tua percezione, ti metti in caccia così, dopo una buona mezza giornata di cammino, avverti qualcosa.
 
Il tuo sesto senso percepisce infatti uno yoki molto più debole del tuo in una zona dove il bosco si fa molto fitto: mano a mano che ti avvicini inizi ad avvertire l’inconfondibile odore della morte e noti un inusuale numero di mosche e mosconi infestare la zona. Alla fine lo vedi: uno yoma non molto grande in verità, chino su un anonimo corpo umano, intento a divorarne le viscere.
 
Lo yoma non dà segno di essersi accorto della tua presenza…
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09-04-2017, 06:21 PM
Messaggio: #8
RE: Carne della mia carne [Lachesi]
Molto bene, Dua era riuscita a trovare uno Yoma senza impiegarci un tempo esagerato di tempo per attuare quell'impresa; ora la situazione però poteva complicarsi.
C'era il rischio concreto che lei non riuscisse a stordire il mostro in un colpo solo, venire ferita poteva rivelarsi tragico visto che poteva imbattersi in una Risvegliata e doveva assolutamente essere al massimo delle proprie forze e capacità.
Per cui doveva colpirlo molto forte per mandarlo al tappeto per almeno un paio di giorni ma se lo avesse colpito con troppa forza lo avrebbe ucciso!

Dua decise quindi di piombargli alle spalle e di colpirlo dietro la nuca con la lama di piatto, stando ovviamente attenta a non farsi colpire a sua volta; avrebbe tentato di raggiungere un compromesso ragionevole tra i due livelli di forza.
Insomma, non qualcosa da fargli volare via la testa per un centinaio di metri ma nemmeno un buffetto sul collo.




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10-04-2017, 10:22 PM
Messaggio: #9
RE: Carne della mia carne [Lachesi]
Svelta come un gatto, percorri in un lampo la distanza che ti separa dalla tua preda la quale, impegnata a sfamarsi, sembra accorgersi solo all’ultimo momento che qualcosa non va:
 
Mh…?
 
Troppo tardi per lo yoma. Lo colpisci con una piattonata ben assestata alla nuca e quello, senza dire una parola, finisce stordito con la faccia sulla ferita nel ventre dello sconosciuto umano che stava mangiando.
 
Un rapido controllo ti conferma che il demone è ancora vivo e, dalla lunghezza dei suoi capelli e dai vestiti vecchi e laceri che vedi poco distante sembra proprio che abbia assunto sembianze femminili per mimetizzarsi.
 
Bene, hai la tua esca. Ora bisogna tornare indietro.
 
Citazione:Suppongo che prenderai provvedimenti per evitare un risveglio troppo anticipato dello yoma, per cui non ti farò sprecare post solo per stordirlo nuovamente. Considera comunque che durante il tragitto verso Teate lo yoma si sveglierà almeno una volta. Lascio a te decidere se riprenderà i sensi qualche volta di più. Stordirlo per un paio di giorni significherebbe mandarlo in coma fracassandogli il cranio e a te lo yoma serve sveglio, giusto? Non avrai comunque problemi a rimetterlo fuori combattimento. Se hai bisogno di chiarimenti mandami pure un MP.
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11-04-2017, 05:57 PM
Messaggio: #10
RE: Carne della mia carne [Lachesi]
Dua studiò a lungo lo Yoma, ora che lo aveva doveva ammettere di non sapere assolutamente come trasportarlo verso la cittadina; non era una cosa che richiedeva poco tempo, con anche il suo peso sarebbe stata rallentata e doveva anche fare attenzione a non farsi vedere.
Ora che ci pensava, c'era anche il rischio che si svegliasse durante il tragitto e che facesse suoni molesti od azioni impreviste.

Decise quindi di prendere il tessuto degli abiti della sua vittima e di usare quelli per avvolgergli il capo, di modo che non potesse vedere né lei né la zona in cui stava venendo trasportato.
Poi decise anche che fosse un'idea migliore incamminarsi la notte, per ridurre al minimo la possibilità di venire individuata da qualche essere umano impiccione, era importante che la reputazione dell'Organizzazione rimanesse intaccata.

Dopo averlo avvolto negli abiti, celandolo alla vista indiscreta di chiunque per quanto possibile e specialmente accomodando al meglio necessità e materiali a disposizione, partì con il favore della notte.
Caricò il corpo pesante in spalla, non esattamente un peso piuma, ed iniziò il viaggio; sentiva il ventre sulla sua spalla muoversi, stava respirando per fortuna ma il suo fetore le rendeva odioso il viaggio.
Ogni tanto dava segno di volersi muovere, sgambettava o ringhiava ma rimediava sempre qualche colpo preciso per farlo stare buono; sembrava fosse indebolito, sia dal colpo alla testa che dalla fame.
Dua se la vide brutta al secondo giorno di cammino quando, completamente sveglio e vigile, lo Yoma aveva provato a gettarsi per terra e a liberarsi; con le zanne aveva persino provato a morderla!
Pareva un pesce fuor d'acqua, la Numero 15 era tutto sommato minuta e non molto forzuta e tentare di tenerlo fermo sopra le proprie spalle era stato molto difficile; alla fine decise di stringerlo con entrambe le braccia abbastanza forte da spezzargli il fiato.
Sperava di non avergli rotto nessuna costola...

...O forse sì, almeno se ne stava buono per il resto del viaggio.

Non vedeva l'ora di disfarsi di lui: per quanto quello potesse essere un ottimo piano, era certamente pieno di inconvenienti e se lo Yoma avesse deciso di ribellarsi una seconda volta avrebbe potuto essere obbligata ad ammazzarlo e a pensare a qualcosa di differente per la sua missione. 
Inoltre la cosa le creava un po' di stress, l'idea di venire scoperta non le piaceva nemmeno per sbaglio. 

Ad ogni modo, sperava di arrivare nelle vicinanze di Teate entro la notte e di liberarsi dello Yoma in fretta; lo avrebbe lasciato, se possibile, in una zona battuta dai cacciatori.
Probabilmente avrebbero confuso il mostro con una donna in difficoltà vista la sua capigliatura, l'avrebbero accolta amorevolmente e lei che li avrebbe osservati da lontano in una zona calma e tranquilli avrebbe capito cosa aveva di speciale quel villaggio.

"...Uff, spero non succeda niente di strano."

Beh, già così la situazione era abbastanza bizzarra.




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12-04-2017, 09:16 PM
Messaggio: #11
RE: Carne della mia carne [Lachesi]
Senza ulteriori problemi, a parte quelli causati dallo yoma tuo prigioniero, riesci a tornare a Teate senza fare incontri… imbarazzanti. Lo lasci vicino alla strada che porta al villaggio e torni velocemente al tuo nascondiglio, riprendendo a osservare l’evolversi della situazione tanto con gli occhi quanto con la Percezione…
 
Così, dopo un po’ di attesa, al tramonto vedi un gruppo di cinque boscaioli che accompagnano una ragazza male in arnese verso l’abitato: una ragazza che indossa i laceri vestiti dello yoma e che, anzi, è lo yoma. Evidentemente deve aver sfruttato la sua capacità mimetica per farsi passare per una fanciulla in difficoltà e aver così convinto quegli uomini a prestarle soccorso.
Molto bene, ora non resta che aspettare.
 
Seguendo la tua esca grazie alla Percezione, riesci a capire che la yoma viene portata verso la chiesa di Rabona e rimane ferma lì: forse l’hanno alloggiata in un ricovero per i poveri o qualcosa di simile.
Passa un po’ di tempo, durante il quale una leggera brezza porta verso il tuo nascondiglio l’odore di fumo proveniente dai camini, assieme all’odore del cibo cotto per le cene dei villici poi, quando la luna e le stelle brillano in cielo e il villaggio sembra essersi assopito, senti lo yoki della ragazza yoma iniziare a muoversi: dapprima sembra aggirarsi nella zona limitrofa alla chiesa, poi sembra fermarsi: che stia cercando una preda? In fondo, tu avevi interrotto il suo pasto…
 
Quasi ti stavi stancando a seguire il vagare della tua esca per la cittadina quando, all’improvviso, la yoma inizia a muoversi velocemente in direzione del ponte che divide in due la cittadina poi… Il suo yoki scompare!
Non è fuggita via velocemente, saresti stata in grado di seguirla, almeno per un po’… No, quello yoki semplicemente non c'è più, si è dissolto come se… come se la yoma che lo emanava fosse… morta!
 
Dopo un po’, ancora disorientata per quanto accaduto, guardando istintivamente in direzione di Teate nel vano tentativo di capirci qualcosa, noti un corpo galleggiare sulla superfice del fiume, trasportato via dalla corrente.

Ma che diavolo è successo qui?
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17-04-2017, 08:28 PM
Messaggio: #12
RE: Carne della mia carne [Lachesi]
Non era esattamente sua intenzione aspettare così a lungo prima di intervenire, doveva cogliere il responsabile con le mani nel sacco: che ci fosse qualcosa in atto in quella cittadina era ormai stato constatato dalla stessa Organizzazione o lei non sarebbe stata inviata in quella zona ma adesso aveva il dubbio su come agire.

Correre nell'ultimo luogo dove aveva percepito lo Yoki poteva non servire più a nulla visto che il cadavere dello Yoma stava già venendo portato via dalla corrente, avrebbe potuto farsi scoprire senza nessun motivo apparente.
D'altra parte, non esaminare il cadavere dello Yoma era stupido: esaminandolo avrebbe potuto farsi un'idea migliore su cosa stesse causando all'Organizzazione tanta pena ma cosa se il responsabile si fosse trovato ancora in zona?
Poteva farselo perdere?

Dannazione, perché diamine aveva atteso prima di muoversi? Ovviamente voleva osservare lo Yoma ma era altrettanto ovvio che nel caso lei era lì pronta ad intervenire!

"Dannazione, andare lì senza un piano è comunque stupido.
Recupererò il cadavere e cercherò di capire cosa lo ha ucciso, mi muoverò di conseguenza."




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20-04-2017, 03:22 PM
Messaggio: #13
RE: Carne della mia carne [Lachesi]
Cercando di recuperare qualche indizio, decidi di ripescare il corpo della yoma, facendo attenzione a non farti scoprire da nessuno: la cosa ti riesce senza che nessuno ti disturbi o si accorga di te.
Recuperi il corpo in una sorta di laghetto naturale, di circa quattro metri di diametro, nel quale il corpo del demone viene scaraventato da una piccola cascata alta circa due metri e, per tua fortuna, avvicinato a riva dalla corrente fino a un punto dove riesci ad agganciarlo con la tua claymore e a portarlo in secca.
 
Esaminandone i resti alla luce della luna, noti immediatamente che al corpo, regredito nella sua forma da demone come sempre accade quando uno yoma muore, manca la testa!
La ragazza yoma è stata decapitata con un colpo netto di una pesante arma da taglio, come se un boia avesse fatto cadere sul collo della creatura la sua pesante ascia o una tua compagna l’avesse preso in pieno.
 
Mentre rifletti su questa scoperta, un riflesso sulla sponda del laghetto attira la tua attenzione: una strana roccia riflettente viene illuminata da un raggio di luce lunare che sbuca tra le fronde degli alberi.
Avvicinandoti e guardandola un po' meglio, scopri che, in realtà, si tratta di una specie di lapide: una lapide che però è composta da una piccola pietra squadrata, ai lati della quale sono stati inchiodati… gli spallacci dell’armatura di una guerriera! Proprio così, sono proprio gli spallacci di un’armatura, della forma più semplice e comune tra le guerriere graduate ed è stato proprio il riflesso su uno di essi ad attirare la tua attenzione.
 
Esaminando un po' meglio quella lapide noti che essa è pulita, segno evidente che qualcuno se ne prende cura e, sulla parte rocciosa, vedi che qualcuno ha inciso un simbolo il quale, per forma e dimensione, potrebbe benissimo essere il simbolo di una guerriera come te e, subito sotto il simbolo, c’è inciso un nome:
 
“REINA”
 
Ma non c’è nessuna claymore piantata a terra e, soprattutto, la lapide sembra messa lì per ricordo, dal momento che sotto di essa pare non esserci seppellito nessuno, dal momento che la lapide stessa è posta sulla riva del laghetto.
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21-04-2017, 11:51 AM (Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 21-04-2017 01:26 PM da Lachesi.)
Messaggio: #14
RE: Carne della mia carne [Lachesi]
Era stata una scoperta sconcertante, lo Yoma era stato decapitato da un taglio preciso e netto; dubitava che le spade umane potessero arrivare a tanto, se si fosse trattato di un umano comune probabilmente avrebbe avuto più segni di taglio e una superficie meno "pulita" e "liscia".
Il collo era molto difficile da recidere in un solo colpo, lo sapeva bene, era difficile anche per lei che era una Guerriera.

Poi, scoprì la tomba: un paio di spallacci pesanti che adornavano una lapide e questo fu un avvenimento estremamente inquietante per Dua; la risposta a quell'enigma era all'apparenza molto semplice, specialmente tenendo conto di tutte le circostanze: l'uccisione semplice e pulita dello Yoma, la tomba, l'assenza di spada...
Eppure per un attimo la Guerriera fu convinta che fosse stato un umano a compiere l'esecuzione: forse si era affezionato a questa "Reina" che però era morta in missione, aveva preso la sua spada ed ora proteggeva il villaggio e dopotutto era plausibile visto che lei non aveva percepito niente -a parte lo Yoma ovvio.

"...No. 
Devo pensare con lucidità: un umano non può sollevare una claymore, tanto meno brandirla per combattere.
Ma anche se si trattasse di un energumeno, come ha individuato lo Yoma così velocemente? 
A momenti non mi sono nemmeno accorta della sparizione del demone, per cui non ha avuto esitazioni: ha semplicemente agito come se lo avesse percepito; non credo nelle coincidenze fortuite."

Certo era molto peculiare il fatto che Dua non potesse avvertire alcuno Yoki e la cosa in un certo senso era preoccupante perché non aveva altro in mano se non ipotesi che potevano dimostrarsi false o addirittura stupide.
Era possibile che una Guerriera avesse abbandonato l'Organizzazione? 
In effetti, sì, bastava pensare a Gaia; di certo non si trattava di lei visto che il suo Yoki era estremamente palpabile...
Se così fosse stato, la tomba era una tomba in onore all'Organizzazione e non in onore alla persona Reina; probabilmente Reina era viva e vegeta.

La questione comunque si faceva più complicata del previsto ma non aveva tempo di sperimentare nuove tattiche per dare la caccia alla ragazza: era tempo di agire in un modo o nell'altro.
Avrebbe fatto saltare fuori questa persona misteriosa: per prima cosa prese gli spallacci abbandonati, li raccolse e li "sporcò" con fango e sangue.
In seguito decise di prendere con sé anche il cadavere, le sarebbe servito. 
Visto che aveva passato un po' di tempo in quelle zone non le sarebbe stato difficile individuare un luogo adatto per creare una trappola ai danni del responsabile, una zona poco percorsa da selvaggina possibilmente.
A quel punto, forse dell'esperienza avuta con Duran, avrebbe preparato il terreno a suo favore con trappole in legno appuntite che potessero scattare al momento opportuno ferendo alle caviglie la vittima.
Una sorta di tagliola o trappola per orsi, per dire; se piazzate nei luoghi più adatti avrebbero potuto portarle vantaggio.

Comunque, doveva trovare il modo di far venire la preda esattamente dove voleva lei quindi il suo piano era di fare a pezzi e smembrare lo Yoma e spargerlo in giro davanti al Villaggio -ovviamente stando a distanza di sicurezza-, insomma doveva creare con i suoi resti un percorso che portasse esattamente dove voleva lei la propria preda. 
Era importante che tutti vedessero, civili compresi, che la parola circolasse così anche se pigra la preda avrebbe fatto il possibile per sventare una seconda possibile minaccia.
Ma il pezzo forte, quello che avrebbe teoricamente dovuto attirare l'attenzione, erano gli spallacci di Reina sporchi ed opachi di modo che non riflettessero né l'immagine di Dua né possibili tracce della trappola.

Certo, se si trattava di una Guerriera lei sarebbe stata percepita ed era proprio per quello che lei si sarebbe messa ad attendere sopra il ramo di un albero dal lato opposto dell'innesco; con un po' di fortuna avrebbe indietreggiato e sarebbe andata proprio contro la trappola.
Poteva evitarla ma Dua sperava che la sua presenza fosse sufficiente a distrarre la preda.



Sperava sinceramente di riuscire a preparare il tutto entro tempo utile, in teoria l'esperienza doveva favorirla ma certamente, questa volta non aveva con sé dei collaboratori.
Il progetto era molto meno ambizioso ma il fallimento era un demone insidioso.




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21-04-2017, 04:19 PM
Messaggio: #15
RE: Carne della mia carne [Lachesi]
Non hai problemi a recuperare il cadavere dello yoma e gli spallacci dell’armatura e, con essi, ti aggiri per il bosco che praticamente circonda il villaggio di Teate, fino a trovare un posto che sembra adatto alle tue esigenze: un sentiero molto stretto che si perde nella zona più fitta del bosco, per sbucare poi in uno spiazzo il quale, più che una radura, sembra un posto dove, casualmente, gli alberi non sono cresciuti.
Tanto il sentiero quanto lo spiazzo sono ingombri di piante selvatiche e rampicanti che ti costringono a saltellare qui e là per evitarli, a meno che tu non decida di strapparli al tuo passaggio, rendendo però così noto a chi dovesse conoscere la zona che “qualcuno” è passato di recente da quelle parti.
 
Il difficile viene ora: costruire delle trappole come quelle che hai in mente è già di per sé una cosa difficile per chi come te non ha nessuna esperienza in tal senso né tantomeno degli attrezzi o dei compagni che ti possano aiutare. Il tutto però verrebbe ulteriormente complicato dal fatto che saresti costretta a lavorare al buio, con la sola luce della luna a rischiarare un po' l’ambiente.
E, sommando assieme tutte queste considerazioni, con ogni probabilità la luce del giorno ti sorprenderebbe mentre sei ancora nel pieno dell’attività per realizzare le trappole e, per quanto tu abbia scelto un luogo nel quale non sembra passarci nessuno da un po' di tempo, non puoi escludere a priori che qualcuno, vuoi un cacciatore oppure un taglialegna passi da queste parti e, magari a distanza, ti noti…
 
Citazione:SUGGERIMENTO: La tua idea non è male però… realizzare trappole come quelle che hai in mente non è una cosa facile per Dua: legno e canne di bambù non ti mancano certo però, ad esempio, non hai dei meccanismi a molla per realizzare le tagliole, non hai delle funi per realizzare delle trappole a laccio, puoi scavare delle buche con la claymore ma sai bene che la cosa richiede del tempo, tanto maggiore quanta più terra c’è da smuovere in quanto la tua arma non è una pala. Con questo non voglio dire che tu non possa farlo ma che Dua ci impiegherebbe molto tempo per cercare in giro il materiale che le serve come, per esempio, delle fibre vegetali per creare dei lacci e, maggiore è il tempo che la tua guerriera ci impiegherebbe, maggiori sarebbero le possibilità che Dua venga scoperta, anche perché dovrebbe allontanarsi dal posto che ha scelto e rischierebbe di finire in zone più frequentate. In ogni caso, se decidi di correre il rischio e vai avanti con la tua idea, descrivi nel tuo prossimo post quante trappole decidi di disseminare il giro per il sentiero e di che tipo sono: la cosa servirà a me per stabilire quanto tempo ci impiegherai ad allestire il tutto. Se hai bisogno di ulteriori chiarimenti, mandami pure un MP.
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24-04-2017, 05:45 PM
Messaggio: #16
RE: Carne della mia carne [Lachesi]
Effettivamente, il suo piano era più complesso di quanto pareva, non sapeva perché non ci aveva pensato prima: era buio e la luce della luna non era sufficientemente brillante per illuminare il luogo.
Era vero che lei ormai si ricordava i sentieri dei boschi quasi come fossero il palmo della sua mano, a causa della sua lunga permanenza nel luogo, ma anche con tutta la volontà del mondo non poteva fingere di saper armare trappole ad occhi chiusi.
Tralasciando i materiali, che erano difficili da reperire, aveva comunque difficoltà a svolgere lavori di fino nell'oscurità. 
Un'altra cosa che la preoccupava era il fatto che potevano vedersi chiari i movimenti e i passaggi da lei effettuati a piedi ma d'altra parte doveva evitare le radici e altre possibili complicazioni.

Quindi optò per una tattica leggermente differente e più semplice: la classica buca con paletti, che avrebbe piazzato davanti a sé; le dimensioni erano di circa 50cm di diametro, la profondità non era necessariamente importante e le bastavano anche 20 cm, l'importante era coprire la buca in modo credibile.
Farla non avrebbe dovuto risultare troppo complesso perché ormai era diventata come la sua seconda specializzazione visto le due Novizie che aveva seppellito e l'uso della Claymore poteva rendere il tutto più agevole.

Se avesse fatto in tempo, e si augurava che così fosse, avrebbe aspettato in piedi stando a fianco degli spallacci.

"Magari con questo individuo si può parlare, in tal caso meglio tentare ma preferisco avere una difesa davanti nel caso tenti mosse azzardate: la trappola dovrebbe fungere da repellente.


...Ammesso che non mi colpisca alle spalle e tutto può essere visto che non so di chi o cosa si tratti ma forse vedendomi qui in piedi ad aspettarlo penserà che ho buone intenzioni."





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26-04-2017, 09:53 PM
Messaggio: #17
RE: Carne della mia carne [Lachesi]
Opti quindi per semplificare un po’ il tuo piano e rinunci a disseminare il sentiero di trappole, a vantaggio di una singola, semplice, ben costruita e mimetizzata.
Rimuovere la terra con la tua claymore non ti crea eccessivi problemi: l’unica cosa che ti fa perdere un po’ più tempo del previsto è che devi scavare più in profondità di quanto avevi inizialmente stimato.  Ti rendi conto infatti che, per poter essere efficace, la buca deve essere molto più profonda di quanto avevi previsto all’inizio. Finita l’opera di scavo, recuperi alcune canne di bambù grosse e sufficientemente robuste da costituire una vera e propria lancia acuminata una volta che ne avrai appuntito un’estremità.
 
Alla fine, sei soddisfatta del risultato: hai realizzato una buca profonda un metro e larga mezzo, dentro la quale sono saldamente piantate quattro grosse e appuntite canne di bambù: chiunque dovesse mettere il piede nella fossa si ritroverebbe con almeno una gamba, se non addirittura entrambe, lacerata dalle canne anche in maniera piuttosto grave. Dovrai fare attenzione che non ci cada dentro un umano perché difficilmente potrebbe salvarsi da un danno del genere.
 
Una volta ricoperta accuratamente la buca, ti rendi conto che ti rimane poco tempo per piazzare la yoma o i suoi singoli pezzi come esca per attirare l’attenzione dei villici e, di conseguenza, di ciò che li protegge prima che sorga il sole: puoi farcela ma dovrai essere veloce.
Inoltre, mentre rifletti su quest’ultimo punto, da sopra un albero che sovrasta il punto dove avevi lasciato il cadavere della yoma, senti provenire il sinistro gracchiare tipico dei corvi o delle cornacchie. Ce ne devono essere almeno un paio ma sai bene che è solo questione di tempo prima che ne arrivino altri… molti altri, soprattutto quando sorgerà il sole.
 
Nei boschi, i divoratori di carogne sono molto tenaci e ostinati…
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27-04-2017, 06:44 PM
Messaggio: #18
RE: Carne della mia carne [Lachesi]
Qualche cornacchia non le faceva per niente paura ma questo le diede modo di riflettere sul modo con cui voleva essere raggiunta da questa misteriosa entità che faceva parte del villaggio.
Ovviamente, fargli trovare un cadavere fatto a pezzi davanti alla porta non sembrava un gesto amichevole ma dopotutto per far presente la sua presenza ad un essere che si nascondeva doveva "mostrarsi" a chiunque, aveva bisogno di un gesto eclatante. 
E quello del cadavere era il modo migliore che lei avesse in mente in quel momento, o meglio: non era l'unico ma era certamente il più rapido e non aveva troppo tempo a disposizione.

Quindi doveva darsi una mossa, abbandonare il cadavere dello Yoma in mezzo alla strada e tornarsene sui suoi passi senza perdere altro tempo: non aveva un margine di errore sufficiente per permetterle di fare a pezzi lo Yoma come da lei desiderato inizialmente ma sperava che la traccia di sangue violaceo conducessero la sua preda proprio dove voleva lei...
...Al limite il tempo di lasciare un segno su qualche tronco con la spada lo avrebbe trovato.



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28-04-2017, 09:23 PM
Messaggio: #19
RE: Carne della mia carne [Lachesi]
E così, alle prime luci dell’alba, abbandoni i resti della yoma alle porte di Teate, inseguita da alcuni corvi, il cui numero s’è fatto via via più numeroso mano a mano che ti avvicinavi al paese i quali, non appena abbandoni le spoglie del demone, si avventano sui suoi resti, iniziando a spolparlo e facendo parecchio baccano.
 
Mentre ritorni verso il luogo che ti sei scelta, lasciando ogni tanto segni del tuo passaggio sui tronchi degli alberi noti che, mentre eri via, qualcuno sembra essere passato lungo il sentiero: infatti gli arbusti e i rampicanti che lo ostruivano in alcuni tratti e che tu avevi evitato con molta cura, sembrano essere stati schiacciati qui e là dal passaggio di qualcuno. Inoltre, nei tratti più… spinosi, ogni tanto dei piccoli brandelli di tessuto sembrano essere stati strappati dai vestiti o dal mantello di una persona la quale, nella fretta, non ha badato molto al suo abbigliamento.
 
Quando ritorni al punto dove avevi sistemato la trappola, scopri che qualcuno ha sottratto gli spallacci dell’armatura e noti immediatamente che, sulla corteccia dell’albero più vicino al punto dove li avevi lasciati, questo qualcuno ha inciso un messaggio:
 
“VA’ VIA!”
 
Indubbiamente hai attirato l’attenzione dell’obiettivo della tua ricerca, ma questi non sembra avere nessuna intenzione di incontrarsi con te… per ora!
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01-05-2017, 05:58 PM
Messaggio: #20
RE: Carne della mia carne [Lachesi]
Dua osservò la scena, un po' spiazzata a dire il vero; l'idea che fosse stata tenuta sotto controllo dalla sua preda la metteva in una posizione assai delicata, la sua presenza non era affatto una sorpresa per nessuno né tanto meno la trappola.
Probabilmente chiunque avesse scritto ciò che aveva scritto, l'aveva osservata per tutto il tempo: improbabile che si fosse riappropriato degli spallacci in un momento casuale, doveva averlo fatto per forza mentre lei si era allontanata quindi l'aveva vista. 

La cosa la faceva ovviamente infuriare, poteva essere diventata una stratega brillante o poteva anche essere una persona intelligente ma rimaneva una donna dall'indole emotiva per cui non le ci volle molto per perdere le staffe.
Divenne rossa in volto, dalla rabbia, ma nonostante sentisse il cuore nel petto battere per uscire dal costato riuscì comunque a ragionare sulla situazione.
In altre occasioni avrebbe sradicato ogni singolo tronco attorno a lei a mani nude ma per quanto possibile mantenne una minuscola vena di lucidità: con cosa aveva scritto quelle parole?
Poteva individuare le sue impronte? Con il peso dell'armatura sarebbe stato possibile seguirla nella sua tana ma...

...No, stava giocando contro una persona che poteva individuarla senza che lei potesse fare altrettanto: quindi cosa sarebbe successo? 
Che lei l'avrebbe raggiunta e l'altra persona se ne sarebbe andata perdendo definitivamente le sue tracce? O peggio, sarebbe caduta in trappola?

Ecco, chiunque fosse ci teneva maledettamente a quelle persone insulse quindi era ora che qualcuno le mettesse in pericolo; qualcuno doveva mettere i villici del luogo seriamente in pericolo, in particolar modo lei in persona.
Dua non aveva chiesto di parlare con quella persona, lo esigeva; un "no" non faceva parte delle risposte contemplate da lei, quindi chiunque avesse fatto ciò che aveva fatto ne avrebbe pagate le conseguenze.
...O meglio, qualcuno al posto suo lo avrebbe sicuramente fatto.

Sarebbe andata al villaggio e avrebbe fatto domande al governatore o sindaco o chi fosse a capo, non le importava.
Sì, aveva deciso; aveva tentato di tenere l'Organizzazione fuori da tutto questo, dalla vita delle persone, a modo suo aveva cercato di proteggerli ma l'altra persona aveva preferito evitare.
Ebbene, ora avrebbe visto cosa sarebbe successo.





Yoki Utilizzato: 0%
Stato Psicologico: Molto arrabbiata, quasi furibonda.
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