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[In Missione] Scheda di Seayne (Nardo)
02-10-2018, 09:41 PM
Messaggio: #21
RE: [In Missione] Scheda di Seayne (Nardo)
CAPITOLO XX – DUELLO CON REBECCA

Seayne era tornata a Staph per fare rapporto e informare i superiori del luogo dove aveva stabilito il suo rifugio nelle Terre del Nord quando, passando davanti alle porte dell’Arena, vi trovò seduta a terra una guerriera dalle curve molto più generose delle sue, in evidente attesa di un’avversaria con la quale allenarsi.
Neanche il tempo di accettare che l’arbitro di quello scontro si fece avanti, ma non si trattava di un Uomo in Nero, bensì di una guerriera! Una compagna per certi versi simile a lei: supponendo si trattasse di una Cifra Singola o, comunque di una che godeva della fiducia dei superiori, Seayne le rivolse il suo consueto saluto e la seguì assieme all’avversaria dentro l’Arena.
Era primo mattino, le condizioni atmosferiche erano eccellenti, col cielo terso e la temperatura ancora mite. La giudice porse loro due claymore senza filo e, dopo un brusco richiamo al rispetto delle regole, diede loro il segnale d’inizio del duello.
La sua avversaria si presentò cordialmente: si trattava della Numero 27, Rebecca ed era mancina.
Quest’ultima, rendendosi conto di aver di fronte un’avversaria molto più forte di lei, la avvisò che avrebbe dato il massimo fin da subito, anche se non l’aveva mai fatto prima e, mantenendo fede a quanto detto, iniziò a rilasciare gradualmente sempre più yoki fino al punto che il suo corpo si deformò, raddoppiando le sue dimensioni.
Dopo essersi scusata con la guerriera albina a causa del suo aspetto mostruoso, piegando infine le ginocchia Rebecca scattò. A metà della distanza che la separava da Sayane, cercò di cambiare direzione sulla sinistra per poi produrre uno scatto ad angolo, mirando con la spada al fianco destro della Numero 11.
Seayne, rammentando quanto per lei fossero difficili da ferire le guerriere più forti con le claymore da allenamento, senza lasciarsi fuorviare dal numero di Rebecca e partendo dal presupposto che l’avversaria fosse forte quanto lei, se non di più, rilasciò il 50% del suo yoki; assunte le sue fattezze da mostro, Seayne attese che Rebecca si avvicinasse a lei, quasi a portata della sua arma per poi spiccare un balzo, tentando di scavalcare col salto l’avversaria, piroettando in aria per atterrare alle sue spalle con viso e corpo rivolti verso la schiena di Rebecca. A quel punto, Seayne si avvicinò a Rebecca per colpirla da dietro con un fendente a due mani da destra a sinistra mirato alle costole del fianco destro dell’avversaria.
La spada di Seayne colpì con forza Rebecca sul fianco destro, sbilanciandola e facendola cadere a terra alla sua sinistra, mentre la guerriera albina poté valutare l'enorme divario in velocità che la separava dalla sua avversaria.
Di conseguenza, Seayne aveva pensato di ridurre la quantità di yoki che aveva rilasciato per evitare di fare troppo male alla compagna, quando la Numero 27 scoppiò a ridere e a dare la sensazione, anche grazie alle sue parole di aver quasi tratto piacere nel subire quel colpo. La Numero 11 si era aspettata parole di rivalsa da parte di Rebecca, al limite degli insulti o, nel peggiore dei casi una resa, ma questo… comportamento le fece temere che rilasciare così tanto yoki in una volta sola avesse dato alla testa all’avversaria. Per quanto poteva supporre la guerriera albina, Rebecca avrebbe potuto essere inebriata dalla sua stessa energia demoniaca. Era successo anche a lei nelle segrete di Rabona ma lei era riuscita a riprendere il controllo: Rebecca ne sarebbe stata capace? Seayne temeva che più si protraeva lo scontro, più la situazione di Rebecca sarebbe peggiorata e così la Numero 11 decise di cercare di terminare quello scontro al più presto o, quantomeno, di scuotere l’avversaria da quella sensazione di ebbrezza.
Dal momento che nessuna indicazione era giunta dalla guerriera che arbitrava lo scontro, Seayne decise comunque di abbassare il suo yoki al 30% per poi, mentre il suo corpo si sgonfiava, scattare alla massima velocità diretta contro Rebecca e, una volta arrivata quasi alla portata dell’arma avversaria, avrebbe deviato leggermente alla sua sinistra, o alla destra della Numero 27, con l’intenzione di sfilarle a fianco e assestarle, mentre passava, un fendente alla rotula destra con l’obiettivo di azzoppare l’avversaria, sperando così di convincerla a chiedere la resa, proseguendo poi la sua corsa per fermarsi alle spalle di Rebecca, fuori dalla portata della sua arma.
Fu presto chiaro che l’enorme quantità di yoki rilasciato serviva a Rebecca, probabilmente una guerriera di difesa, più che altro a rigenerare i danni subiti nello stesso istante nei quale Seayne glieli infliggeva. Dopo uno scambio di parole rassicuranti e di complimenti reciproci, Rebecca tentò di sfruttare il riflesso del sole sulla sua lama per provare ad accecare Seayne ma la guerriera albina non si fece mettere nel sacco e, quando alla fine Rebecca ripartì all’attacco, la Numero 11fu lesta a reagire, cercando di replicare la stessa manovra che aveva eseguito all’inizio del duello, solo che questa volta l’attacco mancò il bersaglio, sia pure di poco.
Non volendo dare all’avversaria il tempo di reagire e mettendo sul piatto della bilancia la differenza di velocità tra lei e la Numero 27, Seayne decise di tentare di imitare l’attacco che Gaia aveva eseguito su di lei quando, sempre in arena, le due si erano scontrate.
La Numero 11 cercò di chiudere subito la distanza tra lei e Rebecca, auspicabilmente prima che la compagna avesse modo di organizzare una difesa o di fuggire, per poi tempestarla con quanti più fendenti le fosse stato possibile, puntando a mirare ai punti scoperti delle braccia, delle gambe o del tronco, a seconda dei punti che Rebecca avesse lasciati scoperti per difendersi o, eventualmente contrattaccare. Sempre però facendo attenzione a non colpirla in punti, come la testa, che avessero potuto comportare danni gravi alla compagna.
E qui accadde l’inaspettato: lo yoki della Numero 27 si azzerò completamente, mentre il corpo di Rebecca tornava al suo aspetto originale e lei allargava le braccia davanti alla sua avversaria, aprendo poi la mano lasciando cadere la spada, sorridendo leggermente mentre chiudeva gli occhi.
Quando Seayne si accorse di quello che aveva fatto Rebecca era troppo tardi per fermarsi. Il suo spirito guerriero e l’adrenalina dello scontro la portarono a concludere l’attacco che aveva pianificato, attacco che si concluse con esiti devastanti per la Numero 27. Per fortuna di entrambe, Seayne era stata ben attenta a non colpire punti vitali dell’avversaria. La guerriera albina azzerò istantaneamente il suo yoki e subito dopo intendeva chinarsi verso Rebecca per sincerarsi della gravità delle sue condizioni ma la voce della compagna che aveva arbitrato il duello, che si era avvicinata nel frattempo, si fece sentire, sancendo la vittoria della numero 11 e passando subito dopo a rimproverare Rebecca per quel suo ultimo gesto sconsiderato, scandendo con parole severe quel che anche Seayne in realtà pensava. Tuttavia a conti fatti quello scontro, per lei, non era stato solo uno sfoggio di abilità ma le aveva anche rivelato degli aspetti utili.
Dopo aver atteso che la giudice finisse di parlare, Seayne le si rivolse con tono umile e rispettoso, chiedendole di poter conoscere il suo nome e il suo grado, per poi dedicare la sua attenzione a Rebecca, la quale non aveva emesso alcun gemito di dolore e aveva affermato di aver comunque raggiunto il suo scopo, rimarcando in termini più gentili i concetti espressi duramente dalla giudice, rammaricandosi per il suo violento attacco che non era riuscita a trattenere e ringraziandola per l’allenamento svolto, che aveva permesso alla Numero 11 di focalizzarsi su alcuni aspetti da migliorare nel suo stile di combattimento.
Rebecca si mostrò comprensiva con lei, affermando di aver agito in quel modo per comprendere a fondo le proprie debolezze e per comprendere anch’essa dove migliorare, auspicando un altro confronto in futuro con la guerriera albina alla quale promise che, se fosse capitato, non si sarebbe tirata indietro.
Non c’era altro da dire, Seayne si rialzò e, dopo aver raccolto e rimesso al loro posto entrambe le claymore da allenamento, si diresse fuori dall’Arena, verso il vecchio dormitorio. Aveva infine deciso di trascorrere il resto della giornata riposando e meditando, per far ritorno l’indomani al suo rifugio nelle Terre del Nord.

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03-10-2018, 09:53 PM
Messaggio: #22
RE: [In Attesa] Scheda di Seayne (Nardo)
CAPITOLO XXI – A CACCIA DI FANTASMI

Hughes raggiunse Seayne mentre quest’ultima stava riposando e fuori dal suo rifugio imperversava una bufera di neve. La guerriera albina fece ciò che poteva per permettere al suo superiore di mettersi comodo e di riscaldarsi.
L’uomo in nero era tornato per riferirle le poche informazioni che era riuscito a raccogliere su “Caterina dallo Yoki Nascosto”, ovvero la guerriera ribelle che aveva rapito Stephan e che Seayne desiderava ardentemente ritrovare, sperando così di poter ritrovare anche i suo amato attore. In realtà le informazioni portate dall’Uomo in Nero non erano molte ma almeno c’era quella che alla Numero 11 interessava di più: sembrava infatti che Caterina fosse stata avvistata a Thierry, un villaggio nelle Terre dell’Ovest.
A Seayne non serviva sapere altro ma, prima che iniziasse i suoi preparativi, Hughes le diede una pillola del farmaco inibitore per permettere alla guerriera albina di pareggiare, almeno per un po’ di tempo, il vantaggio di Caterina su di lei, ovvero quello di non far percepire il proprio yoki. Inoltre, il superiore ordinò alla Numero 11di non addentrarsi per nessun motivo nel castello diroccato che sorgeva in prossimità del villaggio. Finito l’incontro, Seayne lasciò Hughes al riparo e, per prima cosa, si aggirò per il villaggio di Edoras procurandosi una sacco capiente e vecchi vestiti da donna poi, ignorando il tempo inclemente, si mise in viaggio.
La lunga marcia fino a Thierry scorse via senza problemi e, una volta arrivata in vista del villaggio, Seayne mise in atto il suo piano: si tolse l’armatura e l’uniforme, indossando alcuni dei vestiti vecchi che si era portata dietro, infilando le sue cose, claymore compresa nel grande sacco, avendo cura di avvolgere tutte le parti metalliche in altri stracci per evitare che sbatacchiassero facendo rumore. Completato il suo travestimento, la guerriera albina ingoiò la pillola e, dopo aver atteso che facesse effetto, si diresse verso Thierry. L’idea di Seayne era di cercare un rifugio per poveri per mescolarsi ad essi e cercare di raccogliere informazioni riguardo la presenza di Caterina la quale, supponeva, si facesse ancora passare per una ragazza cieca per nascondere i suoi occhi d’argento.
Le cose non andarono proprio come la Numero 11 aveva sperato. Appena entrata in paese infatti, la guerriera albina venne notata da due suore del clero di Rabona: sorella Marie e sorella Joyce, le quali, con molto zelo, decisero di prendersi cura di lei e Seayne decise che era meglio stare al gioco, provando a sfruttare la situazione. Più tardi, chiacchierando davanti a un the caldo, dopo essersi fatta passare per una sopravvissuta a un’epidemia per giustificare il suo aspetto e insistendo sulla propensione della più anziana delle due religiose: suor Marie al pettegolezzo,
Seayne venne a sapere che, poco tempo prima, una coppia composta da una donna e un uomo si era installata in una piccola casetta situata vicino a una risaia alla periferia dell’abitato: le religiose temevano che la coppia volesse mettere in piedi una sorta di bordello. L’informazione in se sembrava non aver nulla a che fare con la ricerca di Seayne, ma un particolare di quel racconto attirò la sua attenzione. Infatti un “Guerriero della Fede”, un armigero di Rabona, si era presentato alle due religiose il giorno prima, chiedendo informazioni su quel luogo prima di recarvisi di persona: dalla descrizione che ne fecero le due suore, quell’uomo sembrava potesse essere Ashton!
Quell’informazione riaccese la speranza nel cuore di Seayne: possibile che l’amico di Stephan avesse sentito quant’era accaduto e ora si fosse messo anche lui alla ricerca dell’attore? Seayne voleva crederlo con tutta se stessa perché ciò avrebbe significato che era sulla strada giusta. Andava però detto che quel guerriero non aveva mai fatto ritorno: forse Caterina aveva preso prigioniero anche lui? Di certo ne avrebbe avuto la capacità.
A Seayne non rimaneva altra scelta che andare a verificare di persona come stavano le cose, perciò prese congedo dalle due suore e si diresse nella zona dove sorgeva la piccola abitazione, trovandosi un punto d’osservazione defilato per sorvegliare la costruzione, nell’attesa che il farmaco inibitore esaurisse il suo effetto. Non accadde nulla in quel lasso di tempo perciò quando, secondo i suoi calcoli, lo yoki stava per rifluire in lei, Seaune indossò nuovamente uniforme e armatura quindi, ripresa la sua claymore, si diresse senza ulteriori indugi verso la piccola costruzione. Una volta entratavi, la casetta sembrava deserta, con l’eccezione di una figura rannicchiata sul pavimento di una piccola camera da letto che emetteva dei lamenti. Quando Seayne si avvicinò per indagare, la figura si riscosse e senza preavviso l’attaccò: era Caterina!
Sopravvissuta all’attacco solo grazie ai suoi riflessi superiori ma constatando che, fisicamente, Caterina era più forte di lei, Seayne cercò di temporeggiare quel tanto che le fosse bastato per riprendere l’uso del suo yoki ma fu tutto inutile: Caterina sembrava impazzita e biascicava frasi senza senso dalle quali però emergeva un odio totale nei confronti della guerriera albina. Per fortuna di quest’ultima, proprio in quel momento, lo yoki rifluì nelle sue vene.
Lo scontro che ne seguì fu breve ma intenso. Travolta dalla furia cieca di Caterina Seayne perse il braccio sinistro ma, grazie alla sua tenacia e alla sua velocità, la guerriera albina riuscì a ribaltare le sorti dello scontro, amputando il braccio dominante di Caterina, privandola così anche della sua capacità offensiva. Cercando di non perdere tempo, la Numero 11 si avventò sulla ribelle nel tentativo di decapitarla ma era troppo tardi: in preda al suo delirio e vistasi oramai perduta, Caterina si risvegliò. La sua pelle si ricoprì di scaglie metalliche che la lama di Seayne non riuscì a penetrare, i suoi capelli si fecero irsuti ed appuntiti come una specie di istrice mentre sulla schiena le spuntarono un paio di ali, alle quali seguì poi a crearsi una coda dall'aspetto ossuto e delle zampe artigliate al posto dei piedi. Ne seguì un urlo acuto ed assordante e poi, con un battito di ali, la Risbvegliata scagliò a terra la guerriera albina disarmandola e poi, con la sua mole la sovrastò. Era alta circa 3 o 4 metri, molto più di lei certo ma di dimensioni ridotte rispetto a certi risvegliati che la Numero 11 era andata ad affrontare nella sua carriera.
Comunque, la situazione si era messa molto male: Seayne era stata disarmata e non aveva un braccio, mentre Caterina continuava a strepitare. Però, forse a causa dell'improvvisa trasformazione, l’avversaria sembrava essere estremamente confusa. Si guardava intorno, affannosamente, come alla ricerca di qualcosa, ignorando la Numero 11 la quale, nonostante le ferite subite, non voleva lasciar andare Caterina, soprattutto ora che si era risvegliata, ben sapendo che livello di pericolo rappresentasse. Seayne cercò di approfittare dello stato confusionale della sua avversaria per tentare di recuperare la sua claymore e provare a usare la sua nuova tecinca per provare a uccidere la Risvegliata ma non ebbe fortuna. Caterina, notando il suo movimento, si accanì nuovamente contro di lei, ferendola al braccio sano, sollevandola in aria e sbattendola al suolo. Solo il terreno soffice della risaia impedì che Seayne riportasse ferite ben più gravi.
Poi Caterina, in preda alla fame, la abbandonò per sfamarsi con gli abitanti di Thierry per poi, una volta finito, spiccare il volo dirigendosi verso quel castello nel quale Hughes le aveva ordinato di non entrare. Seayne soffrì nel sentire l’eco delle urla della gente del villaggio ma era impotente: troppo gravi le sue ferite e troppo estese le sue emorragie per provare a combattere ancora. Alla Numero 11 non rimase altro da fare che, lentamente, riattaccare il suo braccio perduto e rigenerare le sue ferite, per poi tornare a Thierry a prestare soccorso alla popolazione la quale, in buona parte, lo rifiutò.
Tornata poi alla casetta per esaminarla meglio e con calma, Seayne scoprì una stanzetta segreta ben tenuta e pulita, arredata secondo uno stile che, Seayne ene era sicura, rispecchiava la personalità di Stephan. Oltre questo, Seayne rinvenne solo dei petali di rosa secchi e un mantello che la guerriera albina riconobbe essere quello di Ashton. Dei due uomini nessun’altra traccia e Seayne volle convincersi che, in qualche modo, i due fossero scappati dalle grinfie di Caterina la quale, sempre forse, si era innamorata di Stephan a sua volta, impazzendo dopo la sua fuga. Troppe domande e nessuna risposta e così a Seayne non rimase altro da fare che tornarsene a casa. Prese con se la claymore di Caterina, il cui strano simbolo non le diceva nulla e si avvolse nel mantello di Ashton prima di rimettersi sulla via.
La sua missione di ricerca e vendetta si era rivelata, almeno dal suo punto di vista, un fallimento. L’unica consolazione era che, adesso, Caterina non era più un problema soltanto suo ma lo sarebbe stato per l’intera Organizzazione, dal momento che si era risvegliata. Tuttavia, a parte il momento del suo risveglio, nel quale lo yoki della ribelle era diventato evidente, subito dopo la trasformazione esso era nuovamente scomparso e, per quanto ne sapeva, lei era l’unica a poterla riconoscere, avendola vista bene in faccia. Però, quello che più turbava Seayne era la constatazione che, nonostante mesi e mesi di meditazione ed esercizi spirituali, la guerriera albina si era fatta ancora una volta guidare dai suoi sentimenti, ignorando la prima e più importante delle quattro regole che costituivano i pilastri della sua dottrina. Aveva ancora molto su cui riflettere e meditare una volta fatto rapporto a Hughes e consegnata a lui la claymore che fu di Caterina.
Di una cosa però era sicura: almeno per il momento non avrebbe più chiesto di dare la caccia a un fantasma!

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06-11-2018, 10:34 PM
Messaggio: #23
RE: [In Attesa] Scheda di Seayne (Nardo)
CAPITOLO XXII – DUELLO CON ANDREA

Concluse le faccende che doveva sbrigare presso il Quartier Generale, prima di ripartire Seayne cercava il modo di distrarsi dai pensieri che si erano accumulati nella sua mente dopo l’ultima missione. Così si risolse a dirigersi presso l’Arena Esterna in cerca di una compagna con la quale allenarsi.
Non passò molto tempo dal lancio della sfida che una guerriera possente, molto più alta di Seayne stessa, dotata di una muscolatura da far spavento e di un’uniforme nera, si presentò. Era la Numero 8 dell’Organizzazione: Andrea! Se Seayne cercava qualcuna che la distraesse dai suoi problemi, senza dubbio l’aveva trovata: anche solo finire in piedi lo scontro con la Cifra Singola avrebbe richiesto tutta l’attenzione e la concentrazione della guerriera albina.
Arbitro dello scontro sarebbe stato il maestro Duncan, palesatosi nel frattempo, il quale condusse entrambe le contendenti all’interno dell’Arena, prendendo poi posto sugli spalti, mentre l’area era spazzata da un forte vento, il quale anticipava una gigantesca tempesta di sabbia in rapido avvicinamento e oramai prossima ad abbattersi su Staph. Dopo aver salutato la compagna e atteso che quest’ultima prendesse per prima la claymore da allenamento, Seayne attese il segnale dell’Uomo in nero per partire all’attacco.
Seayne scattò in avanti a tutta velocità, rilasciando nel contempo lo yoki al 50% per avere più forza. Il suo obiettivo era di colpire Andrea alla rotula sinistra con un fendente di taglio, cercando di arrecarle qualche danno, per poi scartare sulla sua destra, per cercare di sottrarsi all’eventuale risposta della compagna mettendo un po' di spazio tra sé e la Numero 8. Ma l’avversaria aveva altri piani: sotto gli occhi sbalorditi di Seayne, Andrea si "sgonfiò", divenendo più veloce e agile, cogliendo così in contropiede la guerriera albina, la quale si salvò solo perché, grazie all'imponente quantità di yoki che aveva in circolo, i suoi riflessi e la sua velocità superavano anche quelli di Andrea e le consentirono di eludere il contrattacco della Cifra Singola e di allontanarsi un poco da quest’ultima.
Dato che Andrea l'aveva colta un po' alla sprovvista con la sua inaspettata capacità di sgonfiarsi, diventando più veloce Seayne, ritenendo di doverle in qualche modo restituire il favore, per così dire, decise quindi di utilizzare la sua abilità speciale, Polaris. Il piano era semplice: abbagliare l'avversaria dopo esserle arrivata vicino, per poi tempestarla di colpi mentre era confusa e, forse, non in grado di reagire efficacemente. Andrea però fece valere la sua esperienza: anziché continuare ad attaccare Seayne frontalmente o balzare all'indietro per schivare come la Numero 11 aveva sperato, si esibì invece in un acrobatico salto mortale che le permise di saltare oltre la guerriera albina, atterrandole alle spalle. La Numero 8 riuscì quindi ad eludere l'assalto di Seayne, ma non a contrattaccarla. Infatti, accecata dalla luce di Polaris, Andrea, infuriata, non riuscì a mirare come si deve e così il suo fendente destinato alle gambe di Seayne andò a vuoto, colpendo solo l'aria.
Nel frattempo, la tempesta di sabbia si faceva sempre più vicina e Seayne decise di approfittare del momento per proseguire il suo attacco, cercando di colpire Andrea con una serie di attacchi “mordi e fuggi”, attendendo che la Cifra Singola scoprisse la guardia nel tentativo di fermarla, per poi colpire e ritirarsi prima di incassare qualche colpo. Com’era logico aspettarsi Andrea, temporaneamente accecata, si affidò alla percezione dello yoki per tentare di difendersi dagli assalti di Seayne. Purtroppo per lei, l’abilità non le consentiva di capire come Seayne la stesse attaccando e questo permise alla guerriera albina di mettere a segno diversi colpi, nonostante la Numero 8 fosse riuscita comunque in qualche modo a limitare i danni parando almeno qualche fendente della Numero 11. Alla fine questo terzo scambio si concluse in favore di Seayne ma ora Andrea avrebbe recuperato la vista…
Neanche il tempo di provare un minimo di soddisfazione nel vedere i propri colpi andare a segno, scoprendo così che, in quella forma, Andrea subiva i suoi colpi, che l’incombente tempesta di sabbia si abbatté sull’arena, sollevando polvere e detriti con i suoi forti venti e rendendo estremamente difficoltoso vedere qualcosa. Seayne, a quel punto anche lei affidandosi per lo più alla percezione per individuare il bersaglio in mezzo alla tempesta, scattò verso Andrea col vento alle spalle, mettendo in atto un paio di finte per confondere i sensi dell'avversaria prima di sferrare un fendente orizzontale a due mani che centrò la Numero 8 in pieno addome ma i muscoli di Andrea, tornata ad essere grossa, la protessero come un'armatura e le consentirono di cavarsela con un danno minimo. Per di più il contatto tra la lama della guerriera albina ed il suo corpo consentirono alla Numero 8 di individuare con esattezza la posizione di Seayne. Andrea, che non aspettava altro, afferrò di scatto la lama con il braccio sinistro per impedire a Seayne di fuggire, dopodiché si piegò di scatto verso la guerriera albina, mollandole una testata in piena faccia Un paio di secondi più tardi Seayne si ritrovò seduta per terra con il naso rotto ed il volto tumefatto, cosa peraltro già accaduta in passato, anche se in maniera più violenta, mezza stordita per il colpo. Chissà perché Andrea, almeno in quel momento, non infierì ulteriormente.
Però, a differenza dello scontro con Angela, c’erano due differenze: la prima era che Andrea sembrava le avesse “soltanto” rotto il naso, anziché fracassarle le ossa di tutta la faccia; la seconda era che la guerriera albina aveva avuto l’impressione che il colpo fosse avvenuto come un normale scambio durante il duello e non un danno esageratamente gratuito com’era accaduto tempo prima. Per tutti questi motivi e, forse, grazie al suo addestramento spirituale, Seayne non provò risentimento nei confronti dell’avversaria. Ben sapendo che quest’ultima non sarebbe rimasta ferma a gongolare, la Numero 11 cercò di scivolare via da quella posizione, come aveva fatto Dua quando l’aveva affrontata, rotolando su se stessa verso la sua sinistra. Avrebbe poi cercato di rimettersi velocemente in piedi, per poi tentare di tornare sull’avversaria provando nuovamente a tempestarla di colpi al bersaglio grosso con la claymore tenuta a due mani ma stavolta cercando di mirare, se possibile, sempre nello stesso punto, con l’obiettivo di tentare di infrangere la corazza muscolosa dell’avversaria. Ma, ancora intontita per il colpo subito al volto, Seayne non fece in tempo a rotolare via prima che Andrea riuscisse ad afferrarla per una gamba, tuttavia la Numero 11 non si diede per vinta e con la sua claymore colpì ripetutamente la mano dell'avversaria, costringendola a mollare la presa.
Fu in quel momento che, in mezzo a quel turbinio di metallo, sabbia e vento, il maestro Duncan si materializzò e, con il suo solito tono freddo e tagliente, mise fine a quel combattimento, decretando un pareggio poiché nessuna delle due contendenti aveva dimostrato una netta superiorità sull'avversaria, prima di allontanarsi, scomparendo alla vista.
Facendo un rapido bilancio dello scontro mentre estingueva lo yoki, Seayne realizzò che aveva finito lo scontro in piedi dopo averle prese ma anche averle date nientemeno che alla Numero 8 dell’Organizzazione: tutto sommato, la guerriera albina era soddisfatta. I rudi commenti di Andrea la strapparono ai suoi pensieri e, a riflettere bene sulle sue parole, Seayne era convinta che la compagna le avesse rivolto un complimento, perciò la guerriera albina portò le mani davanti al petto, poggiando il pugno destro sul palmo aperto della mano sinistra, in un saluto guerriero che aveva appreso nelle sue letture, per poi chinare la testa e risponderle in tono gentile, auspicando di poterla incontrare ancora in futuro, tanto in arena quanto in missione.
Detto questo, le due guerriere si separarono, con Seayne che si diresse verso il suo alloggio per risistemarsi con calma il naso rotto e alleviare la tumefazione al volto la quale, anche se la guerriera albina cercava di non darlo a vedere, le dava un notevole fastidio anche se, questa volta, la Numero 11 si sentiva ferita solo nel corpo, non nello spirito.

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