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Versione completa: [In Attesa] Scheda di Lune (Majin)
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Majin

Scheda di Lune

"...e brancoliamo nel buio, in attesa di una luce che ci guidi alla luce."



Nome ~
Lune


Caratteristiche
~
Età : 19 anni
Altezza: 1,62 m
Peso: 54 Kg



Attitudini
~
Braccio dominante: Sinistro
Tipologia di guerriera: Difesa



Profilo Fisico
~
"Il suo sguardo fu affascinato dal placido e umile specchio d'acqua che sembrava invitarla a sè, malizioso tentatore; e cedendo alla lusinghiera promessa di un bagno ristoratore la guerriera si fece vicina al lago.

Osservò per lunghi attimi quel corpo minuto che con così tanta fatica reggeva il peso dell'armatura e della spada; i fianchi erano sottili, ma petto, braccia e gambe allenate erano il frutto di un duro e forzato allenamento; sospirò, accompagnando una ciocca di lunghissimi capelli biondi dietro la schiena, osservando come ricadevano, delicati, sulle esili spalle; e quegli occhi argentati, privi di paura ed emozioni - e così terribilmente mendaci - erano davvero i suoi? Quei lineamenti dolci, infantili, innocenti... era possibile fossero i lineamenti di una guerriera dagli occhi d'argento?

Si liberò dell'armatura - e dei molti pensieri - e con un tuffo si diede alle invitati e fresche acque."




Profilo Psicologico ~

Lune è una guerriera dal carattere introverso, cerca di  evitare la conversazione e difficilmente dirà qualcosa di sé. E' determinata a restare in vita, pur di sopravvivere, in effetti, farebbe qualsiasi cosa. Possiede un carattere freddo e calcolatore, mente continuamente per ottenere i propri scopi e non si preoccupa di sembrare simpatica agli occhi degli altri, a meno che questo non le porti un tornaconto. Anche se non sembrerebbe possiede una forza di volontà fuori dal comune, che le ha permesso non solo di dominare le proprie emozioni ma anche il mostro che dimora in lei. Nutre ammirazione per l'Organizzazione che le ha permesso di diventare una guerriera, eseguirebbe ogni ordine senza mai opporsi e prova un rancore profondo verso chi, invece, pensa o addirittura sceglie di ribellarsi a quella che per lei è una colonna portante. Non nutre altrettanta stima verso le altre guerriere, con l'esclusione di Camillah, l'unica compagna con cui Lune abbia mai legato; Camillah è l'unica sua vera amica, l'unica per la quale Lune rischierebbe davvero la vita.




Background
~
"L'alba conquistò la valle, inondandola di luce: la notte fu vinta in un istante. Mentre una brezza leggera spazzava via i residui di brina e di neve dagli alberi e dalle case, alcuni degli abitanti del piccolo villaggio settentrionale iniziarono a svegliarsi. Ma nessuno poteva immaginarsi che sciagura avrebbe colpito la loro piccola comunità  di là a breve.

Yoma. Bastava il nome, pronunciato ad alta voce, a far tremare i bimbi nei loro letti. E i grandi non tremavano meno violentemente.

L'aberrazione giunse il primo giorno di luna nuova, araldo di un inverno che tardava a lasciar spazio alla primavera; con lui arrivarono nevicate e bufere e altre disgrazie per il povero villaggio; molti cercarono di fuggire ma le rigidi condizioni climatiche impedivano le comunicazioni con il resto del mondo: la valle era isolata. Il banchetto perfetto, il pasto sicuro della sadica bestia.

Le morti iniziarono e una dopo l'altra le povere vittime venivano sbranate. E l'inverno non accennava a finire.

Fu all'alba dell'ottavo giorno dopo l'arrivo dello Yoma che arrivarono le guerriere. Le streghe dagli occhi d'argento. Le Claymore. Furono accolte da un terribile silenzio... era troppo tardi, ormai erano tutti morti. La retribuzione si abbatté violenta sulla creatura malvagia, ma aimé questo non avrebbe riportato in vita coloro che erano stati uccisi.

Mentre le tre donne - potremmo chiamarle così? - pulirono le proprie spade sulla neve, tingendola del sangue dello Yoma, un acuto grido risuonò nel muto villaggio: una sopravvissuta. Ci volle poco per trovarne la fonte, una ragazzina ricoperta di sangue che si era salvata dalla bramosia del mostro nascondendosi sotto i cadaveri di altre vittime. Aveva perso i suoi genitori molti anni prima e non aveva dovuto subire il dolore di vederli dilaniati - magra fortuna. La giovane, affamata e infreddolita, terrorizzata e confusa, non sapeva cosa fare, dove andare, come procurarsi cibo o procacciarsi le risorse per sopravvivere: il suo inevitabile destino era ormai legato a quello del villaggio. Fu forse la pietà  - o la cinica crudeltà  - a spingere quelle tre guerriere a offrire una possibilità  a quella bambina.

E così Lune, figlia di nessuno, fu condotta all'Organizzazione. Forse, fosse morta lassù, sulle montagne, non avrebbe conosciuto gli orrori di una vita di battaglie e di scontri... ma così non volle il fato. Divenne una guerriera, per sopravvivere. E non smise mai di avere la sopravvivenza come obiettivo primario di vita, soprattutto di fronte ai terribili esperimenti a cui fu sottoposta fra le mura e i segreti e i silenzi dei laboratori dell'Organizzazione."





Abilità apprese ~


Quicksilver

Cugino It

SCHEDA APPROVATA.


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Punti Carta Nera: 2.5

Majin

Capitolo 1, I cieli della vendetta ~
"L'ultima prova a cui l'Organizzazione sottopose Lune prima di attribuirle il titolo ufficiale di guerriera fu la missione di scorta di un convoglio che doveva attraversare le desolate steppe delle Terre dell'Est verso l'Organizzazione stessa, un compito che non sembrava difficile data la presenza di cinque apprendisti guerriere, Lune inclusa.

Mentre la traversata si rivelava lenta e faticosa a causa dei limiti degli umani che la guidavano, le cinque compagne cercavano di fugare dubbi, pensieri e perplessità. La ragazza non partecipava frequentemente ai dialoghi comuni, anzi, cercava intimità e sollievo nel silenzio della propria solitudine.

Durante il viaggio ci furono alcuni inconvenienti, ma niente di grave che potesse davvero impensierire il gruppo di guardiane, finché due Yoma attaccarono il gruppo quando esso si era diviso per una fase di perlustrazione. Lune, in compagnia di due guerriere, protesse gli uomini da uno Yoma alato, rischiando la propria vita quando il mostro la aggredì. Terrore e di eccitazione mulinavano dentro lei mentre lo yoki demoniaco la pervadeva, e Lune desiderava sentire l'emozione della battaglia tanto quanto desiderava fuggirne. Ad un passo dalla morte, salvata da una delle sue compagne, Camillah, Lune provò emozioni contrastanti, troppo forti perché potessero essere registrate senza causare danni... e infatti, quando la sua fiera compagna uccise lo Yoma, Lune non resse allo stress psicologico e fisico: cadde in ginocchio, lo yoki nuovamente sotto controllo ma non il suo stato d'animo. La sua prima, vera battaglia, era vinta. Che dire delle proprie paure? Che dire della propria innocenza?

Durante tutto il resto del viaggio di ritorno Lune ripensò mesta alla conclusione della missione, da quando un uomo in nero dell'Organizzazione aveva preso in mano le sorti del convoglio, decretando chi delle cinque aveva superato la prova e chi, come accadde ad una di loro, non meritava di vivere. Mentre Lune e Nadia ritornavano a casa - l'unica casa che fosse loro rimasta - la ragazza era combattuta: doveva sentirsi fiera per la sua vittoria oppure provare sensi di colpa per il suo freddo egoismo? Infatti, per nulla rattristata dal fallimento di Martina, per nulla colpita dalla morte di Giada per mano di Camillah - costretta dall'uomo in nero all'ingrato compito di privare la sua amica della vita a causa della sua incapacità di dominare il proprio yoki -, si chiedeva se fosse giusto non sentirsi in colpa, e se l'essere diventata una guerriera l'aveva davvero privata della sua umanità, lasciandole solamente quel profondo attaccamento alla vita e quel desiderio di andare avanti ad ogni costo, anche a spese degli altri."

Majin

Capitolo 2, Ballad of the Sea ~
"Quando Lune e Camillah si incontrarono nuovamente fu per la loro prima missione ufficiale: una caccia allo yoma in una cittadina portuale, Muriél, nelle Terre del Sud. Il paesaggio era fantastico e la strada percorsa dalle due guerriere, immersa in uno scenario di campagna dai colori caldi e vivaci, fu priva di pericoli - e per via del carattere poco loquace di Lune anche priva di una piacevole conversazione; la guerriera cercava di rispondere educatamente a Camillah, pur con difficoltà, perché i suoi pensieri erano foschi; ripensando alla missione precedente le ritornavano alla mente le proprie difficoltà e pensava a come farsi coraggio per ciò che la aspettava.

Muriél si rivelò accogliente di fronte alle sue supposte salvatrici, ma la sua situazione apparve subito grave: due yoma aggredirono una donna poco dopo l'arrivo delle due guerriere ed esse non persero tempo, iniziando una vera e propria caccia fra i vicoli e le strade del quartiere portuale, fino alla tana dei mostri: una nave ormeggiata nel porto.

Lune aveva già imparato come usare il proprio yoki per migliorare le proprie scarse qualità fisiche, e fino ad allora ne aveva fatto buon uso, sia per non perdere pista durante l'inseguimento, sia per mantenersi agile, ma una volta giunte nel luogo in cui gli yoma le avevano condotte, la giovane perse gran parte della propria sicurezza. Non ci pensò due volte prima di mandare avanti Camillah al posto suo: aveva troppa paura ma non lo aveva voluto ammettere, fingendo piuttosto che fosse un buon piano, il suo, quello di mandare avanti un'altra e di coprirle le spalle... ma in fondo andò tutto bene, perché che Lune lo avesse previsto o meno, Camillah svolse ottimamente - ma non senza comprendere parte della vigliaccheria di Lune - il suo ruolo di apri-pista, permettendo al duo di colpire gli yoma da due lati e di finirli.

Camillah non diede peso al comportamento di Lune: contenta di aver concluso la missione e di aver vendicato la donna aggredita poco prima, sembrò non dare importanza alle scorrettezze della sua compagna, e per questo Lune si sentì sollevata. Codarda, sì, ma non priva di coscienza! E non si sentiva felice di essere così debole e impaurita, costretta ad annichilire le proprie emozioni con scariche di yoki...

Nel viaggio di ritorno ebbe molto da pensare, e come prima cosa, riflettendo su quanto era successo e sui rischi corsi, decise che mai più avrebbe permesso al mostro che era in lei di prendere il controllo sulle proprie emozioni: piuttosto avrebbe combattuto la paura, per non rischiare di dover fare troppo affidamento sul proprio potere demoniaco piuttosto che sulle proprie forze. Come seconda cosa, decise di allenare ulteriormente quel suo talento apparente: aveva scoperto di avere un ottima resistenza al suo sangue demoniaco e questo, per fortuna, le aveva permesso di non perdere la testa... questo suo talento latente poteva rivelarsi utile, se ben coltivato..."

Majin

Interludio, La biblioteca ~
"Il ritorno di Lune a Staph la vide impegnata in una nuova, importante impresa: una seduta di allenamento nei laboratori dell'Organizzazione, nei quali uno degli Uomini in Nero seguì con molta attenzione i suoi tentativi di apprendere l'utilizzo di un'abilità che univa percezione e controllo dello yoki altrui.

Lune aveva cercato in tutti i modi di eseguire gli ordini dell'uomo, fra i quali non aver paura, non balbettare, mantenersi lucida e salda... ma nonostante tutto il suo impegno non riuscì a completare lo sviluppo dell'abilità che stava cercando di sviluppare e per la quale si era recata presso la biblioteca.

Tuttavia apprese molte cose su sè stessa, sui propri limiti e su come superarli. Fortificata da questo insuccesso, anche se delusa, ripromise a sé stessa di ritornare quando sarebbe stata più preparata. L'esperienza l'aveva resa più sicura di sé e delle proprie capacità, anche se sentiva il bisogno interiore di migliorare ulteriormente: sapeva di non poter restare una fifona per tutta la vita e che prima o poi sarebbe stata messa alla prova, e allora, non fosse stata pronta... sarebbe stata la fine di tutto."

Majin

Capitolo 3, Prigione di ghiaccio ~
"L'Organizzazione decise di affiancare nuovamente Lune e Camillah, per spedirle nelle Terre del Nord. La loro missione sembrava un semplice sopraluogo di una caverna nella quale era stato rinvenuto, prigioniero nel ghiaccio, uno yoma. Arrivate sul posto, accolte dalla guardia cittadina, scortate fino all'ingresso di un vulcano distante tre giorni dal villaggio più vicino, le due guerriere iniziarono l'esplorazione di quegli antri, in cerca della prigione di ghiaccio.

Non si trattava però di uno yoma, ma di una gigantesca creatura, simile a un drago.

La temperatura era salita considerevolmente, mentre le due guerriere, in seguito ad una frana, erano rimaste intrappolate nelle profondità della terra, in compagnia della mostruosa creatura e di una spada, simile alla loro, la cui proprietaria era loro ignota. Con orrore avrebbero assistito allo scioglimento della prigione di ghiaccio e alla liberazione del mostro, il quale le avrebbe aggredite, probabilmente spinto dalla fame o dalla rabbia. Lune e Camillah, nonostante il precipitare della situazione, cooperarono al meglio delle forze per fuggire dal mostro; affaticate, sotto stress psichico e fisico e stremate da un uso massiccio e mal dosato di yoki, rischiarono persino il risveglio... una fine che riuscirono a scongiurare grazie a un delicatissimo lavoro interiore e al sostegno reciproco.

Infine, superato il baratro che le separava dalla libertà e dalla salvezza, le due guerriere si erano ritrovate maggiormente legate. Soprattutto Lune, egoista e opportunista, aveva avuto modo di rivalutare il proprio egoismo e la necessità di apprendere come collaborare per poter superare ciò che la vita avrebbe messo nella sua strada. Aveva anche compreso le proprie debolezze e si era data nuovi obiettivi.

Restava, abbandonate quelle terre e di ritorno verso casa, da fare un rapporto dettagliato: c'era la spada di una guerriera di cui si erano probabilmente perse le tracce e un gigantesco mostro in libertà..."

Majin

Capitolo 4, Agli altari dei santi ~
"La nuova missione che le fu assegnata era al fianco della ormai inseparabile Camillah e con l'aggiunta di un'altra guerriera, Gaia. Fin dalle prima battute la nuova arrivata si rivelò una compagna decisamente insopportabile agli occhi di Lune, abituata com'era, quest'ultima, al carattere affabile e umile della sua compagna di sempre. L'altra, invece, dimostrava tracotanza, presunzione senza limiti, un atteggiamento che Lune sentiva come un senso di superiorità decisamente fastidioso nei suoi confronti. Innegabili le abilità di Gaia, ma difficili da mandar giù i suoi modi di fare!

La missione consisteva nel proteggere un prelato e la sua scorta durante l'esplorazione di un importante sito religioso, meta di pellegrinaggi e luogo di fede centrale della vita religiosa di quelle terre. La vallata era stata invasa da alcuni yoma, o così si presupponeva, e lo scopo delle guerriere era accertarsi dell'effettiva presenza di nemici - e ovviamente di eliminarli. Dopo un colloquio con le più importanti autorità della regione, il trio dell'Organizzazione iniziò la sua missione nella Valle dei Santi, accompagnato da un irriverente e lunatico padre Abbone e da una scorta di soldati capeggiati dal capitano Sargane. Giunti sul posto, decise a indagare e ad esplorare i numerosi sentieri che conducevano alle tombe di grandi religiosi del passato, Lune e Camillah affidarono a Gaia il compito di restare a custodia degli uomini, compito che lei non gradì affatto.

Nonostante la reticenza di Gaia, Lune e Camillah decisero di portare avanti quel piano, e si addentrarono in un cunicolo che le condusse ad una tomba, custodita da uno yoma. La battaglia durò pochi secondi, e non fu particolarmente impegnativa, ma le parole dello yoma morente fecero intendere alle due guerriere che il suo scopo era stato solo di rallentarle. Intuendo che potesse trattarsi di una trappola, corsero indietro, ripercorrendo i propri passi fino al luogo in cui avevano lasciato Gaia e gli altri. Non si aspettavano di vedere tutti gli uomini morti, dilaniati dagli yoma! Gaia, invece, teneva testa a tre assalitori - altri due erano stati uccisi - ma ben presto ricevette l'aiuto delle sue due compagne.

Insieme, le tre claymore uccisero i tre yoma. Lune si sentiva affranta per la fine degli uomini che aveva ricevuto l'incarico di proteggere, ancor peggio per aver fallito la missione. Vero, avevano ucciso gli yoma e liberato la Valle dall'infestazione, ma gli ordini erano stati chiari, quegli uomini sarebbero dovuti tornare a casa vivi. Mentre si perdeva nella disperazione e nella paura di una punizione, le venne persino l'idea malsana di uccidere Gaia e di far ricadere su di lei ogni colpa, pensiero che per fortuna ricacciò nei meandri più remoti delle sue fantasie, rendendosi ben conto di quale atto di tradimento si sarebbe macchiata comportandosi in quel modo. Cercando di analizzare il teatro di combattimento in cerca di qualsiasi indizio che le permettesse di ricostruire quello che era accaduto prima che lei e Camillah tornassero, Lune notò dei particolari inquietanti, che la convinsero della possibilità che forse Gaia non avesse affatto protetto gli uomini. Dubbiosa, ma furente, decise di tenere tutto per sé fino al momento in cui, ritornate a casa, avrebbe potuto far cadere ogni colpa sulla compagna: a Lune, in effetti, non importava che fosse la verità, ma solo che ci fossero abbastanza elementi per scaricare la colpa su un'altra ed evitare così una terribile punizione.

Per fortuna di tutti, l'arrivo di Hayez, l'uomo in nero, risolse tutto nel migliore dei modi. Con un comportamento decisamente misericordioso, Hayez confidò alle guerriere il suo dispiacere, ma anche la sua intenzione di difenderle da ogni accusa. Lune, che si aspettava una punizione, fu invece rincuorata da quelle parole, e ogni intenzione di accusare Gaia fu infine messa da parte.

Il ritorno all'Organizzazione fu un viaggio silenzioso ma relativamente tranquillo. Lune ebbe modo di riflettere sugli avvenimenti appena trascorsi e si ripromise, come al solito, di far meglio in futuro. Per lei non c'era cosa più importante di rendere l'Organizzazione fiera di lei."

Majin

Interludio, L'arena ~
"Accadde quasi per caso, durante una visita all'arena interna dell'Organizzazione. Lune sentì improvvisamente, forte e chiara, la voce di Camillah; la sua amica - per quanto potesse esserlo secondo i canoni di pensiero di Lune - e compagna di molte avventure stava cercando una rivale per una sessione di allenamento e lei era ben disposta a darle una mano, perchè in fondo si era recata laggiù per lo stesso motivo.

Era presente anche Hayez, l'uomo in nero con il quale avevano collaborato nella loro ultima missione, il quale si propose come supervisore per quel duello. Che si rivelò molto breve: dopo un primo attacco di Lune, Camillah si seppe destreggiare in una buona difesa e riuscì a controbattere, facendo finire l'altra in terra. Un attimo di indecisione costò a Camillah la spada: Lune, ferita e incapace di accettare una sconfitta - comportamento forse sciocco, dato il fatto che si trattava di un semplice allenamento -, liberò molto yoki e con violenza colpì l'arma della sua compagna, disarmandola, ma costringendo Hayez a interrompere lo scontro: le cose sembravano essere fuggite di mano.

L'uomo ragguagliò entrambe, incoraggiandole a modo suo ma di fatto costringendole ad andare via. Lune approfittò di quell'occasione per cercare di avvicinare Camillah; si sentiva a disagio, ma un misto di confusione interiore e di orgoglio impedirono a Lune di dirle quello che davvero sentiva dentro di sé. Le due compagne si separarono, diretta ciascuno verso il proprio dormitorio, e anche quell'esperienza ebbe così termine."

Majin

Capitolo 5, Le parole non dette ~
"Non passò molto dall'ultimo incontro/scontro fra Lune e Camillah quando furono richiamate per prender parte alla missione successiva: si trattava di qualcosa di apparentemente semplice, un'investigazione nelle celle sotterranee di Pieta, dove una guerriera aveva tradito l'Organizzazione creando anche un po' di scompiglio.

La missione si sarebbe rivelata molto più lunga e complessa del previsto e infatti avrebbe richiesto tutta l'arguzia e la disciplina maturate negli anni di allenamento per essere completata con successo.

Le guerriere, compagne inseparabili, partirono in incognito verso la città del Nord in compagnia di Mateus, l'uomo in nero. Giunte sul luogo, l'investigazione le condusse in uno degli edifici amministrativi di Pieta, una piccola fortificazione all'interno della quale erano ancora visibili i risultati delle azioni di Eleanor e della sua fuga. Non fu Lune, tuttavia, a rinvenire questi indizi: lei, infatti, aveva mandato avanti Camillah ben sapendo di non essere agile quanto lei - non voleva farsi scoprire mentre entrava furtivamente in uno dei luoghi di potere della città - ma aveva preferito cercare indizi su una presunta ribellione di cui aveva sentito parlare fin dal loro arrivo, un movimento sotterraneo che si opponeva al governo attuale. Per scoprire qualcosa, Lune si era dunque inoltrata nelle fogne del paese e durante la sua esplorazione era entrata casualmente in contatto con uno degli uomini del generale Julius, ex leader politico di Pieta, soverchiato dal consiglio cittadino a causa della sua ostinazione e odio nei confronti dell'Organizzazione e dell'aiuto che essa poteva offrire contro gli yoma. L'odio di Julius era viscerale, tanto che Lune dovette giostrarsi bene per ottenere dal suo uomo tante più informazioni possibili: una di queste era una pista che le avrebbe successivamente condotte ancora più a Nord, a Gorgia.

Una fuga roccambolesca di Camillah costrinse anche Lune a scappare, ma per fortuna lasciare Pieta si rivelò tutto sommato semplice. infine, ritrovate con l'uomo in nero, i tre ripresero il viaggio seguendo quella nuova pista investigativa.

Gorgia non distava molto da Pieta perciò il seguito del viaggio fu breve. Indossate nuovamente le maschere da giovani e indifese fanciulle, le amiche si separarono da Mateus e iniziarono a cercare nuove informazioni. Speravano di scoprire qualcosa, ma in realtà la fortuna volle che la loro stessa locandiera fosse una simpatizzante della ribellione: la donna, scambiate le due per ribelli - questa svista notevole giocò a loro favore in modo decisivo - indicò loro proprio il luogo di una riunione che si sarebbe svolta da lì a breve. Non c'era tempo da perdere e raggiunsero subito il luogo dell'appuntamento, riuscendo a farsi accettare al suo interno con qualche rapida ma ben studiata menzogna. E le bugie successive non furono da meno, mentre si spacciavano per ragazze di Tisia e allo stesso tempo entravano in contatto con alcuni degli esponenti più in rilievo dei vari gruppi organizzati che formavano la ribellione.

L'incontro fu decisamente proficuo: ebbero la conferma del tradimento da parte di Eleanor, fu fatto più volte il nome del generale Julius, si parlò delle varie cittadelle che si stavano formando un po' in tutte le terre del continente... ma la cosa che più sorprese la giovane Lune fu il venire a conoscenza di un movimento cospicuo di guerriere ribelli - almeno due o tre - che, tradito Staph, aiutavano concretamente questa ribellione - una, addirittura, era una talpa proprio a Staph!

Saputesi muovere con astuzia evitarono di farsi scoprire e lasciato il luogo dell'incontro si apprestavano a ritornare all'Organizzazione per fare rapporto, quando accadde un fatto molto problematico: una delle ribelli - si sarebbe poi presentata come Fortune, ex-numero 13 - anch'essa mascherata, le aveva individuate ed era pronta a ingaggiare battaglia! Immune ai tentativi di influenza da parte di Lune, costrinse le due guerriere ad un violento combattimento; la lotta imperversò frenetica ma si concluse rapidamente e con la sconfitta di Fortune; l'esperienza e la forza della traditrice non furono in grado di compensare l'affinità fra le due grandi compagne e il loro reciproco affiatamento.  Avuta la meglio, dovettero riprendere la fuga, finché non vennero trovate da Hayez, collega di Mateus che a loro insaputa era venuto proprio per dar loro una mano.

Fu così che dopo molte peripezie, pericoli, menzogne, indagini, fughe e persino un'accesa battaglia, Lune si potè concedere un attimo di riposo. Camillah si era portata dietro il corpo di Fortune, presa probabilmente da un moto di pietà e decisa a seppellirla, cosa che anche Hayez fu pronto a chiedere.

Lune, la quale provava sentimenti contrari a quelli di Camillah e che detestava l'idea di dare sepoltura a una traditrice, non si fece scrupoli nell'insultare silenziosamente la memoria di Fortune, privandola poi della spada che Camillah aveva usato come lapide. La guerriera, infatti, aveva deciso di portarla con sé a Staph, affiancandola all'altra spada che aveva trovato svariate missioni prima, arma della quale ignorava la vecchia proprietaria.

Il resto del viaggio di ritorno fu sereno e tranquillo... e Lune ebbe tempo di riflettere sia su quanto era successo, sia su quanto sarebbe venuto poi: una cosa era certa, e cioè che la sua fedeltà all'Organizzazione era sempre molto forte e mai avrebbe tollerato il comportamento di chi, invece, ne aveva tradito e rifiutato gli ideali."

Majin

Interludio, L'arena (2) ~
"Lune aveva deciso di mettersi alla prova e perciò si era presentata in arena, ancora una volta. Non Camillah, ma Andrea, ora, era l'avversaria da affrontare. A presiedere l'allenamento era Hayez, sempre lui.

Lune e Andrea non erano partite con il piede giusto: la prima desiderosa di allenarsi senza ricorrere al suo massimo potenziale, la seconda, invece, che amava le vere sfide, quelle impegnative, dove dai il meglio di te. Inutile dire che Lune, con il suo atteggiamento da vigliacca e le sue strategie sleali, non poteva conquistare la simpatia di Andrea, la quale finì per detestarla  fin dalle prime battute.

Infine Lune si arrese. Non si era impegnata poi molto, anzi... dopo aver compreso di non poter battere l'avversaria senza ricorrere al massimo del proprio yoki ma non volendosi scoprire - non sapeva chi fosse la talpa delle ribelli a Staph -  optò per la resa. La sua decisione non sarebbe stata comunque rispettata dall'altra guerriera, la quale, preda di una rabbia nera, non avrebbe addirittura cercato di ucciderla con un pugno dirompente... che per fortuna fu fermato da Hayez.

L'uomo in nero mise così termine allo scontro ma non ci andò leggero: riprese Andrea per l'esagerazione - aveva seriamente rischiato di uccidere una compagna di allenamento! - e Lune per lo scarso impegno: soprattutto questo fu per la giovane guerriera un duro colpo, tanto da costringerla a rivalutare il proprio comportamento: se gli uomini in nero le ordinavano di dare il meglio di sé allora lei doveva dare il meglio di sé... perciò si ripromise di lasciare da parte ogni altra sua personale idea e di combattere al meglio delle proprie capacità da quel momento in poi.

Prima della prossima sfida avrebbe avuto del tempo per riflettere sulle parole di Hayez..."

Majin

Interludio, La biblioteca ~
"Decisa a dare il meglio di sé, per rifarsi del combattimento contro Andrea, intenzionata a mettere a frutto la propria esperienza, Lune si recò nuovamente nel misterioso luogo di apprendimento dell'Oganizzazione. Erano passati mesi dall'ultima volta che c'era stata.

Incontrò Duran, l'addetto alla biblioteca, il quale fu pronto ad ascoltare la richiesta delle guerriera, che voleva sviluppare un'abilità mai vista prima: un controllo sul proprio yoki tale da permetterle di sfruttarlo con libertà pressoché assoluta e senza i contraccolpi che normalmente subiva chi ne faceva uso.

L'addestramento che Duran le impose, manco a dirlo, non fu facile: Lune dovette impegnarsi molto per mantenersi lucida mentre manteneva il controllo sul massimo yoki che riusciva a sprigionare senza perdere la propria umanità; e in quello stato dovette misurarsi con attacchi, difese e schivate.

Stremata, dopo un po' di riposo le fu concessa - o per meglio dire, imposta - una pausa. Lune si accomiatò pensierosa, meditando sui progressi fino a quel momento raggiunti."

Interludio, L'arena (3
~
"La seconda volta che la guerriera entrò nell'arena fu per incrociare la spada contro una strana - ma non per questo meno pericolosa di Andrea - guerriera, di bassa statura e dalla parlantina quanto mai insolita, fatta di rime e poesia. 


Il combattimento fu arbitrato da Peter, uno dei servitori dell'Uomo in Nero Ufizu, che fin da subito impose le sue condizioni al duello. 


Era un'ottima occasione per testare le proprie capacità; anche per rifarsi della sconfitta riportata contro l'enorme Andrea, sconfitta che Lune stessa si era chiamata addosso per le sue stesse ragioni, ragioni che forse l'Organizzazione non aveva compreso o condiviso.


Dopo aver aver sprigionato tutto il proprio yoki nel mezzo del duello, Lune si scoprì vittima della curiosità di Teresa - o Divina? In seguito Lune avrebbe avuto difficoltà a capire quale fosse il vero nome della guerriera. 


Giusto il tempo per un piccolo scambio di battute che il duello riprese: Lune e Teresa, colpitesi a vicenda, finirono entrambe al suolo decretando così il pareggio."
Capitolo 6, Occhi di Gatto ~

"Ricevette la chiamata di un uomo in nero che non aveva mai incontrato prima, il vecchio Ufizu. La missione che fu affidata questa volta alla giovane Lune e alla ormai inseparabile Camillah le avrebbe condotte verso le Terre del Centro e una città governata dai Mastri, un gruppo politico che governava secondo una sorta di gerarchia interna. Lo scopo era di catturare tre yoma che, oltre ai soliti omicidi, avevano l'insolita abitudine di rubare i preziosi delle vittime. Tutto bene... se non fosse per la presenza di Teresa, già conosciuta e affrontata in Arena, nominata addirittura caposquadra.


Dopo un viaggio abbastanza noioso, nel quale Lune aveva provato a dialogare un po' con la caposquadra ma senza riuscire a ottenere nulla di utile, il trio arrivò sul posto e conobbe un personaggio alquanto particolare, Mastro Philip. Era uno dei Mastri e fu proprio lui a spiegare alle guerriere i dettagli della loro missione nonché le regole e la politica della città.


Dopo una prima e interminabile fase di raccolta di informazioni e di ascolto di testimoni, le ragazze iniziarono a seguire una pista che le condusse verso il luogo dove si sarebbe svolto l'ennesimo furto/omicidio. Era la pista giusta! Colsero le ladre - gli yoma si erano travestiti da giovani donne - e le inseguirono fin sui tetti della città, dove, dopo un'accesa battaglia, furono sterminate, decapitate e derubate a loro volta del malloppo.


Non restava che concludere la missione e fare ritorno, finalmente, a Staph."
Interludio, La biblioteca (2) ~


"Quicksilver non era ancora completa e Lune sentì il bisogno di riprovare. Seguita dall'affascinante Kelsier, la guerriera intraprese un intenso e duro allenamento spirituale ed emotivo, atto ad estendere il suo controllo dello yoki sul corpo, la mente e nel tempo


Mentre alcuni servitori dell'uomo in nero la attaccavano, Kelsier la provocava con parole dure ed emotivamente devastanti per la mente della giovane ragazza, la quale ebbe non poche difficoltà. Fu minacciata, derisa, offesa; finché non venne chiamata in causa anche l'amica Camillah, la quale sarebbe stata uccisa a causa dei fallimenti di Lune.


Forse lo fece per il suo orgoglio, forse per l'amore che provava verso la sua migliore amica, ma dopo aver imparato come far fluire le proprie emozioni riuscì anche a dominarle del tutto. Quicksilver, sotto gli occhi compiaciuti di Kelsier, era completa.


L'uomo in nero si scusò per la brutalità del suo operato, spiegando che era necessario per testare la ferrea determinazione necessaria per imbrigliare il potere dello yoki in Quicksilver. Lune fu sollevata ma allo stesso tempo riconoscente, la sua fiducia nell'Organizzazione rinnovata e forte più che mai."
Interludio, L'arena (4) ~

"Desiderosa di mettere a frutto le cose che aveva appreso, Lune si diresse in Arena e attese un avversario. Non fu particolarmente contenta di rivedere Andrea, contro la quale in passato aveva già combattuto. Si ricordava come, sopraffatta da paranoia e da uno zelo inappropriato, aveva deciso di arrendersi pur di non mostrare le proprie capacità.


Questa volta sarebbe stato diverso. Dopo aver interiormente deciso di aiutare e proteggere Camillah, qualcosa in Lune era cambiato. Desiderava vincere ad ogni costo, perché non poteva permettersi di fallire.


Il combattimento iniziò con un rapido scambio di fendenti tra l'agile Lune e l'irruente Andrea; mentre la prima schivava e cercava un'apertura l'altra tentava di afferrarla. La prima riuscì a colpire l'altra alla gola e dopo alcuni istanti di lotta ad Andrea mancò l'aria. Lune stava per approfittare di quel momento di distrazione e debolezza quando l'uomo in nero che le seguiva, Brera, mise fine allo scontro.


Ci furono ammonimenti e consigli per entrambe, ma a Lune fu sufficiente la consapevolezza di aver vinto le proprie paure e combattuto senza riserve, dando il meglio di sé."
Capitolo 7, Il vento soffiò fra i boschi ~



"Trovandosi nel nuovo territorio a lei assegnatole Lune iniziò a familiarizzare con i boschi e i silenzi di quel luogo nuovo e probabilmente ostile. L'assenza di Camillah le pesava non poco, infatti erano state divise e ciascuna spedita per la propria strada secondo gli ordini dei loro superiori. Ovviamente la guerriera non avrebbe mai obiettato ma dentro di sé fu costretta a chiedersi quale fosse il suo rapporto con l'altra donna.


Venne aggredita da alcuni yoma ma li sconfisse senza alcuna difficoltà, scoprendosi poi cambiata e più determinata. Spinta da questa rinnovata consapevolezza e desiderosa di chiarire una volta per tutte cosa volesse dalla propria vita, Lune affrontò un vero e proprio conflitto interiore che la portò a decidere che sarebbe diventata più forte e che avrebbe fatto tutto ciò che era in suo potere per sopravvivere e per proteggere la sua amica Camillah da ogni nemico o avversità."
Capitolo 8, La festa del raccolto ~

"Lune fu contattata da una semplice missiva. Era una lettera di uno dei suoi superiori, questa volta non erano nemmeno venuti personalmente. Non che le importasse, perché in effetti a lei bastava seguire gli ordini, e perciò quando lesse che doveva indagare in un piccolo villaggio vicino, si mosse senza indugio verso quella meta.

Quando giunse sul luogo della missione, trovò che tutti si erano lì riuniti a causa di una fiera di stagione, qualcosa di apparentemente divertente e gioioso. Fu invitata a partecipare, e con un po' di titubanza la guerriera si mise a girare fra la folla, usando i propri sensi soprannaturali per dare la caccia a quelli che scoprì subito essere degli yoma. Il primo era all'interno di un vicolo e stava per mangiare una povera vittima, ma Lune lo fermò giusto in tempo, mettendo fine alla sua vita con un rapido colpo di spada.

Il secondo fu più difficile da trovare, perché era il banditore di una gara di bevute. La ragazza dovette attendere fino a notte fonda per rintracciarlo nel carrozzone in cui si era nascosto per la notte. Entrata di nascosto, Lune lo uccise nel sonno strappandogli la testa dal collo. 

Il terzo yoma la aggredì subito dopo, cercando invano di prenderla di sorpresa. Dopo una breve rissa notturna Lune ebbe la meglio, lo colpì più volte e infine lo tagliò a metà con un rapido colpo di spada.

La missione si concluse poche ore dopo, quando un emissario dell'Organizzazione giunse per chiederle un resoconto. Come al solito la missione era stata un successo."
Interludio, La biblioteca (3) ~


"Lune era pronta per sviluppare una nuova abilità. Recatasi nella polverosa biblioteca di Staph, la guerriera del Nord aveva chiesto l'aiuto dell'uomo in nero Duncan, il quale si era dimostrato pronto a riceverla e a metterle a disposizione tutto quanto il necessario per gli allenamenti. 

In particolare era stato molto utile l'aiuto di Seayne, una guerriera albina di singolare bellezza. Seayne e Lune avevano combattuto sia mentalmente che spiritualmente. Infine, dopo una breve serie di scambi, Lune era riuscita a penetrare la mente dell'altra guerriera, facendole credere di essere diventata più veloce.

Infine Duncan aveva messo fine al piccolo duello. Lune si sentiva soddisfatta, era riuscita a sviluppare la sua abilità, che avrebbe saputo usare anche in combattimento."
Capitolo 9, I sussurri del mio cuore ~

"Era una normale missione di routine, nella quale Lune e Camillah, di nuovo insieme, dovevano rintracciare e sconfiggere un misterioso assalitore, di sicuro uno yoma. La ricerca andò a buon fine, perché dopo una breve ricognizione, ecco che le due guerriere trovarono una traccia, che le condusse da due yoma. Tuttavia le cose non andarono come al solito. Preso in ostaggio un umano, Lune cercò di salvarlo attaccando lo yoma che lo tratteneva, finendo per ucciderlo accidentalmente. Un terribile errore, che mise la guerriera di Staph in uno stato di profonda angoscia. Sconfitti gli yoma non restava che fare rapporto. Le cose, almeno per il momento, non sembravano andare male."
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