ClaymoreGDR Forum - Gioco di Ruolo di CLAYMORE

Versione completa: Occhio per Occhio [Lochnir - Hankegami]
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Laura tenta disperatamente di raggiungere Divina quando qualcosa afferrò il suo collo: la mano libera del Divoratore la stringeva inesorabile e aumentava rapidamente la forza. La situazione era critica, Laura era forte certo ma il suo collo non avrebbe retto a lungo quella enorme pressione!

CRAC!

WAAAAAAAAAAAAAAAAAA Bastarda!

La forza esercitata da Divina aveva rotto il braccio del mostro all'altezza della spalla, era finalmente libera! Ma lo sforzo unito alla mancanza di aria avevano reclamato il loro tributo: era troppo per il fisico della piccola guerriera nonostante la sua notevole forza... Scivolava verso il fondo del fiume in preda all'incoscienza...
I due Yoma seguivano la scena dal ponte... consci di non poter lanciare un attacco a casaccio! Almeno questo... Una piccola tregua!

Turnazione invariata.
Citazione:"parlato"
pensato

Il rumore dell'arto spezzato comunicò anche la fine dell'aria nei polmoni di Divina: fu una via di mezzo tra un forno acceso nei polmoni, e un brutto colpo alla testa.
La numero Sedici a propria insaputa lasciò subito stare il braccio strappato, la vista già offuscata dall'acqua che si oscurava e la testa che si faceva leggera e pesante allo stesso tempo.
E lì, in un angolo del suo cervello ancora vigile, la mantice soffiava nel fuoco dei suoi polmoni, arrecandole un senso di dolore e paura.
Dolore e paura.
Quando mai aveva avuto paura lei? Dolore, certo, era il prezzo della gloria, ma paura? La Narrazione ruotava intorno alla sua persona, era sempre stata sicura di vincere, e di sopravvivere.
Eppure, in quell'estremo scorcio di coscienza, alla Narrazione nemmeno ci pensava più.
Cos'era quella sensazione?
Più che pensieri, le scaturirono ricordi: quando aveva mai provato qualcosa di simile, in vita sua?
Iniziò a vedere macchie rosse e gialle, luci intermittenti nel mare blu che si faceva sempre più scuro.
Macchie rosse.
Rosse, sul grigio, sull'argento del metallo.
Un arto mostruoso, coperto di sangue e celato da un muro di vesti bianche ed armature splendenti alla luce lunare.
Eppure, il sangue continuava a ruscellare, avidamente bevuto dall'arido terreno.
Pure la luna le era sembrata rossa, quella sera.
Paura.
Ora Divina si ricordava bene cosa fosse.
Notte. Buio. Rosso. Argento. Bianco.
E la luna.
Luce! Dov'era la luce? Dov'era?!?
Aveva paura, paura di quella notte e dei suoi colori.
Voleva tornare alla luce.
Divina alzò il capo quasi per caso, mentre la sua mente era in preda al terrore ed il suo corpo all'immobilità, alla pigrizia di chi stava per andarsene.
E la vide.
Luce!
Oltre il blu, oltre il buio. Oltre la notte.
Luce!
La piccola Guerriera tentò di alzare le braccia per prenderla, ma queste non si mossero.
E quel dolce spegnersi, quel freddo nulla...
No! La luce!
Divina non si arrese: non la voleva, non voleva la notte!
Non voleva tornare lì. NO!!
Radunò tutte le sue forze, tutte, tutte, tutte: non ne avrebbe sprecata neanche una goccia.
Avrebbe piuttosto fatto traboccare il vaso.
Le avrebbe radunate, e quindi si sarebbe spinta verso l'alto con tutte le forze che aveva in braccia e gambe.
Verso l'alto.
Verso la luce.




Citazione:Yoki utilizzato: 50% -> 70% (tentativo in cerca di forze per riemergere)
Stato Fisico: Ottimale, occhi dorati, fitte vene pulsanti visibili sulla pelle e muscoli gonfiati dallo Yoki (in caso di superamento del limite, anche dentatura mostruosa dai denti grandi ed appuntiti); sul punto di perdere conoscenza per mancanza d'ossigeno
Stato Psicologico: Sommamente impaurita dalla sensazione di totale mancanza d'aria ed un principio di svenimento; in stato confusionale, le si sovrappone l'ultimo vivido ricordo di paura subita, cioè la notte in cui sua sorella si Risvegliò per venire subito epurata
Abilità utilizzate: Percezione dello Yoki (passiva)

Lochnir

“Parlato”
“Pensato”
“Parlato da altri”


“M-maledi...”


Non poteva respirare. Non per l'acqua, ma per la stretta del mostro che senza preavviso l'aveva afferrata al collo. Divina passò in secondo piano: Laura avrebbe dovuto innanzitutto liberarsi da quella presa per poter sopravvivere.


In quel frangente, la guerriera di Rabona cercò di concentrarsi. Lo Yoki nelle sue vene le aveva conferito certo più forza e rapidità, ma sicuramente meno calma. Le parve per un attimo di sentire lo Yoki di Divina salire vertiginosamente: cosa le stava succedendo? In ogni caso non poteva saperlo, nelle condizioni in cui serbava.


“Devo tagliargli la testa. Subito!” pensò lei, non sapendo cos'altro fare. Per fortuna, la spada era ancora ben salda nelle sue mani e probabilmente lo Yoma, immerso com'era nell'acqua, credeva che la guerriera l'avesse persa nella corrente – o meglio così sperava la strega dagli occhi dorati.


Così, Laura mosse velocissimamente il braccio destro, nella cui mano era impugnata la spada, di modo da tagliare il capo al nemico, cercando in tutti i modi di vincere la resistenza esercitata dall'acqua sul braccio.


Nel frattempo udì un forte suono di ossa rotte. O meglio, strappate a forza.



Yoki utilizzato: 35%

Stato Fisico: Ferite leggere sulle braccia e sulle gambe (causate dalle schegge di legno della barca); Ferita di entità media sulla gamba destra (causata da un artiglio di uno degli Yoma); occhi dorati, vene pulsanti sul volto, dentatura deformata; rischia di soffocare se non riuscirà a liberarsi subito.
Stato Psicologico: Spera di non rimanere soffocata e di eliminare il Divoratore con la sua mossa. Si augura anche che Divina sopravviva e di poterla salvare una volta ucciso il mostro.
Abilità utilizzate: Percezione dello Yoki
La lama di Laura non arriva alla testa del mostro ma riesce a recidere parzialmente il braccio che la stava per soffocare: l'urlo di dolore del mostro e il braccio portato via dalla corrente, finalmente Laura è libera di respirare e muoversi. Il mostro cerca disperatamente di raggiungere la riva : è stato privato di un arto superiore e l'altro è inutilizzabile sta evidentemente battendo in ritirata.
L'esplosione di Yoki lasciato scorrere liberamente da Divina nel suo corpo le consente di avere un quasi involontario colpo di reni che la riporta per un attimo in superficie, priva di senso ma viva e con aria nei polmoni: l'armatura si spezza e gli spallaci cadono sul fondo del fiume assieme alla lama ma almeno il diminuito peso le permette di galleggiare.
I due Yoma che osservano il loro capo dimenarsi per raggiungere la riva grugniscono minacciosamente dal ponte ormai superato, uno di loro si tuffa in acqua con tutta l'intenzione di raggiungere la povera piccola guerriera che giace come tronco morto sull'acqua.

Citazione:note:
Il divoratore raggiungerà la riva tra due turni a partire dal prossimo.
Divina il tuo Yoki ora che sei del tutto priva di coscienza è pari allo 0%

Turnazione:
Lochnir
Hankegami

Lochnir

“Parlato”
“Pensato”
“Parlato da altri”


Certo, se avesse eliminato il Divoratore con quel suo ultimo attacco sarebbe stato molto meglio, però non si poteva lamentare troppo: infatti, ora poteva respirare e aveva messo in fuga il mostro, ormai inerme poiché privato dell'uso di entrambi gli arti.


“Sta scappando, il maledetto!” pensò Laura, mentre con un occhio scorse il corpo di Divina galleggiare poco più in là. Il suo Yoki era spento, o almeno non riusciva a percepirlo. Sperava fosse ancora viva, ma ora occorreva prendere una decisione importante: attaccare il nemico che stava fuggendo o soccorrere la compagna?


“Devo porre fine a questo scontro prima che la cosa degeneri. Se tornasse dai due altri Yoma probabilmente tenterebbe la fuga. Non posso permetterlo.”



Così, la guerriera di Rabona, seppur combattuta, fece per nuotare il più rapidamente possibile all'inseguimento del mostro, mirando a recidergli il capo alle spalle una volta che gli fosse a tiro. Solo dopo averlo eliminato Laura avrebbe cercato di raggiungere Divina, augurandosi che le ferite sul suo corpo non l'avrebbero ostacolata troppo.


Yoki utilizzato: 35%
Stato Fisico: Ferite leggere sulle braccia e sulle gambe (causate dalle schegge di legno della barca); Ferita di entità media sulla gamba destra (causata da un artiglio di uno degli Yoma); occhi dorati, vene pulsanti sul volto, dentatura deformata
Stato Psicologico: Si augura anche che Divina sopravviva e di poterla salvare una volta ucciso il mostro.
Abilità utilizzate: Percezione dello Yoki
Citazione:"parlato"
pensato
"Parlato degli incubi (in realtà mossi dal suo inconscio: non sono persone ma ricordi e paure della stessa Divina)"
Fu come se il suo cuore fosse scoppiato. E che tale scoppio l'avesse sbalzata verso l'alto.
Divina nemmeno s'accorse del proprio Yoki che stava impazzendo, mentre i muscoli dorsali rigonfi sbalzavano via gli spallacci della sua armatura ed il suo corpo si faceva via via più mostruoso.
Luce.
Luce. E aria.
Se ne rese a malapena conto d'essere uscita dall'acqua sotto un vento flebile ed un tiepido calore che le baciavano la pelle; avvertì solo un dolore dolce, il male del fuoco estinto nei polmoni grazie all'aria che vi si immetteva.
Aria fresca, una dolce musica per il suo sangue, campane a festa per la sua mente, balzo del suo Yoki nella gioia.
Troppa grazia. Troppa, appunto.
Divina era già a malapena consapevole d'essere Divina, e quello fu il colpo di grazia. Quasi un fuoco di candela ravvivato dalla folata di vento un attimo prima d'essere spento dalla stessa.
Ebbe a malapena la sensazione di ricadere inerme nell'acqua, e neanche s'accorse d'aver iniziato a galleggiarvi sopra.
Era il Sole, l'ultima cosa che aveva visto in alto nel cielo?


Perché era buio? Dov'era la sua forza?
Era lì, la sentiva; ma perché si stava facendo sempre più debole?
Lo vide con la coda dell'occhio: un falò alle sue spalle. Così bello, così caldo.
Si voltò subito.
E lo vide spegnersi all'istante in una nube di fumo.
Buio. Di nuovo.
Sentì la paura salirle.

"Teresa!!"

Cos'era quella voce? Stava chiamando qualcuno...
Si voltò, spaesata.
Nel buio apparve una sagoma umana, piegata su se stessa, sofferente.
La figura chiamò di nuovo, con voce strozzata e dolorante.

"Teresa!!!"

Dal nulla apparve la Luna, piena in una notte senza stelle. Dov'erano le stelle?
Ma lei non ci fece davvero caso: i raggi lunari delineavano ora meglio la figura: era una ragazzina. Piccola, magra, coi capelli bianchi; vestiva un candido abito aderente e teneva nella destra una claymore senza marchio.
La ragazzina alzò con fatica la testa. E lei si spaventò.
Il volto era mostruoso, ricoperto di vene pulsanti e con un'enorme, orrenda bocca piena d'enormi denti aguzzi che ansimava; gli occhi dorati esprimevano il terrore più puro.
Le sembrava di riconoscerlo, quel volto deformato. Ma non avrebbe saputo collegarlo ad un nome.
L'essere la guardò con occhi disperati, e prese a piangere e singhiozzare; gridò allora di nuovo, a voce alta, rotta e disperata:

"Teresa... AIUTAMI!!!"

Lei si spaventò: non capiva. Chi era questa Teresa? E perchè quell'essere stava guardando lei?
Sentì un peso alla mano sinistra; abbassò lo sguardo: stava stringendo a sua volta una claymore senza marchio; e sul braccio.... indossava una veste bianca aderente, come quella figura sofferente davanti a lei?
Era turbata: non capiva.
L'essere gridò di nuovo.

"AIUTAMI!!!!"

Lei si spaventò, e arretrò d'un passo: che cosa doveva fare?
Si trovò a voltarsi, a guardarsi intorno: apparvero rocce, terra sabbiosa ed edifici di pietra in lontananza, illuminato tutto dai raggi lunari.
Ma non c'era nessuno.
Lei non capiva, non sapeva, aveva paura e voleva solo fuggire.
Eppure, si sentì gridare, si sentì aprire bocca ed alzare la voce senza volerlo.

"C'è qualcuno?!?"
udì la sua voce chiedere con chiaro tremore, eppure alta e squillante
"C'è nessuno?!? Vi prego, accorrete!! Mia sorella sta male!!!"

Sorella? Di chi stava parlando?
Avrebbe voluto saperlo.
Eppure non apparve nessuno, né questa sorella né nessun altro.
Allora l'essere alle sue spalle gridò.

"Teresa... SCAPPA!!!"

Non riuscì neanche a voltarsi, che una forte luce ed un boato tremendo riempirono l'aria e la fecero attetrare.
Yoki, le suggerì un remoto angolo della sua anima, Yoki in quantità impensabili.
Al boato si sovrapposero quasi subito dei versi inconsulti, tonalità primordiali, mentre un agghiacciante rumore d'ossa si sostutuì presto al fragore nel frattempo svanito.
All'essere apparvero ali, ali d'uccello ma nere come la notte, e tra i capelli affiorò una corona di corna; il tronco si fece svariate volte più grande e spesso, e le gambe persero consistenza e divennero un'immensa gonna fluttuante, come di seta.
La figura torreggiò nella notte.
E gridò con voce di corno.

"... WOOOOOOOOOOOOOHHHHHH!!!!!!!!!!!!!"

Al petto teneva un coniglio bianco, dal pelo morbido.
Era una pelle riempita di paglia e di pasta vitrea, ma era caldo e le bastava.
Quel suono terribile fece scuotere le pareti di casa, e lei prese a tremare.
Dal buio del corridoio emerse all'improvviso una figura, anzi due, anticipate solo dal suono dei loro passi concitati: era una vecchia donna, coi capelli bianchi raccolti in una rete e curva sotto una pesante pelle d'orso che la copriva quasi tutta sopra i suoi abiti di lana spessa; teneva per mano un bambino paffuto dai capelli rossi che si copriva gli occhi che piangevano con la manina libera.
L'anziana donna corse verso di lei appena la vide, ma non fece in tempo a chiedersi perché: una voce, una voce che credeva d'aver già udito, parlò calma e solo un pò tesa in quel momento al suo fianco.

"Nonna, cosa sta succedendo?"

Lei si voltò stupita, e si rese conto che al suo fianco c'era... lei stessa. Sì, lei stessa: il suo volto magro eppure gentile, i suoi capelli biondi come il grano maturo, i suoi occhi tra il grigio e il verde come le pietre sotto l'acqua dei torrenti; era lei, vestita d'una pesante vestaglia di lana e determinata in volto nonostante gli occhi tradissero apprensione.
Ma se lei era lei, chi era lei?
Non potè rispondersi, perché udì una voce roca d'anziana rispondere:

"Non lo so, tesoro mio, solo Dio lo sa. Possiamo solo metterci al sicuro: seguitemi, piccole mie, e in fretta!"

Lei allora annuì, e la prese per mano. Non capiva.
E, di nuovo, non avrebbe potuto capire.
Il tetto crollò con un immenso fragore e tra la polvere dei calcinacci, in un punto della casa lontano da loro, e la luce della luna filtrò per la casa.
E lui la oscurò di nuovo.
Lo vide, una sagoma nera che si stagliava sotto il cielo, proteso verso l'apertura sul tetto. Un essere con due enormi corna, e braccia nerborute dotate di enormi ed innaturali artigli affilati.
Dovette notare che le corna erano troppo poche, e mancavano le ali.
Ma rispetto a cosa?
Di nuovo, non ebbe modo di rispondere.

"Teresa!! Le torce!!"

Si sentì scrollata per il braccio, e si voltò: era lei, lei che la stava guardando con fare deciso.
Sensì in quella un insieme di grida, e ne cercò l'origine: uno sciame di uomini e donne stavano salendo le scale verso il tetto brandendo archi, lance, forconi e, appunto, torce.
Si sentì scrollare di nuovo.

"Prendiamo anche noi delle torce, e combattiamo insieme agli adulti!"

All'improvviso, lungo tutta la casa fiammeggiavano torce appese alle pareti, come se ci fossero sempre state.
Lei esitò: aveva paura. Paura di quell'essere, di se stessa, di tutto.
Guardò di nuovo lei: era sempre decisa.
Si liberò dalla sua stretta, e scese in fretta le scale seguendo l'anziana donna ed il bambino che teneva per mano.


"Ti ha sempre fatto paura, prendere decisioni. Non è forse così?"

Lei alzò la testa: era di nuovo fra le rocce e la sabbia, ed era inginocchiata davanti a se stessa, a se stessa coi capelli bianchi e gli occhi d'argento, una candida veste aderente addosso ed una claymore senza marchio in mano.
Si stava guardando, e si stava guardando con sufficienza e disprezzo.
Sentì il proprio corpo come tremare, un sussulto involontario: cos'era quel calore che sentiva?
Abbassò lo sguardo: la sua pelle era percorsa da nervi scoperti e pulsanti, i muscoli gonfi e le unghie delle mani orrendamente grosse e aguzze.
Il cuore le mancò un battito: i ruoli si erano invertiti!

"Lo sai che non è vero."
quasi le replicò la se stessa in piedi, deridendola nel tono
"Sei com'eri fino a qualche istante fa. Ricordi?"

No, non ricordava. Lei aveva sentito il petto bruciare, il buio avvolgerla, il freddo ghermirla, non questo!
Fece quasi per ribattere, ma si fermò: anche i denti erano tremendamente aguzzi, oltre ogni norma.

"No, non ricordi."
decise la lei stessa in piedi, scocciata
"O meglio, non vuoi ricordartene. Non hai nemmeno voluto accorgertene prima: avevi paura, vero?"

Paura? Cos'era la paura?
Anzi, l'aveva provata più volte, da quando si era immersa nel buio.... o no?
Si sentiva inquieta, a dover decidere.

"Inquieta... Bell'eufemismo. Quella è paura, sorellina."

Alzò gli occhi sulla se stessa in piedi: paura? Sorellina?
Perché non riusciva a capire?
Perché non si sentiva sicura, padrona di sé, conscia che tutto stesse andando bene?

"Perché non ti ricordi più nemmeno di questo, ora."

Con la mano libera la se stessa in piedi stava reggendo un libro rilegato in pelle; spesso, ingiallito... e familiare.
Che cos'era?

"Non te lo ricordi, vero? La nonna lo teneva in mano, quella notte... ma tu l'hai ricordata senza, vero?"

La nonna? La vecchia col bambino? No: non aveva nessun libro in mano, ne era certa.
Si sentiva sempre più confusa.
La se stessa in piedi sospirò.

"Hai sempre avuto paura, Teresa. Paura di affrontare quel mostro, paura di aiutarmi... E paura anche di vivere da sola, non é così? E' per questo che ti sei assuefatta di questo."

La se stessa in piedi gettò con disprezzo il libro a terra.

"Mi sono sempre chiesta perché tu sia diventata una Guerriera d'Attacco, Teresa. Io, lo so perché diventai una di Difesa: volevo proteggerti, farti da scudo, non lasciarti mai sola... non potevo neanche permettermi di morire. Ma tu? Hai sempre pianto, sei sempre fuggita, non hai mai brandito davvero quell'arma prima d'impazzire. Perché sei diventata una Guerriera d'Attacco?"

La domanda rimase sospesa nell'aria: non avrebbe saputo rispondere.
Il suo corpo pulsava, e l'inquietudine - la paura - si riaffacciò in lei: srebbe diventata come... come...?

"Quindi te ne sei resa conto."
osservò d'un tratto la se stessa in piedi
"Del legame tra il mostro di quella notte e quello che diventai io. Come non accorgertene? Potevi percepire il mio Yoki impazzire, e dentro, dentro di te ti sei accorta che anche il tuo stesse impazzendo."

Le si serrò la gola: aveva ragione!
La se stessa in piedi invece scrollò la testa.

"Sai, in realtà so perché sei diventata una Guerriera d'Attacco. O meglio, lo sai tu: in vita, io non l'ho mai scoperto. Ma ora che sono in te, lo so eccome."

La guardò dritta negli occhi.

"Tu, avevi bisogno di me: ti eri resa conto che da sola non avresti retto - e, vedendo com'è andata, avevi ragione. Quello che t'importava era che io sopravvivessi, che restassi al tuo fianco, che ti sorreggessi; non era necessario, invece, che sopravvivessi tu. Non sei davvero capace di amarti se non in maniera distorta, non è così, Teresa?"

Lei sentì come qualcosa montarle dentro: perché le parlava così? Perché aveva quegli occhi sofferenti?
E perché parlava di questa Teresa?!?
Non riuscì più a trattenersi e lo gridò con voce roca:

"... Basta! Perché mi chiami Teresa?! Chi è questa Teresa?!? Io non sono quella persona!!! Io mi chiamo - mi chiamo..."

Si bloccò. Come si chiamava?
Non Teresa, ne era sicura.
Ma allora come?
La se stessa in piedi rise. Una risata amara, senza gioia. E le rivolse un sorriso disgustato.

"Oh, lo so: ti sei dimenticata come ti chiami. Non sei più Teresa, perché senza di me non potevi vivere, ed hai deciso che allora Teresa morì con me. Ma non sei nemmeno Divina, qui dentro: le sovrastrutture logiche, il castello in aria che Divina s'è costruita per non avere paura di se stessa, qui dentro non ha spazio. Ci siamo solo noi, qui dentro, i tuoi incubi, i ricordi che hai sepolto nel tuo inconscio; qui sei nuda di fronte alle tue paure, qui sei ancora come ci hai lasciate, sei chi eri quando ci hai rinchiuso."

Sentì freddo, in quel momento: com'era possibile? Lei non sentiva mai freddo!
Abbassò lo sguardo: era nuda! Nuda, nella mostruosità di quel corpo!!
Potè a malapena stupirsene.
Un boato le fece rialzare lo sguardo.
La se stessa in piedi aveva ora gli occhi dorati, ed il suo Yoki - lo sentiva - si stava espandendo.

"Qui dentro, tu sei te stessa."

Come un passo di danza elegante, apparvero le corna e le ali, la gonna di seta ed il torace massicio.
Il mostro la torreggiò, e sorrise.

"Tu sei Teresa."

Un sibilìo di vento accompagnò quelle parole, ed alcune stelle apparvero solitarie in quella notte buia.
Lei alzò lo sguardo, ed il mostro fece lo stesso: erano davvero stelle brillanti, dalla luce argentea.
No, non erano stelle.
Delle Claymore - quante? Non riuscì a contarle - caddero dall'alto gettandosi con le spade contro il mostro; questi le osservò come rapito, senza dire nulla.
E loro, una dopo l'altra, affondarono le loro lame dentro di lui.
L'enorme bestia urlò, ed il sangue schizzò ovunque mentre il suo corpo veniva dilaniato.
Lei osservò ciò senza dire nulla, scioccata da tutto quello che era accaduto e stava accadendo.
Non aveva già visto qualcosa del genere? Non riusciva a ricordarselo.
Presto finì tutto, e con un ultimo affondo un pezzo di braccio cadde a terra dalla massa informe, proteso come verso di lei; guardò quell'arto ipnotizzata: dove aveva già visto, una cosa del genere?
Un rumore metallico le fece alzare la testa.
Le Claymore, le spade alte e sanguinanti, gli occhi argentei spietati, stavano avanzando verso di lei.
Sentì il cuore batterle a mille: che volevano farle? Sembravano quasi, quasi...
Lei non era un mostro!!
Fece quasi per gridarlo, quando accidentalmente abbassò il capo. E lo vide: vide il suo corpo gonfio e pulsante, orrendo e deformato.
E nudo.
Non era forse mostruoso?
Sentì le lacrime caderle sulle guance: no, no, NO!
Lei non era un mostro! Non aveva massacrato la sua famiglia, non aveva ucciso sua sorella, non aveva fatto niente di niente!!
Riuscì a gridarlo.

"Io non sono un mostro!!!"

Ma le Claymore parvero non averla udita. Continuarono ad avanzare, le spade alte e gli occhi freddi.
Lei si sentì gelare dentro.
E non le rimase che urlare la sua paura.

"NNOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!"

Non voleva! Non voleva diventare un mostro! Non voleva morire da mostro!
Voleva la sua famiglia, sua sorella, il suo letto, la sua stanza!
Voleva la sua sicurezza, le sue certezze, il suo rifugio!
Non voleva essere Teresa!
Voleva solo una cosa.
Tornare indietro.
Andare via da lì, via dal buio.
Tornare.
Alla Luce.






Citazione:Yoki utilizzato: 70% -> 0%
Stato Fisico: Occhi riargentatisi, vene ritiratesi, muscoli sgonfiatisi, canini ed unghie tornati normali; incosciente
Stato Psicologico: Sogna. Gli incubi che si susseguono sono dovuti alla fugace sensazione d'aver superato il Limite, che riesce inconsciamente a rapportare al Risveglio della sorella, fatto che aveva volutamente dimenticato e che l'esperienza ha riportato prepotentemente alla luce assieme ai suoi altri traumi. Stato psicologico confusionale, in bilico tra la coscienza d'essere Divina ed il più infantile e represso carattere di Teresa. Sopraffatta dagli incubi, tenta con tutte le sue forze di fuggirne tramite la disperazione.
Abilità utilizzate: Percezione dello Yoki (passiva - inconscia; essendo svenuta è ovvio che non Percepisca niente, ma essendo un senso involontario è pur sempre latente)
Gli sforzi di Laura paiono non portare a nulla, nonostante lo yoki che le scorre nelle vene l'armatura e la sua lama le rendono i movimenti difficili: il Divoratore annaspa anch'egli privato da Divina dell'uso di un braccio ma sta per raggiungere la riva. Nel frattempo i due Yoma si decidono ad entrare in azione e con un balzo riescono a raggiungere la povera Divina svenuta sulla superficie dell'acqua, la afferrano e si apprestano a trascinarla sulla riva opposta a quella dove si sta dirigendo il Divoratore quando la piccola guerriera apre gli occhi!

Turnazione invariata.

Lochnir

“Parlato”
“Pensato”
“Parlato da altri”

“Niente da fare! Mi tocca inseguirlo fino a riva per eliminarlo, maledizione!” pensò Laura, digrignando i denti acuminati per la rabbia.

D'altronde, la guerriera di Rabona aveva poca scelta. Ormai Divina era troppo in là con la corrente e non avrebbe potuto raggiungerla. Sperava solo che si destasse di propria iniziativa, ma non ne era troppo speranzosa. Forse, però, lo Yoki nel corpo di Laura la teneva concentrata su un solo obiettivo per volta.

“Laura! Laura!”

Era una voce familiare. Era una voce tenera, soave, di bambina.

“Devi uccidere anche questo! Devi farlo per me!”

“I...sabel!”

Per un attimo le parve di non trovarsi lì, immersa nell'acqua torbida di quel fiume dannato. Poi però tutto tornò normale: di fronte a sé vedeva il Divoratore, privato di entrambi gli arti, raggiungere la riva.

“Dove... pensi di scappare?”

Ecco che Laura, accesa ulteriormente da quella voce, aumentò la propria velocità di nuoto, cercando di ignorare ancora le ferite grazie al sangue di Yoma presente nel suo corpo, per raggiungere la riva il più in fretta possibile e balzare alle spalle del nemico con l'intento di tagliarlo a metà a partire dal cranio verso il basso. Il mostro doveva morire subito. Poi, sarebbe venuto il resto.


Yoki utilizzato: 45%
Stato Fisico: Ferite leggere sulle braccia e sulle gambe (causate dalle schegge di legno della barca); Ferita di entità media sulla gamba destra (causata da un artiglio di uno degli Yoma); occhi dorati, vene pulsanti sul volto, dentatura deformata
Stato Psicologico: Si augura anche che Divina sopravviva e di poterla salvare una volta ucciso il mostro.
Abilità utilizzate: Percezione dello Yoki
Citazione:"parlato"
pensato

Luce!
Nella notte buia, qualcosa sembrò perforare la Luna, come un fuoco bianco e splendente; non fece rumore: semplicemente investì le sagome nere che stavano avanzando per ucciderla. Queste gridarono, ed alzarono un braccio agli occhi per non vedere la Luce.
La più vicina a lei, notò, portava lunghi e lisci capelli biondi che le lambivano il fondoschiena nonostante il movimento del corpo in atto.
Ma lei non si soffermò: si alzò, invece, e fuggì.
Fuggì lontano, più lontano che poteva, il corpo sempre più leggero; la Luce le venne incontro: le stese una strada liscia, bianca come il latte e luminosa come il giorno, che lei percorse correndo nel terrore che le sagome scure potessero inseguirla.
Corse, corse e corse, iniziando così a vedere le stelle lontane, e i pianeti dai mille colori che apparendo iniziarono a danzare intorno a lei.
Alla fine, giunse ad un bivio. A più bivi.
La strada color latte si dipanava in tutte le direzioni ora, curva si se stessa quasi a formare una spirale ornata da stelle.
Quale strada avrebbe potuto prendere? Si domandò impaurita, e temendo d'essere inseguita si voltò ansiosa.
Ma non c'era nessuno.
Sospirò, e sorrise; quindi tornò a guardare avanti.
Le mille strade bianche erano scomparse, ora: la Luce adesso irradiava un giardino verde ricco di profumi e di Sole, dove i toni più accesi delle foglie e dei fiori parevano danzare in un quadro di bellezza.
Lontano, oltre il cielo terso, l'Inverno con le sue bufere rimaneva confinato ai margini di quel luogo, dove l'Estate regnava imperitura.
Vedendo tutto ciò, lei rise. Rise argentina, e si coprì la bocca sorridente con entrambe le mani.
Aveva finalmente trovato il suo posto nel mondo.


La luce del Sole filtrò da sotto le sue palpebre, mentre il profumo dei fiori ancora inondava le sue narici.
S'era addormentata?
Sentì l'acqua lambirla ed accarezzarla... strano, non le pareva ci fosse pure un ruscello, nel giardino.
Le membra erano dure, notò, specialmente le braccia: sentiva quasi come se qualcuno gliele stesse tenendo.
Una sua sensazione, probabilmente.
Ora aprirò gli occhi, si disse, mi toglierò le vesti bagnate e mi godrò il Sole nuda mentre i vestiti si asciugano.
Ora aprirò gli occhi.
E li aprì.

"AaaAAAAaaaaAAAAAaaaaaaaHHHhhhhHHHHHhhhhhhh!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!"

L'urlo, alto, argentino e squillante, le venne spontaneo quasi appena aperti gli occhi: cos'erano - COS'ERANO! - quegli orrendi ceffi rossastri, calvi, con gli occhi giallo oro, i denti aguzzi e le orecchie a punta?!?
Cos'erano, e soprattutto cosa ci facevano nel suo giardino?!?!
Prese subito a dimenarsi, agitando gambe e braccia rendendosi conto che quegli esseri - quei MOSTRI! - la tenevano avvinghiata, ferma, come se la stessero trascinando chissà dove.
Cosa ci facevano, nel suo angolo di mondo?!?!
Erano orrendi, deformi... mostruosi. Mostruosi, ecco: come, come...
Le passarono all'improvviso di mente la lei stessa che si trasformava in quel mostro alato coronato di corna e dalle gambe di seta, ed anche l'ombra cornuta che incombeva sul tetto crollato della sua casa.
Ricordò, e comprese.

"NNNnnnOOOoooooOOOOOooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!"

Aumentò la forza nel dimenarsi, cercò con ogni forza di liberarsi: quegli esseri la stavano riportando in quel luogo da cui era fuggita, ne era sicura!!!
Cercò allora forza, ancora forza... e le giunse: la sentì fluire dentro di lei, potente, inarrestabile come un fiume in piena; le giunse, e... ne ebbe istintivamente paura.

E'... è... è...

Non formulò davvero pensieri, ma le passarono di nuovo davanti le figure di quei due immensi mostri... e se stessa, in ginocchio orrendamente deformata ed abbruttita.
Cercò istintivamente di reprimerla... anzi, no: l'avrebbe fatto, ma dopo.
Dopo.
Ora, ne aveva bisogno per colpire, strozzare, penetrare negli occhi, graffiare quei due mostri che aveva davanti.
Per ucciderli.
Per scacciarli dal suo giardino.
Quello, era adesso l'unico orizzonte che vedeva.

Via, dal me' giardino! Via!!




Citazione:Yoki utilizzato: 20%~10%~20% (fluttuazione dovuta ad una soppressione istintiva e solo momentanea dello Yoki, dovuta allo stato confusionale ed alla paura istintiva e d'esperienza indiretta dello stato che è il Risveglio - pur non sapendo di cosa si tratti effettivamente)
Stato Fisico: Occhi dorati, rade vene sul volto per un istante scomparse per poi riapparire causa soppressione poi interrotta dello Yoki
Stato Psicologico: Si risveglia giunta ad un punto del sogno in cui trova il suo rifugio ideale, e la visione conseguente dei due Yoma la terrorizzano; incapace di distinguere tra sogno e realtà a causa del suo già da tempo compromesso stato psicologico, si agita senza freni non comprendendo la situazione. In cerca di forza per liberarsi dalla presa dei due mostri attinge a dello Yoki, ma quasi immediatamente lo sopprime per istinto e paura avvallati dal sogno-ricordo appena fatto; la cosa decade quasi appena avviata perché Divina trova una sorta di bussola nello scopo di sopprimere immediatamente i due Yoma-orrende visioni.
Abilità utilizzate: Percezione dello Yoki (passiva), Soppressione dello Yoki
Lo sforzo di Laura si rivela utile per raggiungere il mostro ma vano quando questi in virtù della sua maggiore statura riesce a toccare il fondo prima della guerriera ma la resistenza dell'acqua è eccessiva anche per le sue poderose gambe e maldestramente annaspa cercando di correre e rallentando quindi notevolmente i suoi movimenti (grande grosso e poco agile?).
Divina si dimena mentre i due Yoma maldestramente cercano di riportarla a riva, uno di questo visto che la piccola guerriera si dimostra un osso duro a causa dello yoki e della sua instabilità mentale, arriva a morderle una spalla con i suoi affilati denti.

Gwan Guaf, Pfrendile le Gambfe!

Il secondo Yoma obbedendo all'ordine del primo fa scivolare le sue mani sulle caviglie di Divina.

Turnazione invariata

Lochnir

“Parlato”
“Pensato”
“Parlato da altri”



“Gli sono così vicino!” pensò Laura, ormai al limite della sopportazione di quella situazione così assurda. “Maledetto! Muori!”


La spada si alzò sopra la testa dello Yoma divoratore.


Le bastava così poco, un così rapido e corto movimento per raggiungere il nemico con la sua lama implacabile. Perché non poteva compiere quell'ennesimo, seppur minimo e quasi insignificante, frammento della propria vendetta? Perché il Dio di Rabona non le accordava quel sollievo?


“Qual è la mia colpa?”


Lo sguardo intriso di odio, e l'espressione deforme per lo Yoki cui stava ricorrendo, Laura non intendeva affatto demordere: quel mostro sarebbe morto. Suo intento era dunque quello di raggiungerlo con la sua spada il prima possibile e tagliargli la testa. Ormai, era troppo vicino perché si potesse fallire nell'impresa.



Yoki utilizzato: 45%
Stato Fisico: Ferite leggere sulle braccia e sulle gambe (causate dalle schegge di legno della barca); Ferita di entità media sulla gamba destra (causata da un artiglio di uno degli Yoma); occhi dorati, vene pulsanti sul volto, dentatura deformata
Stato Psicologico: Ormai non pensa che a uccidere il divoratore. Evidentemente il flusso di Yoki liberato a questa percentuale le offusca il pensiero per la propria compagna.
Abilità utilizzate: Percezione dello Yoki
Citazione:"parlato"
pensato
Isparite! Isparite! Isparite! Isparite! Isparite!!...

Lo gridava nella sua testa, nel più profondo della sua anima, mentre i suoi polmoni disperavano aria per aiutare il suo cuore che batteva all'impazzata.
Eppure, quei mostri non sparivano.
Non servì a nulla nemmeno cercare di colpirli, di farli fuggire con pugni e calci: rimanevano lì, non se ne volevano andare.
Ma il peggio non era ancora giunto.
Arrivò un attimo dopo, sotto la sensazione fredda e dolorosa di denti aguzzi che si stringevano sulla sua spalla.
L'inverno si era fatto strada nel suo giardino, e lei non aveva più la forza di fingere.
Vuotò d'istinto i polmoni già esausti, e da ogni occhio cadde spontanea una lacrima.

"AaaAAAAaaaaAAAAAaaaaaaaHHHhhhhHHHHHhhhhhhh!!!!!!!! !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!"

Lo Yoki fluì nuovamente copioso nelle sue vene, e lei riprese a mulinare le braccia - sì, anche quella con la spalla azzannata - e scalciare con quanta più violenza poteva.
Che doveva fare? Come doveva comportarsi? Come poteva salvarsi?

... Cadrà 'l tetto sovra 'l mio prato estivo?!?

Fu un pensiero spontaneo.
Il tetto, come il tetto di casa sua.
Quei mostri, come il gigante che si affacciò sullo squarcio quella notte.

No... no... no!

Non ci sarebbe stato un focolare caldo come il mattino dopo quel giorno, quella volta, non una finestra da cui guardare la neve scendere, non...
Il flusso di pensieri s'arrestò.
Non una testa gigantesca, posata sulla neve fresca da quattro donne bionde.
Una testa mostruosa, immensa e cornuta.
La testa di quel mostro.

La testa...

Non era una cosa nuova, non un indizio innovativo.
Se n'era solo dimenticata.
Ora, aveva una cosa che poteva fare.
Aveva una sicurezza.
Si guardò intorno, febbrile: voleva girarsi, avvolgere col braccio illeso la testa del mostro che la mordeva, a costo d'usare il corpo di quell'altro come perno calciandogli contro.
Si sarebbe girata, ed avrebbe tentato d'usare il braccio con la spalla azzannata per tenergli fermo il capo, mentre le unghie e le dita della mano libera sarebbero affondate sulla morbida, delicata gola di quella bestia.
Per decapitarlo.
Perché ora sapeva cosa fare.




Citazione:Yoki utilizzato: 20%~30% (aumento dovuto al dolore subito, non soppresso)
Stato Fisico: Occhi dorati, vene sul volto, lesione da morso alla spalla destra (deciso da me in quanto il master non ha specificato)
Stato Psicologico: Sommamente impaurita dal persistere della presenza dei mostri, quando viene morsa raggiunge picchi di paura mai provati da anni e si rivede passare davanti il mostro della notte in cui la sua famiglia morì; ricordandosi ad un certo punto del particolare delle Claymore che mostrarono la testa decapitata del mostro, si ricorda della regola d'oro: gli Yoma vanno decapitati. Questo le dà nuova iniziativa e una forte iniezione di fiducia e sicurezza
Abilità utilizzate: Percezione dello Yoki (passiva)
La spada di Laura si abbatte inesorabile sul Divoratore colpendo la clavicola e penetrando tra il collo e la spalla e scendendo giù fino a rompere la clavicola. L'urlo del mostro è angosciante e il possente corpo si accascia nell'acqua bassa con un tonfo sordo.


L'azione di Divina si rivela stranamente efficace: con la gamba sinistra colpisce lo Yoma che cercava di tenerle ferme le gambe (lo Yoma viene sbalzato via e raggiunge la riva dove si mette in fuga cercando riparo nel bosco.) e contemporaneamente riuscì a cingere testa e collo dello Yoma che la mordeva, la stretta è salda e forte e la vicinanza della testa del mostro permette alla piccola guerriera di schiacciarne la testa che cede ed esplode in un fiotto di sangue violaceo.

Turnazione invariata.

Lochnir

“Parlato”
“Pensato”
“Parlato da altri”


Un sonoro CRACK si udì uscire dal corpo del mostro, mentre la claymore di Laura andava a tagliarlo a partire dal collo fino alla clavicola.


“MUORI!” gridò la guerriera di Rabona con la sua voce resa più grave alterata dallo Yoki. Il dolore per le ferite subite era quasi impercettibile nella foga dello scontro: ma chissà, forse a breve sarebbe stato impossibile ignorarlo oltre. L'importante, però, era che il Divoratore fosse stato abbattuto prima che potesse uccidere.


Il corpo del Divoratore si accasciò nell'acqua torbida del fiume. Laura, sospirando dallo sforzo, cercò di calmarsi e di guardarsi intorno.


“Non ho... ancora finito...” disse lei.


Osservò quindi la situazione sulla riva dato che ormai era vicina. Sapeva bene che ce ne mancava uno all'appello, che uno Yoma più debole era ancora in circolazione.


“Devo diminuire lo Yoki nel sangue...” pensò, placando il proprio furore. “Altrimenti potrei non riuscire a percepire correttamente la posizione del nemico.”


Poi, quasi destatasi da un sogno, si ricordò che Divina era ancora in acqua, probabilmente combattendo l'altro Yoma. Ma a lei non doveva né poteva pensare troppo in quel momento. Il suo dovere era terminare ciò che aveva cominciato.


“Quello Yoma... La sua testa cadrà molto presto.”


Yoki utilizzato: tentativo di diminuzione da 45 a 10%
Stato Fisico: Ferite leggere sulle braccia e sulle gambe (causate dalle schegge di legno della barca); Ferita di entità media sulla gamba destra (causata da un artiglio di uno degli Yoma); occhi dorati, vene pulsanti sul volto, dentatura deformata ma in procinto di tornare normale per il ritorno ad un livello Yoki inferiore
Stato Psicologico: Lieta di aver ucciso il Divoratore. Penserà più tardi a Divina perché ora intende cercare ed eliminare lo Yoma rimasto.
Abilità utilizzate: Percezione dello Yoki
Citazione:"parlato"
pensato
S'accorse a malapena d'aver scalciato via l'altro mostro, e solo un angolo di lei si rese conto che questi ne aveva approfittato per fuggire: la sua concentrazione, la sua paura erano tutte su quello che l'aveva morsa.
Avrebbe voluto staccargli la testa di netto, ma a mani nude era ovviamente difficile... però doveva farlo: come liberarsene, altrimenti? Era l'unico appiglio che le rimaneva.
Fu così che, nella concitazione della lotta, strinse a lei testa e collo di quell'essere bestiale, tentando di strapparglielo via dal capo, facendo pressione sulle pareti craniche sempre più forte... finchè qualcosa cedette.
Lei annaspò nell'acqua, sorpresa dal cedimento, mentre attorno a lei il fiume diventava violaceo e... qualcosa... vi galleggiava intorno.
Ma, soprattutto, non Percepiva più lo Yoki del mostro.

E'... ito?

Non ne era certa: il corpo c'era ancora, senza più la testa ma era lì che galleggiava sull'acqua torbida; eppure, quella disgustosa presenza non alleggiava più nella sua testa.
Era lì, ma non era più lì.
Non scompariva.

Io... habeo sbagliato alcuna cosa?

Era lì, ma non era lì, rimaneva nel giardino e non vi rimaneva, se ne stava immobile mentre l'altro...
Trattenne all'improvviso il fiato.
L'altro!

Eran due... Come potèa dimenticare?

Due mostri nel suo giardino, due volti malefici una volta aperti gli occhi: come avrebbe mai potuto scordarsene di anche uno solo?
Sì guardò intorno, spaventata: dov'era finito?
Era quello senza braccia, laggiù? No, troppo grosso - ma non l'aveva già visto? -; osservò febbrile la riva...
La riva!
Le tornò in mente la fugace occhiata all'altra figura rossastra che vi si allontanava, mentre lei ancora stringeva la testa dell'altro essere.
Era fuggito!

... Ito! E pòle tornar, ognor volesse!

No, non gliel'avrebbe permesso: non voleva MAI PIU' simili esseri nel suo giardino!
Annaspò cercando di guadagnare la riva, muovendo la testa per cercare, vedere, sentire, Percepire.
Lo avrebbe trovato, e si sarebbe assicurata che non tornasse mai più.
Sperando che l'altro non si muovesse di nuovo.



Citazione:Yoki utilizzato: 30%
Stato Fisico: Occhi dorati, vene sul volto, lesione da morso alla spalla destra
Stato Psicologico: Sta ormai sostituendo la fiabesca Narrazione al più concreto "giardino" inviolabile: non fa più finta che gli Yoma scompaiano una volta uccisi, ma si rende conto che i cadaveri rimangano - benché non afferri ancora la realtà della morte, la differenza tra essere ed esistere.
Per questo, una volta ucciso il primo Yoma rimane un attimo spaesata ed impaurita non capendo come mai il corpo rimane, e solo l'accorgersi che l'altro mostro sia fuggito (altro cambiamento: l'inviolabilità del giardino la spinge a comprendere che le persone ed i mostri esistano anche al di fuori del suo raggio visivo) accantona i timori e prende a cercare terrorizzata il secondo Yoma.
Abilità utilizzate: Percezione dello Yoki (attiva - parzialmente volontaria; Divina è in stato confusionale, e semplicemente sta tendendo tutti i suoi sensi per trovare lo Yoma sopravvissuto)
Mentre Divina cerca ancora di comprendere cosa sia successo e dove sia finito il secondo Yoma che la tratteneva questi si porta quanto più velocemente a riva cercando di fuggire nel bosco che circonda le sponde del fiume. Laura raggiunge Divina che ormai lotta con un cadavere... La corrente del fiume si fa meno intensa e una larga lanca assomiglia più a uno stagno o a un laghetto che a un tratto del fiume vero e proprio, in effetti ivi si sono accumulati i resti della povera imbarcazione che gli abitanti vi avevano messo a disposizione. I fitti canneti la circondano ma raggiungere la sponda non dovrebbe costituire un problema oramai.

Turnazione invariata

Lochnir

"Parlato"
"Pensato"
"Parlato da altri"


Quando si accorse che l'ultimo Yoma rimasto in gioco doveva essersela data a gambe da qualche parte, Laura provò un misto di rabbia e delusione, ma nel contempo, trovandosi ormai a riva, sentì un insolito calore di sicurezza. Lo Yoki dentro di lei ribolliva con meno veemenza e la faceva riflettere.


Si calmò. Era completamente coperta di fanghiglia e acqua sporca, oltre che stanca per lo scontro.
E vide Divina, l'insolita e strana compagna, a pochi metri da lei. Era ancora viva!


"Divina!" esclamò Laura, quasi felice di vederla. Dopotutto, dovevano terminare insieme la missione, malgrado tra loro non scorresse buon sangue.


Così, la guerriera di Rabona si avvicinò all'altra, ansimando per la fatica.


"Stai bene?" chiese. "Sono riuscita a eliminare il Divoratore. E vedo che tu hai ucciso l'altro Yoma."


Una piccola pausa, guardandosi ancora attorno.


"L'altro dov'è, però? Dobbiamo trovarlo!"


Poi, guardando le ferite sulle gambe e sulle braccia e rendendosi conto che non avrebbe potuto continuare a combattere in quelle condizioni, optò per tentare di rigenerarle, sperando che lo Yoma non facesse ritorno proprio in quel momento. Si sedette sulla riva e attese che la compagna si pronunciasse. Ma non ci contava troppo, in realtà...


Yoki utilizzato: 10%
Stato fisico: Tentativo di rigenerazione delle ferite leggere sulle braccia e sulle gambe (causate dalle schegge di legno della barca)e della ferita di entità media sulla gamba destra (causata da un artiglio di uno degli Yoma); occhi dorati
Stato Psicologico: Lieta di aver ucciso il Divoratore. Intenzionata a rigenerarsi prima di ripartire alla ricerca dell'ultimo Yoma
Abilità utilizzate: Percezione dello Yoki
Citazione:"parlato"
pensato

Dov'era? Dov'era? Dov'era? Dov'era?!
Era nervosa, impaurita e determinata a trovarlo mentre annaspava schizzando acqua per i nervi poco saldi; dov'era il mostro? O doveva lasciarlo stare? E se fosse tornato?
... Eccolo!!
Quasi le venne un colpo, e smise per un istante di nuotare: era lì, che guadagnava riva e guardava verso il bosco circostante. Non se lo sarebbe lasciato sfuggire! Pensò istintivamente, riprendendo ad annaspare rabbiosa.
O almeno, questo fu quel che fece finché una voce non la fece sobbalzare.

... Cosa, fu?!?...

Si guardò intorno, spaventata e sull'orlo oramai d'una crisi - beh, una crisi peggiore -: che stava succedendo, al suo bel giardino?!
Notò comunque presto la ragazza coi codini che si avvicinava, e la ascoltò insicura e diffidente: da dove spuntava fuori? Si conoscevano? In effetti, forse un volto noto glielo rimembrava...
... L'altro?
Quell'altro?!
L'ultima domanda della tipa le fece saltare un battito al cuore: l'altro! Se n'era quasi dimenticata!!

'L me' bel giardino!!

Si voltò, guardandosi intorno ansiosa: il bosco! Era andato verso il bosco! Doveva trovarlo!!

"...'L mostro!"

Ansimò preoccupata, dimentica della ragazza dai capelli d'argento - ma questa volta semplicemente perché aveva ben altro a cui pensare: lo Yoma era chiaramente una minaccia più pressante al suo bel giardino!
Ignorando il dolore alla spalla ed ansimando ad ogni bracciata, cercò quindi di raggiungere riva quanto prima, di raggiungere il bosco quanto prima.
... A proposito, come l'aveva chiamata quella lì? Non ci aveva fatto caso... ma non era il suo nome.
Se lo sarebbe ricordato, il suo nome.
Ma accantonò il pensiero: non era il momento per simili facezie.
Stringendo i denti, sì sforzò di fare in fretta, più in fretta che mai: doveva raggiungere la riva ed uccidere quel mostro prima che le insozzasse il giardino!!
I suoi occhi, in quel momento, riflettevano solo disperazione.




Citazione:Yoki utilizzato: 30%
Stato Fisico: Occhi dorati, vene sul volto, lesione da morso alla spalla destra
Stato Psicologico: Semplicemente sconvolta perchè lo Yoma-calamità le sta sfuggendo, rende evidente il suo nervoso prestando attenzione a Laura - per poi dimenticarsi di lei non appena toccherà l'argomento mostro sopravvissuto; questa volta non si tratta però di rimozione da protagonismo: è solo la febbrile necessità di raggiungere la bestia a farle ignorare la ragazza. Le parole di Laura comunque non cadono nel vuoto come quando semplicemente ignorava i passi troppo complicati dei discorsi: per un attimo, infatti, la confusa Divina s'interroga sul proprio nome, e soprassiede solo perché troppo presa dalla realtà-incubo da riconvertire in giardino-sogno per perdersi in dettagli del genere.
Abilità utilizzate: Percezione dello Yoki (attiva - parzialmente volontaria; Divina è in stato confusionale, e semplicemente sta tendendo tutti i suoi sensi per trovare lo Yoma sopravvissuto)
Mentre Laura con calma cerca di richiudere le ferite che le sono state inferte dal mostro e queste a poco a poco tendono a richiudersi, mentre Divina si lancia alla ricerca dello Yoma che si è allontanato dalla scena del delitto... Non sembra esserci nulla di insolito o qualcosa fuori posto... O forse Divina è troppo "eterea e astratta" per accorgersi di tutti i rametti rotti che il mostro ha lasciato dietro di sé addentrandosi nella foresta

EDIT 21/11/2012 ore 20:56

Nuova Turnazione:

- Hankegami
- Lochnir
- Master
Citazione:"parlato"
pensato

Fino all'ultimo annaspò ansiosa di toccare terra, addestrata a saper muoversi nell'acqua ma mai davvero in confidenza con essa; raggiunto quindi l'argine terroso e la rada erba, la fanciulla senza più nome raschiò freneticamente il terriccio con le mani e la riva coi piedi per scampare quanto prima dall'acqua e dal fango per erigersi - finalmente - sulla terraferma.

"... Anf! Anf!..."

Gocciolando dal corpo e dalle punte dei capelli, lei si erse in tutta la sua bassa statura guardandosi intorno e concedendosi un istante di riposo: soppresse pure un poco lo Yoki.
Ma fu solo un attimo, per riprendere fiato ed energie mentre ancora il cuore le batteva rapido e martellante; due, tre respiri, e quindi fissò ciò che aveva davanti a sé come se avesse una sua parte di colpa.
Il bosco.

... Celarmelo, tu no lo potrai.

Finì d'ansimare, e riprese a correre.
Il bosco, la foresta, la sede della natura selvaggia e del caos, delle fiere e di tutte le bestie selvatiche; il disordine, contro l'ordine del suo giardino.
Lei conosceva bene i boschi, anche se il loro aspetto e il loro odore era molto diverso dai suoi ricordi: lì vi era la legna da raccogliere, i conigli e le lepri e gli uccelli, e le bacche e le pigne da fermentare nell'acqua.
Ricordi, ricordi cari di non sapeva quando e di non sapeva dove, che riaffiorarono mentre entrava tra le colonne d'alberi e i cespugli e le frasche.
Si sentì quasi tranquilla, in quell'ambiente, nonostante fosse il caos che osteggiava la pace del suo giardino.
E questo, lei non se lo stava dimenticando.
Aveva avuto troppa paura per poterselo dimenticare.
Non osava dimenticarselo.
Lei, il motivo per cui era entrata lì dentro se lo ricordava bene.

... 'L mostro! 'L mostro!

Lo cercò con gli occhi, con le orecchie, con il naso, con tutti i sensi: sapeva che non poteva essersene andato: quello era reale, e stava realmente minacciando il suo giardino.
I rami spezzati, li notò e non li notò: non era affatto cieca, né ignorava il loro muto significato; lo sapeva, come inseguire un animale.
Ma il suo non fu un ragionamento, ma bensì una conclusione logica: quello non poteva essere svanito, e dei rami spezzati indicavano sempre il passaggio d'una preda.
E lei, non stava forse cacciando?
Digrignò i denti, rabbiosa e impaurita insieme, e continuò a correre.
Seguendo la scia di rami spezzati come se fosse la pista più naturale, ben lungi dall'ignorala.
Dall'ignorare la realtà e ciò che lei stessa era.




Citazione:Yoki utilizzato: 20% (soppressione 10%)
Stato Fisico: Occhi dorati, rade vene sul volto, lesione da morso alla spalla destra, dita graffiate e annerite; coprispalle perduto in fondo al fiume, abito e capelli bagnati. Un pò stanca, ha però appena recuperato un pò di fiato.
Stato Psicologico: Raggiunta la riva, nell'istante di pausa data dal mettersi in piedi dopo tanto nuotare si scopre stanca e rimane un istante a sopprimere dello Yoki e a respirare; entrata nel bosco, ben lungi dal vederlo come solo un luogo di caos, lo scopre un luogo familiare (Divina proviene da una famiglia di pastori/cacciatori che vivevano ai margini d'una foresta nel Nord, e lei ha già dimostrato di mantenere alcuni ricordi; ora, dopo il recente "flashback" mentale, sono anzi più vividi). Questo, ed il fatto che lo shock abbia notevolmente allentato la sua tendenza ad ignorare l'inaspettato (basti vedere come continui ad inseguire lo Yoma mentre questi è già sparito dalla sua vista - ovvero dalla Narrazione -), le fa vedere eccome i rami spezzati, che pure sa cosa significhino; la sua tendenza alla semplificazione della realtà - o semplice fretta di trovare il mostro-incubo - permane invece nel suo seguire automaticamente i rami spezzati, senza chiedersi se possano essere opera di un animale, oppure una trappola.
E' da notare piuttosto che lo shock la stia sottoponendo ad un processo regressivo: se un tempo i suoi ricordi del passato erano più sporadici, l'episodio dei rametti dimostra quanto il suo equilibrio psicologico in cerca di maggior comprensione della realtà si stia affidando spontaneamente alle esperienze infantili.
Abilità utilizzate: Percezione dello Yoki (attiva - parzialmente volontaria; Divina è in stato confusionale, e semplicemente sta tendendo tutti i suoi sensi per trovare lo Yoma sopravvissuto).
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