ClaymoreGDR Forum - Gioco di Ruolo di CLAYMORE

Versione completa: Braveheart [La X di Miria]
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Braveheart
Potranno toglierci la vita...


Staph, prima mattina. Primissima, per la precisione: l'alba. Le novizie dormono nelle loro cellette, riposandosi dagli sfiancanti allenamenti del giorno prima e preparandosi per quelli del giorno dopo. Una di loro, tuttavia, non dovrà spaccarsi la schiena con l'ennesimo, durissimo addestramento alla spada: d'un tratto, senza sapere come né perché, Angelica si ritrova per terra e sveglia, con un dolore sordo proveniente dal fondoschiena e, girandosi un po' intorno, vede una specie di brutto gnomo da giardino che la fissa con odio. Rialzatasi, scopre che è più alto di quello che sembrava... seppur non di molto, ma forse perfino più brutto. Se riuscisse a far mente locale, probabilmente capirebbe che è lo scorbutico Peter, un accolito che ha già visto in un paio d'occasioni. Senza mezzi termini, il basso uomo la afferra per un braccio e prende a urlare:
Vieni con me, ora. Hai roba da fare. E al vecchio non piace aspettare.
La trascina per corridoi apparentemente infiniti, svoltando a gomito tanto improvvisamente da tirarle il braccio con una forza che non sembrerebbe avere. Certo, l'addestramento e la carne di Yoma hanno reso Angelica molto forte, però neanche lui dev'essersi risparmiato. Infine, si ferma tanto inaspettatamente che la novizia quasi gli sbatte contro. Si trovano di fronte a un ampio muro spoglio, con soltanto una porta completamente nera a interromperne il grigiore. Senza tanti complimenti, Peter la apre e ci butta dentro Angelica, mollando solo ora - finalmente - il suo braccio. Poi le chiude la porta alle spalle, premurandosi di sbatterla come se fosse arrabbiato. La novizia si ritrova così in un lungo corridoio, con le pareti nere a cui sono appesi quadri macabri e oscuri, alternati a torce che illuminano debolmente la via. Non avendo scelta, percorre quella strada buia fino a raggiungere una porta identica alla prima. Il momento di esitazione che ha è sufficiente perché qualcuno dalla parte opposta apra la porta, rivelando una sala squadrata con le stesse pareti nere, ma ricoperte di scaffali stracolmi di libri, oltre che da diversi dipinti. Il primo che coglie l'attenzione di Angelica è il gigantesco ritratto a dimensioni naturali di un uomo seduto su una poltrona nera, vestito riccamente e bendato, con barba e capelli neri e folti. Occupa tutta la parete di fondo, e abbassando lo sguardo la novizia si accorge che è la copia dell'uomo in carne e ossa che siede sotto di esso, solo che il modello è invecchiato nel frattempo, e parecchio anche: la peluria nera è diventata grigia, e ricopre in gran parte la figura seduta sulla vecchia poltrona nera. 
Prego, entra.
La invita una voce oltre la porta, un uomo alto con un libro in mano. Non appena lei obbedisce, ecco che il vecchio inizia a parlare.


Angelica ti hanno i tuoi nomata
una fanciulla dal padre viziata
che ora di nostre candide sorelle
è una parte forse un poco ribelle.


Novizia, qui sei stata richiamata,
e devi sentirti di ciò onorata,
perché fra tutte abbiam scelto proprio te
per andare a conferire con un re.


Non di fatto ma di nome lui è tale
per volontà della sua cara gente
piuttosto che per suo sangue reale.


Misfatto han compiuto ai nostri occhi:
ci rifiutarono il pattuito;
a pagar vai a convincer gli schiocchi.


Concluso il sonetto, l'anziano Uomo in Nero tace. Si avvicina l'altro, Duran, che spiega in parole più semplici il suo compito:
A poca distanza da qui si trova un villaggio, Stir. Abbiamo mandato una guerriera a rispondere alle loro richieste, e il lavoro è stato portato a termine, ma il nostro emissario è stato cacciato appena ha chiesto il pagamento. Come già saprai, la ricompensa per l'uccisione di uno Yoma ci spetta di diritto, e non possiamo accettare che si creino precedenti: manderemo quindi te a trattare con il loro "re", il capo di questa banda, sperando che tu possa essere più convincente di un semplice inviato. Limitati alle parole, mi raccomando. Non vogliamo guai, solo ciò che ci appartiene. Ora vai, ti ci vorrà una giornata di cammino.
Così la novizia viene congedata, e riattraversa la Galleria fino a Peter. Il basso accolito le sorride maligno, offrendole una spada affilata, una claymore senza simbolo.
La vuoi? Se la vuoi, prenditela. Magari se ti vedono con una spada ci penseranno due volte prima di lapidarti come quel povero idiota.
Potrebbe stare inventando, ma anche no... sta ad Angelica decidere che fare, prima di avviarsi sulla strada per Stir.


Citazione:Descrivi il tuo incontro con gli Uomi in Nero e le tue sensazioni. Poi descrivi il viaggio, fermandoti in vista di Stir. Hai libertà di descrivere il paesaggio, ricordandoti di non allontanarti troppo dalla base fornita per le Terre dell'Est (una specie di deserto arido e spoglio, in sintesi). Puoi anche decidere se prendere o meno la spada: in caso tu la prenda, ricorda che devi tenerla in mano. Per qualsiasi cosa, puoi rivolgerti a me via MP.



Aveva passato la notte a rigirarsi nel letto: l'allenamento del giorno prima l'aveva sfiancata ma la sua mente non aveva voluto saperne di riposare. Dopo tanto penare, era da poco riuscita ad addormentarsi, quando qualcuno la strattonò fuori dal letto. Sbatté la schiena contro il pavimento e sbarrò gli occhi su un nano col grugno acceso d'odio.
"Accidenti!"
Si rialzò, massaggiandosi il fondoschiena: il nano non era poi così nano, ma brutto lo era sul serio, non si salvava nemmeno con la luce soffusa dell'alba. Peter. Quante volte l'aveva visto zampettare in giro.
Vieni con me, ora. Hai roba da fare. E al vecchio non piace aspettare. abbaiò, così forte da fare fischiare le orecchie.
La trascinò per i corridoi ancora stordita, rapido come una vipera, senza mai allentare la presa, una svolta di qua, una di là, un'altra e ancora e ancora... si bloccò e Angelica per poco non gli piombò addosso. La ragazza sbatté le palpebre e strinse gli occhi: un muro, una porta. Peter la buttò dentro e uscì di scena sbattendo deciso la porta. Angelica incenerì l'uscita con un'occhiata di fuoco: qualcuno aveva proprio deciso di farsi odiare.
Un unico corridoio si stendeva davanti a lei: le torce rischiaravano appena le pareti nere, rendendo tutto più opprimente. Lanciò rapide occhiate ai quadri, accelerò il passo senza accorgersene. Quel posto non le piaceva: troppo buio, troppo chiuso. Strinse i pugni lungo i fianchi, proseguì ancora e giunse ad un'altra porta. Identica alla prima. "Cos'è... uno scherzo?"
La porta si aprì e rivelò una sala con schiere di scaffali stracolmi di libri e quadri che emergevano dal nero delle pareti. Uno occupava tutta la parete di fondo, mostrava un uomo con ricche vesti assiso su un trono: una benda divideva la massa di capelli scuri dalla barba che gli ricadeva fin sul petto. Sotto il dipinto, vi era un uomo, un vecchio. Non le ci volle molto per capire che erano la stessa persona.
Prego, entra disse una voce.
Angelica mosse un passo e l'anziano prese a recitare in versi: nessuna sorpresa che fosse un uomo colto, circondato com'era da tutti quei libri. Quando ebbe terminato, Duran si premurò di parafrasare le sue parole, anche se, a dirla tutta, Angelica non ne ebbe bisogno.
Scosse il capo: umani irriconoscenti che non stanno al loro posto. Tempo perso, sottratto agli Yoma. Avrebbe ascoltato le ragioni di questo “re” con l'intenzione di risolvere la questione il prima possibile. Si ritirò con un breve inchino e percorse il lungo corridoio a ritroso. Peter la stava aspettando, con un ghigno stampato in volto: in mano reggeva una spada.
La vuoi? Se la vuoi, prenditela. Magari se ti vedono con una spada ci penseranno due volte prima di lapidarti come quel povero idiota.
Angelica lo squadrò con sufficienza: una cattiveria così gratuita non aveva altro scopo che metterla a disagio. Non la sfiorò più di tanto.
Decise di prendere la spada. Duran le aveva raccomandato di non usare le maniere forti ed era quello che intendeva fare: un chiarimento rapido e definitivo, questo aveva in mente. E la vista di una spada avrebbe di certo accelerato le trattative.
Si mise subito in cammino: l'esterno la mise di buon umore e la luce del sole la liberò da quel buio appiccicoso che regnava all'interno dell'Organizzazione. Per un giorno intero impresse le sue orme nella sabbia e frantumò terra secca sotto i piedi, finché i primi tetti di Stir non si profilarono all'orizzonte.


Citazione:Yoki utilizzato: 0%
Stato Fisico: Ottimo
Stato Psicologico: Decisa a sbrigare la questione alla svelta.
Abilità Utilizzate: Percezione dello Yoki (passiva)
Angelica giunse a Stir al tramonto: il sole proiettava lunghe ombre sulla sabbia, ombre di case, di un granaio e... di una palizzata? Avvicinandosi, la novizia poté confermare ciò che pensava: proprio di una palizzata si trattava, eretta alla bell'e meglio con un fossato rudimentale in cui erano stati infilati bastoni appuntiti rivolti verso l'esterno. Pesanti sacchi pieni probabilmente della sabbia che abbondava nei dintorni erano stati piazzati a ostruire l'entrata, un buco nelle "fortificazioni" lasciato per il passaggio. Dietro di essi, una mezza dozzina di uomini facevano la guardia, armati di lance ricavate da bastoni e utensili. Uno di questi individuò la novizia e in breve tutti le stavano puntando le armi dal lato opposto del "cancello", intimandole di identificarsi e di dire il motivo della sua presenza... una bella accoglienza, indubbiamente.



Stir non sarebbe stato nulla di speciale, senza quella linea che lo circondava per tutta la sua grandezza. Una palizzata frettolosa, sotto cui si apriva un fossato dai bordi irregolari, irto di pali appuntiti. L'unica apertura era chiusa da sacchi impilati, sorvegliata da sei uomini armati di bastoni con in cima ogni sorta di attrezzo.
Non si trattava di soldati addestrati e dall'entrata sbarrata Angelica capì che temevano qualcosa: era di lei che avevano paura? O forse degli Yoma? Avevano da preoccuparsi a ragione di entrambi.
Comunque,
era meglio andarci cauti: se provocata nel modo sbagliato, della gente indisciplinata e per di più spaventata risultava pericolosa. E lei non aveva nessuna voglia di finire male.
Un richiamo si levò dall'entrata e sei lance si schierarono contro il suo viso. Le intimarono di dichiarare il suo nome e le sue intenzioni.
Direi che siamo fin troppo agitati. Se voleva entrare, doveva guadagnarsi la loro fiducia.
Piantò la spada a terra e fece tre passi avanti: un dolce sorriso si schiuse tra le sue labbra e sbatté le ciglia senza mai distogliere lo sguardo.
Il mio nome è Angelica.
Posò la destra sul cuore, protese la sinistra verso di loro.
Sono qui, per chiarire un piccolo malinteso con il vostro re. Sono certa, che è una persona attenta, giusta, che ha a cuore la sua gente, e che non avrà alcun problema a incontrarmi.


Yoki utilizzato: 0%
Stato Fisico: Ottimo
Stato Psicologico: Calma, serena, decisa a conquistarsi la fiducia delle guardie.
Abilità Utilizzate: Percezione dello Yoki (passiva)
Con calma, Angelica fronteggiò gli uomini. Vedendo che aveva lasciato la sua arma, quelli si scambiarono occhiate dubbiose, ma infine, gesticolando e gridando, scelsero uno di loro che andasse a chiamare il loro capo. Nel frattempo non distolsero l'attenzione dalla novizia: evidentemente temevano qualche trucco. Ci sarebbe voluto qualche tempo perché il "re" arrivasse, quindi magari Angelica poteva sfruttarlo in qualche modo....

Citazione:Non sei obbligata a fare qualcosa, puoi semplicemente aspettare. Ti lascio però questa libertà in caso tu abbia qualche idea su come sfruttare il tempo a disposizione.

I suoi occhi seguirono l'uomo che si allontanò: Sì, bravo. Datti una mossa.
Il suo volto rimaneva sereno, ma dietro di lei incombeva la spada: voleva che la vedessero bene, che non pensassero di prendersi gioco di lei come era successo con l'inviato precedente. Se la situazione l'avesse richiesto, non avrebbe esitato ad usarla: non poteva uccidere gli uomini, ma nessuno le vietava di ferirli. Tuttavia, le cose erano ancora da decidersi e avrebbe preferito di gran lunga sbrigarsela a parole, in maniera onesta e pulita. Mantenne la calma, in attesa di una risposta.

Citazione:Yoki utilizzato: 0%
Stato Fisico: Ottimo
Stato Psicologico: Calma, in attesa.
Abilità Utilizzate: Percezione dello Yoki (passiva)
L'attesa non fu poi così lunga. Il messo improvvisato tornò accompagnato da quello che più che un uomo poteva dirsi un ragazzo, a occhio e croce più vicino ai venti che ai trenta, con lunghi capelli castani e un viso dalle linee morbide. I suoi occhi si fermarono prima su Angelica, poi sulla spada, per poi tornare alla novizia. Le sorrise, ma gli occhi rimasero spenti.
Che onore! L'Organizzazione invia addirittura una delle sue guerriere a... cosa? Intimidirci? Forse voi lo definite "trattare". Ma vedo poche possibilità di conversazione con le spade a portata.
Il suo sorriso divenne di sfida, e stavolta si estese allo sguardo. Intorno a lui, i suoi uomini ridacchiarono.
Posso chiedere il nome della fanciulla che viene da noi con pure intenzioni e altrettanto puro metallo? 
Gli risposero i suoi. Lui per un momento fu interdetto, ma non ci mise molto a riprendersi.
Angelica, dunque. Vorresti farmi il favore di venire a... trattare in privato? Magari lasciando quel gingillo lì dove si trova? Prometto che non te lo rubiamo. Abbiamo le nostre armi, e quella... è un po' esagerata, anche per i nostri standard. 
Un sorriso sincero si fece strada sul suo volto. Era disarmato, e non pareva malintenzionato... ma ci si poteva fidare?

Angelica rimase spiazzata.
Quello che si trovò davanti fu il volto di un ragazzo arrossato dalle ultime luci del giorno. I capelli castani si adagiavano sulle spalle, in un alternarsi di riflessi ocra e ramati. La prima cosa che fece fu sorriderle.
Lasciò che recitasse la sua parte e nel contempo lo ascoltò con attenzione.
I capelli lunghi gli conferivano un'aria indomita, tutti quei sorrisi lo facevano apparire seducente, sicuro di sé. La prima idea che si fece di lui fu quella di un temerario e forse non si sbagliava, data la sua giovane età. Ma bastava guardare i fatti: per sfidare così apertamente l'Organizzazione ci voleva una buona dose di coraggio. O di sfrontatezza.
Erano entrambe due possibilità: poteva essere un capo valente, che la sapeva lunga sul come tenersi stretti i suoi, come poteva essere un povero stupido, che ammaliava la gente così come seduceva le ragazzine.
Dietro tutti quei sorrisi e quelle belle parole, era difficile capire se il suo fosse un attento modo di porsi o l'inutile pavoneggiarsi di un ragazzino che giocava a un gioco più grande di lui.
Quand'ebbe terminato, Angelica si schiarì la voce e gli puntò gli occhi dritti in faccia:
Se pensi che io sia così stupida da scendere indifesa nella fossa dei leoni, sei fuori strada.
Bene! Ora che vi siete finalmente mostrato, sarò felice di trattare con voi.
Tuttavia, temo di non poter soddisfare la vostra richiesta: l'Organizzazione ci proibisce nel modo più assoluto di separarci dalla nostra spada.
Non era vero, ma tanto che ne sapevano loro?
In più, chi assicurerà, a questa povera fanciulla, che non verrà sgozzata non appena solcherà la soglia del vostro villaggio? Siete davvero così barbaro da negarle la sua unica difesa?
Lo sapete bene che a noi guerriere è tassativamente vietato togliere vite umane: siamo concepite per proteggervi, un simile gesto verrebbe scontato con la nostra stessa vita. Quindi, in tutta onestà, non avete proprio nulla da temere, né da noi, né dall'Organizzazione.
Fece una pausa.
Difficile a dirsi lo stesso per gli Yoma, invece. Che creature ignobili e senza scrupoli! Non c'è modo di placarli se non con le viscere o la morte. Si dice in giro... che sappiano compiere balzi grandi come case, che alcuni possano persino volare, che siano in grado di sfondare un cranio umano con una mano sola... quanto vi sarà utile un fosso e un muro di legno contro simili creature? Quanto pensate di resistere, armati dei vostri bastoni?
Datemi retta, conviene più a voi che a noi rimanere in buoni rapporti; perché prima o dopo, uno di loro ritornerà, è certo. E quando questo avverrà, ringrazierete il cielo e il vostro saggio comandante, che sarà stato così assennato da rimanerci amico.
Assaporò il silenzio che seguì, lo scandì coi suoi passi, divelse la spada e la tenne verso terra.
Fatemi entrare e chiariremo questo equivoco in pochissimo tempo; stasera tutti voi dormirete sonni tranquilli.

Citazione:Yoki utilizzato: 0%
Stato Fisico: Ottimo
Stato Psicologico: Serena, ritiene le sue parole sufficienti a convincerli. Spera di poter finalmente discutere con il re ed è decisa a portarsi dietro la spada.
Abilità Utilizzate: Percezione dello Yoki (passiva)
Effettivamente il discorso di Angelica spiazzò momentaneamente gli astanti. Tuttavia, il re si riprese prima degli altri, facendo spallucce. 
Come vuoi. A me sembri tutto meno che indifesa, e per quanto possa parerti strano so che cosa cela quella tuta, per cui che ti facciamo del male mi pare fuori questione... ma se pensi che avere con te la tua spada sia indispensabile, prego. Vorrà dire che avrò con me la mia.
Così dicendo si fece portare un'arma non poi così diversa da una claymore, lunga e larga ma non quanto quella della novizia e con un'elsa a croce. Dopodiché, fece far strada attraverso i sacchi di sabbia e invitò Angelica a entrare. Senza attendere, si avviò attraverso il campo.
Se pensi di convincerci con minacce e intimidazioni, sei fuori strada. 
Le disse mentre camminavano.
Sappiamo i rischi che corriamo, non siamo abbastanza stupidi da non rendercene conto. Ma qui nessuno, da me all'ultimo bambino nato, intende sopportare oltre le vessazioni dell'Organizzazione. Ne abbiamo avuto abbastanza.
Il tono era duro, freddo, così diverso da quello usato fino a poco prima. Pareva che avessero un po' da camminare, quindi Angelica poteva approfittarne per rispondergli.

Non si lasciò impressionare da quella spada, per quanto fosse simile alla sua. Procedette verso l'entrata, stando attenta a tenere la propria puntata verso il basso. Non si era fidata delle parole concilianti del re, poiché immaginava che senza spada l'avrebbero cacciata come il primo emissario, ma ora che ce l'aveva, doveva stare attenta a non provocare in nessun modo. Da quanto aveva capito, l'Organizzazione non era la benvenuta in quel posto, se qualcuno avesse malinteso un suo gesto, si sarebbe trovata addosso un bel numero di loro: non le era permesso ucciderli, perciò avrebbe dovuto tener testa a tutti nello stesso momento, il che era parecchio difficile per una novizia. Se anche ne fosse uscita intera, la missione sarebbe comunque fallita. E in quel caso non voleva pensare a cosa le avrebbero fatto gli uomini in nero.
Passò oltre i sacchi e raggiunse il re: "Se pensi di convincerci con minacce e intimidazioni, sei fuori stradaSappiamo i rischi che corriamo, non siamo abbastanza stupidi da non rendercene conto. Ma qui nessuno, da me all'ultimo bambino nato, intende sopportare oltre le vessazioni dell'Organizzazione. Ne abbiamo avuto abbastanza."
Angelica tenne lo sguardo dritto davanti a sé, senza fermarlo su niente e nessuno: Non mi pare di avervi mai minacciato con nessuna delle mie parole. Se avete inteso la mia spada come un'intimidazione, be', sareste stato più tranquillo se non l'avessi avuta? O non vi sareste domandato che ci fa una guerriera disarmata davanti alle mie porte? Non avreste pensato a un trucco? Ve l'ho già detto, non avete nulla da temere, e se sarete ragionevole, potrei anche andarmene questa stessa notte. È una vessazione pretendere quello che ci spetta? Vi prego di non essere sciocco: se foste davvero consapevoli di ciò a cui andate incontro, ora benedireste gli uomini dell'Organizzazione e sareste chini a baciare la terra su cui camminano.
Abbiamo lo stesso nemico, siamo dalla stessa parte: tenetelo ben a mente, se ci combattiamo l'un l'altro, saranno quelle bestie a vincere.

Citazione:Yoki utilizzato: 0%
Stato Fisico: Ottimo
Stato Psicologico: Calma, per ora. Tuttavia spera di poter parlare in privato il prima possibile, senza troppi guerrieri attorno.
Abilità Utilizzate: Percezione dello Yoki (passiva)
Il re non rispose finché non giunsero alla sua abitazione, una casa di legno a un solo piano, non molto diversa da tutte le altre eccettuato giusto un segno sulla porta che la identificava come "Quartier Generale". Entrati, si sedette al tavolo che dominava la piccola stanza appena oltre la porta e invitò Angelica a fare lo stesso. Le sedie non mancavano. Evidentemente il luogo era usato per tenere consiglio, anche se al momento c'erano solo loro due. Ci volle ancora qualche tempo perché l'uomo rispondesse alle sue domande, durante il quale la osservò attentamente. 
Riferirvi agli Yoma come la chiamate, da voi? Discussione piacevole? Se mi permetti, l'argomentazione era anche debole: sei stata mandata a trattare perché ci rifiutiamo di pagare, sappiamo com'è aver a che fare con uno Yoma.
Si sporse improvvisamente sul tavolo, puntandole un dito alla bocca.
Ah, ah. Prima che tu replichi che lo stesso vale per voi, lo so. Non sono stupido.
Tornò a rilassarsi sulla sedia, ma la sua espressione era seria.
La spada in sé non mi intimidisce. Il fatto che tu abbia insistito per portartela dietro, adducendo regole false come scusa, mi insospettisce. Certo, saresti stata sospetta anche se fossi arrivata senza spada... ma lasciarla fuori? A me pare se non altro cortesia.
Costui pareva sapere più di quanto non desse a vedere... o forse semplicemente Angelica non era così brava a mentire come pensava. 
Avrai giocato i miei, ma io so riconoscere una menzogna. 
Fece un'altra pausa, si alzò, prese una caraffa da uno scaffale e se ne versò una coppa. Ne aveva prese due, così in caso anche la novizia avrebbe potuto favorire.
Io sarò ragionevole, certo. Ciò che vi spetta lo avrete. Solo... potrebbe non essere quel che vi aspettate.
Prese a sorseggiare l'acqua della propria coppa, con calma.
I compensi chiesti dagli Uomini in Nero sono ridicoli, spero che tu te ne sia accorta. Hanno quantità di denaro impressionanti a loro disposizione, eppure chiedono ancora sempre di più. Se gli Yoma sono nemici dell'umanità, i vostri servizi non dovrebbero essere fruibili da tutti senza bisogno di pagare?
Lasciò che rimuginasse per qualche tempo sulle sue parole, poi posò la coppa vuota e si alzò nuovamente.
Uno Yoma. Non c'era altro. Il compenso richiesto non ce l'abbiamo. Non c'è mai stato. E l'unica cosa che ha fatto la tua compagna è stato trovarlo. Dopodiché, potevamo anche ucciderlo da soli. Trovi che non sappiamo difenderci? Forse. Ma ci siamo fatti qualche idea. Sappiamo combattere, per quanto non abbiamo armi come le vostre. Sappiamo anche che gli Yoma non sbucano dal nulla: arrivano. Chiudendoci fuori dal mondo, non corriamo rischi. Ma se pensi ancora che ci sia un solo motivo per trattare, starò a sentire le tue ragioni.
Nonostante quelle parole, non accennò a risedersi e piuttosto andò alla finestra, a scrutare l'esterno. Quale sarebbe stata la prossima mossa di Angelica?

Raggiunsero una casa con una porta segnata: dentro vi era un grande tavolo attorniato da sedie.
Subito, il re la bersagliò con una raffica di parole, riuscì ad afferrarne due o tre, per poi ritrovarsi il suo dito puntato addosso. Lo fissò con un sopracciglio alzato : era impulsivo, pieno di rabbia, pareva proprio un bambino, ma quando stava ormai per convincersene ecco che ribaltava le carte in tavola: La spada in sé non mi intimidisce. Il fatto che tu abbia insistito per portartela dietro, adducendo regole false come scusa, mi insospettisce.
Regole false. Soprattutto regole. Che ne sapeva lui delle regole che l'Organizzazione dettava alle sue guerriere? Ripensò alla discussione fuori da Stir: forse si era tradita in qualche modo... ma anche se fosse ormai era dentro, non serviva più rimuginarci sopra. Si ripromise però di non sottovalutare il suo interlocutore.
Certo, saresti stata sospetta anche se fossi arrivata senza spada... ma lasciarla fuori? A me pare se non altro cortesia.
Angelica non trattenne un mezzo sorriso: stentava a credere che parlasse sul serio, dopo ciò che aveva fatto al primo emissario. Ammesso che Peter avesse detto il vero, era stato bersagliato di pietre. E ora proprio lui era lì a parlarle di cortesia. Sapeva ciò che era successo oppure si divertiva a prenderla in giro?
Si sedette: dopo un giorno di cammino senza sosta, aveva una gran voglia di rilassare le gambe. Posò la spada di traverso sulle cosce e accettò la coppa offertale dal re.
Io sarò ragionevole, certo. Ciò che vi spetta lo avrete. Solo... potrebbe non essere quel che vi aspettate.
La sua mano si fermò a metà tra il tavolo e la bocca: una minaccia, nemmeno tanto celata; l'atmosfera si stava facendo un po' pesante. Bevve un sorso e gli scoccò un'occhiata in tralice.
Forse era opportuno cambiare tono: se tutti e due rimanevano asserragliati nelle loro posizioni, sarebbero andati avanti a bisticciare fino all'alba del giorno dopo senza rimediare nulla di buono. Non era venuta per sciocchi litigi, ma per riscuotere il denaro dovuto: se voleva ottenerlo, forse essergli meno ostile avrebbe facilitato le cose.
Dopo che il re ebbe terminato, decise quindi di chiarire la questione che più la tormentava, così da risolvere tutte le ambiguità: Avete detto bene: ho mentito, non siamo obbligate a portarci dietro la spada. Ma vi dico subito perché ho agito così: nel momento in cui mi è stato assegnato l'incarico, mi hanno riferito che il primo emissario è stato cacciato in maniera poco rispettosa. Questo era il motivo della mia insistenza: mi serviva una garanzia, per poter essere sicura di venire ricevuta e che una volta dentro non mi avreste attaccata. Solo questo.
Fissò la sua immagine riflessa dentro la coppa, l'agitò e bevve ciò che restava.
Per quanto riguarda i compensi, ammetto che non si tratta di somme irrisorie, tuttavia, se provate a ragionare, non potrete non ammettere che sia una misura giusta, anzi, necessaria: come prima cosa, tutto ha un costo. Le spade, le armature, i viveri, il vestiario, i libri, i registri, le candele, persino il fieno per i cavalli. Senza dimenticare i contatti che l'Organizzazione deve mantenere su tutto il territorio, il necessario per creare noi guerriere e l'immancabile sperimentazione per perfezionarci. Sono tutte cose che tengono in vita l'Organizzazione e che le consentono di operare al meglio per voi: vedete come ciò che pagate si tramuta in guadagno per voi? E se per caso le cose non dovessero funzionare, sareste proprio voi umani i primi a rimetterci. Difatti, come potremo combattere e difendervi bene senza spade? O senza tute?
Lanciò al re un'occhiata d'intesa e proruppe in una gioiosa risata, coprendosi le labbra con la mano.
E poi, cosa succederebbe, se il prezzo da noi richiesto fosse troppo basso? La gente non rifletterebbe più prima di chiamarci, anzi, al solo nominare “Yoma” farebbe subito richiesta all'Organizzazione: le domande crescerebbero a dismisura, non ci sarebbero più guerriere sufficienti, i costi sarebbero sempre più alti e i compensi sempre più bassi... diverremmo cacciatrici di ombre e superstizioni e l'Organizzazione colerebbe presto a picco. Ecco perché ciò che chiediamo è giusto e necessario.
Chiuse gli occhi e inspirò a fondo.
Mi rendo conto che non è facile per voi, ma purtroppo avete fatto richiesta e le richieste vanno pagate. Poco importa se la mia compagna ha solo trovato lo Yoma e siete stati voi a eliminarlo – cosa che stento a credere -: una guerriera è venuta in vostro soccorso e a quest'ora avrebbe potuto aiutare un altro villaggio ben più disposto a pagare del vostro.
Per concludere, se mi permettete un consiglio, smettetela di proseguire con questo isolamento: avviate scambi con altri villaggi, comunicate, create legami e amicizie, commerciate. Vi tornerà molto utile nei momenti difficili, come questo, per esempio: se non riuscite a raccogliere il compenso dovuto, perché non chiedere un prestito ad altri villaggi? Sarebbe una buona mossa, poi potreste restituirlo senza fretta.
E certo, per forza di cose, gli Yoma arrivano, vanno, tornano, è un circolo spietato e difficile da spezzare, ma se fuggendo dal mondo pensate di fuggire anche a questa legge, purtroppo vi sbagliate. Così facendo potrete ritardare la comparsa dello Yoma per qualche mese, anche anni, perché no? Ma quando ne arriverà uno, che cosa farete? Sarete isolati, in mezzo al deserto, senza nessuno su cui contare eccetto che voi stessi.
Siete sicuri di potercela fare?

Citazione:Yoki utilizzato: 0%
Stato Fisico: Ottimo
Stato Psicologico: Attenta al re. Attende una replica per vedere se le sue parole hanno sortito qualche effetto.
Abilità Utilizzate: Percezione dello Yoki (passiva)
Il re ascoltò attentamente ciò che Angelica aveva da dire, senza interrompere. La novizia poté notare una luce nei suoi occhi... che fosse riuscita a convincerlo? Non ci furono però altri segni visibili di un eventuale cambiamento di propositi. Si lasciò giusto sfuggire un sorriso alla battuta sulle tute, ma senza darvi seguito. 
Non hai tutti i torti.
Ammise infine, cambiando posizione sulla sedia.
Tuttavia, la nostra è una posizione temporanea. Abbiamo chiesto l'aiuto di altri villaggi, come dici: ce l'hanno rifiutato. Tutti. Del resto, ogni villaggio è più povero del precedente, e cosa accadrebbe se, dopo aver pagato per noi, arrivasse da loro uno Yoma? Pensaci. Se ogni volta facessimo pagare gli altri, nel giro di tre o quattro cacce saremmo tutti quanti sul lastrico, e in quel caso saremmo morti. Il costo dei vostri servizi è elevato, e so che non ci comprate certo solo le tute e le spade. Hai ragione quando dici che un servizio gratuito sarebbe dannoso, ma così ci porterete comunque alla rovina. E infine, so che prima o poi ci troveremmo comunque ad affrontare uno Yoma, non mi illudo di sfuggire loro per sempre. A questo punto, l'unica soluzione che ho trovato è stata....
Fece una pausa, incerto. Studiò a lungo la sua interlocutrice, con un'espressione che cercava di capire se potesse fidarsi di lei.
Non posso rivelartelo. 
Ci pensò su un momento.
A meno che non ti dichiari per noi. In tal caso, sarò felice di metterti a parte dei nostri piani.
La discussione aveva preso una svolta inaspettata: quale sarebbe stata la reazione di Angelica?


Del resto, ogni villaggio è più povero del precedente, e cosa accadrebbe se, dopo aver pagato per noi, arrivasse da loro uno Yoma? Pensaci. Se ogni volta facessimo pagare gli altri, nel giro di tre o quattro cacce saremmo tutti quanti sul lastrico, e in quel caso saremmo morti. Il costo dei vostri servizi è elevato, e so che non ci comprate certo solo le tute e le spade. Hai ragione quando dici che un servizio gratuito sarebbe dannoso, ma così ci porterete comunque alla rovina.


L'unica cosa tradì la sua indignazione furono le mani: tese le nocche finché non tremarono.
Ci porterete comunque alla rovina.”
L'Organizzazione li difendeva, garantiva loro la pace... ed era la causa della loro rovina?
Era proprio vero, allora: per quanto potesse far del bene ed essere generosa, gli uomini erano solo capaci di vedere la parte che meno gli piaceva: un unico sforzo gli veniva richiesto e non avevano voglia di fare nemmeno quello. Anzi, erano così irriconoscenti da rinfacciarlo.
Respirò piano, una, due, tre volte, lentamente: non voleva che il re cogliesse il suo turbamento, doveva restare calma e serena, altrimenti si sarebbe insospettito di nuovo: pazienza, Angelica, pazienza. Non è il caso di perdere le staffe per una parola detta male.
A questo punto, l'unica soluzione che ho trovato è stata.... Non posso rivelartelo.
A meno che non ti dichiari per noi. In tal caso, sarò felice di metterti a parte dei nostri piani.
Angelica si ripeté in testa quelle parole, per essere sicura di aver compreso bene.
Cosa... intendete? Mi pareva fosse ormai chiaro che stiamo dalla stessa parte: di quali altre prove avete bisogno?


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Stato Fisico: Ottimo
Stato Psicologico: Calma. Presa alla sprovvista dalla richiesta del re.
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Il re prima si accigliò, poi fece un sorriso indulgente, di quelli che si dedicano ai bambini che fanno una domanda stupida. 
Mi hai frainteso. Non devi dichiarare la disponibilità di Claymore, ma la tua. Alla nostra causa. E' piuttosto diverso, dato che noi ci opponiamo a loro, capisci? So che può sembrare stupido che ti colga con questa domanda dopo che hai difeso i vostri diritti finora... ma mi piaci per questo, e voglio darti una possibilità. Allora?
Il tono era tranquillo, senza durezza, eppure c'era come un'aria minacciosa attorno a quelle parole. Stava ad Angelica coglierla o meno, e frattanto pensare a una risposta da dare al re.


Dunque voleva che parlasse e appoggiasse la loro causa senza rappresentare l'Organizzazione.
Chissà cosa voleva ottenere. Se da una parte era curiosa di sapere quel che aveva da dirle, dall'altra non accettava con facilità le sue richieste. Ma qualcosa si poteva combinare, pur entro certi limiti:

Se è la mia fedeltà personale che volete, purtroppo vi devo deludere, quella appartiene all'Organizzazione. Mi chiedete di parlare come persona e non come guerriera, ma non ho un modo di parlare “da guerriera” e uno “da persona”: non sono due parti distinte, degli abiti da togliere o indossare a seconda delle occasioni; sono invece un'unica cosa. Perciò, se pensate di ottenere una risposta diversa appellandovi a una di queste figure, be' non l'avrete, sarà sempre la stessa, perché io che vi risponderò sarò sempre la stessa. Sono solo distinzioni apparenti: ciò che penso da guerriera lo penso anche da persona. Altrimenti, cambiando opinione a seconda del ruolo, non avrei nessuna coerenza: e in quel caso, la mia fedeltà varrebbe davvero poco, non ci guadagnereste nulla ad averla. Io appoggio l'Organizzazione in qualsiasi momento e in qualsiasi circostanza, con tutta me stessa: la fiducia è una cosa che si dà a tempo pieno e non è negoziabile. Perciò non prendetela male, ma non posso né essere fedele a voi né alla vostra causa.


Fissò il re, così da cogliere la sua reazione.

O almeno, non nel modo in cui intendete voi.
Come ho già detto, oppormi apertamente all'Organizzazione per appoggiare voi è fuori discussione: tuttavia, potrei aiutarvi in altro modo, facendo presente le vostre condizioni e cercando di giungere ad un accordo che soddisfi entrambe le parti. Anche perché l'Organizzazione non può sottovalutare tutto questo: se l'esasperazione crescesse, altri villaggi potrebbero appoggiare la causa di quest'uomo. E delle rivolte a est sarebbero una bella spina nel fianco.
Sappiate però che non posso ripresentarmi a mani vuote: per questa volta, il pagamento deve essere versato, poi potrò discutere con i miei superiori, e vi prometto che cercherò di ottenere una soluzione per tutti. Uno dei vostri potrebbe accompagnarmi, anche più d'uno, o proprio voi se ve la sentite. Detto ciò, sarei curiosa di ascoltare prima quello che avevate da dirmi: potrebbe essere una soluzione anche migliore.


Citazione: Yoki utilizzato: 0%
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Stato Psicologico: In attesa di una risposta, curiosa di sapere ciò che il re ha in mente.
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Il re rimase dapprima, all'occhiata di Angelica, semplicemente interdetto. Forse c'era una punta di delusione nella sua espressione, forse addirittura rabbia. Quello che c'era di sicuro era ammirazione.
Terminato il discorso della novizia, egli si sistemò sulla sedia, meditando sulla risposta.
Quello che proponi non è del tutto infattibile, e mi piace la tua dedizione, lo ammetto. Ma ci sono due problemi: primo, i soldi non ce li abbiamo in ogni caso; secondo, l'Organizzazione non scenderà a compromessi. Tu, per quanto non intenda farlo, parli per te stessa: il precedente messaggero non è stato così....
Ma non fece nemmeno in tempo a finire la frase: un uomo irruppe nella stanza, guadagnandosi un'occhiataccia che se fosse stato vero il detto l'avrebbe ridotto in cenere prima che potesse riferire. Ma gli occhi del re non emettevano fiamme, e così ricevettero la notizia:
YOMA! Arrivano!
Come sarebbe "arrivano"? Come fai a dirlo?
Un ESERCITO! Sta arrivando qui da Ovest! 
Il re scattò in piedi senza indugi, la mano che correva a recuperare la spada che aveva lasciato appoggiata alla sedia. Esitò un momento, poi si rivolse ad Angelica:
Vieni anche tu. Non ti sto chiedendo un favore, sia chiaro. Ma se gli Yoma ci sterminano, tu potresti fare la stessa fine. E Claymore non riceverà mai nemmeno l'ombra di un pagamento. Quindi combatti, o le trattative finiscono qui.
Detto ciò uscì dalla casa con il suo seguace, lasciando la novizia a riflettere su quelle parole.

Citazione:Puoi uscire dalla porta, se lo desideri, ma evita di descrivere l'esterno: se vuoi uscire, consiglio di usarlo come chiusura del post, in modo che poi possa scrivere io cosa trovi. Conta inoltre che anche se ho scritto che il re e l'altro uomo escono lasciandoti indietro tu puoi seguirli immediatamente senza problemi. Usa il prossimo post per riflettere un momento sull'andamento delle trattative e su questa improvvisa novità.

Quello che proponi non è del tutto infattibile, e mi piace la tua dedizione, lo ammetto. Ma ci sono due problemi: primo, i soldi non ce li abbiamo in ogni caso;
Sospirò piano: era snervante veder liquidate tutte le sue proposte in poche parole, magari ci provava gusto a risponderle secco. Ma alla fine il problema era sempre lì: se i soldi non ce li avevano, non poteva aspettarsi altre risposte. Forse, a ben cercare, qualcosa sarebbe venuto fuori, ma non aveva certo voglia di perquisire ogni singola casa, da sola, contro tutta quella gente. Avrebbe fatto prima ad andarsene, ma ritornare senza compenso... possibile che sarebbe finita male in ogni caso?

secondo, l'Organizzazione non scenderà a compromessi.
Tu, per quanto non intenda farlo, parli per te stessa: il precedente messaggero non è stato così....

Stava per aprir bocca quando la porta si schiantò contro il muro: YOMA! Arrivano!
Si volse di scatto, sgranò gli occhi.

Come sarebbe "arrivano"? Come fai a dirlo?
Un ESERCITO! Sta arrivando qui da Ovest! 

Il re balzò dalla sedia e afferrò la spada: Vieni anche tu. Non ti sto chiedendo un favore, sia chiaro. Ma se gli Yoma ci sterminano, tu potresti fare la stessa fine. E Claymore non riceverà mai nemmeno l'ombra di un pagamento. Quindi combatti, o le trattative finiscono qui.

Ehi, no! Aspetta! Si alzò in piedi, ma il re se n'era già andato.
Un esercito di... Yoma...? Non sapeva neanche com'era fatto, un esercito di Yoma.
La spada prese a tintinnare: era la sua mano, tremava. Si afferrò il polso e lo strinse finché non smise.
Capita giusto mentre stava per parlarmi del primo inviato e forse, anche dei suoi piani... che fortuna sfacciata. Be', su con la vita, se prima non sapevo se temere loro o l'Organizzazione, ora non devo più preoccuparmi: saranno gli Yoma a farmi fuori. E io che già mi disperavo per la mia morte ingloriosa... .
Rise un poco, ma l'inquietudine rimase.
Pare che non abbia altra scelta.
Prese coraggio e andò a raggiungere il re.

Citazione:Yoki utilizzato: 0%
Stato Fisico: Ottimo
Stato Psicologico: Turbata per la svolta imprevista.
Abilità Utilizzate: Percezione dello Yoki (passiva)
Angelica raggiunse il re a metà strada tra la sua casa e la palizzata: ormai quest'ultima era in vista, e poco oltre... eccoli. Gli Yoma avanzavano rapidamente verso i sacchi all'entrata, per nulla intenzionati a rallentare, mentre gli uomini di guardia tremavano vistosamente. Il messaggero era andato avanti per riferire un messaggio del re... la ritirata, parve: appena sentitolo, tutti presero a correre nella direzione opposta a quella in cui la novizia avanzava. Il re si fermò per spiegarle.
Sono un'enormità... ne ho contati almeno una dozzina. Dodici non sono un esercito, dirai. Certo, ma contano come tale. Ciascuno di quegli Yoma può uccidere dieci dei miei. Sto radunando tutto il villaggio per combattere. A te la scelta: lì c'è l'uscita, se riesci a oltrepassare gli Yoma. Altrimenti, puoi restare e combattere. In entrambi i casi penso ti toccherà abbatterne qualcuno, perciò ci farai un favore.
Con un sorriso scaltro si affrettò a raggiungere i suoi uomini. Una rapida occhiata all'entrata sarebbe stata sufficiente a vedere che ormai gli Yoma erano loro addosso....

Raggiunse il re col cuore in gola. Un gran turbine di sabbia si alzava all'orizzonte ed eccoli, puntavano dritti all'entrata. Gli uomini presero a ritirarsi dentro il villaggio: le passarono accanto, sollevandole i capelli e alzando polvere. Le finì negli occhi, prese a lacrimare, e ammiccò più volte prima di distinguere il re.

Sono un'enormità... ne ho contati almeno una dozzina. Dodici non sono un esercito, dirai. Certo, ma contano come tale. Ciascuno di quegli Yoma può uccidere dieci dei miei.

Quindi ne potevano morire centoventi... ce n'era abbastanza per sterminare l'intero villaggio.
Sto radunando tutto il villaggio per combattere. A te la scelta: lì c'è l'uscita, se riesci a oltrepassare gli Yoma. Altrimenti, puoi restare e combattere. In entrambi i casi penso ti toccherà abbatterne qualcuno, perciò ci farai un favore.
Lo seguì con gli occhi, mentre si allontanava con un risolino disegnato in volto: sì certo, si divertiva a prenderla in giro, ora che non aveva scelta. E probabilmente non avrebbe ricevuto alcun compenso, dato che nessuno aveva fatto richiesta. Girò la testa di scatto, sbuffò.
Ormai erano vicini, non avrebbe avuto nessuna possibilità in campo aperto. Fece qualche passo indietro, iniziò a girarsi, mentre quelli guadagnavano terreno; diede le spalle all'entrata e seguì gli uomini che ripiegavano.

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Stato Psicologico: Turbata per l'imminente attacco, un po' irritata dal fatto di non avere scelta e dal sorrisino del re.
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