ClaymoreGDR Forum - Gioco di Ruolo di CLAYMORE

Versione completa: [In Missione] Scheda di Eleonora (Lasombra)
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Nome:Eleonora
Anni:19
Altezza:1,75 m
Peso: 67 kg
Arto Dominante: destro
Tipologia: Difesa
Avatar[Immagine: eleonora-per-scheda.jpg]

Simbolo[Immagine: simbolo-ele-rosso-definitivo.jpg]

Uniforme 
Veste: Veste la classica uniforme delle Claymore, con la sola differenza che al momento non ha il simbolo proprio ricamato sul collo dato il suo stato di Novizia
 
Schiena: Una Guerriera dell'Organizzazione ha in dotazione ordinaria una placca metallica per la protezione dell'area del muscolo trapezoidale della schiena, dotazione condivisa anche dalle Novizie. 
Spalle: Eleonora indossa delle spalline triple impilate tra di loro. La prima la maggiore è di forma arrotondata ed arriva a metà omero e nei lati corrispondenti a spalle e schiena si allunga un’estensione larga circa tre dita che permette allo spallaccio di essere assicurato alla collana pettorale e alla piastra posteriore. Le altre due spalline invece ricordano la forma di quello maggiore e impilati vanno a proteggere il braccio fino a quasi il gomito. Lo spallino più piccolo però è in proporzione meno alto sul finale per non infastidire i movimenti del braccio.
Gli spallacci tra di loro hanno foglio sottile di cuoio che rende più silenziosa la parte di armatura
 
Petto: La collana che unisce gli spallacci è composta da due strisce di cuoio larghe circa 2,5 centimetri che partono dal rispettivo spallino e si congiungono sul petto unite da un triangolo isoscele di metallo il quale lato corto è rivolto verso l’alto e quindi la punta guarda verso il basso
Braccia: Porta semplici bracciali di metallo che proteggono l’avambraccio ma non porta guardamano alcuno, semplicemente proteggono la zona che va dal polso al gomito
 
Vita: Il gonnellino è composto da piastre che ricordano vagamente una pupilla verticale, sufficientemente lontane tra loro da non cozzare mai e quindi produrre rumori. 
Gambe: Porta degli stivali che raggiungono le ginocchia, con un tacco basso di circa un centimetro e con la suola leggermente più morbida, le piastre sono presenti da poco sopra l’altezza dei malleoli fino a poco sotto la rotula. Anche questi tendono ad essere fatti per produrre poco rumore.
 
Profilo Fisico: piuttosto alta e slanciata, con un fisico asciutto e scattante, dalle movenze feline si potrebbe dire, i capelli non superano le spalle e solitamente sono lasciati a se stessi risultando leggermente mossi, naturalmente di colore argento come gli occhi di lei, caratteristica delle Claymore. La ciocca sul lato sinistro del capo la tiene sempre dietro l’orecchio che si presenta a punta. Il volto è caratterizzato da dei tratti decisi, l’espressione il più delle volte è seria, come se fosse corrucciata. Sulla spalla sinistra ha una cicatrice come se qualcosa l’avesse forata.
 
Profilo Psicologico: Di carattere calmo generalmente gentile, non ha motivo per comportarsi freddamente con chi ha attorno ma di suo parla poco se non interpellata. E' fermamente convinta che uno yoma, divorando la sua vittima, non ne assuma i ricordi ma ne assorba l'essenza o l'anima, e su questo basa la sua vita di guerriera. La sua non è una vendetta, un gioco ad uccidere gli yoma, è una crociata atta a liberare dagli yoma le anime delle vittime. Lo stile di combattimento che vorrebbe sviluppare è in funzione di questa filosofia, tentare di cogliere di sorpresa l'avversario senza che lui se ne accorga e la scherma che pratica è studiata per tentare di eliminare rapidamente lo yoma.
Ama l'aria aperta, ha sempre vissuto all’aperto e mai si è fermata troppo in un posto dato che lei e la sua famiglia seguivano lo zio nelle sue tratte commerciali. Adora i luoghi silenziosi come boschi, o le montagne in alta quota.
E' piuttosto ligia al dovere, considera l'organizzazione il mezzo per portare avanti il suo scopo e non ama vedere leggerezza dalle altre colleghe, lei esegue gli ordini senza discutere, anche se non vengono compresi forse da lei. E’ anche una che si fa i propri affari senza andare a curiosare dove non le compete
Storia Personale:Lacrime, Eleonora ricorda solo il sapore delle lacrime che uscivano degli occhi di quel mostro che incombeva su di lei, ne avverti il sapore quando caddero addosso alle sue labbra, pochi minuti prima quel mostro era sua Zia, colei che la chiamava giocosamente Paglietta, colei che negli ultimi dieci anni l’aveva cresciuta come una figlia…assieme alla propria naturale. L’attacco dello Yoma fu devastante, si trovava seduta a fianco della cuginetta e un attimo dopo non c’era più e quella creatura la stava già divorando, poì toccò allo Zio…e nemmeno per lui vi fu possibilità. Eleonora fece quello che l’istinto le consigliò di fare, fuggire. Si trovava a ridosso di una strada maestra che collegava due strade, la famiglia di lei viaggiava lungo il continente con un carretto per permettere allo zio di lei di commerciare le pelli che trattava quindi quando furono attaccati dallo yoma che forse da giorni aveva assunto la forma della Zia si trovavano di notte non lontani da un villaggio.
Lo Yoma le fu addosso subito dopo e solo la fortuna la graziò una claymore non era lontana, si stava dirigendo verso il villaggio che portava dalla città destinazione della famiglia della piccola a quella da dove loro venivano, dove forse erano avvenuti gli attacchi dello yoma giorni prima. La strega dagli occhi d’argento finì il mostro poco prima che si cibasse anche della bambina lasciandola li in un lago di sangue viola . Se ne prese cura sommariamente portandola semplicemente alla città più vicina ed abbandonandola al suo destino, che si rivelò aver la forma di un uomo in nero. Egli trovò la piccola seduta sul ciglio della strada, ancora con tracce di sangue viola addosso e denutrita, una perfetta candidata per l’organizzazione, l’uomo mise sul piano che non aveva più nessuno, quelle tracce di sangue viola che si portava addosso raccontavano molto, in effetti Eleonora era orfana per la seconda volta, ancora in fasce uno yoma si era nutrito dei genitori, per qualche miracolo era stata ignorata, ed ora un altro di quei mostri le aveva tolto la sua seconda famiglia.
Riuscì però solo a formulare una semplice domanda all’indirizzo di quell’uomo : “perché gli yoma piangono?” .A quella domanda l’uomo rispose che non lo sapeva, ma sapeva dove avrebbe potuto avere quelle risposte e dove, vendicarsi del torto subito, ad Est nella fortezza di Staph . Li fu condotta e li trasformata in una guerriera mezzo-demone, i successivi nove anni li passò ad addestrarsi mentre quell’immagine degli occhi della bestia in lacrime mentre si accingeva a lacerarne le carni lentamente avrebbero sviluppato la filosofia che l’avrebbe guidata come guerriera in futuro.
  
Abilità e Tecniche apprese: 
SCHEDA APPROVATA!

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SOLDI SPORCHI

 
 
Era una mattina come le tante presso l’organizzazione, di quelle che da molti anni ormai si susseguivano tra faccende varie ed allenamenti. Ma quella mattina Peter, uno degli uomini in nero, forse il più antipatico e scorbutico aveva deciso di cambiare il corso degli eventi buttando letteralmente giù dal letto Eleonora tra sbraiti e parole che la mente ancora addormentata della ragazza non riusciva a connettere ancora.
Le ci sono voluti poche decine di secondi per prepararsi e avere a malapena il tempo di seguire l’uomo lungo il dedalo di corridoio che caratterizza la fortezza di Staph. Un dedalo che lei conosce anche bene ma che quella mattina Peter percorreva così freneticamente che, quando si è ritrovata nello spazio antistante il cancello principale, si è chiesta come abbiano fatto ad arrivare fino a li.
Ad accoglierla una figura diversa, alta e slanciata e dai modi gentili, Duran; proprio quest’ultimo gli ha dato la risposta che cercava a quella mattina così diversa, sarebbe stata mandata in missione, finalmente il momento era arrivato, avrebbe potuto mettere in pratica tutto ciò che negli anni passati aveva imparato ma soprattutto cominciare a compiere la missione che si era promessa di portare avanti. Un attimo di felicità distrutto in pochi atti quando l’uomo in nero gli ha spiegato che la sua missione era si una semplice caccia allo Yoma che infestava un villaggio non lontano da li, ma che lo yoma doveva essere catturato e riportato indietro vivo. Ad Eleonora gli si bloccò il respiro quasi, lei che era risaputo non voler preservare a lungo la vita degli yoma per liberare le anime di coloro che erano stati divorati da essi, lei doveva catturarne uno vivo e portarlo indietro. Quasi stentava a crederci ma la conferma di quell’incubo ad occhi aperti si materializzò in un fascio di catene robuste, e lucchetti chiusi in un sacco e naturalmente una spada priva di simbolo.
Poche ma necessarie informazioni gli furono date a seguito di alcune domande, per lo più per mitigare i dubbi sulla possibilità che al villaggio non sapessero della cosa e che veder una claymore risparmiare uno yoma e portarselo via. La missione in se era come quelle che aveva sentito negli anni passati li: un villaggio fa richiesta di intervento da parte dell’organizzazione per debellarlo dal pericolo di uno yoma che probabilmente ha fatto già diverse vittime nascondendosi tra i popolani. La guerriera scova ed elimina la minaccia. Ma oggi non era così, Eleonora era stata autorizzata ad usare ogni mezzo disponibile, per neutralizzare la creatura e trasportarla come meglio credeva ma l’imperativo era portarlo alla sede vivo.
I cancelli si aprirono di fronte a lei, un ultimo sguardo all'uomo in nero e il suo viaggio verso la sua prima missione era iniziato.
Il villaggio dove doveva andare si trovava al confine tra le terre centrali e quelle dell'est, ed al suo arrivo l'accoglienza non era quella che lei si aspettava. Sguardi biechi e bisbigli accusatori, diffidenza, addirittura qualcuno che asseriva che quel sacco pieno di catene sarebbe servito alla novizia per portarsi via qualche bambino.
Sconvolta per quell'idea che il popolo poteva aver di lei,  ha raggiunto la casa del sindaco  Arman, proprio indicata da un paio di quesi popolani inquisitori. Arman si dimostra teso, pensieroso come'è normale che sia ma collaborativo e fornisce i primi indizi ad Eleonora sull'identità delle due vittime dello Yoma, un viandante sconosciuto ed Emma, una donna che già dalle prime parole dell'uomo pare non godere della sua simpatia, e non solo quella del sindaco ma pure di quella del villaggio. Ottiene anche il nome della persona che eseguito le ricerche: Edmund, il cugino di Emma.
Eleonora aveva quello che le serviva, doveva parlare con Edmund e Arman si offrì di accompagnarla non prima di dare disposizione di procurare alla claymore, su sua richiesta, un mulo ed un altro sacco con delle cinghie di cuoio robuste.
Nel viaggio verso la casa del cugino di Emma, Eleonora quasi si perse per due volte tanto era intricato il dedali di vicoli che caratterizzava quel villaggio. Tra una parola ed un altra nel frattempo però Eleonora riscontrava qualcosa di strano che nemmeno lei sapeva come materializzare, forsei i modi nervosi dell'uomo che la affiancava rendevano il suo racconto più confusionario, ma erano cose che la guerriera cercava di escludere, lei era li solo per catturare lo yoma, non per farsi gli affari della gente di quel villaggio.  Raggiunta la casa dell'uomo Arman dovette insistere due volte perché chi era cercato di mostrasse. edmund comparve dalla porta tenendola semichiusa con il chiaro intento di far capire che non erano certo i benvenuti i due, nonostante questo eleonora cercç di essere quanto più deferente possibile nei confronti di quell'individuo che per sua fortuna si dimostro collaborativo fornendo informazioni più chiare sulla dinamica del ritrovamento delle due vittime avvenuta una settimana prima, le due vittime sono state trovate assieme, la donna era solita andare dietro quel magazzino per consumare momenti di piaceri con vari compagni forse dato che Edmund non sembrava particolarmente stupito della cosa. Ma della presenza del viandante si invece. A seguito di questo Edmund ha dato una lista di coloro che parteciparono alla spedizione ed era quello che interessava a lei per la sua cerca.
Lasciato Edmund al suo dewstino la novizia prima di cominciare un giro presso le varie abitazioni dei partecpanti alla spedizione si ffece accompagnare da Arman presso il magazino e proprio li vi fu la prima traccia di yoki, che fino a quel momento non aveva avvertito tanto da far sospettare alla guerriera che la sua preda oramai fosse ben lontana da quel  paese.  fatto allontanare il sindaco la guerriera fece un giro di perlustrazione attorno allo stabile, la fonte di yoki era debolissima ed immobile forse era ferito. Giunta dietro al magazzino dedico poco tempo alla scena del crimine che aveva poco da dire alla donna che alla fine entrò nello stabile, trovando un amara sorpresa; nessun yoma, nulla. Delle casse erano state aperte e il contenuto al suo interno rovistato alla ricerca di qualcosa e la debole traccia altro non arriva che da questi oggi che erano stati toccati dalla creatura.
Sconsolata da questo ritrovamento fallimentare la novizia prese passo per tornare verso la piazza, fino a che una seconda traccia sempre debole ed immobile non venne avvertita; le ci volle più del dovuto per trovare la posizione della fonte che in questo caso era una casa, non lontana da una di quelle indicate da Edmund nell’indicare i partecipanti alla spedizione di ritrovamento. La porta aperta fu un invito che non manco di cogliere la guerriera che entrò nella casa trovando lo yoma, in forma umana che parlava con una donna che a quanto pare doveva avere delle informazioni che lo yoma cercava, qualcosa che riguardava i registri. La situazione creatasi comunque era piuttosto tesa, la donna era spaventata dalla presenza della guerriera in casa sua, lo yoma era immobile a fissarla ma non era difficile per  Eleonora immaginare cosa stesse pensando. Comunque la novizia evitò il peggio inventandosi che si era persa nella ricerca della casa di Tim, uno dei partecipanti alla spedizione di ricerca della defunta Emma; una volta ottenuta l’informazione si scusò con entrambi ed uscì di grand fretta dall’abitazione.
Una volta fuori però doveva mettere in atto la sua missione e non perse tempo, raggiunse il tetto di una casa e li si è messa in attesa come un predatore che attende la sua preda. Preda che è apparsa qualche tempo dopo sazia della zuppa che la donna stava cucinando quando la novizia si è introdotta nella casa. Lo yoma non si era accorto di lei e prese passo passando sotto la casa dove lei era posizionata. Li scattò la sua trappola, non appena la creatura sfilò oltre la sua posizione lei le lanciò alle spalle il sacco e poi balzo giù, il piano era semplice distrarre l'avversario e finirlo facilmente con un colpo di piatto alla testa; ma non fu così facile, la creatura avendo visto la novizia in parte si aspettava un imboscata che effettivamente arrivò, ma fece l'errore di sottovalutare la novizia adottando metodi di combattimento banali per una capace di combattere con la stessa perizia di un abile giocatore di scacchi, ritrovandosi in breve senza tre dita ed una grossa botta sul capo.
Lo scontro infine ebbe il risultato di lasciare a terra inerme lo yoma e la novizia praticamente illesa. Passarono alcune decine di secondi  prima che la novizia con velocità e precisione legasse la creatura in un modo tale da rendere impossibile alla creatura anche solo respirare troppo forte o fare movimenti  troppo bruschi.
La parte forse più difficile di tutta la missione forse fu proprio il ritorno, trasportare lo yoma per il dedalo di vicoli del villaggio fino alla piazza principale fu già un'impresa; un frettoloso e freddo Arman le fece capire che il suo posto e quello dello yoma non erano in quel villaggio, ma quanto meno tenne fede alla sua promessa di procurargli un mulo e delle ulteriori cinghie di cuoio assieme ad un sacco di iuta, con cui bloccare ancora meglio lo yoma e coprirli il volto.
Il viaggio durò ancora di più, man mano che le ore passavano la mente della novizia fu pervasa da un turbinio di emozioni che più volte rischiarono di mandarla ai matti e ammazzare lo yoma. Non poteva accettare di non poter uccidere la sua preda, lei che si era ripromessa di essere rapida e veloce nell'eseguire le sue uccisioni, che si era allenata anni per eseguire la sua missione si ritrovava costretta a trasportare uno yoma vivo attraverso il deserto colta dagli spauracchi di perdersi, di perdere il mulo e costringere lei a caricarsi la bestia sulla schiena e portarselo.
Il tempo si dilatò al punto che ogni passo che percorreva, ogni respiro sembrava durare interminabili secondi, ogni rantolo della creatura era una sfida personale a non calare la lama sul collo di essa e ogni respiro più pesante del mulo era un battito in meno che la novizia sentiva perché credeva di veder l'animale stramazzare al suolo, chiedendosi se le razioni prese per esso fossero state insufficienti.
La fortuna ha voluto comunque che la perizia e la metodica di lei prevalessero nelle sue azioni e dopo un tempo che la novizia non fu in grado di quantificare, scambiandola inizialmente per un miraggio, la fortezza di staph fu raggiunta e la missione compiuta. Ad Eleonora fu solo chiesto un breve rapporto sulla missione e poi fu lasciata libera si congedarsi. La prima missione sua, forse la più difficile che potesse immaginare, era stata compiuta.
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