Promises [Lochnir - OMEGA_BAHAMUT]

[Narratore]

Quando aveva abbandonato Clade e Laura, Louise non si sarebbe mai attesa di fare quel che ora stava facendo. Dopo aver lasciato le altre due novizie, vittoriose sul campo, si era dileguata nelle tenebre, uniche sue compagne la luna e le tristi memorie di quella notte. Aveva tentato invano di trattenere le lacrime, e il discorso di Laura non l’aveva di certo aiutata. Si sentiva svuotata e se continuava a camminare era solo per inerzia. Ben presto si fermò, allungando una mano per appoggiarsi al muro fatiscente di quella che un tempo era stata una casa, e lasciò che il suo pianto si sciogliesse. Tra i singhiozzi, le lacrime e i lamenti si sentì liberata da uno strano peso che la opprimeva.

Poi, il suo mondo di certezze crollò: stava percependo un terzo yoki, oltre a quelli delle altre due guerriere. Sì, poteva dirlo quasi con certezza, in fondo superava la maggior parte delle novizie nella percezione dello yoki. Ritornò indietro solo per scorgere la presenza di uno Yoma! Cosa ci faceva uno Yoma là?

Fino a quell’istante aveva desiderato la morte per quelle due guerriere, ma alla visione del mostro alato che feriva Laura qualcosa nei meccanismi mentali di Louise si inceppò e ogni rancore, ogni risentimento che aveva provato furono sopraffatti da una strana sensazione. Si sentiva tradita, tradita dai suoi stessi sentimenti, quelli che aveva provato fino ad ora.
Era lo Yoma il mostro, era lo Yoma il loro avversario, quello contro cui erano state istruite a combattere! Che senso avevano tutte quelle strategie, tutti quei duelli, tutte quelle morti? Erano soltanto … inutili, senza senso. Vane. Si erano tutte illuse di dover provare odio verso altre guerriere, nel tentativo di abbattersi a vicenda, dimenticandosi qual era il loro reale obbiettivo.
Era forse questo il senso del discorso di Roberta?

I pensieri di Louise fluivano rapidi nella sua testa, ma più veloci ancora erano i suoi piedi nudi, che nonostante feriti dalle trappole lasciate da Clade, correvano sulla sabbia della città abbandonata, proseguendo lungo la strada. Quando si rese conto di esser abbastanza distante da non poter essere udita, si arrampicò su una casa e cominciò a ripercorrere all’indietro il percorso, stavolta sui tetti. Fu da lì che infine saltò sulla creatura, tenendola stretta. Sapeva di essere a mani nude, sapeva di poter ben poco, ma non le importava.

Mentre gli artigli dello yoma scoccano come frecce tutt’intorno a lei, ferendola non gravemente alle spalle e sulla nuca, Louise si rende conto che se anche fosse morta almeno non sarebbe morta invano, com’era successo alle altre. Stavolta il motivo per cui stava combattendo non è una semplice illusione, è reale!
Sorride, e rafforza la presa.

Finalmente Clade riesce ad afferrare le spade e si prepara a colpire, mentre il mostro continua a dimenarsi, tentando di scrollarsi di dosso Louise. Alla fine con un ultimo gesto del capo, lo Yoma abbassa la testa, nel tentativo di far cadere la sua assalitrice. È in quest’istante che la spada di Clade cala sicura, mozzando la testa del mostro … e il corpo di Louise, che cade a terra in un misto di spruzzi violacei e vermigli. Sul suo volto una strana, muta serenità.

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Passano alcuni minuti prima che, ancora una volta, riusciate a percepire un nuovo yoki; stavolta appartiene ad una guerriera, che appena vi vede scuote leggermente la testa.

«Avete delusso Tessla.» dice. «Non ha neanche la forza di venire a prelevarvi di perssona, per quessto ha mandato me. Ssu, in marcia, dobbiamo tornare a Sstaph! Non hai ancora finito di rigenerarti, tu?» rivolgendosi improvvisamente a Laura «Muoviti, non ho tutto il tempo del mondo!»