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Divina vs. Serena [Allenamento]
30-01-2013, 11:18 PM
Messaggio: #5
Divina vs. Serena [Allenamento]
[Divina, Turno 2]


Citazione:"parlato"
pensato
Tutto si consumò in pochi istanti.
La rezione di Serena fu semplice, prevedibile e - a dirla tutta - prevista: il motivo stesso per cui aveva avuto intenzione di colpire lama contro lama prima di saltare.
Eppure non poté far niente, se non evitare il peggio.
La numero Uno, andava detto, alzò la lama all'ultimo momento utile, troppo presto perché lei - coi suoi riflessi, almeno - potesse ostacolarla, e troppo tardi per poterla evitare.
Nell'istinto, un solo barlume di lucidità.

... La punta!!

Con un innato senso d'urgenza nel cuore, lei rallentò la corsa, cercando di fermarsi.
Troppo poco, troppo tardi.
Pur smussato, sentì l'affondo incunearsi nel suo petto - era pure riuscita ad evitare la protezione pettorale! -, e per reazione naturale espirò violentemente e barcollò indietro.

"Ouff!!!"

Non tardò comunque a ritrovare l'equilibrio col baricentro, grazie anche alla spinta tutto sommato contenuta; il dolore però permaneva, e la mano destra lasciò l'impugnatura per andare a coprire il punto dell'impatto prima che lei s'accorgesse di starlo facendo.

Illa... cortesana!

Stizzita, per un istante quasi si lasciò trascinare da Divina, quel suo istinto combattivo che l'aveva sempre mossa finora; e, se Divina falliva qualcosa, aveva sempre e solo una risposta: liberare Yoki.
E lei fece per farlo... quando si rese conto di quel che stava facendo.

Ma che... vò menando?!...


Rabbrividì: davvero, che le era saltato in testa? Quell'energia, quella forza diabolica... era la stessa che aveva generato i suoi incubi!
Le ripassarono davanti agli occhi il mostro del tetto, la figura nera, sua sorella che gemeva.
E, sott'acqua, il suo Yoki che si scatenava.
Deglutì. Non che ne avesse paura in sé di quel potere, ma... non era più la Divina di una volta; e ora pure una parte del suo istinto, del suo essere le proibiva un uso tanto sciocco e sconsiderato di quella pericolosa realtà che s'annidiava dentro al suo corpo.
No, lei non era più Divina - e non sapeva nemmeno chi fosse -: pertanto, non avrebbe usato così lo Yoki.

Habeo sole fallito un'offesa: ecce omnia.

Sì, aveva solo commesso un passo falso. Ma bruciava lo stesso.
Perché, anche non essendo totalmente padrona delle sue capacità di Claymore, sapeva di non aver fatto un vero errore: semplicemente, Serena l'aveva in tutto e per tutto anticipata.

"... Deinde, isto fan tredici stationi?"

Lo chiese più a se stessa che all'avversaria. Era... molto, di sicuro. Anche se non riusciva certo a quantificarlo bene, non con la sua conoscenza razionale, non con l'istinto: dopotutto, Serena aveva solo alzato la claymore, nient'altro.
Non poté non chiedersi quanto ne facessero trentatré, dalla quindicesima alla quarantasettesima posizione in Classifica, cioè quante Claymore erano state considerate inferiori a lei dall'Organizzazione. Davvero lei era così capace?
Chiuse la mano destra a pugno, e alzò il capo: comunque fosse, lei aveva davanti a sé la sua personale chimera. E non tanto né solo per l'abilità combattiva.

"Video tua bocca mantenerse muta.
Mentirei, a dir 'niuna importanza':
val mia vita, presente e perduta.

Clare lo sai, altrimenti nol pote
esser, e sappi che con nostra danza
voleo fermar ciò che mia alma scuote."

Lo disse con quel suo sguardo perennemente triste, la voce argentina piatta e scialba, solo in sottofondo animata da una volontà lacerata: per quale altro motivo Serena credeva che avesse voluto vederla? Non certo per venire umiliata come pochi istanti prima dalla sua abilità: era lì per delle risposte che solo la numero Uno poteva darle.
E non capiva perché non gliene volesse dare.
Inutile rammentarle che, fino a pochi giorni prima, lei era capace di trattare assai peggio i suoi interlocutori: non si ricordava di quei giorni, ed anzi quel vuoto di memoria era una delle fonti della sua paura; la stessa paura che l'aveva spinta a cercare Serena, a parlare con gli uomini in nero e ora con lei, nonostante fosse incapace di socializzare decentemente, incapace di relazionarsi agli altri, incapace di gestire il mondo esterno.
Tutte incapacità di cui non si ricordava, ma di cui parimenti non aveva esperienza in senso opposto: era una creatura perduta, senza nome né bussola, in cerca di nuovi punti fermi.
E Serena era l'unico punto fermo ancora in vita dei suoi incubi, l'unica che potesse aiutarla, volente o nolente.
Respirò ansiosa, l'umidità ormai distesasi sulla sua pelle: la numero Uno era la chiave, ma voleva combattere piuttosto che parlare, le era chiaro.
E lei, lei non aveva la forza né fisica né psicologica per opporvisi: infatti, taciuto, prese subito a pensare in che modo avere ragione sulla difesa dell'avversaria.

Che pensar ognora? Nove non tengo: assai milior de' me ella appare per forza, cagnoscentia e istinto. Como ire? A l'Ego mio lassarme così poc'anzi feci, o deverse il mio dover arguta adempire?

Pulsava ancora sul petto, l'esito del suo istinto.
Arretrò d'un ulteriore passo, e ripose la destra a stringere l'impugnatura. Come fare? Serena la superava sotto ogni aspetto che avesse avuto modo di notare, e per quanto stesse ferma era lampante che almeno alla sua velocità - per quanta poca fosse - non le desse problema.
Come fare?
Il suo obiettivo, si rese conto, era stato quello di far cadere a terra la numero Uno: questo il fine del calcio mai tentato; doveva riprovare una cosa del genere? Aveva senso: non ci voleva un'esperta, per capire quanto la sua bassa statura fosse di svantaggio.
Si decise: doveva prima di tutto mettere a terra, o solo in ginocchio, Serena.
E a questo punto ritornava alla domanda di prima: come?
Bella domanda.
Deglutì mentre ragionava: non poteva di certo agire in velocità, e in quanto a forza... beh, immaginò che una donna così ben piantata come Serena potesse spazzar via uno scricciolo come lei.
No, non si ricordava proprio del concetto di forza fisica tra le Claymore.
Né forza, né giochi di gambe... Le rimaneva una sola cosa alla sua portata: cadere in una trappola.
Apposta.
Come se fosse facile.
Ma era l'unica possibilità che rimaneva, senza mettersi a usare Yoki come una sciocca.
Tentò di ragionare, il respiro pesante per l'ansia: ad attaccare frontalmente, aveva visto che sarebbe accaduto; ma a scartare di lato?... No, sarebbe stato inutile: serviva velocità per quello. O almeno credeva.
Quindi, poteva tentare solo un altro attacco frontale.
Si sentì la gola arida alla prospettiva.
Ma comprese che avrebbe potuto fare.
E, di nuovo, partì alla carica.
L'obiettivo, questa volta, sarebbero stati i piedi di Serena. E non con la spada: coi piedi. I suoi piedi.
Ma, come sempre, ci sarebbe stata di mezzo la spada, anche se ora la teneva alta.
Perfetto.
Sarebbe tutto dipeso dalla claymore della numero Uno; ora che ne aveva assaggiato l'estensione, se non altro poteva immaginare quando l'avrebbe raggiunta... e questa volta sarebbe potuta soltanto provenire dall'alto.
Fece un fugace cenno d'assenso a se stessa, come a dire che aveva pensato bene, che tutto andava bene.
Non sapeva perché, ma si sentiva assai tesa: eppure, avrebbe dovuto ben sapere che non le sarebbe successo nulla di grave, con quelle claymore senza filo!
Ma questo non la calmava, come se vincere la difesa di Serena fosse qualcosa di molto importante.
Espirò. E alzò la claymore, ponendosela ritta a due mani sopra la spalla sinistra.
E prese a correre.
Un passo, forse due.
E poi... si sarebbe lasiata scivolare, scivolare nella rena con la gamba destra tesa e la sinistra piegata, volta verso le gambe di Serena, mentre la claymore rimaneva alta a proteggere il petto.
Certo, pure lei sapeva che a Serena sarebbe bastato, ad esempio, bloccarla con la spada per fermare il suo slittare: per questo aveva finto una carica alta.
Sperando che questo facesse perdere un istante - un istante! - a Serena, e che per carità delle Dee non si fermasse.
... Ma di che Dee stava pensando?




Citazione:Yoki utilizzato: 0%
Stato Fisico: Livido al petto
Stato Psicologico: Se nel turno precedente s'era lasciata guidare dall'istinto, qui la brusca umiliazione la porta a diventare, per quanto può, razionale. Importante che in particolare rigetti l'istinto di accumulare Yoki in vantaggio d'un secondo tentativo senza supporti, e che elabori una strategia per quanto non più di tanto dissimile alla precedente. Prova un irrazionale e inconscio ma crescente senso d'invidia per la differenza tra lei e Serena.
Abilità utilizzate: Percezione dello Yoki (passiva)

___________

Di queste case
Non è rimasto
Che qualche
Brandello di muro
Di tanti
Che mi corrispondevano
Non è rimasto
Neppure tanto
Ma nel cuore
Nessuna croce manca
E’ il mio cuore
Il paese più straziato
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