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QUEST In fondo al pozzo [Dua, Camilla, Anna]
17-03-2014, 12:46 PM
Messaggio: #2
RE: In fondo al pozzo [Dua, Camilla, Anna]
Citazione:
"Pensato"
-Discorso- 






[Immagine: 430749_223605774439205_373174493_n_by_lo...6tsijr.jpg]



Gli occhi erano chiusi ma era come se si muovessero freneticamente, come a voler seguire il sogno turbinante che stava avendo luogo nella mente della giovane ragazza.
Che il sogno fosse in realtà un incubo, lo si poteva intuire dalle espressioni contorte di Dua, la quale pareva stesse soffrendo oltre ogni immaginazione nella fantasia degenera creata dalla sua stessa mente.
Non si sorprese quindi di svegliarsi di scatto, con il cuore che le spaccava in due il petto.
Sussultò preoccupata da una minaccia che non era affatto reale e solo in un secondo momento realizzò di non ricordare quasi niente dell'incubo che l'aveva appena spaventata. Guardando gli oggetti di quella stanza austera e priva di senso, nella fervida immaginazione di Dua, si accendeva solo una piccola scintilla che le ricordava un'azione particolare del sogno senza però riconoscere tutta la storia che l'aveva portata a svegliarsi in malomodo.
Cercò di calmarsi e ci riuscì in poco tempo, rispetto ai suoi standard, abbastanza poco da permetterle di riconoscere che qualcuno la stava cercando; fu un uomo che non aveva mai visto ad avvisarla di quanto stava succedendo, sul fatto che un certo "Cort" -che nome fosse, Dua non lo sapeva- l'aveva appena convocata in un determinato luogo di quelle segrete spiacevoli alla vista e all'olfatto.
L'uomo fu molto frettoloso nelle spiegazioni, si limitò a dirle di sbrigarsi, senza però aggiungere il motivo di tale convocazione "urgente".

Dua poteva solo immaginare cosa volessero da lei, poiché la Cerimonia del Rango era già avvenuta doveva essere uno spiacevole compito che la portava in giro per quell'ingrato mondo ad uccidere... Cose
Non ci voleva una fervida immaginazione per capirlo, visto che era il loro compito, serviva piuttosto una forte immaginazione per accettare l'idea che lei -Dua- fosse stata promossa al rango 37 dopo solo il test.
Pensava di aver agito molto male, specialmente date le ferite riportate, ma il numero assegnatole in graduatoria era quello e doveva ancora capire se era un modo per darle fiducia o se fosse invece un vile mezzo per farla cadere talmente in fretta da non farglielo nemmeno capire.
Ed ora che aveva escluso tra i motivi della convocazione la Cerimonia del Rango, aveva tutto il diritto di rivestirsi con le vestigia tipiche di una guerriera graduata: prima di tutto, i piedi scalzi non sarebbero più stati infastiditi da sassi o sabbia ma sarebbero stati ricoperti da calzari in ferro per proteggerla; anche i suoi avambracci avrebbero ricevuto lo stesso trattamento, la stessa protezione, senza però lasciare a stretto contatto la pelle con il freddo metallo.
Le forme della sua vita sottile e femminile venivano accentuate anch'esse da protezioni metalliche che Dua, personalmente, riteneva fortemente necessarie dopo l'ultima esperienza avuta con le lucertole ed infine ad incorniciare il suo stemma, unico mezzo di riconoscimento tra quelle come loro, i pesanti spallacci.

Riflettendo la propria immagine sulla sua spada, ora anch'essa marchiata dal suo simbolo, non poteva fare a meno di pensare di avere esattamente l'aspetto e l'equipaggiamento di una Guerriera; non si sentiva tale, nell'animo, ma sapeva di poterlo essere e doveva agire in base a ciò.
E riflettendo le immagini del suo volto su quel pezzo di metallo non poté fare a meno di fare considerazioni sul taglio infantile dei suoi occhi, dei capelli lunghi che portava sciolti e del mezzo sorriso delle sue labbra che la distinguevano dalle altre.
Sembrava, forse, avere meno anni di quanti ne dimostrasse e anche mentalmente a volte voleva regredire allo stato di bambina; non poteva, però, perché come molte la sua infanzia le era stata strappata via.
Non poteva farlo pesare a nessuno, né lo desiderava, e chiedendosi cosa avesse provato Elise rivedendosi rivestita come una Guerriera graduata come lei stava facendo in quel momento, uscì dalla stanza alla ricerca del luogo di ritrovo.
I nodosi corridoi traspiravano e trasudavano umidità, un'umidità che Dua non si sarebbe mai attesa dato il luogo arido su cui sorgeva Staph, ed il cattivo odore di legno marciscente le penetrava oltre che le narici la stessa gola.
Irrequieta non poté fare a meno di pensare a cosa le avrebbero detto, a cosa lei invece avrebbe dovuto rispondere e come agire nel caso in cui una determinata situazione sarebbe succesa; in poche parole, con la mente andava a vagliare ogni possibile variante di quella stramba situazione in modo analogo a quando aveva incontrato Kelsier la prima volta.
Tossicchiò, entrando in una stanza sotterranea dove l'umido pareva così forte da far venire la pelle d'oca alla ragazzina.

Ripensando alla cerimonia del rango avvenuta da poco, realizzò solo in quel momento la gravità della situazione; aveva già intuito si potesse trattare di un nuovo incarico ma sperava che così non fosse: aveva le vesti di una Guerriera eppure sentiva essere passato troppo poco tempo dal test per poter uscire nuovamente in luoghi a lei sconosciuti.
Dato il luogo angusto e soffocante, nella mente di Dua si riaccese la scintilla dei suoi incubi, ricordando di aver sofferto molto l'oscurità e la solitudine in quel sogno maledetto ma con un sospiro cacciò di mente il pensiero.
Cercando di sorridere tentò di rimanere positiva, non le riusciva semplice ma voleva riporre fiducia nel domani: aveva già dimostrato di aver saputo reagire dove altre avevano fallite, doveva però rimanere concentrata.





Citazione:Stato Fisico: Pelle d'oca per il cattivo odore dato dall'umidità. Sta bene.
Stato Psicologico: Turbata ed agitata, irrequieta. Cerca di rimanere calma e positiva.
Yoki: 0%
Abilità: Percezione (passiva)

[Immagine: tumblr_nwk6rtcmjP1uhzkrko1_1280.gif]
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RE: In fondo al pozzo [Dua, Camilla, Anna] - Lachesi - 17-03-2014 12:46 PM

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