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[In Missione] Scheda di Triela (GioRix)
30-12-2016, 05:45 PM (Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 16-01-2019 10:43 PM da Semirhage.)
Messaggio: #1
[In Missione] Scheda di Triela (GioRix)
Nome: Triela

Anni: 16

Altezza: 1,62 m

Peso: 45 Kg

Arto Dominante: Destro

Tipologia: Attacco

Avatar:
[Immagine: KUUL4i]

Simbolo:
   
Uniforme:

Veste: Triela indossa la veste bianca classica dell’organizzazione, con la particolarità di un lungo guanto bianco sulla mano sinistra, alto fino sotto al gomito, indossato sopra la tuta e atto a non lasciare scoperto nemmeno un brandello di pelle. Un piccolo laccio di cuoio lo tiene stretto attorno al polso, un altro lo blocca  sotto al gomito (fa quindi tecnicamente parte della sezione braccia, ma non lo toglie mai in presenza di altri, a differenza della vera e propria armatura, perciò è più corretto considerarlo vestiario). Simile trattamento è riservato alla gamba destra, con una calza (stavolta sotto la tuta) che arriva fin sotto al ginocchio, la quale ha analoghi lacci in cuoio alla caviglia e sotto l'articolazione.

A seguito dei continui combattimenti che hanno rovinato la sua veste standard, Triela ha preferito ripararla invece che comprarne una nuova. Ritenendo uno spreco di denaro dell'organizzazione il buttare un vestito ancora utilizzabile, lo ha ricucito con varie fibre vegetali. Alla vista ora risaltano delle toppe di colore verde cucite in vari punti dell'uniforme. Il risultato è indicativamente simile a quello dell'immagine sotto, laddove ovviamente né posizioni né colori combaciano. Le dimensioni possono essere considerate relativamente corrette.
Le calze, anche quella alla gamba destra, sono state sostituite da un paio di colore nero. Più spesse e morbide delle precedenti, queste sono abbastanza elastiche da potersi reggere da sole, stringendosi sopra le ginocchia.


Durante i fatti narrati ne "Il mercante di Lido" Triela comprò un mantello da viaggio. Il tessuto, morbido ma resistente, è pensato per resistere soprattutto al clima desertico ed ai suoi forti venti. Il capo è stato riadattato alla sua misura e può venire indossato comodamente sopra la spada, ed è inoltre comprensivo di un largo cappuccio. Sebbene la ragazza abbia potuto constatare la sua efficacia nel bloccare i granelli di sabbia delle omonime tempeste, non ha avuto ancora modo di verificarne l'effettiva impermeabilità per quanto, visto il costo elevato e la destinazione d'uso, dovrebbe teoricamente offrire protezione anche in tal senso.

Schiena: Dotazione totalmente standard dell’Organizzazione.

Spalle: Indossa una spallina singola sul braccio sinistro. Ha chiesto la spallina singola poiché non voleva che più parti si scontrassero provocando continui ed inutili rumori ad ogni movimento. Non indossa spalline sul braccio destro perché vuole tenere il braccio il più libero possibile da eventuali impedimenti.

Petto: Una fascia metallica unica, con una forma a U molto aperta protegge le clavicole. Ad ogni estremità è unita tramite delle fasce di cuoio ad un anello metallico, che è a sua volta connesso ad un’altra fascia di cuoio che la collega alla spallina sul braccio sinistro. L’anello vicino al braccio destro è invece connesso ad altre due fasce di cuoio che passano una sopra e una sotto il braccio, e si collegano direttamente all’armatura sulla schiena. Anche qui, l’attenzione è posta sul non far mai scontrare parti in metallo fra loro.

Braccia: Il braccio sinistro porta un bracciale che parte dal polso e arriva poco sotto il gomito. Scollegato da esso c’è un guardamano. La distanza fra i due è calcolata in modo che non vengano mai a contatto. Il guanto menzionato prima arriva fino in cima al bracciale, ed è quindi tenuto ben saldo da quest’ultimo, in modo che non si cali mai per errore. L’intero bracciale quindi ha fra sé ed il braccio due strati di tessuto anziché uno, il che dovrebbe anche aiutare ad assorbire eventuali botte (per quanto, contro la forza di uno yoma, tale spessore sia pressoché ininfluente. È più che altro un supporto mentale per Triela). Il braccio destro ha unicamente un guardamano. Entrambi i guardamano consistono in un’unica placca di metallo, tenuta in saldo da lacci di cuoio.

Vita: Il gonnellino è composto da due lamine singole, una a destra e una a sinistra. Sono una fascia di metallo di forma simile alla giuntura della spallina e di dimensioni tali da proteggere i fianchi nell’area  di altezza precisa dei glutei. Sono unite sul davanti da una struttura simile a quella che unisce la spallina, solo simmetrica e di dimensioni adatte. Sulla parte posteriore sono unite da due cinghie di cuoio che si uniscono in una x. Nel punto di giuntura c’è una clip in metallo (che si posiziona quindi sopra l’osso sacro). La giuntura anteriore passa appena sotto l’ombelico, quelle posteriori sono una in cima e l’altra a metà delle fasce metalliche laterali.

Gambe: Gli stivali sono standard, per quanto possibile un pezzo unico. I parastinchi sono scollegati dagli stivali, e sono un pezzo unico che parte da sopra la caviglia (in modo che non si scontrino con gli stivali) e arrivano sotto il ginocchio. La coscia esterna è protetta da dei gambali che partono da sopra il ginocchio e arrivano sotto alle fasce sulla vita. Sulla coscia interna ci sono fasce di cuoio che tengono saldi i gambali. Le distanze sono calcolate in modo che le parti metalliche non collidano nemmeno durante azioni come l’accovacciarsi.

Ritenendo troppo fastidioso il rumore emesso dagli stivali, ed essendo uno dei due danneggiato, Triela ha colto l'occasione per cambiarli con degli stivali di cuoio. Questi sono più comodi e leggeri, e sono dotati di parastinchi metallici. Il rinforzo produce comunque un rumore metallico ogni tanto laddove è saldato alla pelle conciata, ma rimane molto meno molesto alle orecchie rispetto al clangore degli stivali standard. L'assenza di tacco la rende più bassa di prima, facendole perdere quei 4-5 cm extra (ora è quindi effettivamente alta 162 cm o poco più).

Schizzi esplicativi (Pre Variazione):
Nota: L’apparente “silenziosità” dell’armatura è dovuta al carattere, non ad un uso effettivo in combattimento, in quanto gli stivali in metallo fanno comunque rumore durante la camminata, e durante una corsa o un combattimento i parastinchi potrebbero scontrarsi tra loro. Per essere effettivamente più silenziosa dovrebbe togliersi  quantomeno scarpe e parastinchi, o coprirli con del tessuto. Lo scopo principale non è comunque avere bonus stealth (per quanto potrebbe averne) quanto non arrecare disturbo e passare inosservata a chi non sta specificatamente all’erta (più spiegazioni nella sezione profilo psicologico).


Profilo Fisico: Triela ha capelli biondi, leggermente più scuri della media delle altre claymore (seppur non tanto da essere una colorata), legati in due codini che le arrivano fino a sopra l’ombelico. Raramente ha una coda di cavallo, con la parte frontale sciolta, che si divide quindi in due ciocche davanti alle orecchie. Non ha però mai usato tale acconciatura apertamente, tale dettaglio è quasi più una diceria che circola tra le sue compagne di addestramento, in cui si dice che sia stata vista con tale capigliatura, aggirarsi silenziosamente in solitudine e con aria malinconica per le zone più nascoste e meno frequentate di staph (tale era infatti l’acconciatura che era solita portare la sorella). Se non fossero legati, i capelli sarebbero mossi. Ha una carnagione leggermente più scura delle sue compagne, reminiscenza del precedente colore. Cerca sempre di mantenere coperti il braccio sinistro e la gamba destra, poiché sono ustionati, marchiati e pieni di ciatrici risalenti a prima della suo innesto. Anche il resto del corpo ha qualche sporadico segno di tortura, ma nulla di così evidente e orribile come gli arti sopracitati, che sono, a detta delle poche compagne novizie che l'hanno vista nuda durante l’operazione di innesto, più orribili della cicatrice sul petto di ogni claymore. La quantità di armatura che indossa sul braccio sinistro, palesemente in contrasto con la leggerezza dell’altro lato, sembra essere lì quasi a protezione del braccio da ulteriori traumi. Ha una corporatura piuttosto snella, poco muscolosa, sebbene le spalle siano leggermente più larghe rispetto a chi ha una corporatura simile. Non ha molti muscoli, e la sua leggerezza le permette di essere piuttosto agile. Ha lineamenti facciali più definiti rispetto alle altre ragazze. Lo sguardo sembra sempre un po’ malinconico e perso. Ha un seno modesto (tra prima e seconda) e le orecchie leggermente a punta (tratto molto leggero, solo chi si ferma ad osservarla a lungo lo nota).


Profilo Psicologico: Triela è a prima vista una guerriera molto silenziosa. Preferisce stare in zone di Staph poco frequentate, e ama la solitudine. Passa il tempo libero nella biblioteca o ad allenarsi da sola. Raramente è in compagnia di altre ragazze, anche se ciò non vuol dire che le rifiuti totalmente o che sia una tipa totalmente silenziosa: sa essere molto diretta nei discorsi e parla anche più del dovuto se la situazione lo richiede, semplicemente preferisce la tranquillità di un bosco al cla(y)more di una taverna. È inoltre molto schiva nei confronti degli sconosciuti, soprattutto se sono umani e non guerriere o mib (verso i quali prova una profonda gratitudine). A causa di un tradimento subìto, non si fida mai fino in fondo delle altre persone, nemmeno quelle con cui stringe amicizia; per tale motivo ogni volta che ne ha l’occasione si sofferma ad osservare chi la circonda, cercando di carpire dettagli fuori posto o movimenti sospetti, tentando di mascherare il tutto come azioni naturali. Dato il suo carattere, cerca sempre di non arrecare inutile disturbo agli altri ed indossa perciò pezzi di armatura da lei scelti appositamente perché facessero il meno rumore possibile. Nonostante di primo acchito possa sembrare una guerriera da difesa, il suo odio verso i suoi vecchi aguzzini l’ha resa una guerriera d’attacco, che per scelta punta tutto sull’essere veloce. Per questo motivo il braccio che brandisce la claymore è quasi del tutto libero da armatura che potrebbe rallentarne il movimento. A seguito delle torture ha sviluppato non tanto una paura, quanto un vero e proprio odio verso il dolore, motivo per cui cerca di schivare i danni piuttosto che assorbirli e poi curarli. Inoltre, per una pura questione mentale dovuta ai traumi, tenta il più possibile di sovraffaticare i due arti di cui prima, tant’è che un acuto osservatore può notare una camminata in cui il baricentro è spostato leggermente verso sinistra (che potrebbe però venir imputato all’asimmetria dell’armatura). Il suo essere un po’ fredda e distaccata la porta ad utilizzare poco lo yoki, e anche quando è  costretta a ricorrervi ne impiega piccole quantità, controllate e dosate con precisione. Possiede anche un lato estremamente dolce, gentile e altruista, che però mostra solo alle poche persone con cui riesce ad aprirsi. Durante il periodo delle operazioni, continuava a ripetersi che l’innesto non era nulla rispetto a quello che aveva subito prima, e perciò la frase “x non è nulla” le è rimasta impressa, e la ripete spesso nelle più svariate situazioni. L’unica cosa che le piace fare è leggere, passione conseguente al suo amare la solitudine e nata per forza di cose a Staph, dove è stata alfabetizzata. Odia invece la schiavitù, le torture e il tradimento. Vede l’organizzazione con profonda ammirazione ed in una luce totalmente positiva, e per questo motivo non sopporterebbe eventuali ribelli o disertrici. Nonostante ciò, se dovesse scoprire la realtà che vi si cela dietro, sarebbe la prima a sentirsi tradita e a giurare vendetta. A differenza di molte altre, non prova particolare odio verso gli yoma, considerandoli una semplice minaccia che va sterminata, senza alcun motivo sentimentale dietro. Per questo riesce generalmente a mantenere la calma in combattimento (a meno ovviamente di circostanze speciali, comuni ad ogni guerriera quali subire ferite, soprattutto se al braccio e alla gamba sfigurati, e vedere le compagne e/o membri dell’Organizzazione subire dei danni evidenti).

Storia Personale: Triela nacque in un piccolo villaggio portuale, di cui non ricorda il nome, sito nella parte più a sud dell’isola (come testimoniava il colore arabico della sua pelle). Visse pacificamente fino a cinque anni, quando i suoi genitori vendettero lei e la sorella maggiore a dei mercanti di schiavi per poter condurre una vita più agiata. Gli schiavisti viaggiarono per un lungo periodo di due anni, cercando invano un acquirente e usandole nel frattempo come divertimento (per Triela si trattò per lo più di torture leggere, ben poche delle sue cicatrici risalgono a tale periodo. La sorella maggiore, essendo in età più appetibile, subì un destino diverso). All’età di sette anni si presentò la possibilità di fuggire, tuttavia la sorella quindicenne, che aveva sviluppato un morboso attaccamento ai suoi padroni, la tradì e la fece catturare, forse nella speranza di avere riservato un trattamento migliore (cosa che peraltro ottenne, scavando un segno ancora più profondo nella psiche della futura guerriera). Triela venne quindi pesantemente punita, dapprima con marchiature a fuoco e frustate su tutto il corpo. Saputo di una particolare richiesta di schiave con la pelle scura nel nord, gli schiavisti decisero di accanirsi solo sulle parti del corpo messe peggio (che per un semplice caso erano i due arti di cui si è parlato finora) in modo da preservare il più possibile la qualità della merce restante. Tra le torture si annoverano marchiature a fuoco, strappamento delle unghie, scuoiamenti parziali, tagli, abrasioni e immersione in olio bollente. Durante il viaggio, il convoglio venne attaccato da uno yoma impazzito dalla fame, che uccise buona parte delle persone, compresa la sorella di Triela (fatto che creò sentimenti contrastanti nella ragazza, che ancora oggi ricorda l’accaduto con un malinconico misto di gioia e dolore). Gli schiavisti, ormai decimati, vendettero la ragazza ad un mib incontrati sulla strada (tentando probabilmente di liberarsi di quella merce difficile da piazzare, vista la perdita dei mezzi necessari a raggiungere il nord), sfruttando però l’occasione per derubarlo. Triela, in cerca di vendetta, fece notare la cosa al mib non appena si furono allontanati, ottenendo un semplice ringraziamento in risposta. Pochi giorni dopo, quando il viaggio verso Staph era quasi concluso, il mib, forse come gesto di pietà, le fece sapere che i suoi precedenti padroni erano incautamente passati per una zona densa di yoma, ed erano pertanto stati tutti divorati (essendo una bambina al tempo non ci prestò caso, e anche oggi la sua fiducia nell’organizzazione la rende cieca all’evidenza. Potrebbe notare la cosa solo nel caso in cui sia già sulla strada della ribellione, o comunque venga a conoscenza di altri oscuri segreti di Staph). Da quel momento Triela, ormai con 8 anni di vita alle spalle, iniziò a provare un profondo senso di gratitudine ed adulazione nei confronti dell’Organizzazione che l'aveva salvata, seppur per un caso, da morte certa. Questo le permise di superare abilmente l’operazione, il cui dolore fu per lei minore rispetto alle torture cui era abituata. Quello che per le altre guerriere era un momento di puro terrore, per Triela non fu altro che un piccolo prezzo, per quanto spiacevole e odioso fosse per lei il dolore, da pagare per poter servire l’organizzazione. Il suo allenamento durerà quindi nel complesso 8 anni.

Abilità e Tecniche apprese:

Coordinazione Straordinaria [Abilità Innata]:
La Guerriera ha un talento naturale per il combattimento e una capacità di riflessi unica. Questa straordinaria capacità si traduce con un +3 al Comando per azioni legate al combattimento in singolo della Guerriera (anche nei combattimenti di gruppo, ma tale Bonus non si applica al Comando inteso come ordini di qualsiasi tipo).

[Immagine: qRmaGJY.png]
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[In Missione] Scheda di Triela (GioRix) - GioRix - 30-12-2016 05:45 PM

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