Out of The Blue [Jurking - Wolfsoul]

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La Danza della Rosa

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“Mi infastidisce camminare in mezzo alla gente così ingessata, ma non posso correre il rischio di... al diavolo, quelle due ormai sono già sulla nave!”

L’ampio mantello cominciava così ad ondeggiare soavemente, mentre il leggiadro passo della strana figura incappucciata in mezzo ai cittadini si trasformava in un ampio e regale incedere. Ora sì che la gente cominciava ad accorgersi di lei, e questo non poteva farle altro che piacere.
Era sempre stato così, in fondo. Le bastava camminare per affascinare la gente, e quella specie di controllo che esercitava incantando i presenti le era sempre risultato comodo.
Certo, in quel momento non si poteva certo parlare di “incantamento”, infagottata com’era: si trattava pur sempre di una missione sotto copertura.
Già, sotto copertura, che in questo caso significava essere avvolta da una matassa di logori stracci che di certo non giovavano al suo fascino naturale.

Ad ampi sbuffi si faceva largo fra gli abitanti incuriositi dalle sue movenze e dal suo dolce profumo: non doveva perdere tempo.

“E così la nave è questa. E’ un peccato che la tempesta possa rovinarla, bella com’è, ma in fondo il lavoro è lavoro.”

Osservò con un ampio sorriso il trafficare febbrile dei marinai, soffermandosi più a lungo su un biondo figuro che trasportava dei barili verso la stiva. Si lasciò sfuggire una smorfia intenerita, portandosi una mano sulla fronte e scuotendo leggermente la testa.

“Gli umani proprio non sono abituati a vedere delle guerriere fra di loro, peccato che non mi si riesca ad ingannare con un semplice taglio di capelli, specialmente se non si ha l’accorgimento di assumere il farmaco. Sarà anche deboluccia stando a quanto ho percepito finora, ma è pur sempre più sagace della sua compagna: quella non si è nemmeno presa la briga di assomigliarci, a un uomo. A Staph non saranno contenti...”

Si sgranchì la schiena, prima di riassumere il suo atteggiamento di basso profilo e dirigersi verso la fune che teneva la nave saldamente ancorata al porto. Aspettò che tutti i marinai fossero nello stesso momento a bordo, non voleva correre il rischio di mietere innocenti vittime per la sua impazienza. Non dovette quasi attendere, per sua fortuna.

“...sempre se ci tornerete.”

Sguainò la grande spada dalla schiena, celata in precedenza dal grande mantello, per poi recidere con un secco e rapido fendente la grande fune. Il forte vento avrebbe fatto il resto.

«Spero non soffriate troppo il mal di mare. Arrivederci, guerriere!»