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[In Missione] Scheda di Seayne (Nardo)
16-02-2015, 11:01 PM
Messaggio: #8
RE: [In Missione] Scheda di Seayne (Nardo)
CAPITOLO VII: NASCOSTO NEL BUIO II

Seayne ebbe alcuni giorni a disposizione per recuperare dalla sonora batosta inflittale da Angela e meditare sulle parole di Mastro Duncan, prima di venire nuovamente chiamata alle armi.

La guerriera albina ebbe così modo di fare la conoscenza di un altro supervisore: Kelsier, il quale si presentò (inserisci descrizione). Assieme a lui c’era un’altra guerriera, la Numero 31: Olivia, la quale sarebbe stata la sua compagna per questa missione. Presentatasi educatamente, Seayne passò ad ascoltare le istruzioni dell’uomo in nero. Kelsier allora disse loro che la richiesta proveniva dalla città di Durenor, nelle Terre Centrali, verso la quale erano già stata inviate due guerriere: la loro missione però si era risolta con un fallimento e la morte di una delle due. La nuova richiesta informava che il male era ancora presente e che sembrava addirittura che si fosse formata una vera e propria setta con occhi e agganci in tutti i livelli sociali della città. Per questo motivo, le due guerriere sarebbero state inviate laggiù opportunamente camuffate per non farsi riconoscere e, una volta là, avrebbero dovuto prendere contatto con una vecchia guardia cittadina di nome Jason, che le avrebbe attese alla taverna del “Tasso che Ringhia”, per fornire loro ulteriori istruzioni. A parte Seayne la quale, tra le due, era quella col grado più elevato, Kelsier affermò che Olivia era stata appositamente scelta per essersi ben comportata in un’altra missione sotto copertura. Cosa che tranquillizzò molto la guerriera albina. La competenza di Olivia si fece subito sentire quando, invitate dal superiore a esporre i loro suggerimenti per intrufolarsi a Durenor, Seayne ammise che l’idea della compagnia era più verosimile della sua ma, in realtà, Kelsier aveva solo scherzato con le due guerriere, infatti aveva già predisposto tutto. Prima di iniziare la missione infatti, le due guerriere avrebbero dovuto recarsi prima a Nord, presso la città di Holmgard, là avrebbero preso contatto con delle persone al soldo dell’Organizzazione le quali, oltre a fornire loro ulteriori istruzioni, le avrebbero preparate al ruolo che avrebbero dovuto interpretare sotto copertura: quello di due cortigiane! Dopo aver fornito alle due una cospicua riserva di pillole inibitrici dello Yoki, Mastro Kelsier congedò le due guerriere, ammonendole che non sarebbero stati tollerati errori e intimando loro di partire immediatamente.

Una volta fuori dalla vista delle mura di Staph, Seayne ritenne opportuno ripresentarsi alla compagna in maniera meno frettolosa e, non volendo far pesare il suo ruolo di caposquadra, disse a Olivia che, a missione iniziata, avrebbe voluto sapere qualunque idea le fosse passata per la testa. Quindi le due proseguirono per la loro strada con la compagna che, trovandosi evidentemente a suo agio fuori dalle mura, iniziò a fischiettare allegramente, accompagnando così il ritmo della loro marcia, con Seayne che reggeva il passo senza profferire parola, apprezzando la sensazione di allegria che il fischiettare di Olivia le instillava. Dopo due giorni di cammino, le due compagne giunsero finalmente in vista delle massicce mura di Holmgard, laddove si accorsero che l’ingresso alla città era ostruito da una lunga fila di persone che attendevano di entrare. Seayne decise di non attendere e, facendo segno a Olivia di seguirla, si diresse risolutamente verso la fila: spinta da un pizzico di malizia, voleva infatti mettere alla prova le persone accodate all’ingresso: era convinta infatti che i pregiudizi della gente nei confronti delle guerriere avrebbe fatto sì che la gente avesse ceduto il passo, pur di non avere nulla a che fare con loro. Prima però che la teoria di Seayne venisse messa alla prova, le due vennero intercettate da un piccolo uomo riccamente vestito e con le mani curate e ingioiellate. Egli si presentò come Bernard Michael Morhaime II° ed era effettivamente l’uomo incaricato dall’Organizzazione per prepararle alla missione: le due sarebbero state sue ospiti finché i preparativi non fossero stati ultimati. Nessuno fece domande né si oppose quando Mastro Bernard le condusse dentro le mura.

Il loro ospite le condusse attraverso le ampie vie cittadine, facendo loro da guida, decantando le bellezze della città a mano a mano che procedevano lungo la strada. Seayne fu colpita dalla varietà di profumi, rumori e immagini che via via la avvolsero, finché il gruppo giunse all’inizio di un massiccio ponte che separava la parte alta della città dal resto: la casa di Bernard doveva ovviamente trovarsi in quella zona. Così, oltrepassato il ponte, il terzetto si ritrovò in un quartiere composto da case imponenti e da strade lastricate in marmo nel quale si inoltrarono finché Seayne, persa nella contemplazione di quanto la circondava, non si accorse che erano giunti davanti alla sontuosa dimora del loro temporaneo mentore.

Ad attenderle c’era un altro uomo, magro e con dei baffetti piegati all’insù che accolse il suo padrone e le sue ospiti con un inchino: dalle sue parole e dalle risposte di Bernard, Seayne intuì che il nuovo arrivato, che era stato loro presentato come Alfred, doveva essere il maggiordomo o il capo della servitù. Bernard lasciò le due guerriere alle sue cure e Alfred si mise immediatamente a loro disposizione. Seayne chiese il permesso di potersi fare un bagno ed evidenziò al maggiordomo la necessità di tingere i suoi lunghi capelli bianchi per dare meno nell’occhio, riservandosi la possibilità di avanzare ulteriori richieste una volta conosciute nel dettaglio le istruzioni di Kelsier. Mentre Olivia le chiedeva di unirsi a lei per il bagno, Alfred lei informava che aveva già dato istruzioni in tal senso e, senza perdere ulteriore tempo, condusse le compagne all’interno della villa, ricordandosi solo in un secondo momento – e scusandosi per questo - di descrivere alle stupefatte guerriere quanto le circondava. Dopo qualche minuto arrivarono davanti a una sala che era stata attrezzata per consentire alle due di concedersi il bagno che anelavano. Alfred si congedò da loro lasciandole alle cure di un’altra inserviente che si presentò come Imoen, la quale gentilmente chiese prima di tutto alle compagne di togliersi tutto quello che avevano indosso, uniformi comprese, per permetterle di disporne in modo adeguato. Forse stordita da quanto visto fino a quel momento, Seayne ubbidì senza pensarci due volte, mentre Olivia faceva altrettanto, salvo poi ricordarsi, una volta che fu nuda, della cicatrice che le deturpava il corpo, tentando vanamente di nasconderla con le braccia. Forse intuendo il suo disagio, Imoen si affiancò alle due compagne e rassicurò le due sul fatto che tutti coloro che erano in quella casa erano stati opportunamente avvisati da mastro Kelsier riguardo lo stato dei loro corpi e delle sofferenze che loro avevano dovuto sopportare fin da bambine e pertanto nessuno le avrebbe trattate in modo ingiusto. A conferma delle sue parole, due coppie di inservienti, alle quali era stata affidata una guerriera ciascuna, mentre osservavano le due compagne mostrarono pietà e comprensione nei loro sguardi. A quel punto, le due compagne si abbandonarono ai piaceri del bagno… Seayne non avrebbe saputo dire quanto tempo trascorse; coccolata e accudita dalle due ragazze a sua disposizione, si rilassò completamente, perdendosi in quella prima e meravigliosa esperienza fino a perdere la cognizione del tempo e, quando il bagno finì, la guerriera albina si trovò avvolta in un caldo e morbido accappatoio che trattenne su di lei le sensazioni provate fino a quel momento. Poi, senza quasi rendersene conto, Seayne venne condotta assieme a Olivia in una stanza messa a loro disposizione nella quale, come disse loro Alfred, improvvisamente ricomparso, avrebbero potuto rilassarsi in attesa della cena, mentre le quattro ragazze a loro disposizione avrebbero atteso eventuali loro richieste nell’anticamera, pronte ad accorrere se una delle due avesse suonato un campanello poggiato su un comodino. Rimaste sole, Olivia si sdraiò su uno dei due letti della camera, rilassandosi, mentre Seayne iniziò a pettinare la sua fluente chioma sia per rendere meno selvaggio il suo aspetto per rispetto nei confronti del padrone di casa, sia per favorire il lavoro di tintura dei suoi capelli. Quand’ebbe finito però, riconobbe nell’immagine riflessa la novizia che aveva osato innamorarsi di un umano e i dolorosi ricordi che sempre cercava di tenere a bada le tornarono prepotentemente in mente. Così, per tentare di soffocarli nuovamente, Seayne si alzò e iniziò a rovistare tra armadi e cassetti, inseguita dai bonari inviti di Olivia a rilassarsi e prendersela comoda, per vedere se quella stanza custodisse ancora qualche segreto. Alla fine, la sua “Caccia al Tesoro” fu premiata: infatti dentro un armadio Seayne scoprì due meravigliosi vestiti i quali suscitarono anche la curiosità di Olivia, prontamente giunta al suo fianco. A completare il tutto, per ciascun abito c’era a disposizione una elaborata collana che sarebbe servita ottimamente per nascondere la parte superiore delle loro cicatrici, che gli abiti non coprivano. Tuttavia, nessuna delle due compagne aveva esperienza nell’indossare abiti così elaborati e allora, eccitate come due bambine alle prese con un nuovo gioco, chiamarono le loro attendenti per farsi aiutare a indossarli. L’effetto finale lasciò senza parole anche le loro cameriere. Terminata la sfilata e rimaste nuovamente sole, dopo aver scherzato un po’ le due guerriere si ritrovarono a dover ingannare il poco tempo che mancava all’ora di cena. Seayne si offrì di spazzolare i capelli di Olivia, istintivamente tentando di stabilire con lei un legame più profondo della semplice conoscenza ma, nonostante la risposta scherzosa della compagna, che comunque accettò, il suo sguardo le disse invece che, forse, la proposta della guerriera albina era stata un po’ troppo intima e imbarazzante. Seayne si mise a lavorare di buona lena sulla chioma paglierina della compagna ma tra le due calò un silenzio carico di imbarazzo. L’annuncio che la cena era servita risolse quella situazione di stallo emotivo e le due guerriere in tutto il loro splendore furono l’oggetto dei complimenti tanto di Mastro Bernard che del maggiordomo Alfred dopodiché, prima che le pietanze venissero servite, il padrone di casa annunciò alle due guerriere che sarebbero ripartite l’indomani assieme a Imoen la quale, per tutta la durata della missione, avrebbe recitato la parte della loro cameriera. Inoltre le tre sarebbero state accompagnate da una “guardia del corpo” assunta allo scopo, come era usanza tra le cortigiane: le due guerriere però avrebbero dovuto prestare attenzione in quanto il loro accompagnatore era all’oscuro delle loro vere identità e dei loro scopi. A quel punto la cena fu servita: Seayne e Olivia si trovarono di fronte praticamente qualunque cosa avessero desiderato mangiare, in quantità tale che, anche se fossero state umane, avrebbero avuto comunque difficoltà a divorare tutto. Mastro Bernard, pur invitandole a non fare complimenti, le rassicurò comunque sul fatto che nulla di quel pasto sarebbe stato sprecato: infatti ciò che fosse avanzato sarebbe stato prima destinato alla servitù e, successivamente, ai poveri. Olivia iniziò a servirsi per conto suo mentre Seayne, indecisa su cosa scegliere perché voleva assaggiare un po’ di tutto, ricorse al consiglio e all’aiuto della loro “cameriera” Imoen per farsi preparare degli “assaggi” di quante più pietanze possibili, compatibilmente con le dimensioni del suo stomaco. Al termine della cena, Mastro Bernard offrì alle due guerriere l’opportunità di visitare il giardino della casa, orgoglio e vanto del buon Alfred, che le due guerriere colsero con entusiasmo e nel quale Seayne si perse, avvolta dal caleidoscopio di colori e profumi, finché non giunse il momento di ritirarsi per la notte.

La mattina seguente dopo una colazione nella quale Seayne si limitò moltissimo, ricordando ancora il suo stomaco la cena della sera prima, le due guerriere vennero condotte nuovamente nella sala dove avevano fatto il bagno il giorno prima e una volta là, sotto la guida esperta di Imoen, le quattro attendenti sottoposero le due compagne a un vero e proprio “trattamento di bellezza”, grazie al quale i capelli paglierini di Olivia divennero rosso fuoco e quelli candidi di Seayne nero corvino: inoltre le due vennero truccate talmente bene da sembrare, almeno agli occhi di Seayne, due ragazze completamente diverse. A quel punto, rivestite con gli abiti lussuosi che avevano scelto, erano praticamente pronte per partire sennonché, rimirandosi un’ultima volta allo specchio, Seayne si accorse di un ultimo particolare da sistemare e si affrettò a chiedere a Imoen una pillola di soppressore dello Yoki per sé e la sua compagna, in modo tale che la guardia del corpo loro assegnata non si accorgesse dei loro occhi d’argento. Risolto quell’ultimo particolare, le tre ragazze uscirono all’esterno per fare la conoscenza del loro protettore: costui era un omone di dimensioni ragguardevoli (Inserire descrizione di Minsc) il quale, in quel preciso momento, si stava occupando di caricare su un carro i bauli che costituivano il loro bagaglio: L'uomo era molto alto e piuttosto muscoloso, completamente pelato e con uno strano disegno blu sul viso; i suoi occhi castani comunque denotavano gentilezza, nonostante piccole e grosse cicatrici erano visibili sulle parti nude del suo corpo. Inoltre l’uomo aveva un compagno, un minuscolo criceto che lui trattava come fosse un essere umano, senza smettere mai di parlargli e di coccolarlo! Alfred e Imoen sorridevano, probabilmente divertiti dalle facce delle guerriere alla vista del grosso guerriero e del suo criceto. Esauriti i convenevoli, le guerriere e Imoen salirono sul carro e partirono alla volta di Durenor

Durante il viaggio Seayne ebbe modo di capire che Imoen, accolta in casa sua da Mastro Bernard quand’era ancora una bambina, sembrava molto eccitata per il fatto stesso di partecipare a questa missione, probabilmente non rendendosi pienamente conto dei rischi che tutte loro avrebbero corso. Il viaggio non fu proprio tranquillo in quanto un gruppo di banditi li assalì dopo un giorno di viaggio, ma grazie all’abilità delle due compagne e alla potenza di Minsc il gruppo riuscì a respingere l’assalto, graziando i sopravvissuti.

Arrivati senza ulteriori problemi alle porte di Durenor, fu sufficiente consentire alle guardie alle porte un’ispezione visiva delle due compagne e un controllo sommario dei loro bagagli per ottenere sia il permesso di entrare, sia informazioni per raggiungere la locanda del “Tasso che Ringhia”. Fu a questo punto che Imoen consegnò loro una lettera da parte di Kelsier, la quale conteneva ulteriori indizi su come contattare Jason e l’ordine più o meno esplicito di prendersi cura dei loro due… tre compagni di viaggio. Una volta entrate nella locanda, l’aspetto delle due guerriere non mancò di fare effetto sugli avventori, i quali ammutolirono tutti e iniziarono a rivolgere alle due degli sguardi che andavano dall’affascinato al lascivo. Nemmeno Dudeley, l’oste, pareva immune al fascino esercitato dalle due, soprattutto di Olivia, indubbiamente la più prosperosa delle due compagne, finché non intervenne Brienne, la moglie dell’oste la quale, scusandosi per l’atteggiamento del marito, si prodigò per offrire alle tre donne un’accoglienza degna. le compagne presero una stanza e, mentre Minsc si occupava dei bagagli, le due guerriere ne approfittarono per chiedere di poter farsi un bagno prima di pranzo. Spaziando con lo sguardo sul salone, Seayne notò due uomini i quali potevano essere Jason il loro contatto: entrambi infatti portavano sul braccio destro un segno di riconoscimento, ovvero un pezzo di tessuto rosso ma, come poi le fece notare Olivia, uno dei due, quello seduto vicino alle scale, aveva un “fazzoletto” rosso annodato sul braccio, quindi rispondeva appieno alla descrizione che il loro superiore aveva loro indicato. Mentre Olivia si godeva il suo bagno, Seayne ne approfittò per uscire sul balcone del quale la stanza era provvista, al fine di dare un’occhiata alla disposizione dei palazzi nel caso avessero dovuto utilizzare quel percorso come via di fuga ma, mentre lo faceva, la guerriera ebbe la sensazione che una figura intabarrata la stesse osservando ma quest’ultima, quando Seayne diede segno di essersi accorta della sua presenza, si dileguò tra la folla. Seayne rientrò prontamente nella stanza, informando le compagne dell’accaduto. Finito che ebbe il bagno, la guerriera si fece aiutare da Imoen per rifarsi il trucco, dopodiché la cameriera annunciò che sarebbe uscita per saldare il conto della locanda e per fare delle compere: le due guerriere invece attesero ancora un po’ poi scesero nella sala comune per pranzare. Mentre scendevano lo scalone, attirando nuovamente su di loro l’attenzione degli avventori, Seayne notò che il “Jason” col fazzoletto rosso al braccio era ancora al suo posto ed ebbe un’idea: dopo aver chiesto sottovoce a Olivia di reggerle il gioco, la guerriera improvvisò uno scivolone, finendo col sedere sui gradini e, mentre si rialzava aiutata dalla compagna, profferì alcune frasi rassicuranti sul suo stato di salute, infilandoci in mezzo le parole che avrebbe informato Jason della loro identità, sperando che l’uomo l’udisse e capisse. Il tentativo ebbe successo: infatti, mentre le due guerriere attendevano il pranzo su un tavolo un po’ defilato dal resto della sala, “Jason” si avvicinò al loro e fece cadere sul tavolo un foglietto ripiegato che Seayne fu lesta a far sparire nelle pieghe del suo abito. Poi, mentre attendevano il pasto, le due guerriere vennero avvicinate da un paio di giovanotti, uno decisamente male in arnese, l’altro messo un po’ meglio, i quali senza troppi preamboli volevano già acquistare i “beni” dei quali si supponeva le due mettessero in vendita. Con tutta la locanda che sembrava ascoltare, Seayne diede loro una risposta che mirava unicamente a prendere qualche giorno di tempo; i due giovanotti però non la presero bene e se  ne andarono, mentre una parte degli avventori sembrava aver perso il loro entusiasmo iniziale. Il pranzo arrivò e, mentre Seayne mangiò moderatamente Olivia, forse per non destare sospetti, trangugiò tutto quello che aveva a a disposizione; finito che ebbero, le due ritornarono nella loro camera e, finalmente, lessero il messaggio lasciato loro da Jason. In esso, l’uomo le esortava a raggiungerlo entro un’ora in una stanza della locanda sita allo stesso loro piano, ma dal lato opposto, bussando alla porta con una determinata sequenza per farsi riconoscere. Le due guerriere attesero fino all’ultimo per vedere se Imoen ritornava poi, visto che di lei non v’era traccia, spedirono Minsc a cercarla, mentre loro due si recarono all’appuntamento con Jason.

La vecchia guardia le accolse ostentando un atteggiamento prudente e raccontò loro una storia agghiacciante che parlava di sparizioni misteriose e di ritrovamenti di cadaveri squartati, mutilati e/o bruciati. Lo stesso figlio di Jason rientrava nel conteggio delle vittime. Dopo aver ricevuto parole di conforto dalle guerriere quando l’uomo si fece ovviamente cogliere dall’emozione al ricordo del figlio, Jason esternò i suoi sospetti riguardo il nascondiglio della setta assassina della quale, secondo lui, facevano parte personaggi influenti della città, al punto da riuscire a impedire che si indagasse su quelle morti misteriose: le fogne cittadine! Infatti, nonostante le stesse fossero già state oggetto delle ricerche da parte delle prime guerriere arrivate sul posto, dopo la loro partenza il nuovo sindaco che aveva sostituito il precedente, scomparso subito dopo la partenza delle prime due compagne, aveva continuato a stanziare denaro pubblico per presunti lavori di migliorie delle fogne, cosa inutile secondo Jason stante il comunque buon funzionamento delle stesse. Tali lavori erano andati talmente avanti da avere praticamente degli accessi in ogni parte della città.

Alla fine della lunga discussione, durante la quale Seayne dovette reprimere una fiammata di rabbia, lei e Olivia appresero che l’accesso alle fogne più vicino era situato subito dietro la locanda, in un vicolo cieco usato per gli scarichi della stessa, al quale si poteva accedere uscendo fuori dalla finestra della stanza di Jason e concordarono con la vecchia guardia che, a missione compiuta, nessuno avrebbe fatto nulla per divulgare l’accaduto: le guerriere se ne sarebbero andate e Jason sarebbe rimasto a osservare come evolvevano le cose a quel punto. Le due guerriere appresero anche che, dato il fallimento delle guerriere che le avevano precedute, il contatto di Jason con l’Organizzazione, probabilmente Mastro Kelsier, aveva rinunciato al compenso ma anche che le altre due guerriere erano entrambe ancora vive quando furono “licenziate” dal vecchio sindaco, il che contrastava con quanto loro riferito dallo stesso Kelsier. Seayne preferì accantonare la questione e concentrarsi sulla missione in corso. Al momento del congedo, le due guerriere avvisarono Jason che avrebbero agito quella notte stessa – per attendere la fine degli effetti del farmaco inibitore - e lui di rimando disse che le avrebbe attese nella stanza per aprir loro la porta e là le avrebbe attese fino alla fine della caccia. Tornate nella loro stanza, le due compagne scoprirono che Imoen era finalmente tornata, sana e salva!

La loro cameriera, dopo essersi scusata con le due per essersi attardata a passeggiare per la città, volle subito essere messa al corrente delle ultime novità e Seayne, senza ulteriori indugi, le riassunse gli ultimi eventi. Subito dopo, mentre Imoen estraeva dal doppio fondo di uno dei bauli le spade delle guerriere Seayne, dopo essersi impossessata della propria, iniziò a esporre il suo piano che prevedeva essenzialmente di equipaggiarsi completamente con armi e armature e, coperte dai mantelli che Imoen aveva comperato su suggerimento di Seayne, introdursi di soppiatto nelle fogne mentre Olivia, che nel frattempo aveva dato un’occhiata all’esterno senza vedere nessuno spione, suggeriva per contro di utilizzare un vestiario più adatto o, al limite, gli stessi vestiti che stavano indossando. Seayne ribatté elencando i motivi per i quali, secondo lei, la cosa non andava bene, ma fu a un suo suggerimento alla compagna riguardo l’utilizzo del pomo della claymore come arma che provocò la risposta apparentemente piccata e sarcastica di Olivia: Seayne, forse a causa della tensione e all’ansia dell’attesa, non colse le sfumature scherzose nella risposta della compagna e questo le causò un altro sbalzo d’ira, trattenuta a stento. Concessasi qualche istante per riprendere il controllo sui suoi nervi, la guerriera albina replicò nuovamente a Olivia, ribadendo la sua posizione ma questa volta, stranamente, Olivia capitolò senza ulteriori obiezioni. La cosa stupì non poco Seayne e le insinuò il sospetto che la compagna potesse più tardi agire di testa sua, ma fu quando Imoen mostrò loro i vestiti che Mastro Kelsier aveva procurato per quell’evenienza, informandola che le loro armature non erano state portate che Seayne capì di essersi comportata male e, subito dopo, si scusò con le compagne per il suo atteggiamento, adducendo come giustificazione i suoi problemi di controllo della rabbia, forse cercando inconsciamente il loro conforto o la loro solidarietà. Appianato il dissidio, le due guerriere si cambiarono e attesero la fine degli effetti del farmaco e poi, mentre Imoen distraeva Minsc, le due tornarono nella stanza dove le attendeva Jason e da lì saltarono nel vicolo dietro la locanda, aprirono la grata che dava accesso alle fognature e vi entrarono.

Entrambe le guerriere utilizzarono la loro percezione per scovare tracce del nemico ma, sulle prime, nessuna delle due avvertì la benché minima traccia, così decisero di incamminarsi seguendo il corridoio che proseguiva alla loro destra. Dopo alcuni minuti di cammino le due compagne si trovarono di fronte a un altro bivio destra-sinistra e, questa volta, Seayne avvertì chiaramente non una, ma ben due tracce che portavano, Seayne ne era sicura, a due Yoma distinti e separati in entrambe le direzioni e dei quali, quello del corridoio a sinistra, sembrava essere il più forte dei due. Seayne informò immediatamente Olivia e le propose di separarsi per affrontare contemporaneamente i due Yoma senza dar loro la possibilità di dare l’allarme o di fuggire nel momento in cui uno dei due fosse stato affrontato dalle guerriere, arrogando poi a se l’onore e l’onere di affrontare lo Yoma più forte, quello nascosto nel corridoio a sinistra. Olivia non trovò nulla da obiettare e così le due si separarono, con l’impegno di tornare sui propri passi quando avessero ucciso il proprio avversario, per dare eventualmente una mano alla compagna. Seayne s’incamminò dunque nel corridoio di sinistra e, dopo esser sfuggita senza farsi notare a tre gruppi distinti di settari aggrappandosi a delle piccole tubature che correvano sul soffitto dei canali, arrivò davanti a una porta di ferro arrugginito oltre la quale, ne era certa, si nascondeva la sua preda. Dopo una veloce supplica alla Grande Stella del Nord, la guerriera aprì la porta che si spalancò con uno stridio chiaramente udibile da chiunque si fosse trovato dietro di essa, ovvero un massiccio Yoma seduto su un rozzo trono e una dozzina di settari intenti a scuoiare l’ennesima vittima legata su un altare, i quali rimasero momentaneamente interdetti a causa dell’intrusione.

Richiamata una discreta quantità di Yoki, Seayne partì all’assalto schivando gli umani stupefatti e puntando direttamente sullo Yoma per cercare di sorprenderlo grazie alla sua velocità, ma questi si dimostrò particolarmente abile, cercando di colpirla con una manata che non fece danno ma che costrinse Seayne a rinunciare all’attacco. Senza perdere un istante lo Yoma, probabilmente un Divoratore, afferrò uno dei suoi discepoli e lo scagliò contro la guerriera con tutta la sua forza, per poi caricarla a sua volta: se Seayne lo avesse schivato l’uomo sarebbe probabilmente morto schiantandosi contro il muro, mentre se la guerriera fosse stata colpita, oltre a farsi male si sarebbe trovata il mostro addosso. La ragazza tentò quindi una mossa elaborata: con la mano sinistra afferrò al volo l’umano, facendo perno su se stessa per deviarne la traiettoria e caricare di forza il fendente trasversale che, contemporaneamente stava vibrando con l’altra mano, tentando di intercettare il nemico. La disparità di forza fisica però giocò a sua sfavore: infatti lo “strattone” che subì per fermare il volo dell’umano la sbilanciò, togliendo efficacia al suo fendente che produsse solo una ferita non letale al petto dell’avversario il quale, pur essendo costretto a fermare la sua carica, riuscì a darle un calcio che la colpì alla bocca dello stomaco, tagliandole momentaneamente il fiato e sbalzandola via. Contemporaneamente si iniziò a udire un distante scampanio che crebbe a poco a poco: Seayne intuì che potesse trattarsi di un sistema d’allarme e questa constatazione la fece temere per la sorte di Olivia, riempiendola di rabbia! La guerriera non si arrese, sapeva di avere nella velocità il suo unico punto di vantaggio nei confronti dell’avversario e cercò di sfruttarlo, eseguendo la mossa che aveva usato un arena contro Alicia: correre verso l’avversario aumentando all’improvviso lo Yoki, fare una schivata diversiva e scivolargli alle spalle per poi tentare di decapitarlo, aumentando lo Yoki in circolo fino a raddoppiare la massa muscolare per avere più forza... Tutto bene ma, all’ultimo, lo Yoma si abbassò lasciando Seayne a fendere l’aria e calciandola nuovamente via ma questa volta il suo volo venne intercettato da uno dei settari che si schiantò con lei sulla parete, proteggendola dall’urto ma lasciandoci le penne. Senza un briciolo di pietà o rimorso per la morte dell’uomo, Seayne continuò a concentrarsi sull’avversario, anzi, sugli avversari in quanto i settari si erano ripresi dallo stupore e si apprestavano a dare man forte al loro “capo”, mentre quest’ultimo decise di affrontare l’avversaria a distanza, scagliandole contro gli artigli della mano destra, il che era quello che Seayne stava aspettando. Senza indugiare, la guerriera balzò in alto, lasciando che gli artigli passassero sotto di lei e, ricadendo menò un fendente dall’alto verso il basso, che divise lo Yoma in due, ma non poté evitare che quest’ultimo, vistosi oramai spacciato, le puntasse contro il braccio sinistro sul quale, a causa della forza di gravità, Seayne andò a impalarsi all’altezza dello stomaco. La ferita era molto grave e la guerriera lo sapeva, tuttavia dovette minacciare un paio di volte gli umani rimasti e colpire uno di essi per convincerli ad andarsene e potersi dedicare in pace a rigenerare la ferita, impresa tutt’altro che facile. Infatti fu un processo lungo e doloroso tappare quel buco nella sua figura ma alla fine, confortata dal ritorno di Olivia, la quale sembrava sopportare bene una brutta ferita subita in battaglia, Seayne riuscì nel suo intento e la sua ferita si chiuse, lasciandole come strascico una stanchezza che avvertiva in tutte le sue membra.

Che fare a quel punto? Gli Yoma erano stati uccisi tutti? La prospettiva di aggirarsi nelle fogne lei esausta e con Olivia ferita per cercare forse vanamente altri Yoma non l’attirava affatto. Fortunatamente c’era ancora a terra l’uomo ferito alle gambe da Seayne e la guerriera ragionò che, essendo stato vicino al grosso Yoma forse avrebbe saputo darle l’informazione di quanti demoni ci fossero sati là sotto così, copertasi la faccia per non farsi riconoscere, gli propose un patto: portarlo fuori in cambio del numero degli Yoma che si aggiravano là sotto; l’uomo non ci mise molto a decidere e confermò alle guerriere che gli Yoma erano due. Rinfrancata dalla notizia Seayne raccolse l’uomo tra le braccia e chiese a Olivia di far loro strada, con l’intenzione di lasciare l’uomo alla prima uscita disponibile per poi tornare indietro. Lungo il tragitto Diego, così disse di chiamarsi l’uomo, raccontò loro l’intera storia, rivelandosi come il fondatore della setta assassina ben prima che essa venisse usurpata dagli Yoma; forse l’uomo voleva solo liberarsi la coscienza ma né Seayne né tantomeno Olivia furono indulgenti con lui e proseguirono il percorso, desiderose di liberarsi di lui il prima possibile.

Dopo aver abbandonato l’umano alle cure dei suoi concittadini, Seayne e Olivia riuscirono a ritornare al Tasso che Ringhia senza incontrare ulteriori problemi. Seayne si soffermò a parlare con Jason, ragguagliandolo su quanto accaduto, consegnandogli le zanne che aveva strappato allo Yoma come prova delle sue parole e, soprattutto, raccontandogli la storia di Diego, del fatto che era rimasto contuso alle gambe durante la lotta – ma guardandosi bene dal rivelargli di essere stata lei a colpirlo – salutandolo poi cordialmente. Dopodiché, rientrata nella stanza si tolse di dosso il mantello e i vestiti sporchi, laceri e puzzolenti, chiedendo a Imoen di sbarazzarsene, concedendosi poi il meritato riposo sul pavimento, per non sporcare inutilmente un letto, anche perché non sarebbe riuscita a fare un passo in più. Prima di addormentarsi però, la sua mente ripensò alle compagne che le avevano precedute in quella missione, dedicando un pensiero a colei che aveva perduto la vita. Al risveglio, rientrata nei panni di Lanfear, la guerriera si concesse un indispensabile bagno e una buona colazione - il suo rigenerato stomaco non vedeva l'ora di rimettersi all'opera - dopodiché dedicò il resto del tempo a organizzare il ritorno con Imoen e Olivia. Ritornata a Holmgard, Seayne fu felice di “riconsegnare” Imoen al suo padre adottivo, Mastro Bernard e al fedele maggiordomo Alfred; chiese e ottenne il permesso di farsi ancora un bagno, anche e soprattutto per rimuovere la tinta posticcia dai suoi capelli, ripristinando il loro candore innaturale: la missione era finita e quindi non c’era motivo che Lanfear continuasse a esistere.

Recuperate infine la sua uniforme e la sua armatura, con più di qualche rimpianto nel cuore Seayne prese congedo da Mastro Bernard, Alfred, Imoen e le ragazze che avevano assistito lei e Olivia, incamminandosi verso il Quartier Generale assieme alla compagna. Lungo la strada le due compagne ingannarono il tempo chiacchierando tra di loro, finché non giunsero alle porte di Staph. A quel punto Seayne rivolse un ultimo saluto e un ultimo sorriso alla compagna e poi si avviò lentamente verso il portone della fortezza…

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[In Missione] Scheda di Seayne (Nardo) - Nardo - 07-03-2012, 03:54 PM
RE: [In Missione] Scheda di Seayne (Nardo) - Nardo - 16-02-2015 11:01 PM
Scheda di Seayne [Nardo] - Nardo - 06-04-2012, 04:46 PM
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Scheda di Seayne [Nardo] - Nardo - 31-12-2012, 03:54 PM
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