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[In Missione] Scheda di Seayne (Nardo)
04-03-2016, 10:24 PM
Messaggio: #12
RE: [In Missione] Scheda di Seayne (Nardo)
CAPITOLO XI: POLARIS II

Concessasi un giorno di riposo dopo l’ultima missione e le esequie di Anna, Seayne volle approfittare della sua presenza a Staph per affinare ulteriormente la sua abilità Polaris: nello specifico, la guerriera albina voleva verificare se le fosse stato possibile ridurre la quantità di yoki necessaria a generare l’impulso luminoso e, di conseguenza, se era possibile aumentare il raggio d’azione mantenendo il flusso di energia demoniaca al livello attuale.
Era tarda sera quando Seayne raggiunse le massicce porte della biblioteca: educatamente bussò e, non ricevendo risposta, osò aprire leggermente le porte quel che bastava a intrufolarsi dentro. Nella penombra, i suoi passi la guidarono verso il luogo dov’era stata istruita da Cort l’altra volta e, effettivamente, scorse in quella direzione una luce tremolante che proveniva probabilmente da una candela. La guerriera albina affrettò il passo in quella direzione e, quando giunse sul posto colui che vi trovò, intento a consultare un pesante libro, non era il maestro Cort, bensì Duran, colui che aveva arbitrato il suo primo duello in arena contro la sua amica Alicia. L’uomo in nero si accorse di lei e si voltò a guardarla,
L’uomo la riconobbe e intuì immediatamente il motivo della sua presenza. Seayne se ne compiacque e, salutandolo rispettosamente, gli confermò le sue intenzioni. Il superiore chiuse il libro, sorridendole, poi prese la candela che forniva quel poco di luce che gli serviva per leggere e le si avvicinò, affermando di aver letto il rapporto del maestro Cort riguardo la sua prima sessione di allenamento: Duran supponeva che la guerriera albina desiderasse aumentare l’intensità del suo bagliore.
Seayne non si scompose: sapeva che quell’uomo era in grado di aiutarla e finché si dimostrava ubbidiente e rispettosa nei confronti dei superiori non aveva nulla da temere. Raccolse quindi le idee, respirò a fondo e disse e gli spiegò che dopo l’addestramento impartitole da mastro Cort lei aveva avuto modo di utilizzare la sua abilità in battaglia, migliorando inoltre la sua capacità di gestirla. Siccome però generare l’impulso luminoso di Polaris le richiedeva un notevole dispendio di energie, ciò che voleva ottenere era riuscire a generare lo stesso lampo utilizzando meno yoki possibile e, di conseguenza, ampliare l’area nella quale gli avversari venissero abbagliati da Polaris, mantenendo lo sforzo richiesto al suo corpo ai livelli attuali. A quel punto la guerriera albina tacque, attendendo le indicazioni del superiore…
Dopo aver riflettuto per alcuni istanti sulla risposta della guerriera albina, mastro Duran rimise la candela sul leggio e si frappose fra essa e Seayne, schermando la luce col suo corpo. A quel punto, onde poter valutare da dove iniziare, l’uomo in nero chiese a Seayne di mostrargli gli effetti la sua abilità. Seayne annuì in risposta al superiore e iniziò a richiamare la sua energia demoniaca, avvisando l’uomo in nero un attimo prima di rilasciare la radianza di Polaris, per dargli modo di prepararsi al bagliore improvviso che seguì un istante dopo…
Duran non reagì all'avvertimento e venne abbagliato in pieno da Polaris, costretto a chiudere gli occhi per un momento. Seayne prestò la massima attenzione alle parole che ne seguirono, senza fare una piega al commento sarcastico sul preavviso cortese che gli aveva rivolto per permettergli di prepararsi. A quel punto l’uomo in nero si allontanò da lei per una decina di ampi passi, quindi di una decina di metri, salvo poi rigirarsi verso di lei con una elegante piroetta e rivolgendosi quindi a lei, chiedendole se riusciva a colpirlo da quella distanza: Se sì la invitò a farlo usando meno yoki del solito; altrimenti doveva provare ad aumentare la potenza del suo bagliore. Dopo averci riflettuto, Seayne decise di fare un tentativo usando meno yoki del solito, cercando di non seguire il metodo fin qui seguito… in pratica doveva ricominciare daccapo ma, forse, era meglio così. Seayne non aveva dimenticato infatti che, la prima volta, aveva usato la sua rabbia latente per alimentare la sua abilità, ma questo aveva anche fatto in modo che, per poterla usare, le fosse necessario ricorrere a una discreta quantità di yoki. No, se voleva migliorare, doveva davvero ricominciare daccapo.
Così, dopo aver atteso il tempo necessario per permettere al suo corpo di recuperare e ricorrendo agli insegnamenti appresi dal maestro Tahzay, Seayne si rilassò, iniziò a controllare il respiro e a riflettere su come fare. Quando si sentì pronta, Seayne realizzò nella sua mente l’immagine di se stessa che si illuminava mano a mano che lo yoki stava per erompere fuori dal suo corpo però, a differenza delle altre volte, provò a diminuire l’intensità dell’impulso dal 30% al 20% ma, soprattutto, anziché sforzare il suo yoki in maniera brutale e rabbiosa, facendolo esplodere fuori da sé cercò invece, mantenendo la mente calma e lucida, di continuare a controllare il flusso d’energia demoniaca, tentando di spingerlo e guidarlo il più lontano possibile da se stessa. Questa volta, forse perché concentrata completamente nel tentativo, Seayne non disse una parola prima di tentare d’emettere l’impulso luminoso.
Tentativo che, a onore del vero, nonostante le lodi dell’uomo in nero s’era rivelato meno efficace del suo uso consueto… Perché? Seayne non avrebbe saputo dirlo, ma non si fece cogliere dalla frustrazione e rifletté attentamente alla richiesta successiva, spiegando poi al superiore i dettagli del suo nuovo tentativo e la storia delle sue emozioni violente, soprattutto la rabbia e di come, grazie agli insegnamenti dell’eremita Tahzay, stesse tentando di tenerle sotto controllo.
Gli occhi di Seayne si spalancarono per lo stupore quando il maestro Duran le spiegò che per creare una luce più splendente non bastava isolarsi dalle sensazioni negative, bisognava invece saperle sfruttare a proprio vantaggio. Grazie a ciò Seayne realizzò che, nel suo ultimo tentativo, aveva scordato che la sua filosofia di vita era stata sviluppata e si era evoluta nel corso degli anni, ma solo dagli umani e per gli umani! Forse per lei, almeno in questo caso, era necessario tentare un compromesso. Seayne rifletté per alcuni istanti sul da farsi, poi si rivolse all’uomo in nero, avvisandolo che avrebbe effettuato un nuovo tentativo con lo yoki al 20% anziché al 30%. La guerriera albina ricominciò ad attuare la sua tecnica respiratoria, rilassando la sua mente e dando il tempo all’uomo in nero, se l’avesse desiderato, ti riportarsi ai dieci metri di distanza da lei.
A quel punto iniziò a eseguire la sua Polaris come al solito, anche se con l’energia demoniaca ridotta al 20%, richiamando a se la rabbia e i sentimenti negativi che le consentivano di creare il suo brillante impulso ma, a differenza delle altre volte, anziché abbandonare il flusso di yoki, una volta che lo stesso si era generato e aveva raggiunto la barriera ideale della sua pelle Seayne cercò, facendo leva sulla sua forza di volontà e sulla sua mente un po’ più disciplinata rispetto al passato, di continuare ad alimentare il flusso di energia con le sue emozioni negative ma tentando di contenerlo e guidarlo oltre i suoi limiti consolidati, spingendolo il più lontano possibile, come farebbe un cavaliere (lei) quando cerca di guidare un cavallo focoso (le sue emozioni).
Duran approfittò della preparazione di Seayne per allontanarsi nuovamente, in modo da valutare il raggio d'azione della sua abilità. Poco dopo è in grado di constatare che il suo suggerimento ha colto nel segno: la luce lo investe in pieno, potente e abbagliante, nonostante si sia posto anche un po' più lontano di prima.
Il maestro Duran sembrava soddisfatto degli esiti di quel tentativo; poteva Seayne non esserlo? Certo che no! Seayne era felice per il risultato raggiunto ma, esteriormente, l’unica traccia che ne trasparì fu un leggero sorriso che rivolse al superiore. A quel punto l’uomo in nero propose a Seayne una doppia sfida: generare il suo impulso luminoso usando una quantità di yoki ancora minore, facendo così in modo che se avesse utilizzato nuovamente Polaris con la potenza precedente, il bagliore ne fosse risultato molto più potente, inoltre riuscire a farlo riducendo al minimo, se non addirittura azzerando del tutto, i tempi di concentrazione. Seayne dovette convenire che, effettivamente, in battaglia non avrebbe potuto estraniarsi da quanto succedeva attorno a leii per concentrarmi su Polaris! Doveva riuscire a farlo in un’istante! Mentre camminava a passi lenti e cadenzati lungo il corridoio, per riportarsi alla distanza di circa una decina di metri dal maestro Duran, la guerriera albina rifletteva sul da farsi. Forse la concentrazione non sarebbe stata un problema: già dalla prima volta nella quale aveva iniziato a sviluppare la sua abilità, visto che doveva partire da zero, Seayne si era abituata ad “ascoltare” le sensazioni che il suo corpo le trasmetteva e a memorizzarle assieme alla sequenza di pensieri che avevano accompagnato i suoi tentativi, in modo tale che il suo corpo e la sua mente potessero richiamare istantaneamente a se quella sorta di ipotetica “chiave” che apriva le porte del suo corpo allo scatenarsi del suo bagliore. E forse sarebbe stato così anche quella volta: sarebbe bastato che riproducesse, col corpo e con la mente, la stessa sequenza del tentativo precedente.
Ma come fare per mantenere la luminosità di Polaris con lo yoki ancora più ridotto? Seayne aveva ormai capito che, una volta che il suo corpo si fosse adattato a un determinato uso di Polaris, in futuro sarebbe stato più facile riprodurlo esattamente: la prima volta però era praticamente uno scoglio da superare. Certo, un bagliore controllato era preferibile, ma se non c’era potenza sufficiente… Seayne spalancò del tutto gli occhi quando una risposta le venne in mente: una risposta suggeritale dalla dottrina che stava lentamente facendo sua… Il segreto stava nel controllare la rabbia! Anche col maestro Cort… Polaris era sfuggita al suo controllo perché aveva lasciato che la rabbia la pervadesse! Era su di essa che doveva agire se voleva miglorarsi doveva… piegarla alla sua volontà! Seayne aveva raggiunto la distanza desiderata e si girò sui tacchi, fronteggiando l’uomo in nero, al quale si rivolse con tono deciso avvisandolo che avrebbe fatto un tentativo utilizzando lo yoki al 10%
Così, mentre iniziava a rilasciare lo yoki, la sua mente richiamò a se il ricordo che più di ogni altro alimentava la sua rabbia, ovvero il ricordo del suo amato Stephan: della sua dolcezza e fragilità, del primo bacio che le aveva dato, del modo crudele con cui Araldus l’aveva separato da lei, forse per sempre! Seayne avvertì come un rombo sordo nascere nel suo cuore e diffondersi in tutto il suo corpo, assieme allo yoki che lo pervadeva, cercando di prorompere all’esterno e sentiva di volerne di più. Ma la mente di Seayne s’era evoluta da quella volta, il suo spirito s’era fatto più forte grazie agli insegnamenti di quel vecchio eremita che aveva fatto di lei la sua discepola… postuma e la guerriera albina, a differenza di quanto aveva fatto finora, cercò stavolta di imporre la sua volontà su quella letale mistura di yoki, rabbia e dolore che la pervadeva, tentando di mantenere il livello dell’energia demoniaca al 10% ma lasciando che essa fluisse liberamente in lei, cercando di imporre il suo controllo al flusso fin dal momento stesso della sua generazione, anziché opporglisi e trattenerlo come se il suo corpo fosse una barriera da spezzare, prima che il flusso potesse erompere all’esterno.
Tutto avvenne in un attimo: come avvertì lo yoki raggiungere in un istante la barriera della sua pelle, Seayne ripercorse a quel punto gli stessi passi del tentativo precedente, cercando di non lasciare che quella carica di energia erompesse violenta appena fuori dal suo corpo, ma tentando di continuare a incanalarne l’impeto, in modo tale da dirigerla e indirizzarla il più lontano possibile da lei. Una volta che l’impulso luminoso si fu esaurito, Seayne s’accorse che anche la rabbia che l’aveva pervasa s’era dissolta con esso, segno che la sua mente aveva forse prevalso, per la prima volta, sui suoi istinti e sulle emozioni negative che albergavano in lei. Con un’espressione calma e serena sul volto diafano, molto diversa da quella che aveva di solito, Seayne guardò in direzione del maestro Duran, attendendo il giudizio del superiore sul suo ultimo tentativo.
Dalle parole del maestro Duran, Seayne capì che l’obiettivo principale di quell’ultimo tentativo, ovvero scatenare la massima luminosità col minimo yoki era stato raggiunto: la guerriera albina era molto soddisfatta, ma non del tutto. Aveva infatti perso troppo tempo nella preparazione… come temeva, la prima volta che faceva un tentativo aveva bisogno di tempo per pensare a quel che doveva fare. Ma, in fondo, quell’ allenamento le serviva proprio per sviluppare Polaris senza correre i rischi ai quali sarebbe andata incontro se avesse dovuto farlo da sola o, peggio, in battaglia. Il maestro Duran non aveva ancora finito; Seayne riportò la sua attenzione su di lui. Egli voleva verificare di quanto la guerriera albina riusciva a espandere il raggio d'azione usandola alla potenza di prima ma, per farlo, suggerì a Seayne di spostarsi nell’arena esterna, laddove le avrebbe trovato qualcuno su cui fare pratica... Seayne acconsentì, curiosa di sapere a che livello di brillantezza poteva arrivare adesso che aveva praticamente eguagliato il suo bagliore con una quantità di yoki molto più ridotta… per non parlare del discorso della concentrazione! La guerriera albina uscì dalla biblioteca dopo il superiore e, senza perdere tempo, si diresse a passo regolare verso l’arena, rivedendo lungo la strada con la mente più e più volte le singole fasi dell’ultimo tentativo, con lo scopo di farsi trovare pronta alla prossima prova e non perdere tempo per concentrarsi e capire cosa fare…
L’attesa fu breve: il maestro Duran ritornò di lì a poco assieme a un’altra guerriera. Neanche il tempo di fare le presentazioni, che l’uomo in nero ordinò alla guerriera albina di porsi nel punto più lontano possibile da dove si trovavano, dal momento che l'arena era troppo grande per coprirla interamente, ma l’istruttore voleva poter giudicare quanto ampio fosse il suo raggio d'azione. L’obiettivo di Seayne sarebbe stato quello di impedire che la compagna, camminando, la raggiungesse: la guerriera albina valutò di iniziare con un bagliore a piena potenza al doppio della distanza consueta a circa una ventina di metri. Se avesse funzionato, tra l’accecamento e il tempo che la compagna ci avrebbe messo a percorrere la strada rimanente, avrebbe recuperato abbastanza da usare Polaris a corta distanza. A quel punto Seayne si presentò alla compagna e le diede il via. La guerriera misteriosa non si presentò, ma risponde comunque con una certa cortesia alle parole di Seayne. Subito dopo si avviò, camminando come anticipato, verso l'albina ma, quando la prima ondata di luce investì l'arena, colpendo anche la povera cavia, lei continuò a camminare come se niente fosse. Seayne rimase allibita ma fece un altro tentativo, stavolta con il normale uso di yoki, quando le è più vicina, ma ancora niente. La guerriera pareva irrefrenabile. Infine la guerriera misteriosa riuscì a toccarla, una pacca soffice su una spalla. Dalle tribune arrivò un applauso.
Duran si complimentò con entrambe le guerriere e concluse che Seayne potesse arrivare a raddoppiare il suo raggio d'azione con un uso superiore di yoki; ampliarlo ulteriormente sarebbe stato solo uno spreco di energia. A quel punto l’accolito si avvicinò a passo svelto e finalmente presentò l'altra guerriera: la compagna d’allenamento di Seayne si chiamava Eliza e non aveva risentito dell’abilità della guerriera albina perché era cieca e Duran l’aveva convocata per capire se l’abilità di Seayne influiva anche sulla Percezione: probabilmente Eliza la sfruttava al massimo per compensare la sua difficoltà e, evidentemente, Polaris non le aveva arrecato nessun fastidio, a conferma che, nonostante i desideri della guerriera albina, la sua abilità agiva solo sulla vista. Quella constatazione smorzò sul momento l’entusiasmo di Seayne per i risultati raggiunti e i complimenti elargiti dal superiore: la guerriera albina si sentiva rattristata per la sorte avversa capitata a Eliza, ragione per cui, dopo essere stata congedata dall’uomo in nero le corse dietro e, quando fu a portata di voce la ringraziò di cuore ed espresse il desiderio di poterla incontrare di nuovo.
Quindi Seayne tornò al suo alloggio per riposarsi: era tardi e la stanchezza per l’allenamento iniziava a farsi sentire. Tuttavia, mentre scivolava nel sonno, la guerriera albina non poté non pensare ai progressi fatti quella sera: gli obiettivi che Seayne si era posta erano stati raggiunti e aveva anche capito i limiti e i punti deboli della sua Polaris. Soddisfatta, si addormentò.

I am the one, the only one! I am the god of kingdom come! Gimme the prize!
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