Inquilino indesiderato [Nardo]

[Nardo]

[-pensato-] [parlato] [parlato da altri]

Mastro Gull uscì di fretta da casa, lasciando Seayne da sola con Rebecca: la povera ragazza appariva ancora terrorizzata, tremante e con lo sguardo sbarrato che fissava il vuoto.
Nel silenzio della casa, rotto soltanto da qualche occasionale singhiozzo o lamento di Rebecca, la frustrazione si impadronì lentamente di Seayne, che si sedette a terra vicino alla ragazza, tenendosi la testa tra le mani.

-Perché… perché è accaduto tutto questo? Perché non posso agire come voglio? Ho lasciato che disponessero di me perché Mastro Gull aveva già pagato il compenso dovuto, pensando di trovare almeno un pò di collaborazione e invece? Invece non faccio neanche in tempo a iniziare la caccia che mi trovo chiusa in un anfratto come un cane, in attesa di venir sguinzagliata quando a loro farà più comodo! Ma io non sono un cane! Perché non hanno il coraggio di dire a quelli di Rabona che hanno chiesto aiuto all’Organizzazione, dal momento che solo una guerriera può stanare e uccidere uno yoma?-

Seayne era arrabbiata al punto da non sentire il dolore dell’escoriazione alla schiena e quindi il pensiero di guarire la ferita non la sfiorò minimamente. Invece, la sua mente iniziò purtroppo a focalizzarsi su un possibile fallimento della missione, prospettiva tutt’altro che piacevole anzi, estremamente deleteria. La figura di Mastro Araldus comparve nella mente della guerriera: un’immagine decisamente non piacevole. Le sue ultime parole le rimbombarono in testa

Non deludermi intesi? Ora vai e non seccarmi più! Se fallissi ti farò fare la fine di quegli insulsi ratti!

-Non riesco neanche a pensare cosa mi farebbe Araldus se dovessi fallire o se qualcuno dovesse morire per causa mia… Ombre! Nonostante sia solo un uomo, quel supervisore mi fa accapponare la pelle ogni volta che lo vedo! Non credo che servirebbe a qualcosa anche se sostenessi che non mi hanno lasciato agire come vorrei… Se le cose finissero male, anche se posso sopportare molto dolore, credo che alla fine lo implorerei io di essere trattata come uno dei ratti che odia tanto, veri o immaginari che siano…-

Y-Yoma... Mostr-stro

Le parole balbettate da Rebecca la strapparono a quei sinistri pensieri. Istantaneamente Seayne fu in piedi accanto a lei

Shhh… Non aver paura Rebecca… Sei a casa adesso… Io sono qui con te e… papà è fuori con gli uomini della città santa… tutti noi ti proteggeremo… nessuno ti farà del male…

La guerriera sussurrava alla ragazza con tono calmo e dolce, carezzandole piano i capelli. Seayne stava male ogni volta che guardava quegli occhi spaventati; Rebecca, ancora sconvolta, non riusciva a mettere assieme le parole e la guerriera, non sapendo che altro fare, iniziò nuovamente a canticchiarle quella dolce nenia che aveva intonato per lei mentre la stava portando a casa.
Il tempo passava lento, senza che nulla accadesse o che Rebecca riuscisse a riscuotersi dallo spavento quando, all’improvviso, s’udirono dei passi che si avvicinavano alla casa e, subito dopo, la porta si spalancò con un sonoro cigolìo e Mastro Gull fece il suo ingresso, il viso sconvolto probabilmente da quanto aveva visto.

Seayne lo guardò, con un’espressione interrogativa sul suo volto albino, aspettando che parlasse…

Citazione:Yoki Utilizzato: 0%.
Stato Fisico: Escoriazione da sfregamento su buona parte della schiena.
Stato Psicologico: Preoccupata per Rebecca. Frustrata dal non poter agire. Teme le conseguenze di un suo fallimento.
Abilità Utilizzate: Percezione dello yoki (passiva).