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TRAMA Carenza di materia prima [Golaroid-Mordred]
29-11-2015, 12:34 PM (Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 29-11-2015 12:36 PM da Golaroid.)
Messaggio: #2
RE: Carenza di materia prima [Golaroid-Mordred]

Sono passati pochi giorni da quando le è stato ufficialmente assegnato il rango e con esso una piacevole libertà condizionata da obblighi e doveri ferrei, ma ciò non aveva un’importanza e peso tale da oscurare quanto guadagnato con fatica, sangue, sofferenza e dolore.
Diana rimase solo poche altre ore a Staph dopo quel piccolo ed intimo momento felice, durante le quali le furono impartiti ordini, avvertimenti e perché no, anche qualche non tanto velata minaccia, il tutto con la consueta grazia degli uomini dell’Organizzazione. Le fu detto quale sarebbe stata l’area dove avrebbe dovuto stazionare in attesa di future (ed imminenti) disposizioni, così come le fu data l’armatura più congeniale per lei. Rimase sorpresa del fatto che aveva potuto avere un minimo di opinione al riguardo.
Infine, la claymore. Una vera, la sua. Era ben visibile alla base del forte della lama il proprio simbolo color rosso cremisi. Non era più un anonima fra le tante.
Una volta pronta, partì. 


~~~~~~~~~~~~~~


Le ci volle qualche giorno a piedi per spostarsi dalla secca e desertica regione ad est di Staph, fino alla relativamente maggiormente mite ma sempre assolata regione a sud di Mucha.
Arrivata nell'area assegnatole, avrebbe scelto di stazionare sulle prime dolci colline che crescevano dopo le ampie pianure che la separavano dalla costa. Da là, avrebbe potuto godere di una buona ed ampia vista sul territorio antistante, così come sui vari villaggi più o meno vicini, fino a che occhio potesse arrivare. Fra i tanti vi era anche il villaggio di Gonar, non eccessivamente distante.
Stanca dal lungo viaggio e dall'estenuante camminata quasi priva di pause, avrebbe scelto di dedicare del tempo per recuperare le forze e rilassare il fisico. Diana si avvicino ad uno degli ultimi alberi della collina, prima che radure e pianure coltivate prendessero il posto della vegetazione. Il braccio destro si piegò fin dietro alla schiena per afferrare l’impugnatura della lama e con un sordo e veloce gesto secco del braccio sarebbe andata a sguainare la claymore. Non resistette dall'osservare il simbolo impresso sulla lama, prima di piantare la stessa nel terreno, affondandola per un paio di spanne. Neppure si tolse un pezzo dell’armatura e si lasciò cadere di peso a terra, per sedersi fra le radici dell’albero come fossero uno scanno, le gambe s’incrociarono ed ambedue le mani si portarono sulle ginocchia piegate e prive di protezioni, poggiando infine schiena e capo contro il tronco ruvido e nodoso. Il semplice sedersi dopo una lunga camminata fu semplicemente sublime. Chiuse gli occhi, inspirò a fondo l’aria mattutina trasportata da una leggera brezza fresca dalla costa e rimase ad assaporare quanto maggiormente adorasse: il silenzio, contornato dal rumore della natura selvaggia che si svegliava in un uovo giorno, il suono del vento, il muoversi dei rami e delle foglie, la vita degli animali più disparati.
Il tutto durò poco, una strana sensazione invase la giovane guerriera, una sensazione di un qualcosa in più che distorceva l’atmosfera e spezzava il silenzio con rumori ben chiari di passi.
Scattò in piedi, s’affacciò lateralmente dal tronco dell’albero e la mano destra si portò immediatamente ad afferrare l’impugnatura della claymore piantata a terra al proprio fianco; gli occhi d’argento truci di Diana si posarono sull'uomo in nero. Era chiaro che fosse già il momento di tornare a lavorare. Il colloquio fu molto breve, solo qualche semplice scambio unilaterale di parole da parte dell’accolito con le disposizioni della missione ed una semplice risposta composta da un unico sospiro da parte di Diana, la quale senza obbiettare si voltò dando le spalle all'accolito per avviarsi immediatamente verso il luogo designato, rinfoderando la claymore dietro alla schiena. 

- “Devo ancora fare da balia a qualcuno.” 
pensò unicamente, lungo il tragitto che la separava dal villaggio di Gonar.

Il viaggio sarebbe stato tranquillo, senza alcun incontro particolare, di fatti la guerriera avrebbe scelto di camminare in linea retta fin verso il villaggio, senza seguire i sentieri o strade in terra battuta che si snodavano e delineavano la forma dei campi coltivati, nei quali si sarebbe tranquillamente immersa e se avesse avuto fortuna di trovare della verdura matura, ne avrebbe preso senza indugio un frutto, per limitarsi a saziarsi completamente con qualche piccolo morso.
Dopo qualche lunga ora di cammino, sarebbe arrivata a destinazione. Il sole era alto e caldo in cielo, presumibilmente era passato mezzogiorno da poco e la maggior parte degli abitanti di Gonar era tranquillamente e beatamente preoccupata a preparare da mangiare oppure a consumarlo.
Diana non si sarebbe addentrata nel villaggio, vi avrebbe dato unicamente un’occhiata dai cancelli d’ingresso, osservando le varie casupole delle prime abitazioni e la via principale che s'addentra all'interno. I cancelli erano delineati da due muretti in pietra ai lati della strada che conduceva direttamente all'interno, lunghi una mezza dozzina di metri. Il posto perfetto per appollaiarsi.
Le disposizioni assegnatole erano di attendere in quel preciso punto un’altra guerriera a cui fare da scorta e così avrebbe fatto.
Ancora una volta sarebbe andata ad estrarre la claymore dietro la schiena, per conficcarla a terra in prossimità del muretto in pietra, sulla quale sarebbe andata a sedervisi. Ambedue le gambe si sarebbero alzate per piegarsi e portare il piede sotto alle cosce e parzialmente sulla pietra del muretto in modo da assumere una posizione (per lei) comoda, seppur precaria. Le dita delle mani andarono ad incrociarsi fra loro, i gomiti si poggiarono all'altezza delle ginocchia, il tutto per fornire appoggio al capo, dove il mento si appoggiò sull'unione delle mani.
Lo sguardo distaccato ed assente dei propri occhi d’argento era fisso davanti a se, per osservare il lato opposto della strada e la mente immersa nei propri pensieri. Un raro momento di calma e tranquillità non se lo sarebbe fatto scappare.
E’ possibile che non sia stata né una bella vista, né una bella sorpresa per gli abitanti del villaggio, quando si sarebbero accorti nel primo pomeriggio della presenza di una Strega appollaiata appena fuori le loro case.
Sarebbe rimasta immobile in quella posizione per i prossimi uno o due giorni, fino all'arrivo di Iside.




Citazione:Yoki utilizzato: 0%
Punti Limite: 0/10
Stato fisico: Ottimale. Unicamente un po' affaticata per la lunga camminata.
Stato psicologico: Tranquilla. 
Abilità usate: Percezione dello Yoki (passiva) - Genio (Innata - passiva)
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RE: Carenza di materia prima [Golaroid-Mordred] - Golaroid - 29-11-2015 12:34 PM

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