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QUEST The Secret Path [claire83 - Lachesi - La X di Miria]
31-10-2014, 05:41 PM (Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 03-11-2014 03:08 AM da Lachesi.)
Messaggio: #65
RE: The Secret Path [claire83 - Lachesi - La X di Miria]
[Immagine: skull_by_vangoghtattoo-d7c7v1e.jpg]




Con la coda dell'occhio vide avanzare Angelica, con la spada in mano pronta a caricare lo Yoma; fu un contatto visivo fugace e momentaneo ma Dua ebbe una forte e sincera paura che la lama della compagna avrebbe colpito lei, si chiese dunque a cosa stesse mirando.
Poco dopo, con qualche sforzo mentale, si ricordò che la minaccia più grande non era certo la povera Angelica, bensì lo Yoma; con sua grande sorpresa lo vide infrangersi sulla punta della sua lama come onde del mare contro gli scogli, senza esitare.
Il risultato fu molto simile, la spuma bianca delle onde divenne un ribollente gorgoglio di schiuma e sangue violacea del demone che nonostante tutto si dibatteva ancora per la vita o, per meglio dire, per la morte della Guerriera.
Dua sentì il vibrare della sua lama contro le sue ossa, contro il suo petto; la sensazione di ciò che aveva appena fatto era vivida e reale, il suono molliccio delle carni trafitte e quello secco delle ossa spezzate penetrarono nel suo cervello con forza.
Nonostante la quantità spropositata di danni che il mostro avesse subito sembrò quasi -a Dua si intende- che lui ne godesse e che si spingesse sempre più verso di lei; stava sporgendo il suo volto come a volerla baciare, l'unico che avrebbe voluto, con un morso appassionato e sincero che le avrebbe strappato di netto la faccia.
Dua lo fissò negli occhi, languidi e umidi, mentre con la mandibola sembrava vomitare parole o scoccare con la lingua l'amore per il suo odio; non lo sapeva nemmeno lei, la vista le si era offuscata e non riusciva a mettere a fuoco.
L'unico motivo per cui lo Yoma non procedette oltre fu perché il suo corpo aveva raggiunto la guardia della spada, ben più larga della lama, che gli impediva di avanzare.
Dua si scoprì in un qualche modo... Eccitata dalla cosa, se avesse ucciso quel mostro allora avrebbe ripagato i debiti per quello che invece aveva salvato ma dall'altro lato si spaventò essa stessa per quei suoi pensieri turpi poiché sapeva cosa fosse il dolore e cosa fosse la paura; come poteva augurare ad un altro le stesse sensazioni?
Poi tutto ebbe meno importanza: il cranio e le cervella dello Yoma esplosero grazie ad Angelica che pose fine alla vita del mostro e bagnò Dua del suo sangue.
La compagna poteva anche essersi sporcata le mani ma sotto il cadavere c'era lei, fu lei ad essere davvero "sporcata" e toccata dalla cosa.

Morgana intervenne solo alla fine, giusto per constatare la situazione fino a quel punto ma ormai Dua di testa era assente; si lasciò andare, sdraiandosi per terra, tolse le mani dall'elsa della spada e si accorse che per quanto avesse detto ai suoi muscoli di rilassarsi in quell'istante, lei fosse irrigidita.
Tenne le mani vicine al petto, a pochi centimetri di distanza, con le braccia incrociate come una mummia; le sue dita erano contorte e contratte, non riusciva a muoverle in qualche modo.
Alzò lo sguardo verso il cielo, per così dire, e tutta la rabbia che aveva provato per Morgana ed Angelica scomparvero nel suo torpore e nel suo abisso personale; certo, una aveva perso tempo a parlare e l'altra si era semplicemente nascosta senza dir niente ma se la colpa fosse stata solamente sua?
Le altre che colpe potevano averne, poteva davvero biasimarle? 
Infondo, poi, se anche lei fosse morta cosa sarebbe cambiato? Era chiaro che lei non era nulla né per le sue compagne né per l'Organizzazione e tanto meno per Kelsier stesso; era così dannatamente confusa, diamine! Pensava di avere una qualche importanza, glie lo avevano fatto credere, e lei ci era cascata come un'idiota ed ora soltanto realizzava quanto fosse in errore.
Perché lei non aveva mai smesso, prima di allora, di cercare Elise sua sorella? Perché, tanto, lo sapeva dentro nel profondo: lei non era nessuno per nessuna di quelle persone e cercare un fantasma del suo passato, come amica e come sorella, la faceva sentire un po' meno sola di quanto in realtà fosse.
Le altre procedevano senza di lei, perché lei non era necessaria per loro.
I bei ricordi di qualche anno prima, di quando le cose sarebbero potute andare bene, erano solo un tumore nel suo cervello. Chissà se invece di andarsene fossero rimaste in contatto; chissà quante cose sarebbero cambiate, magari lei non sarebbe stata così... Sola.
Ma se nemmeno le sue compagne sembravano importarsi di lei, di quel che diceva, di quel che pensava allora forse lo sbaglio era lei e nessun'altra; lei aveva qualcosa che non andava dentro e fuori e forse era persino un errore che lei esistesse ancora.
Che l'Organizzazione avesse sbagliato a produrla?
E per quanto riguardava Kelsier, insomma, cosa doveva pensarne di lui? A volte, sì a volte, pensava sinceramente che di lei a lui qualcosa importasse  ed era una dolce illusione nel mare amaro in cui si trovava ma non era per lei che gli Uomini in Nero avevano dei piani bensì per Angelica; quanto sarebbe stato più grave se fosse morta Angelica e non lei?
Era tutta un'illusione quella, niente sarebbe tornato come sperava e niente di nuovo sarebbe successo, e la colpa era solo e soltanto sua; che Kelsier dicesse quel che gli pareva, che dicesse pure che ci sarebbe sempre stato per lei ma non sarebbe mai potuto essere così; avrebbe mentito e lo sapeva perfettamente.
Tutto quel che poteva aver pensato di lui, la sua testa, la sua immaginazione, il suo cervello bacato; l'immaginazione di Dua era la sua più grande ombra, la più oscura colpa, da cui non poteva riemergere e da cui presto sarebbe stata spazzata via come sabbia al vento.
Le parole non avrebbero mai potuto esprimere esattamente i suoi pensieri contorti ed aggrovigliati come la corda di un cappio, sapeva solo che queste si stringevano lentamente attorno al suo collo perché da lì la sua schiena avrebbe assaggiato nuovi "sporchi pavimenti" e si supponeva ce l'avrebbe fatta da sola con il solo conforto che, forse, Kelsier aveva detto qualche parola. 
Ma a cosa sarebbe servita? 
Per ora lei poteva rimanere lì, a riposare, fino a quando non avrebbe trovato un altro stato d'animo che non la rendesse patetica; in qualche modo quella forma debole la metteva al sicuro, si chiese cosa se fosse scomparsa. Non morire, semplicemente scomparire, come un fantasma di porcellana, studiare cosa avrebbero fatto gli altri che l'avevano evitata ed illusa ma sapeva bene che ciò non sarebbe importato a nessuno.
Non a Kelsier, con 47 Guerriere di cui occuparsi, non a Morgana con Angelica sulle spalle così... Così inspiegabilmente importante. 
Di loro avrebbero detto che sarebbero cadute, che non avrebbero mai sfiorato la volta celeste ma sapeva che era falso; sapeva anche, però, che lei sarebbe rimasta indietro.
Di loro avrebbero detto che non avrebbero mai potuto concludere i loro lavori ma Dua sapeva che era falso; sapeva anche, però, che il suo di lavoro non avrebbe mai avuto una fine né un pubblico. Una tragedia senza spettatori, la migliore attrice ma mai protagonista, così egocentrica ma priva di attenzioni, la rosa senza petali e solo ricamata di spine. Ecco cos'era.
E si sentiva così stupida ad aver creduto a certi complimenti che aveva sentito su di sé, di aver creduto che fossero giusti; di cosa l'avevano lodata? Per il suo animo turbolento e tempestato, per le sue spine ingrate? Per il suo schifo?
Non c'era da sorprendersi se lei era lì dov'era, a terra con uno Yoma putrescente tra le braccia, mentre Angelica e Morgana in piedi; con la faccia nella polvere poteva solo rimanere abbagliata da quelle due figure, come lo fu per Minerva mentre lei sarebbe rimasta nell'abisso senza luce.
Senza.

Cercò di rialzarsi ma il cadavere dello Yoma glie lo stava impedendo in qualche modo a lei inconcepibile, si sentì stupida; tentò di tirarsi su e giunse alla convinzione che parte delle difficoltà sarebbero state minori se lei avesse estratto la spada dal corpo esanime dello Yoma, così impugnando l'elsa con entrambe le mani iniziò a fare forza.
Ebbe qualche difficoltà e si sentì patetica ed inutile, trovando incredibile l'idea che qualcuno potesse affezionarsi davvero ad un ammasso di carne ed ossa come lei senza niente dentro; sospirando appoggiò il piede contro la spalla del cadavere e con uno strattone più forte infine riuscì nel suo intento; si tolse di dosso il pezzo di carne morta e tentò goffamente di rialzarsi.
Non si sentiva nemmeno triste, né apatica, era vuota ma non era apatica; non era nessuno quindi che emozioni poteva provare a parte una sensazione di... Nulla? Delusione, forse.
Avrebbe davvero voluto non sentirsi così, perché l'avevano illusa con complimenti e lodi che non le appartenevano; non le erano mai appartenuti, non era bella né speciale, non era coraggiosa né forte. Una formica che non si alzava in piedi.
Sorrise timidamente ad Angelica, che le porse il suo aiuto, e si tirò in piedi ascoltando le parole delle compagne con un orecchio sì ed uno no; la verità era che si sentiva in colpa per aver fatto faticare le due per lei.
Aveva sporcato la mano alla compagna e timidamente le chiese scusa, con un sospiro si rese dunque subito conto che infondo lei... Era sempre stata di troppo, un peso per chiunque.
La prima a sopportare la sua presenza ingombrante fu proprio Elise, a lei aveva rubato il cibo che lei non si meritava; avrebbe dovuto, a quei tempi, smettere di mangiare e morire, lentamente, chiudendo gli occhi nel suo letto caldo e vuoto ma forse qualcuno che non avrebbe mai potuto esserci per lei per davvero, le aveva detto di non farlo ed ora come prevedibile non c'era.
Non c'era da sorprendersi che la sorella l'avesse abbandonata.

Avrebbe fatto ciò che avrebbero deciso ma per quel momento si sentiva così... Presa in giro, e delusa. Stupida per aver pensato qualsiasi cosa.
Annuì alle parole di Angelica, imitando i suoi movimenti, ma non sapeva davvero cosa stesse succedendo.



Citazione:Yoki: 0%
Stato fisico: Condizioni regolari, sporca di sangue.
Stato psicologico: Confusa, delusa da sé e triste.
Abilità utilizzate: Percezione dello yoki (passiva)

[Immagine: tumblr_nwk6rtcmjP1uhzkrko1_1280.gif]
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RE: The Secret Path [claire83 - Lachesi - La X di Miria] - Lachesi - 31-10-2014 05:41 PM

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