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QUEST Il Calice di Sangue [Vick_Svarta_Blixten-Xyz10]
27-09-2013, 04:23 PM (Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 18-02-2014 03:31 PM da Kelsier.)
Messaggio: #1
Il Calice di Sangue [Vick_Svarta_Blixten-Xyz10]
Il Calice di Sangue
Il Santo Graal degli Yoma?

Gaia fa strada, e Syhlvia segue. Prendono una svolta, un'altra, poi ancora una... e finiscono in un vicolo cieco. Le imprecazioni a questo punto sono più che comprensibili: girano in tondo da ormai quasi un'ora, senza aver ancora trovato nulla. Tutto merito di Peter che le ha mandate allo sbaraglio, perfettamente consapevole che Gaia non poteva aver già  imparato la strada. Ma questa volta succede qualcosa: all'incrocio che hanno appena superato appare una figura in nero con una pila di libri in braccio. E' Duran, la guerriera piumata lo riconosce. Probabilmente sta tornando alla Galleria dalla Biblioteca... così lo seguono, e in effetti trovano - senza aver capito nemmeno come - la famosa porta nera che Gaia già conosce. Entrate alle spalle dell'accolito, si ritrovano nel lungo corridoio illuminato appena dalle torce, i tetri dipinti che adornano le pareti nere. Finalmente sbucano nella sala di Ufizu... ma la poltrona, nel ritratto sempre seggio del giovane barbuto e cieco, nella realtà non è occupata da alcun vecchio poeta. Duran sistema i libri sugli scaffali con calma, senza degnare nessuna delle due di un'occhiata. Proprio quando sta per finire e loro hanno quasi abbandonato le speranze, un fruscio alle loro spalle le fa voltare.
Oh, Maestro Ufizu, bentornato.
L'anziano uomo in nero, avvolto in un ampio mantello, si appoggia a un bastone nero dal pomello d'argento. Supera le guerriere in silenzio, sedendosi poi sulla sua poltrona, gettando il mantello dietro lo schienale in modo che lo ricopra. Consegnato il bastone a Duran, inizia a parlare in tono basso e cantilenante.

In ora tarda voi due
m'avete richiamato
la passeggiata che fue
io ho per voi lasciato.
Or fatemi un favore
ite svelte a Caloma,
la gente di là muore
per colpa d'uno Yoma...
E' ciò ch'io vorrei dirvi,
ma un mercenario solo,
E' ciò ch'io devo dirvi,
richiede di voi il volo:
quest'uom trovar dovrete,
ma senza fargli male,
per certo scoprirete
perché tanto banale
pel capo d'uno Yoma
un riscatto lui chiede
perché bestie da soma
lui con sé non trattiene
ma vergini fanciulle
sparite dopo poco
perché delle donzelle
non resta altro ch'un foco
acceso dai parenti
per ricordarle ancora
quando ormai si son spenti
i pianti con cui implora(n).

A quanto pare la poesia è forse ancor più criptica del normale... ma Duran si fa avanti, dopo aver riposto il bastone chissà dove, per dare delucidazioni.
Le Terre del Centro hanno visto negli ultimi mesi l'affermarsi di un mercenario, uno strano individuo che si offre di eliminare gli Yoma in cambio di vitto e alloggio. O meglio, vitto, alloggio e una fanciulla ancora pura in caso riesca nell'impresa. Cosa che finora ha sempre fatto. Ma le povere ragazze spariscono nel nulla al suo arrivo al villaggio seguente, per quanto poco ci possa mettere. La cittadina di Caloma, una delle ultime ad aver richiesto i suoi servigi, ha richiesto un'indagine... e noi, naturalmente, data la nostra generosità, abbiamo accettato. La città è a nove giorni di marcia... a tappe forzate. Vi pregherei di fare in fretta, il soggetto si sposta rapidamente e non sappiamo dove potrebbe essere quando arriverete. Sta a voi individuarlo e prendere i provvedimenti adeguati.
Una spiegazione più esauriente del solito... ma lo è davvero? In fondo, il succo del discorso è che si dovranno arrangiare... in ogni caso, Duran le congeda e loro possono uscire dalla Galleria e partire. La caposquadra, come ha precisato l'accolito, è stavolta Gaia, ma egli non ha mancato di sussurrare a Syhlvia di tenerla d'occhio. Pur non avendolo sentito, Gaia può supporre quali fossero le sue parole... ma per questo non c'è tempo: le Terre del Centro aspettano.

Turnazione
Vick_Svarta_Blixten
Xyz10
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28-09-2013, 01:42 AM
Messaggio: #2
Il Calice di Sangue [Vick_Svarta_Blixten-Xyz10]
[Immagine: stampogayco.png]
Parlato Pensato

Dannato nano deforme, questo pareggia certamente le cose...

Era ormai quasi un'ora che Gaia guidava Syhlvia attraverso i maledetti cunicoli di Staph, inutilmente per giunta, siccome la guerriera piumata non aveva certo imparato la strada per arrivare nella stanze del vecchio Ufizu. Era quasi arrivata al punto di scusarsi mestamente con la propria compagna, quando apparve, quasi per magia, Duran, probabilmente di ritorno dalla Biblioteca. Ovviamente, ci pensò lui a guidarle a destinazione.

E ancora non ho capito come arrivare fino a qui.

Poco male, chissà  se ci sarebbe mai tornata.

Una volta dentro, non trovarono nessuno seduto al posto su cui si sarebbe dovuto trovare il cieco poeta barbuto e Duran non fornì nessuna spiegazione. Gaia dunque sbuffò e si sedette a terra a gambe incrociate, attendendo istruzioni in silenzio e giocherellando con una delle rosse piume della sua fascia.

Speriamo di non dover aspettare troppo... Dove può essere andato un cieco, con un labirinto simile presente fuori da questa porta? Di certo non lontano.

Le perplessità di Gaia vennero interrotte dalla voce di Duran, che salutò rispettosamente il proprio superiore. La guerriera piumata dunque si alzò, attendendo istruzioni.

Chissà se anche stavolta parlerà tramite poesia... Sì, direi proprio di sì.

Ascoltò con sguardo annoiato le parole di Ufizu, sbadigliando un paio di volte, quindi voltò il proprio sguardo verso Duran, che come l'ultima volta spiegò il significato delle enigmatiche parole del cieco.

Uh, interessante. Normalmente mi lamenterei, essendo un'altra missione di ricognizione e non di caccia, ma viste le premesse, credo ci sia qualcosa di estremamente curioso in tutto ciò... L'unico mio pensiero potrebbe essere, però: davvero servono addirittura due di noi? Due di un certo livello, per giunta.

Gaia sospirò piano, quindi alzò un sopracciglio quando Duran disse che sarebbe stata lei la caposquadra, ma un sorriso di cupa soddisfazione le apparve sul viso, mentre annuiva lentamente, quando lo vide dire qualcosa sottovoce a Syhlvia.

Ah ecco. Certo che ancora non si fidano di me, che mi sorprendo a fare? E mi piacerebbe prendermela per questo, eppure... Fanno bene!

Rispose quindi con tono annoiato, anche se il sentire qualche particolare della missione aveva certamente attirato la sua attenzione.

Ricevuto. Andiamo e torniamo, devo riuscire a godermi lo spettacolo di Comodino che tenta di recuperare il suo coltello. A presto.

Si girò velocemente verso l'uscita, scuotendo delicatamente i suoi lunghi capelli e vi si diresse, conscia che la compagna non aveva certo bisogno di istruzioni per seguirla. Le avrebbe parlato, certo, ma come sempre preferiva farlo quando era ben lontana dalle orecchie indiscrete dell'Organizzazione. E le attendevano nove giorni di marcia forzata, ne avevano di tempo.

Citazione:Yoki Utilizzato: 0%
Stato Fisico: Ottimo.
Stato Psicologico: Incuriosita dalla missione, è convinta che ci sia qualcosa di interessante.
Abilità Utilizzate: Percezione dello Yoki (Passiva)
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29-09-2013, 04:36 PM
Messaggio: #3
Il Calice di Sangue [Vick_Hetki_Pureva-Xyz10]
Citazione:Narrato
¬ Pensato
~ Parlato

Ironia della sorte, la sua compagna di squadra per questa nuova missione altri non era che la stessa Gaia con cui aveva duellato. Si chiese se fosse tutta una grande coincidenza o se veramente gli Uomini in Nero volessero prenderla in giro, e questa diventò l’opzione più probabile dopo che quello basso – che la guerriera piumata chiamava Comodino, e non a torto – le fece girare in tondo per quasi un’ora, convinto che Gaia sapesse la strada per l’ufficio del superiore. Ora, non aveva idea di chi fosse realmente la colpa, ma camminare per i cunicoli bui di Staph per tutto quel tempo iniziava a darle sui nervi. Finché la sua ex-avversaria riconobbe un volto familiare che, a quanto pareva, conosceva la via – via che Syhlvia non riuscì a ricordare neanche impegnandosi.
Inutile dire che non aveva mai avuto il “piacere” di incontrare quel particolare Uomo in Nero: no, non quello coi libri che le aveva guidate, e nemmeno quello nano, quelli sembravano essere i suoi scagnozzi; dalla potente aura che emanava, era evidente che il capo fosse quel vecchio barbuto che entrò subito dopo, tale Ufizu.
Non degnò i presenti d’un saluto, il vecchio, ma iniziò a cantilenare quella che sembrava una poesia: alla parola “Yoma”, Syhlvia capì che quello era il suo modo di dare gli ordini, e andò leggermente nel panico quando realizzò di non aver capito nulla della parte precedente. Egli nominò un mercenario, fra le altre cose, ma non capì che cosa cavolo centrasse con tutto il resto.

Finite le parole in rima, per fortuna della neo-Numero 17, il sottoposto spiegò il significato di tutto quello sproloquio: il famoso mercenario era un tale che andava in giro a rubar loro il lavoro al modico prezzo d’una vergine per caccia, che ovviamente poi sparisce nel nulla. Ci volevano nove giorni di marcia per giungere a Caloma, la cittadina mandante dell’incarico, ma arrivati là non avrebbero trovato nulla, perché nel frattempo il loro “nemico” si sarebbe già spostato chissà dove. Bello.
Il capitano era, ovviamente, Gaia, dato il suo grado inferiore – anche se di poco, precisiamolo – ma uno degli scagnozzi dell’uomo le sussurrò di “tenerla d’occhio”. Non capì.
Dal duello precedente aveva capito che questa particolare Guerriera non si faceva molti scrupoli, visto che l’aveva colpita addirittura mentre era disarmata, e palesemente solo per avere la vittoria in tasca, ma non riuscì a realizzare il motivo di tanta preoccupazione. E a dirla tutta, non che Syhlvia fosse la scelta più azzeccata per sorvegliare una compagna d’armi, ma visto che questo Ufizu dopotutto non le sembrava così malvagio come gli altri, decise che avrebbe comunque seguito quel ordine, e tenuto un occhio di riguardo nei suoi confronti.
L’altra si congedò facendo una battuta su “Comodino” e il suo coltello, che lei stessa le aveva conficcato nel soffitto, e stavolta dovette ammettere che non riuscì a trattenere un sorriso.

Citazione:Yoki Utilizzato: 0%.
Stato Fisico: Illesa.
Stato Psicologico: Incredibilmente divertita dalla battuta di Gaia
30-09-2013, 07:00 PM
Messaggio: #4
Il Calice di Sangue [Vick_Svarta_Blixten-Xyz10]
Le due si avviarono dunque verso le Terre del Centro. Le attendeva un lungo viaggio, magari era l'occasione buona per fare due chiacchiere, dato che in arena si erano scambiate quasi soltanto botte.

Turnazione libera

Citazione:Rispettate la turnazione da post precedente, ma siete liberi di usare quanti post volete per conversare. Il minimo è comunque uno per ciascuno, se non volete parlare. Avete libertà di descrivere il paesaggio circostante, ricordando che per la prima parte del viaggio sarete nelle Terre dell'Est e poi arriverete in quelle del Centro. Ricordate di concludere l'ultimo post in vista della meta e di inviare un MP a Ufizu una volta fatto ciò. Grazie.
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30-09-2013, 09:02 PM
Messaggio: #5
Il Calice di Sangue [Vick_Svarta_Blixten-Xyz10]
[Immagine: stampogayco.png]
Parlato Pensato

E così, le due compagne partirono alla volta di Caloma, abbandonando con piacere, almeno di Gaia, Staph.

Certo che si passa da un estremo all'altro... Da Staph alla parte di queste terre con più bigotti, non male.

Gaia era sì contenta che avesse finalmente una missione da portare a termine, una missione che nonostante l'apparenza, aveva stuzzicato la sua curiosità, ma sperava di non dover avere a che fare nuovamente con bigotti o simili. E qual era il segreto di questo mercenario di "buon cuore"? La guerriera piumata già aveva una sua ipotesi.

Ho comunque quasi dieci giorni per pensarci, pensiamo prima alle altre faccende.

Una volta lontane qualche ora di cammino da Staph, Gaia si voltò verso la compagna, fermandosi e indirizzandole un sorriso. Cominciò a parlare con tono neutro, senza che qualche particolare emozione trasparisse.

Qui possiamo finalmente scambiare qualche parola, prima di intraprendere il vero viaggio. Non vogliamo certo fare quasi dieci giorni di viaggio in silenzio, vero? Spero tu non sia una di quelle. Aumentò leggermente il sorriso all'ultima frase, quindi sospirò piano. Il suo sorriso svanì e fu sostituito da un'espressione quasi addolorata; quindi ricominciò a parlare, con tono dispiaciuto.

Syhlvia, forse ce l'hai con me per ciò che è successo nel nostro duello. Forse le parole di Comodino, parole che dette da lui, io considero spazzatura, hanno amplificato la rabbia che provavi nei miei confronti in quel momento, ma credo di doverti delle scuse. Già, altrimenti come diventiamo amiche? La tua velocità potrebbe essermi molto utile; meglio averti come alleata che come nemica. Come ti dissi allora, la mossa che ho utilizzato alla fine è sì forte, ma ancora incompleta e non ne ho ancora il pieno controllo... Anche se mi fossi accorta che eri stata disarmata, avrei fatto molta fatica a fermarmi. Ti chiedo di perdonarmi per averla utilizzata contro di te, ma sono una che perde la testa facilmente, specie se chi ho davanti risulta essere forte... E di certo le parole di Comodino non hanno aiutato.

Era tutto spontaneo? No. Era tutto vero? No, ma non era nemmeno completamente falso. Gaia sapeva di essere una testa calda in combattimento, inutile negarlo. Syhlvia le serviva come alleata e se doveva scusarsi per raggiungere il suo obiettivo, non aveva problemi a farlo.

La guerriera piumata, tornando a sorridere,  allungò la mano verso Syhlvia, sperando che la compagna la stringesse, quindi le si rivolse con tono allegro.

Avanti, siamo compagne ora, se il caso lo richiedesse dovremo guardarci le spalle a vicenda. Ricominciamo da capo?

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Stato Psicologico: Determinata a fare quasi qualsiasi cosa per far sì che Syhlvia diventi una sua futura alleata.
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01-10-2013, 09:20 PM
Messaggio: #6
Il Calice di Sangue [Vick_Svarta_Blixten-Xyz10]
Citazione:Narrato
¬ Pensato
~ Parlato

Passarono giusto un paio d’ore di cammino, nulla di che in confronto ai nove giorni – nove! – totali di marcia, ma già da subito Gaia tentò di approcciarsi a lei. Era come diversa da quella che aveva affrontato, in quell'occasione le era sembrata altezzosa e strafottente – un po’ come lei stessa d'altronde, e si sa che due teste calde difficilmente vanno d’accordo – e infatti quando si rivolse a lei con quel sorriso smagliante un po’ rimase spiazzata.
Per quanto la riguardava, trascorrere il tempo silenziosamente o allegramente conversando (che poi, sull'allegramente chiunque avrebbe avuto da ridire) era indifferente, e anzi propendeva di più verso la prima, ma per la compagna non sembrava essere lo stesso.
La guerriera piumata proseguì offrendole formalmente le sue scuse per la sua avventatezza in arena – ossia, dal suo punto di vista, per aver preso quell'allenamento un po’ troppo seriamente - , e se prima era rimasta un tantino spiazzata, questa non l’aveva assolutamente prevista.
Le tese la mano, di nuovo acquistando lo stesso sorriso di poco prima, chiedendole se potevano ‘ricominciare da capo’.

~ Ma certo.
Disse, stringendola.
~ Anche io mi faccio prendere dalla frenesia in combattimento, e spesso smetto di ragionare. Quando poi mi sono calmata, ho realizzato che quella era soltanto rabbia data dal momento, non potrei mai odiare un’altra guerriera. L’odio è ben altro.

Fece una pausa. Avrebbe voluto aggiungere qualcosa, un oggetto del suo odio diciamo, ma decise di fermarsi.

~ E poi, beh, ora siamo compagne, non possono esserci tensioni fra di noi, perché..
Esitò un momento, realizzando ciò che stava per dire.
~ Beh, sai cosa succede a quelle che non collaborano, no?

Non una cosa bella, no. E se si volesse prendere il loro duello come un’anteprima di quello che poteva accadere, diciamo che Syhlvia non era proprio la favorita. Per questo, collaborare con lei rientrava tra le sue assolute priorità, al momento.
Anche se aveva sempre quella vocina martellante nella testa che la avvertiva: “tienila d’occhio”. Una voce che, per qualche motivo, non riusciva del tutto ad ignorare.


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Stato Psicologico: Sorpresa dalle scuse di Gaia
02-10-2013, 02:20 AM
Messaggio: #7
Il Calice di Sangue [Vick_Svarta_Blixten-Xyz10]
[Immagine: stampogayco.png]
Parlato Pensato

Bene, primo ostacolo superato.

Gaia era riuscita ad ammansire la sua compagna, così, dopo averle stretto la mano ed aver accentuato il proprio sorriso, si voltò e ripartì di corsa verso le Terre del Centro; si aspettava che Syhlvia le stesse dietro senza particolari problemi, quindi non si preoccupò di controllare alle sue spalle.

Viaggiò, finché pian piano, le lande desertiche delle Terre dell'Est lasciarono spazio a terre più fertili e verdi. Gaia non parlò più per il tempo che ci volle a raggiungere quel punto, quindi si fermò al limitare di una foresta. Guardò in alto, mentre un leggere venticello le smuoveva delicatamente i lunghissimi capelli e le rosse piume legate alla sua fascia. Per qualche secondo contemplò un corvo che stava librando in aria, quindi sorrise e si voltò verso Syhlvia, immaginando fosse riuscita a seguirla senza problemi. Le indicò la natura circostante, con un ampio movimento del braccio destro.
[Immagine: zkij.jpg]

Le rivolse spontanee parole, con tono allegro e genuino.

E' bellissimo, non è vero? Niente a che vedere con Staph.

La guerriera piumata cercò e infine si sedette su un tronco caduto, nelle vicinanze e accavallò le gambe, aspettando che la sua compagna seguisse il suo esempio, sempre che lo facesse. In ogni caso, le si rivolgerebbe tranquillamente.

Prima che proseguiamo... Tu hai già qualche pensiero riguardo la nostra attuale missione? Io ho una teoria che vorrei condividere con te. Piccola pausa, respiro profondo e via. Il nostro bersaglio, se così si può chiamare, potrebbe avere un accordo con uno Yoma. Teoria azzardata, ma pensa a questo. Questo qui ha cibo e dorme al caldo, mentre lo Yoma può mangiarsi una vergine ogni lavoro svolto. Tu penserai, giustamente, che lo Yoma potrebbe essere lui stesso; ma a che pro? Perché agire così, attirandosi sicuramente l'attenzione dell'Organizzazione? Che abbia una particolare predilezione per la carne delle ragazze vergini?

Niente trucchi o secondi fini per il momento, Gaia voleva parlare di questo prima che arrivassero nelle vicinanze della città. Avrebbe pensato nel resto del tragitto a farsi amica la compagna, se fosse stato possibile. Attese quindi la risposta di Syhlvia, sorridendo debolmente.


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Stato Psicologico: Affascinata dal paesaggio ad un certo punto, curiosa di sentire l'opinione di Syhlvia riguardo la loro missione.
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03-10-2013, 10:59 PM
Messaggio: #8
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Citazione:Narrato
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~ Parlato

Fecero una sosta quando già il verde era diventato il colore predominante nell'ambiente circostante: erano ben lontane dalle terre del'€™Est, ben lontane dall'€™Organizzazione, e questo non poteva che farle piacere. Meno tempo passava tra quelle mura, più si sentiva appagata, ma semplicemente perché poteva fare quello per cui ancora serviva quegli spietati Uomini in Nero: combattere, ammazzare gli Yoma, o più semplicemente, essere una Guerriera. C'€™era una cosa in particolare che desiderava, e credeva d'aver raggiunto un Numero abbastanza decente per poterci provare, ma non ne aveva ancora avuto l'€™occasione. Così attendeva. Aspettava che quel momento arrivasse.
Forse questa è la volta buona?, si era chiesta mentre camminava, in silenzio, ma riflettendoci sembrava proprio che le fosse andata di nuovo male.

Gaia decise di fermarsi, appunto, quando trovò un paesaggio che le piaceva particolarmente, a tal punto da chiedere alla stessa Syhlvia cosa ne pensasse. Lei rispose semplicemente con una scrollata di spalle, come a dire che un posto valeva l'altro.

~ Purché sia fuori da quelle mura..

Commentò sarcastica.
La Numero 15 abbozzò una conversazione: parlava dell'€™attuale missione. Espose la sua teoria e, ascoltandola, dovette ammettere che quadrava.

~ Un accordo, dici? Potrebbe essere.

Rifletté un secondo, tanto pareva che ormai la pausa fosse sancita.

~ Ma anche così avrebbe attirato la nostra.. beh, la loro attenzione, e non sarebbe proprio furbo come vuol apparire. E poi non oso immaginare che razza di umano scenderebbe a tali patti con un mostro.

Rabbrividì. Poi chiedere delle vergini come ricompensa rendeva tutto ancora più raccapricciante e, in effetti, più misterioso.

~ No, non mi piace la tua versione.

Schietta, come sempre. Poi ghignò.

~ Ora tocca a me. Vediamo chi si avvicina di più.

Tanto era esperta nell'elaborare strategie folli, e per una volta fare la parte del cattivo l’avrebbe divertita. Se non altro, aveva trovato come passare del tempo.

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Stato Psicologico: Il viaggio l'annoia. Spera di 'divertirsi' un po' con quell'escamotage.
04-10-2013, 12:47 PM
Messaggio: #9
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Gaia appoggiò le mani sul ginocchio della gamba accavallata, quindi ascoltò quello che aveva da dire Syhlvia, alzando leggermente un sopracciglio quando le espresse il proprio disaccordo.

Mezzo secondo fa s'è detta d'accordo ed ora non le piace la mia teoria? Che sia lunatica?

Tuttavia, quello che aveva davvero attirato l'attenzione di Gaia era stata la risposta di Syhlvia alla sua contemplazione della natura circostante, anche se la guerriera piumata era stata eccelsa nel nascondere come aveva reagito la sua mente a quelle parole, ovvero come se avesse fatto salti di gioia.

E allora vediamo come reagisce a questo...

Gaia sorrise leggermente, parlando con il tono di voce più innocente di cui fosse capace, guardando la propria compagna dritta negli occhi con uno sguardo quasi sognante, anche se determinato.

Immagino che, giustamente, non ti piaccia Staph. Perché non te ne vai, semplicemente? Niente più Uomini in Nero che controllano le tue azioni, la tua vita... Libertà, ecco.

La guerriera piumata poi scosse la testa, come se si fosse svegliata da un sogno ad occhi aperti, mentre assumeva un'espressione sorpresa.

Oh, perdonami, ho divagato!

Era tutto finto, Gaia non aveva divagato per niente, ma meglio non far capire che aveva le idee fin troppo chiare. Aveva ancora un sacco di giorni per piazzare le frasi giuste atte a farle raggiungere il proprio scopo. In effetti, la missione affidatale da Ufizu era giusto una cosa in più; la vera vittoria, l'avrebbe avuta se avesse guadagnato Syhlvia come alleata. Poi, già che c'era, si sarebbe goduta questa caccia, sempre che di "caccia" si potesse parlare.

Si ricompose, accarezzò per qualche istante una delle sue piume con la mano destra, quindi tornò a guardare Syhlvia, sorridendole e parlandole in tono quasi allegro.

Be', se hai una teoria anche tu, esponila, potrebbe essere quella giusta.

Si fermò un secondo, quindi aggiunse qualcosa.

Appena hai finito ripartiamo, abbiamo molta strada davanti. Fortunatamente io e te possiamo riuscire ad andare abbastanza rapidamente, forse anche in meno di nove giorni.

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Stato Psicologico: Decisa ad avere Syhlvia dalla propria parte, tenta di decifrare le emozioni e reazioni della compagna alle sue parole.
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05-10-2013, 05:43 PM
Messaggio: #10
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Citazione:Narrato
¬ Pensato
~ Parlato

~ Conviene ripartire subito, non ho voglia di cercare quell’umano senza il minimo indizio.. ricordi? Potrebbe già essersi spostato.

E poi aveva bisogno di tempo per elaborare una strategia convincente, c'erano troppi elementi che non quadravano affatto.
Fece per mettersi nuovamente in cammino, aspettandosi che Gaia la seguisse senza fare troppe storie.

~ Comunque prima hai detto una cosa.. curiosa. Perché non me ne vado dall'€™Organizzazione, dici? Beh..

Tacque un momento, chiedendosi se poteva davvero fidarsi di questa compagna a tal punto da risponderle sinceramente. Le sue parole non la convincevano, non sembravano affatto buttate là a caso, tutt'€™altro; anche quel suo modo di scusarsi, poi, era così palesemente falso che persino lei l'€™aveva capito.

~ Perché io ormai sono questa.

Portò la mano all'elsa della spada, sguainandola, e mettendo in mostra per un momento la 'S' stilizzata che vi era raffigurata sopra.

~ E' vero, non mi piace Staph, e non mi vanno molto a genio molti di quelli che sono là. Ma io voglio combattere, e non so se potrò farlo quando sarò... libera. Sai, ci sono dei particolari Yoma che non si possono affrontare da sole. E con una prospettiva come questa, posso sopportarli ancora per un po'.

Era stata una domanda talmente interessante che aveva dimenticato di pensare alla sua teoria; ma interessanti non erano state solo le parole, ma anche il modo in cui le pronunciò. Sembrava che fosse proprio Gaia, quella che aspirava alla libertà, e che stesse parlando in prima persona. Era strano, ma non era quel tipo di stranezza dalla quale faresti meglio a tenerti alla larga, al contrario, ne era stata ancora più incuriosita.

~ Ma.. dalle tue parole, devo dedurre che sai qualcosa riguardo il tradimento.. o mi sbaglio?

Alla fine le aveva risposto sinceramente. Forse era questo il suo talento, forse era questo ciò da cui doveva guardarsi, ciò che "doveva €œtenere d'€™occhio".
Era vero che non sopportava gli Uomini in Nero, o la maggior parte di questi almeno, ma essere una Guerriera era più importante, e sicuramente più divertente. Essere libera non era una brutta prospettiva di vita, intendiamoci, anzi era pronta a scommettere che molte sue compagne lo desideravano, nel profondo, ma la libertà non faceva per lei. La sua vita da umana era già finita, non aveva più un posto nel mondo: che senso aveva voltare le spalle a tutto e battersi per ottenerlo?

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Stato Fisico: Illesa.
Stato Psicologico: Incuriosita, decisamente.
06-10-2013, 04:44 PM
Messaggio: #11
Il Calice di Sangue [Vick_Svarta_Blixten-Xyz10]
[Immagine: stampogayco.png]
Parlato Pensato

Gaia ascoltò con attenzione le parole della compagna, assumendo un'espressione curiosa quando Syhlvia disse perché le stava bene sottostare ancora a Staph. Rimase comunque in silenzio fino alla fine, quindi sorrise soddisfatta; si limitò a quello, poiché poco dopo superò la compagna e ricominciò a correre verso la loro destinazione.

~

Per i successivi tre giorni di viaggio, Gaia viaggiò velocemente, restando in silenzio ed ignorando, in caso, qualsiasi cosa le avrebbe potuto dire Sylvhia.

Alla fine del terzo giorno di viaggio si fermò in una piccola radura, che dava spazio ad una bellissima vista del cielo stellato.

[Immagine: 9vh7.jpg]

La guerriera piumata si sdraiò sull'erba umida, guardando con meraviglia quel magnifico cielo. Volse poi lo sguardo verso la propria compagna, sorridendole. Le rivolse quindi la parola, dopo tre giorni di assoluto silenzio, con tono dolce.

Mi hanno sorpreso le tue parole. Mi sarei aspettata che rispondessi di aver paura, paura di diventare la preda di guerriere mandate ad ucciderti, paura di dover passare giorni, settimane, mesi a fuggire dall'Organizzazione. Invece il tuo è un pensiero molto più... pragmatico.

Si tirò su, mettendosi seduta, ricominciando a guardare le stelle; non smise, comunque, di rivolgersi a Syhlvia.

Dici che potresti aver bisogno dell'aiuto dell'Organizzazione per riuscire ad affrontare certi tipi di Yoma... Non so cosa tu intenda, ma... Prima di tutto, sei sicura che otterresti questo aiuto, o è piò probabile che se tu fallissi, o qualcuna prima di te, verrebbero mandate solamente forze maggiori la volta dopo?

Prese un attimo di fiato, tornando a guardare la propria compagna con occhi apparentemente tristi.

L'aiuto di cui parli, non sono forse le tue compagne? Compagne che, proprio come te e me, vengono considerate solo come numeri, come perdite calcolabili. Alcune di noi servono Staph per una qualche forma di onore, perché credono di dover qualcosa all'Organizzazione... Altre lo fanno in modo disinteressato, altre perché così sono convinte di proteggere nel migliore dei modi gli esseri umani; ci sono pure quelle che non si sono mai chieste il perché lo facciano, strano, non trovi?

Gaia non smise di guardare Syhlvia, anche se si alzò tranquillamente da terra, avvicinandolesi.

Mi hai chiesto se so qualcosa riguardo al tradimento... Immagino che tutte ne sappiamo qualcosa, no? Se ti rifiuti di eseguire un ordine, sei una traditrice. Se te ne vai, sei una traditrice. Se scopri che l'Organizzazione, quella che professa tanto il dovere di proteggere gli umani, ne rapisce intere famiglie per utilizzarli come esperimenti e decidi di non fare ritorno a Staph, sei una traditrice. La guerriera piumata continuò a sorridere, anche se i suoi occhi esprimevano una determinazione ferrea.

[Immagine: h3lt.jpg]

Tuttavia, Syhlvia, queste sono tutte ipotesi, congetture, malsani pensieri che potrebbero indebolire una mente già dubbiosa e non dotata di sufficiente risolutezza. La vera domanda è: Quando e se dovesse arrivare il momento di prendere una decisione importante, una decisione che certamente cambierebbe ciò a cui sei abituata, tu cosa faresti? Se ti venisse ordinato di uccidere una tua compagna, fuori da Staph, eseguiresti quell'ordine senza fiatare, o penseresti al fatto che se tentassi di uccidere quella compagna, perderesti realmente una fonte di aiuto affidabile?

Lo sguardo della guerriera piumata si addolcì appena, quindi diede le spalle alla propria compagna e guardò ancora in alto, verso il cielo.

Gli Yoma si possono cacciare ed uccidere anche senza un ordine, se si è liberi. Nessuna paura di fallire, se non per la tua stessa sopravvivenza, nessuna paura di deludere alcuno, se non te stessa, nessuna restrizione, nessun luogo a cui essere costrette a tornare; ma soprattutto, nessuno a cui sottostare, se non alle proprie decisioni. Se devo morire, non morirò per il diletto di uno degli uomini dell'Organizzazione.

Gaia non aveva mentito. Forse aveva eluso ciò che per lei contava davvero, ciò che voleva davvero, ma di certo le sue parole erano permeate di verità. Perlomeno, dal suo punto di vista. Ormai dipendeva da Syhlvia, Gaia poteva dire o fare ben poco altro per riuscire ad averla come alleata. Forse s'era spinta anche troppo oltre; ormai era entrata in gioco anche la possibilità di dover essere costretta ad uccidere la sua compagna, anche se non subito.

Se non posso averla come alleata, non posso permettere che diventi una mia nemica in futuro.

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Stato Psicologico: La decisione è presa, se Syhlvia non passasse dalla sua parte, Gaia potrebbe doverla uccidere. E' comunque decisa ad averla come alleata.
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07-10-2013, 11:45 PM
Messaggio: #12
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¬ Pensato
~ Parlato

Syhlvia ascoltò in silenzio il monologo di Gaia. Avrebbe voluto interromperla più volte, per ribattere o per rimarcare alcuni concetti che magari aveva già detto qualche giorno prima, ma preferì farla finire, e continuare ad ammirare svogliatamente le stelle.
Tra il fiume di parole che la investì, una particolare domanda destò la sua attenzione, che poi – se vista a posteriori - altri non era che il punto focale della conversazione: uccideresti una tua compagna?

~ No.

Fu la prima parola che pronunciò, e lo fece decisa, senza rifletterci sopra come Gaia avrebbe probabilmente voluto. Per Syhlvia, quella era la chiara risposta all'unica questione di fondamentale importanza, tra le tante sollevate in quei due minuti, ed era per lei palese che aveva risposto solo ed unicamente a quella; ma l’altra guerriera, sentendosi rispondere un ‘no’ così secco, seguito da una ventina buona di secondi di silenzio, forse si sarebbe chiesta a quale dei tanti argomenti si stesse riferendo.
Poi, appunto, la Numero 17 tacque, ma non perché non sapesse cos'altro dire, o cos'altro pensare. Subito nella sua mente si distinsero, in sequenza, il volto decapitato di Ambrosia, il lago di sangue nell'ufficio di Cort, il sindaco che annulla la missione, il momento di accuse reciproche, la lama con la ‘S’ che toglie l’ultimo barlume di vita da quegli occhi dorati. Occhi innocenti, perché le colpe di cui erano state accusate erano fasulle, e la missione non era affatto fallita come credeva quel gran bastardo.
Rivide quello sguardo, quello che, una volta, era appartenuto ad una compagna. Non c’entrava il fatto che non fossero andate d’accordo, anzi era precipitato nell'insignificanza quando era successo tutto il resto.

~ Non obbedirei mai ad un ordine del genere.

Il suo tono di voce era più grave del solito, in netto contrasto con la ragazza che le aveva posto quella domanda sorridendo.

~ Vi ho già obbedito una volta, e ucciderò mai più un’altra Guerriera innocente.

Queste erano le sue convinzioni.
L’aveva giurato su sé stessa, quella volta. L’Organizzazione aveva salvato una vita, la sua, e le aveva ordinato di prenderne un’altra. Obbedire agli ordini era il solo modo che aveva sempre avuto per sdebitarsi, ma da quel momento semplicemente non aveva più nessun debito. Il motivo più grande che la teneva ancora a Staph, che le faceva sopportare gli Uomini in Nero era, come le aveva già detto, la prospettiva di dover, un giorno, combattere contro un Risvegliato, cosa che considerava la più grande e più adrenalinica esperienza che una Guerriera potesse mai provare.

~ Ad ogni modo, è vero, si possono combattere gli Yoma anche da.. da libere, ma dimmi, tu che hai un Numero molto simile al mio: ti diverti ancora a combattere gli Yoma? Io no. Adoro combattere, ma quei comuni mostri non mi soddisfano più. Quello che sto cercando... è un Risvegliato.

Non sapeva perché ne stesse parlando, e poi perché proprio con Gaia, della quale continuava a non fidarsi totalmente, specie dopo quei discorsi pericolosi. Sapeva solo che ormai stava parlando, e non poteva stare zitta.
Era la prima volta che lo diceva a qualcuno.

~ Loro li chiamano Yoma bulimici, di questi ne hai sicuramente sentito parlare. Esseri più grossi, più feroci e più potenti di uno Yoma: ciò che forse non sai è che questi sono... ciò che rimane di noi quando superiamo il limite dello Yoki. Non abbiamo più un briciolo di umanità, e diventiamo come gli Yoma, solo.. molto più potenti.

Tacque un attimo, lasciando che Gaia assimilasse le sconvolgenti rivelazioni, mentre lei stessa si faceva pervadere, come sempre, da quell'entusiasmo che ora poteva solo immaginare.

~ Anche io ne ho solo sentito parlare, ma so che servono addirittura quattro Cacciatrici per tentare anche solo di rivaleggiare con uno di loro! E'ˆ una cosa che non si può pensare di fare in solitaria.
Capisci ora che cosa sto aspettando?

Era arrivata addirittura a pensare che lo facessero apposta, gli Uomini in Nero, che la tenessero lontana di proposito. Ma presto avrebbe avuto la sua occasione, e avrebbe sopportato ogni singolo giorno sino ad allora.

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08-10-2013, 11:23 AM
Messaggio: #13
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Parlato Pensato

Gaia abbozzò un sorriso colmo di soddisfazione, quando Syhlvia le diede la risposta che aspettava e si girò nuovamente verso di lei.

Non obbedirebbe mai ad un ordine del genere. Perfetto.

Piuttosto, nonostante la guerriera piumata fosse soddisfatta di come s'erano evolute le cose, internamente tenne a mente anche le successive parole della compagna.

Ha dunque già ucciso una compagna... E non è stato certo un incidente. Se l'avessi saputo, probabilmente avrei puntato su questo per portarla dalla mia parte...

Quello che Gaia davvero non si aspettava però, arrivò appena dopo.

Cos...?!

La rivelazione sui Risvegliati le fece quasi strabuzzare gli occhi, il suo sorriso svanì, mentre la bocca si apriva leggermente. Ascoltò fino alla fine le parole di Syhlvia, mentre le sue mani cominciavano a tremare leggermente. Rimase in silenzio per qualche secondo, quindi sorrise in modo selvaggio, con una pericolosa luce negli occhi. Ricominciò a parlare con voce quasi tremante per l'eccitazione.

M-mi stai dicendo che qui fuori, da qualche parte, c'è una preda ancora più succulenta da cacciare, ancor più degli stessi Yoma?

Gaia si sarebbe messa a saltare dalla gioia, se non fosse stata troppo esaltata all'idea di aver scoperto una cosa del genere. In effetti, cacciare Yoma era sì bello, ma una volta trovati, per quanto fosse difficile o complicato riuscirci, risultava finito la maggior parte del lavoro; non erano quasi mai combattimenti particolarmente difficili o mortali, anche se alcune... sfumature, potevano rendere il tutto più pericoloso. Come ad esempio, una casa pronta ad esplodere.

La necessità di avere quattro guerriere ad affrontare uno di questi mostri è un chiaro segno di quanto possano essere potenti.

Improvvisamente, la guerriera piumata si diede un contegno, chiudendo gli occhi per qualche secondo e prendendo un profondo respiro. Riaprì le palpebre e si rivolse nuovamente alla compagna, questa volta con voce sicura.

Per cui sostieni di aver bisogno per forza dell'aiuto dell'Organizzazione, per cacciare questi mostri?

Gaia ci pensò su e decise di lanciare in tavolo tutto ciò che aveva. Ora che sapeva cosa desiderava davvero Syhlvia, poteva concludere il suo precedente discorso. Sorrise, quindi allungò una mano verso Syhlvia, sperando in una stretta di mano definitiva.

Syhlvia, alleati a me. Insieme, possiamo cercare e cacciare insieme quei mostri, senza dover attendere ordini da nessuno. Non hai bisogno di rispondere subito, pensaci. Abbiamo una missione da svolgere, prima di tutto.

Gaia ormai aveva dato il via al proprio piano per andarsene dall'Organizzazione, essendo stata così chiara e diretta con questa compagna. Tuttavia...

C'è un'altra compagna di cui necessito e che vorrei con me... Non so quanto e se ne sappia di questi... Risvegliati, ma se gliene parlassi, credo si unirebbe a me senza fiatare.

Giusto, Andrea?

La guerriera piumata estrasse la propria Claymore, quindi la piantò a terra; ci si appoggiò con la schiena, sedendosi a terra, quindi volse lo sguardo verso Syhlvia.

Ora riposiamo. Da domani viaggeremo spedite fino alla fine, tanto ho visto che non hai problemi a mantenere il mio ritmo. Buon riposo e... Syhlvia. Pensa a quello che ti ho detto. Io e te saremmo inarrestabili, insieme.

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Stato Psicologico: Molto agitata per via delle rivelazioni sui Risvegliati, poi si calma poiché decide di usare quell'argomento per convincere Syhlvia ad unirsi a lei.
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10-10-2013, 07:13 PM
Messaggio: #14
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¬ Pensato
~ Parlato

Non dormì bene, quella notte.
Non era particolarmente agitata, turbata o cos'€™altro, e pure la sua spada sembrava comoda come lo era sempre stata. Inizialmente ebbe un bel sogno, in realtà: stava correndo per un'™anonima foresta, e ogni tanto cercava di percepire qualche fonte di Yoki; insieme a lei, c'erano altre tre Guerriere non meglio identificate. Proprio quando si chiese che cosa stessero facendo apparve dal nulla una specie di mostro gigante: aveva però fattezze umanoidi, e a dirla tutta sembrava emanare pure Yoki. Non ci volle molto perché la Syhlvia del sogno realizzasse che quella specie di Yoma alto dieci metri era uno di quei cosiddetti Risvegliati.
Partì subito alla carica, e così fecero le altre tre anonime compagne, ma già dopo qualche minuto di lotta la squadra sembrava avere la peggio. Fu circa in questo momento che il sogno prese una brutta piega.
Presto, le tre senza-volto finirono a terra, una dopo l'™altra, e lei rimase la sola a poter continuare la missione, che nel frattempo però era diventata una lotta per la propria sopravvivenza. Insomma, stava per morire. Riuscì non si sa bene come a evitare la maggior parte dei colpi che avrebbero potuto ammazzarla, ma le fu chiaro dopo qualche minuto che non poteva vincere. Da sola, non poteva farcela.
Il respiro si fece affannoso, i ritmi della lotta più serrati, ora non riusciva nemmeno più a bloccare gli attacchi del nemico.
In quel momento vide due figure arrivare verso lo Yoma gigante: guardandole bene, si accorse che una di queste era Gaia. Sembrava fossero venute là in suo soccorso, ma non ingaggiarono battaglia, anzi rimasero là ad osservarla per un attimo, finché, quando guardò negli occhi quella che doveva essere la guerriera piumata, questa le parlò.
"€œAlleati a me"€, le disse la Gaia del sogno, "€œinsieme, possiamo sconfiggerlo."

Si svegliò di soprassalto, non sapendo nemmeno come fosse finita la battaglia, né tanto meno avendo dato una risposta alla compagna - risposta che, effettivamente, non le aveva dato nemmeno nel mondo reale, quando la stessa Numero 15 le aveva rivolto quelle stesse parole. Era una questione molto delicata, non si trattava semplicemente di andare ad ammazzare un bel Risvegliato gigante. Non gliel'aveva esplicitamente detto, ma con tutto quel parlare sulla libertà, sul tradimento eccetera, era palese che avesse una mezza idea di andarsene dall'™Organizzazione. Anzi, forse più che mezza.
Non sapeva ancora da che parte pendesse la bilancia -€“ né da che parte le conveniva che pendesse -, sapeva solo che da un lato c'€™era la possibilità quasi sicura di cacciare i Risvegliati, di combattere come si deve, e di realizzare finalmente quel suo masochistico desiderio, e dall'™altro c'€™era l'€™obbligo di vivere sempre in incognito, di non farsi mai individuare dall'€™Organizzazione, che sarebbe sicuramente stata pronta a mandarle contro le proprie Guerriere -€“ perché si diceva che le traditrici venissero cacciate quasi alla stregua degli Yoma.

[...]

Il giorno seguente, e per quelli che vennero poi, Syhlvia aumentò l'€™andatura, tenendo il passo di Gaia e facendo di tutto per superarla, ogni tanto.

~ Ormai non dovrebbe mancare molto..

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11-10-2013, 03:50 PM
Messaggio: #15
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Infine le due giunsero in vista di Caloma. Era una cittadina di dimensioni ragguardevoli rispetto a quelle che si potevano vedere nelle desolate Terre dell'Est, ma non certo una delle maggiori della zona. Rispetto a Rabona, per esempio, non era che un borgo. La folla che le accolse doveva costituire se non la totalità almeno la maggioranza della popolazione locale: gente di tutte le età, i sessi e le condizioni sociali ammassati quasi come in un giorno di festa per assistere all'arrivo delle due guerriere bianche. In prima fila, due uomini in armatura leggera - guardie, presumibilmente - e una donna sulla sessantina che si appoggiava a un contorto bastone di tasso. Un paio di sottili occhiali dalla montatura d'argento le permisero di distinguere le due forme in avvicinamento.
Benvenute!
Strepitò a gran voce, estremamente acuta ma anche potente per una persona così sottile e piegata dall'età.
Siete le Claymore, sì? Molto bene, molto bene. Come vedete, non ho potuto impedire che si radunasse un comitato d'accoglienza... ma purtroppo mio marito il sindaco non ha potuto presenziare. Una brutta febbre lo tiene a letto da giorni, ormai.
L'espressione della vecchietta cambiava rapidissimamente: da dubbiosa a soddisfatta a seccata a preoccupata, per poi tornare a essere accogliente, con un sorriso a cui mancavano non pochi denti.
Non perdiamo altro tempo. Sarete stanche e affamate, sì? Sappiamo dove mandarvi, ma vi prego, fermatevi qualche tempo a ristorarvi.
Attese la risposta facendo scorrere i deboli occhi dall'una all'altra, studiandole, senza mai abbandonare il sorriso, anche se diventava sempre meno naturale. Dietro di lei, l'intera città riunita attendeva la risposta scambiandosi opinioni, in una cacofonia che avrebbe costretto le guerriere a risposte quanto meno ad alta voce.

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11-10-2013, 08:14 PM
Messaggio: #16
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Parlato Pensato

Syhlvia non le rispose, ma non serviva una risposta, non subito almeno. C'era ancora tempo.

~

Gaia e Syhlvia arrivarono finalmente a Caloma, cittadina certo più grande di quelle che si potevano trovare nelle desolate Terre dell'Est, ma quasi ridicola rispetto a città come Rabona, città che Gaia aveva visto solamente da fuori, quando aveva seppellito Laura.

Eh?

Le due guerriere vennero accolte da una folla piuttosto variegata di persone, che però non sembravano avere intenzioni ostili. Si mantenevano alle spalle di due guardie e una vecchia, una vecchia con un paio di occhiali e un bastone, a cui si appoggiava.

Che si rivelino addirittura collaborativi?

Gaia non fece nemmeno in tempo a cominciare a parlare, poiché la vecchia cominciò a parlare a gran voce, voce fin troppo acuta e potente, per dei polmoni che avrebbero dovuto essere raggrinziti. Tuttavia, le sue erano parole di benvenuto, a cui s'aggiunse offerta di ristoro. La guerriera piumata ascoltò in silenzio, socchiudendo leggermente l'occhio destro ad ogni "nota" troppo alta, fino a che la vecchia, che pareva essere la moglie del Sindaco, assente poiché malato, smise di parlare. Gaia quindi sorrise, eseguì un leggero inchino e parlò a voce alta.

Vi ringraziamo per il benvenuto, faremo del nostro meglio. Se poteste portarci del latte fresco, ve ne saremmo grate.

Si girò verso Syhlvia, annuendo, quindi si rivolse nuovamente alla vecchia moglie del sindaco, avvicinandosi leggermente cosicché potesse sentirla anche senza dover urlare.

Non abbiamo molto tempo, signora. Saremmo liete di poterle parlare in un posto un pò più tranquillo, in modo da avere le informazioni necessarie al corretto svolgimento delle vostre richieste.

Fece una piccola pausa, poi continuò, acuendo il proprio sorriso.

La presenza di suo marito, il Sindaco, sarebbe estremamente ben voluta e utile, che sia malato o meno.

Gaia si era rivelata stranamente gentile, per una volta. In realtà sarebbe stata pronta a rispondere male ad eventuali attacchi verbali di stampo religioso, ma le cose erano andate decisamente meglio.

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13-10-2013, 02:51 PM
Messaggio: #17
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¬ Pensato
~ Parlato

L'arrivo delle due Guerriere alla città di Caloma non passò inosservato: una notizia di tale importanza aveva, come era giusto che fosse, radunato una folla di curiosi di tutte le età, che si erano ammassati per assistere a quell'evento così straordinario. Syhlvia, come sempre, non poté fare a meno di inorgoglirsi, e tentò di fare un'€™entrata pomposa ergendosi in tutto il suo metro e sessanta scarso.
Riconobbero subito alcune figure: tra queste, quella che destò maggiormente la sua attenzione fu la vecchietta che le accolse facendo le veci del marito, il sindaco, che purtroppo non aveva potuto essere presente perché malato.
Dopo i convenevoli la signora cercò gentilmente di offrir loro del cibo, ma Syhlvia rifiutò con un cenno della mano tentando di sorridere per apparire quantomeno grata dell'€™ospitalità, perché essere trattate in quel modo comunque era fuori dall'ordinario.
Gaia disse tutto ciò che c'™era da dire riguardo la missione, così semplicemente rimase muta in attesa di una risposta.

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13-10-2013, 10:11 PM
Messaggio: #18
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La vecchietta ascoltò Gaia tendendo l'orecchio, probabilmente era pure mezza sorda. Comunque parve comprendere.
Sì, molto bene. Temo che mio marito non possa partecipare, ma andiamo a casa mia.
Ciò detto, fece strada, o meglio, fece in modo che le guardie facessero strada alle due. Passarono in mezzo alle occhiate più comuni e a quelle più strane, da uomini che le squadravano con sospetto a ragazzini ammirati, da donne spaventate a bambine stupite. Uno sguardo attirò più di qualsiasi altro: quello dell'uomo che non si spostò. Non era un uomo grosso o muscoloso, non sembrava nemmeno un soldato, era anzi un po' basso, in età non proprio avanzata ma neanche giovane, con curati baffi marroni e capelli corti. E non si mosse, nemmeno quando le guardie tentarono di spingerlo da parte. Rimase a fissare le due con uno sguardo talmente determinato da mettere quasi i brividi. La nonnetta gli parlò, conciliante ma sempre a voce troppo alta.
Avanti Stan, ne abbiamo già discusso. Ti abbiamo dato retta, abbiamo chiamato le Claymore, le vedi, no? Le vedi. Le vedo perfino io, non puoi essere diventato improvvisamente cieco. Ora le porto a casa mia, e discuteremo i dettagli. Va bene? Per favore, fai strada.
Ma l'uomo non accennò a muoversi. Guardava Gaia. O forse Syhlvia. Erano abbastanza ravvicinate da non capire bene chi delle due stesse fissando.
Fate qualcosa, per favore. Sapete, questo tizio, il mercenario, chiede vergini, fanciulle vergini, come ricompensa. Se uccide lo Yoma. E... be'... capite....
Capivano? La vecchia non terminò la frase, ma probabilmente non ce n'era bisogno. Toccava a loro.

Turnazione invariata.
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13-10-2013, 11:46 PM
Messaggio: #19
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Se capiamo...?

Gaia rispose a voce bassa, seria in viso, abbassando per un attimo lo sguardo. Si avvicinò all'uomo, così vicino da arrivare quasi a toccarlo. Nonostante fosse più basso di lei, la guerriera piumata lo squadrò con occhi attenti, quindi sorrise sprezzante.

Che sia connesso ad una delle ragazze cedute?

Cominciò a parlare, senza allontanarsi minimamente da Stan, con un tono di voce sicuro e quasi strafottente.

Be', dimmelo tu se ho capito bene. Sei un famigliare, se non addirittura il padre o il fratello di una delle ragazze che sono state... cedute a questo mercenario e ora ti sei pentito della tua scelta, specie dopo aver saputo che le ragazze date a questo tizio spariscono nel nulla.

Gaia si fermò qualche secondo, cancellando ogni traccia di sorriso dal proprio volto. Quindi, dopo aver studiato con attenzione la reazione di Stan, continuò con tono glaciale, anche se si rivolse a tutti i presenti.

Certo, piuttosto che chiedere aiuto a quelle sporche streghe dagli occhi d'argento, è meglio affidarsi ad un tizio che in fondo chiede solo di cedergli una ragazza ancora pura. In fondo, meglio la figlia o la sorella di qualcun altro, piuttosto che la propria borsa delle monete più leggera.

Gaia non era davvero arrabbiata con quegli abitanti, nonostante disprezzasse i bigotti, ma non poteva non cogliere l'occasione per farli sentire almeno in parte in colpa.

Avvicinò dunque ancora di più il suo viso a quello di Stan, abbassandosi leggermente, quindi sussurrò parole taglienti, in modo che solo lui sentisse.

Per cui, Stan, dimmi se ho capito bene. Scopriremo quello che dobbiamo e se ci fosse una o più delle ragazze finora cedute in pericolo, tenteremo di risolvere la situazione. Ma se tu, ora, non ci fai passare e continui a farci perdere tempo, rischiamo di non riuscire nel nostro intento.

Piccola pausa, quindi si portò vicino al suo orecchio.

Se hai informazioni utili, seguici e non farci perdere altro tempo fino all'arrivo. Altrimenti, fatti da parte. E questa non è una richiesta.

In effetti, avevano fretta. Erano arrivate con circa mezza giornata di anticipo, secondo Gaia, ma chissà dove si trovava ora quel mercenario.

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15-10-2013, 10:28 PM
Messaggio: #20
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~ Parlato

Syhlvia cercava sempre di sembrare più fiera possibile, anche mentre veniva squadrata dagli occhi indagatori della folla: qualcuno che la guardava con ammirazione c’era, in effetti, ma come sempre c’erano anche gli sguardi diffidenti. Ma tra tutti gli occhi che si era sentita addosso, nella sua vita da Guerriera, pochi erano come quelli dell’uomo che le si parò di fronte poco dopo. Stan, così l’aveva chiamato la donna, si frappose in mezzo al loro passo, e non accennò minimamente a spostarsi, neanche quando la vecchietta tentò di farlo ragionare. Così ci provò Gaia.
Lo accusò di aver consegnato una sua parente come ricompensa al mercenario, e di essersene poi pentito; era un’ipotesi verosimile, considerò Syhlvia, ma dato che non avevano prove certe, era evidente che avesse tirato ad indovinare. L’ira, se così si può chiamare, della compagna non si fermò là, comunque, tant'è che espresse immediatamente, e davanti a tutta la folla, il proprio parere sulla questione; parere che la Numero 16 condivideva eccome, visto che quell'umano le stava rubando il lavoro – e quindi la sua possibilità di lasciare la monotonia di Staph, anche se solo per poco.

¬ Gaia, non combinare casini.

Ma non era il momento giusto per lasciarsi sfuggire certe parole, e se aveva imparato qualcosina della personalità di Gaia durante il loro viaggio assieme, era che ciò che diceva era sempre intenzionale.
Un po’ come quella questione, che per ora aveva lasciato in sospeso.

~ Calma, calma.. calma.

Lasciò che il messaggio si diffondesse, tacendo per un secondo, aiutandosi con i gesti, e assumendo un tono di voce pacato e lento.
Era rivolta in modo particolare alla compagna, ma non solo a lei: anche a chiunque avesse potuto reagire alle sue provocazioni, guardie, vecchietta, o Stan che fosse.

~ Nessuno darebbe via una bambina volontariamente, non fare ipotesi che non stanno in piedi, per favore.

Perché doveva essere lei quella che metteva a posto i casini? Di solito era lei che li combinava.

¬ Come può essersi “pentito della sua scelta”, che cavolo dici, Gaia? Non l'avrebbe mica scelto lui!
Ma anche se fosse in parte vero, questo qua non dovrebbe avere dei risentimenti verso di noi, non c’entriamo nulla; al massimo, dovrebbe averli verso il sindaco, e per estensione verso la vecchia. Invece guarda male noi, non lei.

~ E noi Guerriere, mettiamolo bene in chiaro, siamo sempre dalla vostra parte. Tutte noi, anche quelle.. che non lo danno a vedere.

Fece un piccolo cenno con il capo. Che fosse vero oppure no, non aveva importanza. Ciò che premeva era tenere buoni gli abitanti, in modo che evitassero futuri contatti con chiunque fosse quel mercenario.

~ Mi dica, Stan..

Lo fissò dritto negli occhi. Lui forse non aveva problemi a sostenere il suo sguardo, ma a degli occhi d'argento come i suoi era difficile mentire. Per un comune umano, almeno.

~ Questo, uhm, mercenario.. c'è riuscito?

Cercò di mantenere sempre una certa calma. Dopo le dure parole di Gaia, forse aveva bisogno di qualcuno un po' più pacato sul quale fare affidamento.

Ma poi, perché adesso si metteva pure a fare la diplomatica? Diamine. Non ne valeva neanche la pena.

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