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[In Missione] Scheda di Crystal (Victoria)
29-01-2015, 11:47 PM (Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 16-01-2019 10:44 PM da Semirhage.)
Messaggio: #1
[In Missione] Scheda di Crystal (Victoria)
Crystal


Età: 18 anni
Altezza: 1,87 m
Peso: 75 kg
Arto Dominante: destro
Tipologia: attacco


Avatar:

Simbolo:

Uniforme: è composta dalla classica veste bianca con giacca, pantaloni e colletto rosso con simbolo ricamato. La schiena è riparata da una placca metallica a cui si aggiunge un alloggiamento per la spada e una mantellina lunga fino ai glutei. Le spalle sono invece protette da spalline doppie collegate da una collana, anch'essa metallica, a lamelle.
Agli arti superiori porta dei bracciali che coprono gli avambracci dal polso a sotto il gomito. Al bacino indossa un gonnellino a lamelle sovrapposte; infine gli arti inferiori sono protetti da stivali e parastinchi che terminano poco prima del ginocchio.



Profilo Fisico: già prima di essere una guerriera, Crystal presentava tutti i tratti caratteristici del settentrione, quali alta statura, capelli biondo chiaro e occhi sui toni dell'azzurro.
Diventando una guerriera ha acquisito una chioma di un biondo anonimo, molto chiaro, e iridi d'argento. Porta i capelli corti e vagamente ondulati, sulla fronte ricade una frangetta disordinata.
Il suo viso ha lineamenti dolci, li stessi che aveva quando era una bambina umana e ai quali ripensa con nostalgia.
Le labbra sono rosse e di grandezza comune, così come gli occhi che hanno una forma affilata, mentre le orecchie sono appuntite.
Fisicamente non ha nulla in più o in meno di una normale guerriera: snella e proporzionata, atletica, dalle forme gentili.

Profilo Psicologico: Crystal è silenziosa, solitaria, non ha un carattere particolarmente aperto non avendo mai avuto molti contatti coi suoi simili prima dell'operazione.
Generalmente calma e riflessiva, se la lotta si fa particolarmente accesa non si risparmia e si butta senza riserve.
Nei confronti delle compagne è leale e il suo forte senso del dovere la porta ad aiutare le guerriere in difficoltà, che lei considera come sorelle, unita a loro da un destino comune, nonostante non abbia avuto con loro molti rapporti.
Interiormente è portata a socializzare ed è curiosa nei confronti del prossimo in quanto vissuta solo coi familiari, fatto che però la inibisce al contempo.
Durante le sue missioni ha conosciuto gli abitanti di Guernica e nuove compagne con cui, nonostante i timori iniziali, è riuscita a stringere amicizia, mettendo da parte la riluttanza per la compagnia, alla quale non è abituata, e la timidezza. Colei che più di tutti però ha inciso su Crystal è stata Shirley, novizia con la quale avrebbe dovuto svolgere l'iniziazione ma che infine è stata costretta a uccidere da Minerva del Giudizio. L'aver ucciso con le proprie mani la prima guerriera con cui era riuscita a stringere un legame e alla quale aveva promesso che l'avrebbe salvata, ha distrutto psicologicamente la giovane, che è anche dovuta andar contro ai suoi principi di sorellanza.
Questa situazione ha fatto nascere in lei un sentimento d'odio nei confronti di Minerva che si è tradotto col desiderio di strapparle la vita per mezzo della propria Claymore, spada che era appartenuta a Shirley. E' convinta che solo vendicandosi potrà ottenere pace per se stessa e l'anima della compagna.


Storia Personale: fin dalla nascita, Crystal non è stata fortunata.
Venuta alla luce nelle fredde terre del nord, la madre l'aveva abbandonata nei primi anni di vita a causa di una grave malattia, e all'età di 6 anni il padre morì durante la sua attività di boscaiolo.
Sarebbe potuta facilmente finire nelle mani degli uomini in nero, se non fosse stata per la posizione isolata e per il nonno, che decise di prendersene cura nella propria capanna fuori villaggio.
Con il nonno la piccola fu felice, insieme andavano a tagliare la legna e a caccia, momenti nei quali il nonno le insegnava piccoli trucchetti che le sarebbero serviti un giorno.
Questo periodo, però, durò poco, 4 anni circa... accadde tutto una mattina, quando venne ritrovato il corpo senza vita di una famiglia nel villaggio poco lontano dalla loro casa.
"Che cos'è uno Yoma, nonno?" chiese ingenuamente la bimba una mattina che erano scesi in piazza a vendere legna e a comprare qualche rifornimento "Tutti ne parlano".
Lui sorrise candidamente, poggiandole una mano sulla nuca "Non è nulla di cui tu ti debba preoccupare, piccola mia".
Passò qualche settimana e i delitti continuavano, ciò però non pareva toccare la tranquillità della capanna di Crystal e del nonno, che vivevano le loro vite come al solito.
Il male però si celava dietro il più insospettabile.
Svegliata nel cuore della notte dalla sete, Crystal si alzò alla ricerca di un goccio d'acqua e decise che avrebbe dormito nel lettone del nonno. Andata in camera sua, stranamente non lo trovò, le coperte stesse non erano state mosse... allarmata dalla situazione, afferrò il mantello, uscendo nella notte gelida, dal cielo limpido nel quale la falce di luna brillava, attorniata dalle sue sorelle. Non un filo di vento soffiava, dando all'atmosfera una nota di statica inquietudine.
Ad attirare la sua attenzione, furono delle impronte sulla neve. Le seguì, scoprendole sempre più grosse, le unghie sempre più affilate, seguite da gocce di sangue.
Si avvicinò alla capanna più piccola dove il nonno teneva la legna e i suoi utensili.
La porta era leggermente scostata.
Il cuore le batteva forte, ogni fibra del suo corpo la metteva in guardia, ma la curiosità era più forte, tanto da farla avvicinare sempre di più, fino alla fessura, dove... sgranò gli occhi, serrò le labbra.
Un essere mostruoso dal corpo violaceo stava divorando le interiora di un uomo, altri due cadaveri aspettavano silenziosi il loro turno.
Fece qualche passò indietro con le mani sulla bocca, nella sua mente la terrificante visione del nonno al posto del mostro.
Tornò sui suoi passi fino a rientrare in casa, ove posò lo sguardo sul fuoco scoppiettante che si rifletté nei suoi occhi cristallini, sussurrandole un'unica soluzione.
Quando la Claymore raggiunse il luogo, l'opera era già compiuta: troppo preso a nutrirsi dopo giorni di digiuno, lo Yoma aveva aspettato troppo per uscire e ora bruciava nella casupola con le anime innocenti delle sue vittime.
La bambina si voltò guardando la Claymore, e lei vide l'argento nel suo sguardo.

Abilità Innata

Tecnica di Combattimento:

«ciò che feci per sopravvivere uccise la mia anima»

[Immagine: claymore_priscilla_who_surpasses_the_aby...6b5fzm.jpg]
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30-01-2015, 11:56 AM
Messaggio: #2
RE: [Richiede Modifica] Scheda di Crystal (Victoria)
Scheda Approvata.
In Attesa del tuo Test iniziale, consulta il tuo Pannello GdR per assegnare i tuoi primi punti parametro, e inserire avatar e simbolo della tua guerriera nel sistema.
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05-03-2015, 08:18 PM (Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 13-04-2017 02:16 PM da Victoria.)
Messaggio: #3
RE: [In Missione] Scheda di Crystal (Victoria)
Capitolo I



La Scelta

Ciò che farai, cambierà delle vite...





Fui malamente risvegliata dal mio sonno una mattina, segno che quella che mi aspettava non sarebbe stata una giornata come le altre.
Smarrita, ma sveglia, mi fu consegnata una claymore affilata, la prima vera claymore da combattimento che tenevo in mano.
Ormai chiaro in me il perché di tutto ciò, raggiunsi i cancelli della fortezza di Staph, ove trovai il Maestro Duncan, un individuo avvolto interamente in un mantello nero.

Egli mi confermò che era giunto il momento della prova finale, la missione per diventare una guerriera graduata, ma... c'era un ma! Avrei sostenuto la prova in coppia ad un'altra novizia.
Il terrore mi assalì.
Ero cresciuta in una capanna isolata, lontana dal villaggio e dalle relazioni sociali.
Durante l'apprendistato mi ero sempre tenuta in disparte, rimanendo sola con me stessa.
Coi miei dolori, i miei turbamenti, incapace di esprimermi, incapace di uscire dalla bolla.
Ma sapevo che avrei dovuto sforzarmi di collaborare, di far scoppiare la mia bolla per la buona riuscita della missione.

Aspettammo e aspettammo, ma di lei nessuna traccia.
Solo un accolito infine apparve e il fiato corto enunciava spiacevoli notizie: la novizia mia compagna era fuggita nei sotterranei.
Sorpresa, sorpresa? Toccò a me essere strattonata in malo modo da quell'accolito incompetente all'imbocco della scala a chiocciola entrata dei sotterranei.

Ridiscesa e finalmente sola, mi ritrovai davanti non uno, ma ben tre corridoi possibili da intraprendere.
Fu chiaro che se volevo avere qualche speranza di non girare a vuoto tutto il giorno e spazientire ulteriormente il Meastro, dovevo tentare di individuarla con la percezione dello yoki.
Sfortunatamente per me, la mia percezione non era abbastanza acuta per individuare anche solo una stilla in quell'intricato labirinto chiamato volgarmente "sotterraneo".
Procedetti a tentoni, provando prima il corridoio di sinistra, il quale si rivelò un vicolo cieco, e poi quello di destra, che la portò in una sorta di magazzino, che si diramava in due ulteriori uscite.
Questa volta tentai con la destra e giunsi ad una seconda scala a chiocciola e, discesa, qui scattò finalmente la percezione. Seguendo la traccia di yoki e il tunnel, arrivai dinnanzi alla porta.
Non sapendo se ella fosse armata o se, nel panico, avesse deciso di attaccarmi, mi appiattii al muro e spinsi la porta, dopodiché mi annunciai esplicitandole il mio nome e il motivo della "visita".
Non fu facile convincerla a venire con me.
Shirley, ecco il suo nome, si era nascosta perché aveva perso Mina, la sua migliore amica, partita per una missione e mai ritornata. Sconfortata dall'essere rimasta da sola e dal fallimento di Mina, più forte di lei, alla saputa dell'ora del test non aveva retto ed era fuggita.
Fuggita in una trappola per topi, in realtà, poiché lì non sarebbe potuta rimanere per sempre.
Mi faceva pena e simpatia allo stesso tempo, sentivo di doverla aiutare, di doverla prendere sotto la mia debole ala.
Promettendole che avrei messo una buona parola col maestro Duncan, Shirley mi seguì.
Quanto fui stolta... quasi all'uscita dei sotterranei, un'enorme aura di yoki invase l'intero spazio e in breve egli, o meglio ella, si manifestò: Minerva del Giudizio.

Una guerriera fredda, senza cuore, totalmente alla mercé dell'Organizzazione.
Senza esitazione, mi ordinò di uccidere Shirley, di uccidere la traditrice.
La rabbia mi assalì.
Il Maestro Duncan era un traditore! Mi aveva ordinato di riportare la ragazza viva o morta e ora esigeva che fossi io stessa a toglierle la vita, togliere la vita a una mia compagna!
Ogni replica fu inutile.
Più mi opponevo a lei, più lei rimaneva salda ai miei principi, tentando di sgretolare i miei.
Non volevo piegarmi a quella montagna, ma se ci fossi sbattuta contro non avrei avuto speranze.
Eppure... eppure sapevo che pur di non andare contro al mio credo, pur di non uccidere una compagna, sapevo che l'avrei fatto.
Shirley non era altro che un'anima innocente.
Fu quell'anima innocente che infine mi chiese di sacrificarla per la mia vita.

Ora mi chiedo come ho fatto, come ho potuto trafiggerle il cuore, spezzare la vita di una mia compagna, un'amica e condannarla alla morte...

Minerva la caricò sulla spalla.
Nessuna emozione. Nessun rispetto.

La vidi andarsene col corpo morto di lei e repressi la rabbia, ma dentro ero un fuoco.
L'avrebbe pagata cara, un giorno.
Un giorno Shirley avrebbe avuto giustizia, un giorno che, seppur lontano, sarebbe arrivato.

Per il momento, mia cara compagna, mia cara amica, verrai con me.
Ti porterò nel cuore e attraverso i miei occhi vedrai il mondo e, infine, troveremo pace per la tua anima.

«ciò che feci per sopravvivere uccise la mia anima»

[Immagine: claymore_priscilla_who_surpasses_the_aby...6b5fzm.jpg]
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02-08-2015, 04:07 PM (Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 24-07-2018 03:29 PM da Victoria.)
Messaggio: #4
RE: [In Missione] Scheda di Crystal (Victoria)
Capitolo II




Il Bosco delle Lacrime





Questa missione è stata stancante, sia psicologicamente che fisicamente, ma a conti fatti più emotivamente.
Ho messo per la prima volta piede fuori dall'Organizzazione dopo dieci lunghi anni, avete idea di cosa ciò possa comportare? Ho corso come una bambina, felice di poter rivedere il cielo azzurro, avvertire il sole sulla pelle e il vento scompigliarmi i capelli, felice di poter esplorare il mondo, senza più tetti sulla testa o mura ad ostacolarmi.
Per la prima volta ho parlato con altre persone e ho... ucciso il mio primo Yoma.
Ma partiamo con ordine.


Ricordate il mio test come novizia? Beh, io farei di tutto per dimenticarlo o cambiare il passato, ma ad ogni modo erano passati alcuni giorni dal test, giorni che avevo passato rinchiusa nella cella alla ricerca, se non di un po' di pace - impossibile da trovare  -, di risposte, arrovellandomi il cervello e dannandomi per ciò che io avevo fatto.
Avevo eseguito gli ordini, ma non mi sentivo una buona guerriera.


Una sera venne a prelevarmi un accolito che mi scortò fino ad una porta oltre la quale proveniva una bellissima melodia d'arpa.
Avreste mai detto che fra i capi dell'Organizzazione c'era una donna? E nemmeno una donna qualsiasi, ma una dama bella ed elegante, raffinata e dai modi gentili, una figura in netto contrasto con l'ambiente della fortezza. Eppure lei era lì e, a dispetto di ogni previsione, mi comunicò che mi era stato assegnato il Numero 42.
Io, Crystal, la novizia restia ad ubbidire agli ordini del Maestro Duncan e di Minerva, ero stata graduata e mi aspettava la mia prima missione.
Dovevo recarmi a Guernica, una città a sud di Staph, e parlare col borgomastro Rooster Cogburn. Da qualche tempo infatti chi si addentrava nel bosco veniva barbaramente ucciso da uno Yoma e la questione andava risolta.
Insomma, nulla di troppo difficile, o almeno non al di fuori dell'ordinario, ma un pensiero mi tormentava: avevo ottenuto l'armatura e la spada, ma quella spada era la stessa utilizzata nel test? Quella impregnata dal sangue di Shirley?
No, quella era la spada di Shirley.
Non conoscevo il motivo per cui Semirhage aveva deciso di darmela, ma mi disse che al mio ritorno avrei avuto la risposta e io le ero già grata.


Dunque partii alla volta di Guernica. Furono due giorni in cui dovetti affrontare una tempesta di sabbia e ricordare un momento speciale col mio adorato nonno, ma infine arrivai a Guernica.
A dispetto di ciò che si dice tra noi guerriere, a parte qualche sguardo timido, quegli umani non sembravano così spaventati di me, né ostili, anzi i modi di Rooster mi misero in imbarazzo.
Era un uomo molto socievole e io, che ero sempre stata segregata nella mia capanna in mezzo al bosco, non avevo proprio famigliarità con gli altri e faticai a sentirmi a mio agio, almeno all'inizio...
Conobbi anche Jack Elder, un uomo ormai anziano e scorbutico, nonno dell'ultima preda dello Yoma miracolosamente sfuggita alla morte.
Mi spiegarono la situazione e mi informai sul luogo; ritenendo che sarebbe potuto tornarmi utile, mi feci portare a casa di Samuel Stern, meglio conosciuto come Doc, il dottore della città, dove avrei potuto parlare con Jimmy. Ciò che mi disse il ragazzo fu inaspettato: lo Yoma pareva fosse vestito con abiti di cuoio nonostante mantenesse l'aspetto demoniaco e, dove ci sarebbero dovute essere solo erbacce, Jimmy aveva visto una siepe curata.
Era ormai tardi e data anche la mia inesperienza, decisi di rimanere per quella notte a guardia della città e di partire all'alba.
Camminando un po', mi si avvicinò una ragazzina, Kathy, che altri non era che la nipote di Jack. Ella mi raccontò della triste storia della sua famiglia e degli avvenimenti passati in città anni prima, il motivo? Voleva venire con me, aiutarmi, rendersi utile per vendicarsi dello Yoma che aveva cercato di uccidere il fratello. Fui dura con lei, ma capì che non l'avevo fatto con cattiveria e tornò a casa.
La notte fu un giro turistico della città. Tutto era tranquillo e nulla accadde, così la mattina seguente potei mettermi in marcia.


Mi addentrai nel bosco e dopo tanto camminare finalmente lo avvertii: una stilla di yoki. Spiai lo Yoma e lo vidi seduto su uno sgabello appoggiato ad una siepe, era tutto come mi aveva raccontato Jimmy.
Mi feci avanti e lui si presentò come Il Giardiniere. Lì, lì, mi parve alquanto strano, ma non ebbi molto modo di riflettere che lui scappò oltre la siepe, dicendo di volermi mostrare le meraviglie del suo giardino.
Incautamente lo seguii per paura di perderlo, ma così facendo non prestai abbastanza attenzione ai rovi che non solo mi strapparono l'uniforme, ma mi graffiarono la pelle. Ora capite perché il bastardo era vestito in cuoio?
Lo raggiunsi ma ancora una volta lui agì prima di me e quando scagliò gli artigli lo fece in direzione di un nido di vespe, ma dandomi gentilmente la possibilità di buttarmi in una polla d'acqua.
Fu solo il primo trabocchetto che dovetti affrontare. Affrontai una corda che mi fece inciampare e cadere in mezzo ad altri rovi, lo Yoma che cercò codardamente, mentre ero a terra, di uccidermi e perfino una fossa di serpenti.
A quel punto non si poteva andare avanti ed ero più che stufa, per non dire leggermente irritata, dei suoi giochetti, perciò me ne tornai indietro con la promessa di distruggere il suo amato giardino. La provocazione funzionò e lo affrontai lo Yoma nello spazio dove c'era la polla d'acqua, nella quale tra parentesi c'erano delle simpatiche sanguisughe, e riuscii ad ammazzarlo.
Rigenerai le ferite che avevo su tutto il corpo, ferite già prive di veleno che ero riuscita a non assorbire già in precedenza, e tornai con Rooster, che era venuto a controllare la situazione, a Guernica, accompagnati dalla testa dello Yoma.
Ad attenderci c'era una piccola folla che esultò quando diedi la bella notizia e consegnai la testa a Jack.
Kathy... non dimenticherò mai quella ragazzina. Avrebbe desiderato che io rimanessi lì ancora un po', ma le ho promesso che un giorno sarei tornata e ho intenzione di mantenere questa promessa.
Mi mancheranno quelle persone, non penso sarò sempre così fortunata da incontrare gente tanto riconoscente.


Tornata all'Organizzazione, avevo ancora una questione in sospeso: la spada di Shirley.
Semirhage mi spiegò che Shirley, sacrificandosi, aveva voluto salvare la mia vita per amore... per amicizia.


Ora non so che farò. Andrò avanti con la mia vita, cosciente che non solo qualcosa di immateriale, ma anche qualcosa di materiale di Shirley resterà con me.

«ciò che feci per sopravvivere uccise la mia anima»

[Immagine: claymore_priscilla_who_surpasses_the_aby...6b5fzm.jpg]
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09-02-2016, 03:41 PM (Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 24-07-2018 03:28 PM da Victoria.)
Messaggio: #5
RE: [In Missione] Scheda di Crystal (Victoria)
Capitolo III




The Forgotten II

Colei che non dovrebbe esistere






Mi sedetti sul lettino della mia celletta.
Era la mia? E chi lo sa... sono tutte uguali, tutto è uguale in questa fortezza.
Tutte noi siamo uguali, così fastidiosamente uguali.
Tuttavia in questa missione ho scoperto che, a dispetto del nostro aspetto, possiamo essere molto differenti tra noi.

Ero appena stata promossa a Numero 34 e mi ero sistemata nella mia zona di competenza, l'Oasi di Salmon, un luogo molto, troppo, vicino all'Organizzazione, quando mi venne consegnata una lettera con la mia nuova missione: recarmi al villaggio di Ben, all'estremo sud-est delle terre centrali, e attendere.
Non mi feci troppe domande e, con la mia fidata Claymore di Shirley, mi misi in viaggio.
Camminai alcuni giorni in tranquillità, finché infine non intravidi in lontananza il villaggio e, con esso, finalmente dello yoki. Che fosse già quello il mio obiettivo? Sapevo che la mia percezione era migliorata ancora dall'ultima missione, ma quell'aura aveva un ché di diverso.
Quando infatti arrivai nei pressi della quercia dove avevo appuntamento, spuntò fuori una guerriera dai lunghi capelli albini, che si presentò come Seayne, Numero 19 dell'Organizzazione.
Più tardi fece la sua comparsa Juliet, Numero 37, una guerriera dall'aspetto e il carattere molto esuberanti, infine ben altre tre compagne giunsero: Alicia, la 35, Syhlvia, la 27, e Anna, l'ultima in graduatoria.
Fatte le presentazioni, nessuna era a conoscenza del motivo della convocazione, neppure la più abile tra noi, tuttavia sapevamo che, se eravamo state chiamate in così grande numero, doveva esserci qualcosa di grosso sotto.
Attendemmo ore e sotto lo sguardo degli abitanti curiosi del villaggio, quando, verso mezzogiorno, giunse una nera carrozza trainata da quattro destrieri, la sua provenienza era indubbia: veniva da Staph.
A malincuore dovetti lasciare Shirley tra le mani ossute del cocchiere e salii a bordo.
Quando mi accorsi chi era il supervisore della missione per un un attimo fremetti: il Maestro Duncan, colui che mi aveva affidato l'esecuzione di Shirley come iniziazione.
Egli ci spiegò che eravamo diretti al villaggio di Shaemoor per una missione segreta e che ci saremmo trovate di fronte nemici come Yoma, guerriere e delle Risvegliate. Tutte noi, con eccezione di Syhlvia, eravamo confuse, mai avevamo sentito quel termine, eppure qualcosa ci diceva che non portava nulla di nuovo.
Le Risvegliate altro non erano che noi. Ci era sempre stato detto che se avessimo oltrepassato il limite di yoki saremmo diventate Yoma, ma ciò non era corretto. Se avessimo mai superato quel limite saremmo divenute delle Risvegliati, esseri dalla forza e sembianze mostruose ben più ostici di comuni Yoma.

Nel turbamento generale, ci vollero cinque giorni per raggiungere Shaemoor e ci fermammo in un bosco poco lontano dal villaggio.
Fui io la prima ad accorgermi che era tutt'altro che un luogo tranquillo, avvertendo un gran numero di auree tra Yoma e qualcos'altro... guerriere, sospettai.
Informato il Maestro, egli decise di penetrare per le vie cittadine, ma ciò che trovammo giunte in piazza ci lasciò di stucco: cadaveri fatti a pezzi di una quindicina di demoni giacevano a terra in un'infinità di sangue e, innanzi ad essi, acclamate dalla folla, sostavano cinque guerriere come noi, mai viste prima.
Ciò che non capivamo erano le loro non reazioni: non un battito di ciglia o una parola al nostro arrivo, parevano totalmente estranee alla nostra presenza. Approfittai del momento per concentrarmi su di loro per carpirne la forza. Non erano potenti, anzi erano tutte più deboli di me, ma presto avrei compreso che mi avrebbero dato del filo da torcere.
Combattere contro una guerriera non è come combattere contro uno Yoma, soprattutto quando l'intento non è assassino.
All'improvviso il suono di un corno invase la piazza e le cinque furono come risvegliate da un sonno; si voltarono e scapparono.
Sott'ordine del Maestro, mi lanciai all'inseguimento di una delle più potenti liberando una quantità esigua di yoki, con l'intento di mozzarle una gamba, ma sopravvalutai troppo la differenza di forza tra noi. Quella guerriera misteriosa, seppur fosse più debole di me in quanto ad aura, mi superava in velocità e la distanza tra noi stava sempre più aumentando.
Avrei voluto risparmiare energie, ma mi resi conto che avrei avuto bisogno di più forza per raggiungerla ed ero ponta a farlo, quando il corno suonò di nuovo e lei mi si scagliò contro con un fendente diagonale.
Forte di un buon 30% di energia demoniaca, parai il colpo e le mollai un poderoso calcio all'addome; mi riavvicinai velocemente per mozzarle gli arti, ma questa aveva i riflessi pronti e tentò un colpo mortale all'addome.
Mi allontanai schivandolo appena, rimediandolo solo una ferita leggera, e la guardai piena d'ira, senza capire il perché ella volesse uccidermi. Finora io non avevo mai tentato un affondo mortale.
Non mi persi d'animo.
Sapevo che era più veloce di me e per questo dovevo giocare d'astuzia.
La caricai e all'ultimo, eludendo il suo affondo, mi lasciai scivolare a terra, riuscendo finalmente ad aver ragione di lei e tranciandole una gamba.
Chiunque a quel punto si sarebbe perlomeno arreso, o avrebbe lanciato un grido, ma non quella guerriera. No, facendo perno sulla spada si rialzò.
Ero lì, senza parole ad osservarla, quando un'esplosione di yoki ci fece tremare.
Le due avversarie di Syhlvia e Alicia erano state uccise, eppure la loro energia demoniaca era improvvisamente riapparsa e anzi stava crescendo a dismisura finché non ci ritrovammo davanti due esseri mostruosi. Due Risvegliate.
Non potevo uccidere la mia nemica se non volevo che anch'essa diventasse un mostro, perciò, senza l'uso di yoki, la afferrai alle spalle per disarmarla, ma pareva essere immune al dolore e tentò di strangolarmi, come se non bastasse la Risvegliata massiccia aveva preso noi come obiettivo e una nuova minaccia si stava risvegliando sul campo di battaglia.
Usai tutta la mia forza per spostare me e lei dalla traiettoria della Cornuta, riuscendo così a salvarla, ma non a salvare me stessa, che fui sbalzata via con la spalla sinistra lussata; la mia avversaria, vedendomi dolorante a terra, mi afferrò per il collo.
In quel momento capii che non potevo morire, avevo ancora troppe cose da fare in questa vita.
Una promessa da mantenere e una vendetta da portare a termine.
Se io volevo vivere, lei doveva morire.
Penetrai con le unghie nel collo bagnandomi del suo sangue, strappandole con forza la vita, un attimo prima che Juliet arrivasse in mio soccorso tagliandole la testa.
A quel punto avrei voluto sistemarmi manualmente la spalla, ma non ne ebbi il tempo poiché Cornuta si scagliò contro di noi.
Forti di essere due contro una, io e Juliet ci avventammo sulla Risvegliata, riuscendo a metterla in difficoltà. Avremmo voluto a quel punto finire il lavoro, ma il Maestro ci ordinò di concentrarci tutte insieme sull'ultima Risvegliata nata: un occhio munito di pericolosi tentacoli.
Unendo le nostre forze, io, Juliet e Seayne riuscimmo finalmente a uccidere una delle Risvegliate.
Meno attanagliate, potemmo aver ragione anche sulla più grande fra le tre.
Avrei voluto esultare con le mie compagne, a quel punto, ma una sensazione di gelo prese possesso di me. Era ancora lontana, ma la presenza di una nuova guerriera si stava avvicinando da ovest, una guerriera forte quanto Minerva del Giudizio, colei contro cui avevo giurato vendetta.
Impartii ordini e informai le compagne, in altre occasioni sarei rimasta al mio posto come Numero 34, ma la situazione si era fatta troppo delicata e Anna era in pericolo, senza saperlo stava andando incontro ad essa.
Ingaggiammo battaglia contro Cornuta con l'intento di ucciderla il prima possibile, ma per Anna non ci fu nulla da fare e toccò a me percepire il suo yoki aumentare prima di spegnersi per sempre.
Uccidemmo anche l'ultima, ma non c'era alcuna gioia in quella morte, non ci avrebbe riportato indietro Anna e ora dovevamo concentrarci sulla nuova minaccia.
Seayne ci chiese di lasciarla lì con Alicia ma sapevo che non potevo farlo.
L'esecuzione di Shirley aveva lasciato in me un trauma indelebile, un altro non avrei potuto sopportarlo.
Rimanemmo lì, consapevoli del destino a cui andavamo incontro.
Colei che ci apparve era diversa da tutte le altre con cui avevamo combattuto. Era una bella guerriera ma più di tutto pareva avere una coscienza, il suo nome era Matilda, Matilda la Linda, Numero 7 e... deceduta tempo addietro.
Duncan ci raccontò di lei e di una certa Signora dell'Ovest dopo che Matilda decise di risparmiarci perché il campo era troppo sudicio per i suoi gusti, ci suggerì il Maestro.
Prima di tornare a Staph col corpo di Anna mi tagliai il ciuffo che avevo sempre avuto. Sto acquisendo nuove consapevolezze di me stessa e so cosa mi aspetta se un giorno andrò oltre il mio limite.

Tanti dubbi mi attanagliano ora.
Chi è la Signora dell'Ovest? Chi e come sono in grado di riportare in vita persone decedute?
Solo una certezza ho: la mia vendetta contro Minerva del Giudizio.
Sto divenendo forte e, nonostante la la strada sia ancora lunga, nel mio cammino mai perderò la promessa che ho nel cuore.

«ciò che feci per sopravvivere uccise la mia anima»

[Immagine: claymore_priscilla_who_surpasses_the_aby...6b5fzm.jpg]
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07-03-2016, 05:26 PM (Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 24-07-2018 03:24 PM da Victoria.)
Messaggio: #6
RE: [In Missione] Scheda di Crystal (Victoria)
Capitolo IV




Sessione di allenamento con Olivia






Dopo essermi riposata dalla missione nelle terre di Mucha, avevo fatto alcune considerazioni giungendo alla conclusione che avevo bisogno di affinare la mia tecnica di combattimento contro altre guerriere.
Dunque mi diressi all'Arena esterna e attesi la mia avversaria che si presentò col nome di Olivia, la Numero 26 dell'Organizzazione, di soli due numeri più bassi di me.
A fare da arbitro al nostro duello un fastidioso nanerottolo che ci si rivolse in modo decisamente scortese aggiungendo dei maleducati aggettivi verso di noi.
Eccitata per il combattimento imminente, non mi feci guastare l'umore e, avvertendo Olivia che avrei fatto sul serio, aumentai il mio yoki fino al 50% e mi lanciai verso di lei con un assalto frontale sferzando vari fendenti che Olivia schivò tutti fino a interrompere la serie riparandosi su di un masso.
Ne rimasi contrariata, odiavo dover giocare al gatto col topo, ma ripensandoci ella non avrebbe potuto far altro data la differenza di forza.
Anch'ella comunque era rimasta contrariata dalla mia impulsività, perciò, poiché in fondo era solo un allenamento nel quale volevo testare le mie nuove capacità conto un'altra guerriera, le lasciai l'onore della prossima mossa, che tuttavia si rivelò priva di risultati, dal momento che Olivia sì riuscì a colpirmi, ma senza lasciarmi alcun danno.
Toccando nuovamente a me la prima mossa, decisi di sfruttare completamente la mia nuova forza e alzai il livello di yoki fino al limite del 60%, provando una nuova ebrezza.
Balzai su di lei con l'intento di colpirle la spalla sinistra, ma fui stroncata all'apice a mezz'aria e ruzzolai malamente per terra.
Olivia mi rese il favore di rialzarmi con calma senza infierire, ma ormai non avevo più interesse per quello scontro, avevo testato ciò che mi interessava, dunque ridacchiando mi arresi, anche se non esplicitamente, e mi resi disponibile nel caso avesse voluto continuare.
La mia compagna però non ebbe il tempo di rispondere che l'accolito bisbetico ci fermò bruscamente inveendo su entrambe, colpevolizzandomi di non prendere abbastanza sul serio i combattimenti. Inutile dire che la cosa non solo mi lasciò di stucco, ma mi infastidì non poco, tuttavia, prima di finire la sua ramanzina, mi ordinò di seguirlo per una nuova missione.
Mi congedai da Olivia con la promessa di un futuro scontro e una futura rivincita.

«ciò che feci per sopravvivere uccise la mia anima»

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16-05-2016, 05:09 PM (Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 24-07-2018 03:28 PM da Victoria.)
Messaggio: #7
RE: [In Missione] Scheda di Crystal (Victoria)
Capitolo V




L'agguato

what will be your choice, this time?





L'ultima volta che ci eravamo lasciati mi ero appena separata da Olivia, la Numero 26, per seguire Peter, quell'accolito fastidioso, all'interno della fortezza.
Non appena fummo soli, quel… cosetto, si permise non solo di mettermi le mani addosso, ma di sbattermi anche contro una parete e, rivolgendosi a me in modo poco rispettoso, come la maggior parte degli uomini, mi ordinò di recarmi a Dea dove una novizia aveva chiesto aiuto, poiché la ribelle a cui doveva dar la caccia si era alleata con degli umani… ribelle? Si, avete capito bene, dovevo di nuovo epurare una traditrice.
Mi misi in marcia e trovai Sif, la novizia, in una locanda della cittadina; stanata, le dissi gentilmente di darsi una mossa e di ragguagliarmi sugli eventi.
Sorpresa, sorpresa: Sif era muta! Bene, meraviglioso, pensai quando mi consegnò un foglietto.
Ma le novità non erano terminate, poiché scoprii che il nome della ribelle era niente poco di meno che Mina! Quel nome mi lasciò senza parole, Mina! La migliore amica di Shirley, colei per la quale si era arresa dopo la sua sparizione.
Dunque Mina non era morta, Mina aveva disertato e Shirley si era lasciata morire.
Con la decisione di formulare un piano per poterle parlare, mi feci scortare fino all'accampamento degli umani e la soluzione più logica che trovai fu quella di attendere la notte e appiccare due incendi per dividere la dozzina di umani.
Sif fece come ordinato e mi accinsi ad entrare in azione, ma proprio quando stavo per far cadere la mia torcia, mi ritrovai davanti Mina.
Il nostro incontro non fu dei migliori, anzi si susseguì un botta a risposta tagliente fino a ché non nominai Shirley.
Mina era triste, pentita, disperata.
Le rivelai ciò che era accaduto nel nostro Test e il mio intento più nascosto: uccidere Minerva.
E' grazie a Mina che ho capito quanto fosse errato il mio intento, non era Minerva colei che andava distrutta, ma l'Organizzazione stessa, colei che aveva rovinato le nostre vite.
All'improvviso capimmo che non eravamo poi così diverse e mi fu chiaro, non potevo ucciderla.
Le promisi che sarei diventata forte e che un giorno sarei venuta a cercarla, ma per il momento doveva ferirmi così da risultare credibili, così che lei potesse fuggire.

Iris.

Prima di andarsene e ringraziarmi, Mina mi disse che era l'Iris il fiore preferito di Shirley.

Sif mi raggiunse appena fui riuscita a rigenerarmi le gambe e ci demmo alla fuga ritornando a Staph.

Giunte al cospetto di Peter gli spiegai l'accaduto, o meglio il falso accaduto, e che il fallimento della missione era avvenuto per causa mia. Sif aveva eseguito ogni mio ordine, e questo era vero.
Ci congedò entrambe non prima di lanciarci qualche altra frecciatina.

Ora sono nella mia cella ad attendere la punizione che mi spetta, ma non ho paura, poiché non mi pento della scelta fatta.
Diventerò forte e un giorno distruggerò l'Organizzazione con le mie compagne.

Certo, se non decideranno di epurarmi prima

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28-09-2016, 09:29 PM (Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 24-07-2018 03:25 PM da Victoria.)
Messaggio: #8
RE: [In Missione] Scheda di Crystal (Victoria)
Capitolo VI




The Experiment

Gone Wrong






Un'altra pessima prova per me.
Comincio a chiedermi a cosa serva qua dentro, dal momento che le mie ultime due missioni sono state un fallimento, ma andiamo con ordine.
Attesi la mia punizione per tre giorni e tre notti quando, all'alba del quarto, vennero a prelevarmi dicendomi che il Maestro Sicket necessitava di me e da qui fu una sorpresa dopo l'altra.
Innanzitutto non avevo idea di chi fosse costui, in secundis per raggiungerlo dovetti addentrarmi nei labirintici sotterranei nei quali non ero più tornata dalla morte di Shirley e, infine, mi ritrovai in un laboratorio vuoto, se non per la presenza di una guerriera dallo sguardo vacuo legata ad un tavolo operatorio.
Non fu difficile per me intuire cosa fosse: una guerriera resuscitata dello stesso filone di quelle incontrate a Mucha.
Rimasi in attesa un po' annoiandomi, un po' contemplando quel corpo, finché non riecheggiò una strana risatina, che si palesò in un tipo alquanto bizzarro che non faceva che muoversi in nervosi tic accompagnati sempre da quelle risatine sinistre.
Egli mi spiegò che mi aveva fatta chiamare appositamente per quelle guerriere, dall'Organizzazione rinominate Dimenticate, poiché ne ero già a conoscenza.
Mi mostrò un corno, lo strumento che avevamo sentito a Mucha, trovato dalla numero 5, Gaia, durante una sua missione, e disse che il suo intento era di collegare le note di esso alle azioni delle dimenticate.
Facile, voi direte, e neanch'io ebbi nulla da obiettare, se non che l'esperimento andò fuori controllo poiché lo yoki della non morta prima si attivò, ma poi aumentò a dismisura fino ad esplodere trasformando la sua posseditrice in una risvegliata dalla forma (o meglio non forma) gelatinosa.

Una bella gatta da pelare per una numero 26 che sì, aveva già esperienza di risvegliati, ma solo in gruppo e in un solo episodio, se poi contiamo il fatto che quella cosa aveva occhi e bocche ovunque e attaccava con lingue e sputi, allora tutta la faccenda diveniva un vero schifo.
Non mi persi d'animo e, forte della mia abilità innata, mi lanciai al contrattacco, scoprendo quasi subito di essere abbastanza forte e veloce da tenerle testa, ma non da infliggerle seri danni.
Quella sostanza viscida ammortizzava e risanava tutti i colpi inferti, lasciandomi senza idee.
La soluzione? Beh, sapevo da me che ne esisteva una sola, una che avevo provato ad evitare a tutti i costi, ma che alla fine ho dovuto accettare: Minerva.
Ho pensato e ripensato al giorno in cui l'avrei nuovamente incontrata e credevo non sarei riuscita a mantenere il controllo, invece, complice la risvegliata da abbattere che ha assunto da sfogo per l'adrenalina, mi sono rivelata tranquilla e addirittura serena, riuscendo a recitare in maniera soddisfacente la mia parte, cercando di convincerla della mia fedeltà.
Credo comunque che l'unica di cui davvero si fidi sia lei soltanto, tutte le altre sono o potenziali traditrici o inadeguate a servire l'Organizzazione, sua unica ragione di vita.
Minerva ha dunque sconfitto la risvegliata senza che io potessi nulla, ma in questo modo ho assunto un particolare dettaglio: se non riesci ad uccidere il risvegliato nella sua forma demoniaca, portalo allo stremo delle forze e non sarà più in grado di mantenerla, a quel punto potrai aver la meglio con la sua forma apparentemente umana.
Ciò che ancor più mi ha colpito è stato il corpo della non morta: una volta tornato alla normalità, ella era priva di capelli chiari e anche la cicatrice che ci contraddistingue era sparita, come se fosse nato un nuovo essere, una creatura liberatasi del suo sangue umano ma che ancora ne utilizza le spoglie, una creatura nella quale la metà bestiale ha assorbito e fatta sua l'altra umana.

Io e Minerva abbiamo lasciato il dottore ai suoi vagheggiamenti, chiaramente non insieme, restare per più di qualche decina di minuti nella stessa stanza è uno strazio.
Non mi resta che tornare alla mia cella per guarire le ferite e, strano ma vero, aspettare... magari sta volta riuscirò finalmente a raggiungere la mia zona di competenza, qualunque essa sia.

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28-05-2017, 11:09 AM (Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 24-07-2018 03:26 PM da Victoria.)
Messaggio: #9
RE: [In Missione] Scheda di Crystal (Victoria)
Capitolo VII




La Mezzademone Misteriosa

Step by step





Sono di nuovo qui chiusa nella mia cella di ritorno da una missione a stilare il rapporto.
Pensavo sarebbe stata una spedizione difficile, invece si è rivelata più facile del previsto (non ho riportato neanche un graffio), il vero problema si è rivelato essere il villaggio di Egon, o meglio alcuni suoi abitanti teste calde.
Non avevo mai avuto problemi con gli umani, il fatto di non poterli uccidere, di cercare di colpirli per difendere me e le mie compagne ma senza causare danni irreparabili... questa è stata la vera difficoltà.
Partiamo però dal principio, la signora Semirhage aveva inviato me, Numero 22, Luna, la Numero 28, e Abigail, la Numero 44, nelle Terre dell'Ovest a recuperare un'esperimento fallito. Fortunatamente non fallito come quello della Dimenticata, ma comunque una situazione a rischio.
Una bambina mezza demone era stata affidata a una famiglia, alle direttive dell'Organizzazione, per vedere come poteva crescere una di noi fuori dalle mura di Staph.
Se ve lo state chiedendo, non è cresciuta bene.
E' una brava ragazza, ma le manca l'istruzione e cosa più importante non sa utilizzare il proprio potere, dettaglio pericoloso in quanto può portarla al risveglio.
La prima difficoltà è stata relazionarsi con gli abitanti di Egon, molto frustrati dalle continue depredazioni.
Comunque, dopo una notte a vegliare il posto, all'alba siamo partite alla ricerca della mezzademone misteriosa: Rael.
Se siamo riuscite a scovarla in una capanna nel fitto del bosco, è stato per merito di Luna e del suo olfatto eccezionale che ci ha permesso di rintracciarla.
Sono riuscita appena a scambiare due parole con Jon, il patrigno della ragazzina, che siamo state attaccate da una dozzina di uomini armati di Egon che volevano vendetta! Incredibile la stupidità degli uomini, la loro ottusità... come potevano credere che avremmo permesso di portare con loro Rael? O semplicemente che ci saremmo arrese senza combattere o difenderci.
Posso dirlo? Hanno avuto ciò che meritavano. Un sacco di botte e un morto.
Alla fine sono stati loro ad arrendersi.
La nota negativa è stata la morte di Jon. Il troppo stress deve aver provocato nell'uomo un attacco di cuore e neanche il resto degli abitanti sopraggiunti sono riusciti a salvarlo. E' stato un brutto colpo per Rael, lo capisco... tutte noi possiamo capirlo.
Risolta se non altro la faccenda con gli umani e celebrato un piccolo funerale per Jon, siamo riuscite a ripartire per Staph.
Avevamo qualche dubbio sul riportare Rael all'Organizzazione, ma in cuor mio sapevo che era la cosa migliore per lei e ha scelto di sua spontanea volontà di venire con noi, in fondo l'aveva promesso al patrigno prima di morire.
Le parole di Luna però non sono potute essermi indifferenti e durante il viaggio di ritorno le ho raccontato ciò che mi è successo e del mio accordo con Mina. Le ho proposto di unirsi a noi.
Ella mi ha abbracciata.
Ella mi ha promesso che se riusciremo a trovare altre alleate sarà dalla nostra parte.
Il viaggio è ancora lungo e io devo diventare più capace.
Abbiamo lasciato Rael nelle mani della signora Semirhage, premurandoci però di mantenere il silenzio sui suoi omicidi ai danni degli umani.
Ci ha salutate e ci ha abbracciate, sparendo poi nella fortezza.
Le auguro il meglio.

Ecco, ho finito anche di stendere il mio rapporto.
E' ora di dedicarmi ad altro.

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28-07-2017, 10:09 PM (Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 14-07-2020 11:29 PM da Victoria.)
Messaggio: #10
RE: [In Attesa] Scheda di Crystal (Victoria)
Capitolo VIII




Onniscienza Oscura

I believe in my abilities





Eravamo rimasti che avevo alcune questioni in sospeso, ebbene ora saprete che codeste non erano altro che un'applicazione della mia abilità più raffinata, quale la Lettura dello Yoki, in una tecnica di combattimento: l'Onniscienza Oscura.
Nome molto plateale direte voi.
Si, è vero, e non è da me, ma d'altronde il riuscire a prevedere mosse e scovare lo yoki è ciò che mi viene meglio ed è oscura perché... beh perché non è mica fatta a fin di bene. Insomma Yoma e Risvegliati non mi vedono certo come un angelo, no? Magari farò un sondaggio.
Venendo a cose più serie, mi sono recata nell'Arena Sotterranea dove sapevo mi avrebbero potuto aiutare.
Questo luogo è per me fonte di tristi ricordi, è qui che ho svolto il Test iniziale e ho fatto... sapete ciò che ho fatto.
Qui ho incontrato Duran, un accolito alto dall'espressione seria ed enigmatica, a cui ho spiegato la mia idea: riuscire a sviluppare una tecnica utilizzando l'abilità innata per prevedere le mosse del nemico e reagire schivando ed attaccando, sfiancando l'obiettivo con fendenti multidirezionali. Un livello di concentrazione tale da sostituire la percezione alla vista.
Non l'avessi mai detto.
Duran è tornato poco dopo con un'altra guerriera... più o meno. Senza sminuire il suo valore (ognuno riceve ciò che la natura concede, non è colpa di nessuno), questa compagna ha i capelli bruni e il suo yoki è molto fievole, difficile da leggere anche per me. Carne e sangue Yoma non si sono impiantati a dovere nel suo corpo.
E questo era il primo handicap.
Il secondo, e peggiore, comprendeva una benda sugli occhi.
Ora, non dico che fosse una brutta idea, anzi la cosa aveva senso, anche troppo, ma non ci tenevo proprio a schiantarmi contro le colonne disseminate in giro.
Comunque questo non è successo, fortunatamente.
Oddio, ho preso le mie belle botte finendo spalle al muro, senza riuscire a contrattaccare decentemente e ritrovandomi anche lunga distesa per terra da uno sgambetto... non sapete quale scacco per il mio orgoglio.
Ci ho impiegato un po' per abituarmi alla benda e riuscire a leggere correttamente lo yoki di Mara (nemmeno capivo con esattezza le sue movenze, né la posizione dei suoi arti), ma dopo qualche bella sopracitata botta, ho iniziato ad avere tutto più chiaro, complice anche, forse, un contatto con la mano di Mara che ho stretto per rialzarmi da terra.
Sono riuscita infine ad incalzarla, eludendo i suoi sgambetti e schivando le sue trappole.
Purtroppo per lei, le sono balzata addosso per cercare di fermarla, ma essendo bendata le ho, senza volere, colpito una gamba e Mara è ruzzolata tra tanti altri oggetti pesanti in quella stanza delle torture.
Dopo essermi scusata con lei, a seguito dell'ordine di Duran di fermarmi e tornare a vedere, ho spiegato al superiore le mie impressioni.
Poteva andare meglio, ma poteva andare peggio.
Sono soddisfatta al 50%, forse poco di più, certo è che ora ho la mia tecnica e non potrà che essere perfezionata.
Sono in fremente attesa della mia prossima missione per trovare l'occasione di testarla sul campo.
Chissà dove mi manderanno.
Intanto sono discesa nei sotterranei come Numero 17 e ne sono uscita da 16.
Continua il mio viaggio.

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24-07-2018, 03:23 PM (Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 24-07-2018 03:27 PM da Victoria.)
Messaggio: #11
RE: [In Missione] Scheda di Crystal (Victoria)
Capitolo IX




Sessione di allenamento con Andrea

I met a Giant





Un combattimento assurdo.
Dopo aver atteso giorni e notti, finalmente mi hanno trovato un'avversaria, la stessa di cui peraltro avevo avvertito lo yoki nelle ultime ore intorno alla fortezza.
E che avversaria! Immaginavo fosse forte, ma non mi aspettavo di trovare una montagna di muscoli di 2 metri e passa!
Sono stata distrutta.
Ma procediamo con ordine:

1. la carico provando un salto all'ultimo nel tentativo di colpirle la spalla dominante e lei che fa? Lei rimpicciolisce! Aumenta lo yoki di un bel po' e invece di diventare ancora più grossa, diventa più piccola! Il che spiega la particolarità dell'armatura nera. Ma che diavoleria è mai questa? Lei schiva e mi dà un colpo alla schiena, facendomi finire come una novellina a mangiare sabbia.
Male. Ma non malissimo. La sua tecnica le diminuisce la forza e questo mi permette di non finire con la spina dorsale frantumata.

2. alla seconda azione mi va meglio, più che altro perché questa volta è lei a dovermi attaccare. Ci scontriamo in aria e riesco a incrinarle un paio di costole. Non molto, ma vi assicuro che contro la Numero 8 è tanto e che più di così non otterrò.

3. finisco di nuovo a terra... la attacco ma lei si sposta, io cerco di evitare sfruttando le ginocchia già piegate, ma Andrea mi mette la spada tra le gambe e capitombolo di nuovo a terra.

4. cerco con disperazione di attaccarla e Andrea, tornata alla sua forma naturale (più o meno), mi molla un ceffone alla "Ma piantala moscerino". Ancora a terra (ancora dannazione!), mi si siede sullo stomaco e buona fortuna a spostare 100 kg o quello che è. Provo a dimenarmi anche cercando a disarcionarla una volta che mi ha bloccato anche le braccia, ma non c'è nulla da fare.

Semirhage, che arbitrava lo scontro, ci ferma e dichiara la vittoria di Andrea.
Che pessima figura.
La differenza di forza ed esperienza era ed è certamente abissale, ma è dura mandare giù questa tremenda performance.
La dama nera ci dà un consiglio: vince chi esegue le mosse più semplici. Non sono totalmente d'accordo, ma proverò a metterlo in pratica al prossimo duello.
Concluso ciò, ci informa che ci aspetta una caccia al Risvegliato e Andrea è tutta contenta.
Ne uscirò viva anche sta volta? Beh, restate a guardare.

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04-08-2018, 04:06 PM (Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 20-05-2020 07:44 PM da Victoria.)
Messaggio: #12
RE: [In Attesa] Scheda di Crystal (Victoria)
Capitolo X




Grosso Guaio a Bose!

sono nata pronta!





Eravamo rimasti che Semirhage ci aveva convocate per il giorno successivo per una caccia ai Risvegliati. Nulla di eclatante, finalmente, dopo due missioni con Risvegliate non-morte!
Siamo io, Andrea, Camillah, un'altra cifra singola, e Juliet, felice di averla ritrovata viva e vegeta dopo un bel po' di tempo. In fin dei conti allora ero alla mia seconda missione, ne è passata di acqua sotto i ponti, ma basta divagare.
Partiamo e mi sento in dovere di aggiornare Juliet sulla faccenda Dimenticate e mettere al corrente le cifre singole, dato che è una faccenda grave e... beh, curiosa.
Mai intuizione fu più appropriata.
Eh si, perché una volta giunte là cosa scopriamo? Che poco tempo prima era giunta un'altra squadra di guerriere un po' strane, che non parlavano, che eseguivano ordini da un corno... e chi se non le Dimenticate? Ottimo, un bel po' di tempo risparmiato in inutili congetture e spiegazioni.
Ci dividiamo, io e Andrea ispezioniamo l'esterno per trovare tracce, mentre Juliet e Camillah se ne vanno al porto, dove più tardi capiamo che 3 delle Dimenticate sono state sconfitte, mentre una si è risvegliata.
Andrea scorge una ragazza sospetta che se la dà a gambe, una prostituta con la quale decidiamo che sarò io a parlare poiché meno spaventosa della Numero 8. Poveretta, mi fa una pena, è magra e scarna, vestita di stracci e stanca, perciò per metterla più a suo agio le offro un pasto. L'interrogatorio va bene finché non decido di rivelarle che probabilmente è stata a letto con uno Yoma (Risvegliato), il sindaco Achilles, è lui il principale sospettato. Pensavo fosse la cosa giusta, che meritava di sapere, ma non avevo valutato la sua fragile psiche. Leyan scappa via e più tardi vengo a sapere che si era suicidata. Che dire... non c'è nulla da dire.
Ci rechiamo alla casa del sindaco che guarda caso vive fuori dalla città e infine lo staniamo: il Risvegliato è davvero lui, un Risvegliato maschio, alto cinque metri e corazzato.
Lo scontro per me e Juliet è particolarmente ostico, non siamo abbastanza forti per scalfirlo e quando proviamo un attacco coordinato Juliet viene sbattuta via. Che fare? Non ci penso neanche ad abbandonarla, ferita e inerme è troppo vulnerabile, perciò decido di farle da scudo, ma mi regolo male e all'attacco di Achilles finisco spazzata via, con costole rotte e polmoni infilzati dalle stesse, ma almeno riesco a proteggere la mia compagna.
Non so bene cosa succede, ma quando riapro gli occhi il Risvegliato è sconfitto, le altre stanno bene e una accolita si avvicina a noi dicendocene di cotte e di crude. Io e Juliet non rimaniamo zitte e rispondiamo a tono a miss Simpatia, che ci dice che riferirà le nostre parole all'Organizzazione. Uhhh paura, ho già sopportato, non temo di doverle prendere ancora. Lì per lì avrei voluto spezzarle il collo con le mie mani, anche la mia esigua forza sarebbe bastata, ma poi come l'avrei spiegato? Che mi stava antipatica? Bah, per una così non ne vale la pena, per ora.
Niente, faccio le mie scuse a Juliet per quello che è successo, e lei per tutta risposta mi abbraccia. Rimango ferma impalata, rossa di vergogna, ma poi la stringo anch'io.
Che mi stia davvero facendo delle amiche? Solo il tempo saprà dirmelo, ma intanto è una bella situazione.
Ora me ne torno a Staph, dato che quell'idiota dell'accolita mi ha detto di tornarmene al mio territorio ma non quale sia.
Che gente.

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30-10-2018, 06:42 PM
Messaggio: #13
RE: [In Attesa] Scheda di Crystal (Victoria)
Capitolo XI




I'm not a Slave
I'm a Spartacus






Di ritorno a Staph dopo la missione a Bose, il mio viaggio, per una volta, è stato un po' movimentato.
Ma, al solito, cominciamo dall'inizio: ero nei pressi di Guernica, era una bella mattina e avevo trovato uno splendido laghetto dove rinfrescarmi e rilassarmi un po' dopo le fatiche degli ultimi tempi. Sarebbe stato tutto perfetto, se degli oscuri pensieri non avessero iniziato a tormentarmi. E cosa mai poteva torturarmi? Lei, sempre Lei, Shirley. E l'Organizzazione, ovviamente. L'incontro con un Risvegliato maschio non mi aveva lasciata indifferente.
Altre bugie, altri segreti, altri sotterfugi.
Rovinato anche il momento di pace, mi rimisi in marcia nel deserto, convinta di arrivare in giornata a destinazione, e invece no, non avevo previsto che avrei potuto trovarmi di fronte ad un bivio, idealmente.
Un gruppo di Yoma stava attaccando dei mercanti e la loro carovana. Inizialmente dubbiosa se intervenire o meno e se ciò avrebbe potuto procurarmi dei guai, mi sono buttata e ho sbaragliato i nemici. Ma non avrei mai potuto credere che i veri "cattivi" della situazione fossero gli umani.
Delle grida dalla carovana mi insospettirono e loro si fecero aggressivi, fortunatamente bastò liberare la giusta dose di yoki per metterli alla fuga, e potei scoprire la reale situazione: non erano mercanti qualunque, ma schiavisti che stavano portando a Phedre - così dai prigionieri mi fu detto successivamente - altri esseri umani: uomini, donne e addirittura bambini.
Liberati e con la promessa di aiutarsi l'un l'altro, li lasciai al loro ritorno verso casa e cambiai direzione per dirigermi in questa Phedre: una città in rovina e abbandonata, almeno in teoria, già, perché, come scoprii là, essa era divenuta base per quella sorta di organizzazione e ivi trovai anche il loro capo.
Scacciati e liberai anche quei prigionieri, mi diressi a Cezanne, ultima meta per loro e per me, dove avrebbero dovuto portare gli schiavi.
A quel punto avevo già un'idea in mente: era difficile nascondere tutti quelli schiavi, a meno che, una volta arrivati, essi semplicemente non... scomparissero. Che ci fosse uno Yoma dietro tutto quello? Poteva essere, dato che, a quanto i mercanti mi avevano detto, non sapevano che fine facessero i prigionieri e rifornivano il loro compratore, il mercante Klaus Jorge, di un bel numero e ogni tre mesi.
Con tale convinzione, riuscii ad entrare a Cezanne e a farmi scortare dal capo delle guardie.
Ovviamente non mi ero sbagliata e mi ritrovai ad ingaggiare uno scontro con un grosso Yoma e all'interno della sua villa. Mi salvai dai suoi attacchi grazie alla mia abilità innata, ma in un luogo ristretto avevo difficoltà di movimento, perciò spostai lo scontro all'esterno mozzandogli subito il braccio sinistro.
Capendo di essere lui in difficoltà e con me a bloccargli l'ingresso in casa, si diede alla fuga.
Di nuovo! Di nuovo uno Yoma che scappa! Ma questa volta non sarebbe andato lontano.
Con la mia nuova tecnica cominciai a ferirlo e a menomarlo, concludendo con una elegante piroetta nel cielo blu, rischiarato dalla luna e dalle stelle, e una bella spada a spaccarlo a metà fino alle spalle.
Con il lavoro svolto, mi mancava solo da prendere la parcella e scoprire la fine delle povere vittime che erano state portate lì e, magari, trovare qualche superstite.
Ahimè, non ne trovai. Finii nei sotterranei, luogo di prigionia e di pasto per lo Yoma. Luogo di orrori.
Mi allontanai in fretta, ormai troppo stanca per reggere anche quel posto in cui erano rimasti solo dolore e paura.
Presi un bel po' di monete e ripresi il mio viaggio iniziale, chiedendo al capo delle guardie, Thomas, di dare riposo ai corpi rimasti laggiù.

Morale della favola: aiuta il prossimo ma a tuo rischio e pericolo, in questo caso pericolo di vomito.


Il modo in cui quelle povere persone, uomini liberi, sono diventate schiave e poi pasto, mi ha fatto riflettere. Non è forse ciò che sono anche io? Tutte noi? Schiave usate dall'Organizzazione, bambine rapite e divenute tali. E infine cibo, cibo per Risvegliati.
Non sarò una schiava per tutta la vita.
Io tornerò ad essere una donna libera.
Io morirò libera.

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