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QUEST La Negromante [Ophelia]
18-04-2016, 09:13 PM (Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 18-04-2016 09:14 PM da Narratore.)
Messaggio: #21
RE: La Negromante [Ophelia]
Tornate così ad addentrarvi nella città di Dabi: nonostante le tue rassicurazioni Nina tiene lo sguardo basso per evitare di incrociare gli occhi degli umani che vi disprezzano, limitandosi a sollevare lo sguardo di tanto in tanto per guardarsi attorno.
 
Trovare una taverna non è un problema: non che siano tantissime ma ne individuate alcune adatte un po’ a tutti i gusti e tutte le tasche, dalle più infime alle più raffinate. Considerando anche l’età apparente di Nina scarti immediatamente le bettole mentre, anche se hai un po’ di bera con te, concessi dalla signora Semirhage e consegnati a te da Nina, le locande più lussuose sono fuori dalla vostra portata.
Verso ora di cena ne trovate una che potrebbe fare al caso vostro: si chiama “Il Gallo Cedrone” e l’immagine dell’animale suddetto fa bella mostra di se incisa su un’ampia tavola di legno appesa sopra l’ingresso del locale. Una volta entrate notate che l’ambiente sembra accogliente e pulito e un delizioso profumino di arrosto raggiunge immediatamente le vostre narici, facendo gorgogliare lo stomaco di Nina, la quale si porta le mani sul ventre e, quasi a volersi giustificare, ti guarda con aria imbarazzata dicendoti sottovoce:
 
Err… Scusami capitano Juliet… sono sei giorni che non mangio, da prima di partire dal quartier generale… tra una cosa e l’altra me ne ero completamente dimenticata…
 
Nel locale vi è già una mezza dozzina di avventori: uno sta bevendo al bancone mentre gli altri si sono sistemati sui tavoli liberi; due sono assieme mentre gli altri tre sono da soli. Tuttavia tutti si girano a guardarvi non appena avete messo piede nella locanda.
Oltre a loro, a fissarvi c’è anche quello che potrebbe essere l’oste o il locandiere: un omone massiccio alto almeno una spanna più di te ma molto più grosso e robusto, completamente calvo ma con una folta barba brizzolata. Tuttavia non noti astio nei suoi occhi anzi, sembra quasi sorpreso nel vedervi…
 

Citazione:Ho accelerato un pelino le cose per non farti fare due o tre post di un paio di righe ciascuno. Se hai bisogno di chiedere delle cose prima di entrare nella locanda, chiedimele pure via MP
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19-04-2016, 08:24 PM
Messaggio: #22
RE: La Negromante [Ophelia]
Citazione:Narrato
"Parlato"
"Pensato"
"Sussurrato"
"Detto da altri"

Le taverne erano diffuse nel mondo degli umani, specialmente nelle città grandi come Dabi; persino nei posti più piccoli era possibile trovarne almeno una.
Juliet ci era stata una sola volta, ma le aveva lasciato una buona impressione. Erano luoghi di socializzazione, le ispiravano positività, lì ognuno poteva essere se stesso; e anche se poteva capitare qualche rissa, non era mai niente di troppo serio, gli uomini riprendevano a ridere come se niente fosse. Se... se fosse stata ancora umana, la numero 29 era sicura che avrebbe frequentato quei posti.
Si chiese come sarebbe stato vivere tra gli umani, una vita normale. Forse in futuro avrebbe avuto l'opportunità di mescolarsi tra la gente comune, per un po'. Nel frattempo, aveva degli obblighi da mantenere.
In breve tempo individuarono le taverne del posto e Juliet riuscì a fare una scrematura dei posti "migliori" e dei "peggiori": a lei non avrebbe creato troppi problemi recarsi in posti infimi, ma non era sola e doveva tener conto della sua compagna di viaggio - e della sua giovane età. Che adulta responsabile, eh?
Verso l'ora di cena trovarono il posto che faceva al caso loro: "Il Gallo Cedrone", sembrava un posto tranquillo e ben tenuto. Ne ebbero la conferma varcando la soglia, nello stesso momento in cui il profumo del cibo le raggiunse e fece gorgogliare lo stomaco della ragazzina accanto a lei.
La quale, imbarazzata, si scusò: "Err… Scusami capitano Juliet… sono sei giorni che non mangio, da prima di partire dal quartier generale… tra una cosa e l’altra me ne ero completamente dimenticata…"
Juliet le fece segno di precederla, con un sorriso benevolente.
Il locale era già popolato da una mezza dozzina di gente, uno al bancone e gli altri seduti ai tavoli. Tutti si voltarono a fissare le due straniere compreso quello che doveva essere il locandiere, un uomo enorme, calvo e barbuto.
Juliet fece un grosso sorriso e salutò tutti, sentendosi come durante il tempo passato nella taverna della sua prima vera e propria missione... Quando aveva sentito dopo tanto tempo il calore umano.
Completamente a suo agio si sarebbe seduta al bancone, osservando il locandiere. "Sono giorni che viaggiamo, è arrosto quello che sento?" esclamò con la sua voce altisonante; poi avrebbe fatto un cenno a Nina. "Io e lei prendiamo quello, lo divideremo in due, e magari un boccale di birra..." Guardò per un attimo la sua compagna di viaggio. "...Quello è per me però" Sperò di non offendere la sua piccola amica, ma lei era un'adulta responsabile e gli adulti responsabili non fanno bere i bambini, no?

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20-04-2016, 09:39 PM
Messaggio: #23
RE: La Negromante [Ophelia]
Alla tua ultima frase, Nina ti rivolse un’occhiata perplessa, sbattendo un paio di volte i suoi occhioni d’argento.
Mentre l’uomo al bancone si allontana leggermente da voi il locandiere, evidentemente divertito dall’espressione di Nina, emette una bassa risata e ti risponde:
 
Non c’è problema se tu e la tua sorellina potete pagare! Gli affari sono affari dopotutto e un bera è sempre un bera, anche se chi te lo dà è una guerriera!
 
Poi, evidentemente compiaciuto dalla sua battuta in rima, l’uomo vi indica un piccolo tavolo sistemato in posizione un po’ defilata rispetto agli altri.
 
Sedetevi là! Vi farò portare tutto tra poco.
 
Mentre vi sistemate, il locandiere sparisce per alcuni istanti nella cucina, per uscirne poco dopo assieme a una giovane ragazza mora e dalla pelle chiara la quale non sembra avere più di sedici anni:
 
Buonasera!
 
Vi saluta lei, rivolgendovi un sorriso un po’ stentato, mentre sistema sul tavolo una tovaglia pulita, un paio di tovaglioli e una piccola cesta contenente quattro panini ancora caldi e profumatissimi!
Nina fa un palese sforzo per non avventarsi sul pane ma, evidentemente, è cosciente che se lo mangiasse probabilmente non ce la farebbe a finire l’arrosto viste anche le dimensioni probabilmente esigue del suo stomaco: tuttavia la felicità nei suoi occhi ancora di bambina è più che evidente.
Pochi istanti dopo è il locandiere ad avvicinarsi al vostro tavolo, portando con se un boccale schiumante di birra e una caraffa di vetro contenente dell’acqua e un bicchiere.
 
Pazientate ancora qualche minuto, la cena sarà servita a breve!
 
Nell’attesa, ti guardi attorno e noti che gli altri avventori, ai quali nel frattempo si sono aggiunti altri due uomini, sembrano tenervi d’occhio nonostante il vostro tavolo sia un po’ appartato rispetto agli altri. Tuttavia nessuno osa dire nulla e, poco a poco, uno dopo l’altro distolgono lo sguardo e riprendono a farsi gli affari loro.
Come anticipato dal taverniere, non dovete attendere a lungo: poco dopo infatti la ragazza ritorna portandovi piatti e posate, mentre il locandiere porta un piatto un po’ più grande sul quale è sistemata una porzione fumante di arrosto di maiale la quale sarebbe probabilmente abbondante per una persona normale ma troppo poca per due, circondata da una generosa dose di piccole patate arrostite anch’esse.
 
Buon appetito! Se avete bisogno di qualcos’altro, io sono al bancone.
 
Vi augura l’omone, mentre Nina sopprime a stento un gridolino di gioia alla vista di tutto quel ben di dio, ma si trattiene ancora… forse aspetta che tu ti serva per prima per poi spazzolare quel che rimane…
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28-04-2016, 04:25 PM
Messaggio: #24
RE: La Negromante [Ophelia]
Citazione:Narrato
"Parlato"
"Pensato"
"Sussurrato"
"Detto da altri"

L'ultima affermazione di Juliet causò perplessità nella sua piccola compagna di viaggio. Il locandiere rise, divertito.
"Non c’è problema se tu e la tua sorellina potete pagare! Gli affari sono affari dopotutto e un bera è sempre un bera, anche se chi te lo dà è una guerriera!"
"Mi sembra ragionevole, dopotutto salviamo la vita a voi umani quotidianamente" commentò Juliet, altrettanto divertita.
L'uomo proseguì, indicando un tavolo più appartato rispetto agli altri. "Sedetevi là! Vi farò portare tutto tra poco."
Le due guerriere si sistemarono ed il locandiere sparì per qualche secondo all'interno di quella che doveva essere la cucina, per poi riemergere assieme ad una giovane ragazza che raggiunse il loro tavolo.
"Buonasera!" le salutò con un sorriso che pareva quasi sforzato, sistemando sul tavolo una tovaglia, dei tovaglioli ed un cesto di pane. Quest'ultimo scatenò la reazione di Nina, palesemente affamata, che parve trattenersi dal finirlo tutto per non perdersi l'arrosto. Già, le dimensioni del loro stomaco ibrido erano un qualcosa di molto utile alle volte, frustrante nelle altre. Quasi invidiava gli Yoma, che erano così voraci.
Il locandiere tornò al tavolo poco dopo, portando il boccale di birra e la caraffa d'acqua.
"Pazientate ancora qualche minuto, la cena sarà servita a breve!"

Nell'attesa Juliet cominciò a bere guardandosi intorno. La gente le teneva d'occhio, nonostante il loro tavolo fosse più isolato rispetto agli altri. Sperava che fossero solo occhiate di curiosità e non sospetto, o peggio, disprezzo.
Come promesso dal locandiere non dovettero attendere molto: presto l'uomo tornò insieme alla giovane di prima, portando le posate e l'arrosto.
"Buon appetito! Se avete bisogno di qualcos’altro, io sono al bancone."
"Sicuro" pensò Juliet mentre lo ringraziava con un cenno della testa. Solo adesso si accorgeva di quanto fosse affamata.
Voltò la testa per guardare Nina e si accorse di avere già i suoi occhi addosso: la ragazzina aspettava qualcosa... Forse che fosse il "capitano" a cominciare?
"Guarda" le disse, prendendo le posate per dividere l'arrosto a metà. "Speriamo di riuscire a finirlo, sarebbe un peccato buttare qualcosa. Se non dovessi finire la mia parte, accomodati pure", propose con un occhiolino.

Dopo la cena la numero 29 si sarebbe portata il boccale con la birra rimasta al bancone, sedendosi e richiamando l'attenzione del locandiere. Aveva delle domande...


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01-05-2016, 05:07 PM
Messaggio: #25
RE: La Negromante [Ophelia]
Dopo aver diviso la portata tra te e Nina, la tua piccola compagna attacca la sua porzione d’arrosto con le patate con molto entusiasmo: effettivamente, per essere una guerriera, appare veramente affamata, quasi a confermare le sue parole che non mangiava da parecchi giorni. Tuttavia, dopo qualche istante, Nina si ferma un attimo: guarda te e poi fa scorrere rapidamente il suo sguardo sulla sala e, a quel punto, si sistema meglio sulla sedia per poi riprendere a mangiare in maniera più educata e composta.
 
Mentre mangiate un arrosto squisito, un po’ alla volta una mezza dozzina di uomini entra nella locanda, di questi un paio se ne vanno subito dopo avervi viste, mentre gli altri quattro si accomodano sui tavoli, ordinando da mangiare. Noti comunque che due di questi si vanno a sistemare nei tavoli il più distanti possibile dal vostro, anche se nessuno si lascia scappare né insulti né commenti pesanti sul vostro conto o, almeno, tu non ne hai udito nessuno e nemmeno Nina, anche se quest’ultima pare troppo impegnata a dare battaglia al suo piatto d’arrosto per accorgersi di altro.
 
Con la dovuta calma, finite la vostra cena. Probabilmente quello che avete mangiato vi basterà per una settimana intera, soprattutto alla tua piccola compagna la quale è riuscita anche a fare un paio di volte scarpetta nel piatto per avere così una scusa per assaggiare il pane…
 
Aahhh! Sono piena come un uovo!
 
Afferma Nina a bassa voce, battendosi la mano destra sul pancino, appoggiandosi più comodamente allo schienale della sedia con un’espressione soddisfatta sul viso e non si muove quando ti alzi per dirigerti al bancone, anche se ti accorgi che ti segue con lo sguardo.
Boccale di birra in mano, ritorni al bancone ove ti rendi conto che l’uomo di prima è ancora là, anche se il suo sguardo è molto meno lucido, forse ha un po’ esagerato con le libagioni. L’oste, che stava asciugando un altro boccale con uno straccio, si accorge del tuo arrivo e, senza fermarsi ti chiede:
 
Desideri ancora qualcosa? Un dolce forse? Ho una deliziosa crostata se ti va!
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04-05-2016, 02:20 PM
Messaggio: #26
RE: La Negromante [Ophelia]
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Dopo aver diviso quello che sembrava un arrosto che le avrebbe saziate per giorni interi, le guerriere cominciarono a mangiare. Nina si avventò sul cibo - anche se, dopo uno sguardo verso la sala e la sua compagna di viaggio, si sistemò in maniera più composta; Juliet invece si guardava intorno, attenta ad ogni minimo dettaglio, parola, frase visti o uditi nell'ambiente circostante.
Altri uomini entrarono nella locanda, e tutti ebbero una reazione alla vista delle due ragazze: qualcuno se ne andò, altri si sistemarono in tavoli il più possibile distanti dal loro, anche se nessuno si lasciò sfuggire commenti indesiderati sul conto delle due mezzedemoni.
A Juliet non importava, continuava nella sua ricerca silenziosa di un qualche dettaglio chiave - ma anche dei semplici pettegolezzi andavano benissimo. Ascoltare gli umani era divertente.

Finirono il pasto con calma, consapevoli che sarebbe bastato per una settimana intera; Nina mangiò anche di più, nonostante Juliet fosse un'adulta e non esattamente una che mangia poco. La numero 29 si chiese dove andasse a finire tutto quel cibo in un corpo così piccolo.
"Aahhh! Sono piena come un uovo!", commentò la ragazzina.
Juliet rise. "Ti credo sulla parola", dopodichè si alzò per raggiungere il bancone. Nina non la seguì.
L'uomo di prima era ancora lì anche se con un aspetto meno lucido, doveva aver esagerato con l'alcol. Fortuna che le guerriere non avessero di questi problemi. L'oste, intento ad asciugare un boccale, si accorse della ragazza.
"Desideri ancora qualcosa? Un dolce forse? Ho una deliziosa crostata se ti va!"
"Siamo a posto, grazie" rispose gentilmente la guerriera, posando sul bancone il denaro necessario a pagare la cena. "Credo che avremo bisogno anche di una stanza per la notte..." aggiunse, lanciando un'occhiata verso la ragazzina al tavolo, "...E di qualche informazione" concluse la frase, senza premurarsi di abbassare il tono della voce.
"Stiamo cercando un'altra guerriera, si chiama Milena. Ne sai qualcosa? L'hai vista?" chiese più seria.

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05-05-2016, 09:51 PM
Messaggio: #27
RE: La Negromante [Ophelia]
L’oste è rapido a intascare il denaro che gli ha lasciato sul bancone e a rispondere:
 
Una stanza per voi due? Non c’è problema!
 
Così sembra essersi risolto anche il discorso dell’alloggio. Poi però, quando gli chiedi notizie di Milena ti accorgi che qualcosa cambia: l’oste arrossisce leggermente e dal linguaggio del suo corpo ti accorgi che dà segni di nervosismo. Noti che, per qualche istante il suo sguardo guizza a destra e a sinistra, poi emette un colpo di tosse e risponde:
 
Ecco… io… beh, tanto vale che te lo dica, tanto lo verresti a sapere comunque! Qualche giorno fa è passata di qui un’altra guerriera: non so se era quella che cerchi… ma penso di sì anche perché, a parte voi due, non si sono viste altre Claymore in giro.
 
L’oste fa una pausa, respira a fondo come per prendere coraggio e poi prosegue:
 
Era entrata qui e voleva da mangiare e un alloggio, ma la sua tutina era messa abbastanza male, sporca e lacera in alcuni punti e allora le ho chiesto se poteva pagare… mi ha risposto di no…
 
L’uomo assume uno sguardo colpevole.
 
Non sono stato gentile… abbiamo avuto una discussione e io l’ho cacciata via… Cerca di capirmi… non sono qui per fare beneficienza… se avesse potuto pagare l’avrei accolta così come ho accolto voi, anche se questo mi fa scappare alcuni clienti, ma lei non aveva neanche un bera e io l’ho mandata via come avrei fatto con chiunque altro…
Da allora non l’ho più vista…
 
L’oste ti da l’impressione che, se potesse, sprofonderebbe volentieri sotto il pavimento ma, prima che tu possa dire o fare qualcosa, la cameriera che vi ha servito prima sbuca dalla cucina dicendo:
 
Io so qualcosa di più!
 
La ragazza si appoggia con le braccia sul bancone e, sforzandosi di guardarti, continua il suo racconto.
 
Ho visto quella Claymore uscire a testa bassa e ho provato a guardare fuori dalla porta per vedere dove andava. Non ha fatto molta strada e, giunta alla casa successiva, mentre tutti la scansavano, si è appoggiata con la schiena al muro: credo stesse piangendo perché le sue spalle sobbalzavano leggermente e si asciugava gli occhi ogni tanto con la manica.
 
La cameriera inizia a tamburellare nervosamente con un paio di dita sul bancone.
 
Mi ha fatto pena, così sono corsa in cucina e ho preso due panini e un pezzo di formaggio per portarglieli ma, quando sono tornata fuori l’ho vista che stava salendo su di un cocchio sul quale c’era una ragazza giovane con dei bei vestiti… poi il cocchio è partito verso il centro della città e da allora la vostra compagna qui non s’è più vista, almeno non da noi.
 
Alcuni mormorii d’assenso provenienti dalla sala concludono il discorso: alla fine sembra che una prima traccia della presenza di Milena in città l’abbiate trovata, ma è una traccia labile, che sembra sfumare poco dopo.
Come se non bastasse senti improvvisamente provenire dal vostro tavolo il rumore di una sedia che cade pesantemente a terra, assieme a un rumore metallico: senti delle risatine sommesse provenire dagli avventori e ti giri in tempo per vedere Nina che si rialza in piedi e rivolgere un’occhiataccia talmente intensa alla gente che tutti si azzittiscono immediatamente.
Dalla sua espressione diresti che sta a stento trattenendo la rabbia e, forse, lo fa solo per rispetto nei tuoi confronti.
Forse è il caso di intervenire…
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08-05-2016, 04:40 PM
Messaggio: #28
RE: La Negromante [Ophelia]
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L'oste acconsentì subito alla richiesta di una stanza, ma alla domanda su Milena si innervosì. L'uomo distolse lo sguardo, restò in silenzio per qualche istante, tossì. Juliet lo fissò attentamente, senza sbattere le palpebre, i gomiti appoggiati al bancone ed il mento sorretto dalle dita intrecciate.
"Ecco… io… beh, tanto vale che te lo dica, tanto lo verresti a sapere comunque! Qualche giorno fa è passata di qui un’altra guerriera: non so se era quella che cerchi… ma penso di sì anche perché, a parte voi due, non si sono viste altre Claymore in giro.
Era entrata qui e voleva da mangiare e un alloggio, ma la sua tutina era messa abbastanza male, sporca e lacera in alcuni punti e allora le ho chiesto se poteva pagare… mi ha risposto di no…
Non sono stato gentile… abbiamo avuto una discussione e io l’ho cacciata via… Cerca di capirmi… non sono qui per fare beneficienza… se avesse potuto pagare l’avrei accolta così come ho accolto voi, anche se questo mi fa scappare alcuni clienti, ma lei non aveva neanche un bera e io l’ho mandata via come avrei fatto con chiunque altro…
Da allora non l’ho più vista…"

Juliet inspirò a fondo, riflettendo su quanto aveva appena sentito. Milena non aveva denaro con sè... La sua tuta era lacera... Aveva affrontato un combattimento?
Mentre l'oste era ancora in imbarazzo, la ragazza che aveva servito le due guerriere sbucò dalla cucina: "Io so qualcosa di più!"
La numero 29 spostò lo sguardo inquisitorio sulla giovane cameriera, ascoltandola.
"Ho visto quella Claymore uscire a testa bassa e ho provato a guardare fuori dalla porta per vedere dove andava. Non ha fatto molta strada e, giunta alla casa successiva, mentre tutti la scansavano, si è appoggiata con la schiena al muro: credo stesse piangendo perché le sue spalle sobbalzavano leggermente e si asciugava gli occhi ogni tanto con la manica.
Mi ha fatto pena, così sono corsa in cucina e ho preso due panini e un pezzo di formaggio per portarglieli ma, quando sono tornata fuori l’ho vista che stava salendo su di un cocchio sul quale c’era una ragazza giovane con dei bei vestiti… poi il cocchio è partito verso il centro della città e da allora la vostra compagna qui non s’è più vista, almeno non da noi."

Stavolta le mani intrecciate smisero di fare da supporto al viso della guerriera per posarsi davanti alla sua bocca, dandole un aspetto molto pensieroso. "Mh..." Cocchio partito verso il centro della città, una ragazza ben vestita... Non era un granchè come traccia, ma era sempre un inizio. Avrebbero potuto chiedere in giro.
La numero 29 rilassò le spalle e posò entrambe le mani sul bancone, ringraziando i due umani con un cenno della testa ed un "Grazie" contenuto.
I mormorii di assenso provenienti dalla sala confermarono l'assenza di ulteriori informazioni. Juliet riprese a bere dal boccale, tranquilla: il giorno dopo avrebbero avuto un gran daffare.
Un rumore metallico proveniente dal loro tavolo e le seguenti risatine dei presenti attirarono la sua attenzione; quando voltò la testa vide Nina che si rialzava in piedi, guardando tutti talmente male da azzittirli. Sembrava anche parecchio arrabbiata.
Juliet sospirò. "Nina, sei caduta?" Senza neanche darle il tempo di rispondere allungò una mano in direzione della ragazzina e fece un cenno verso di sè, autorevole. "Calmati e vieni."


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09-05-2016, 09:32 PM
Messaggio: #29
RE: La Negromante [Ophelia]
Nina guarda prima te, poi la sua testa si gira in direzione della porta… per un lungo, interminabile istante la piccoletta sembra in preda al dubbio, poi la piccola guerriera sembra aver deciso di ubbidire a uno dei tuoi ordini, infatti comincia ad avvicinarsi al bancone, puntando dritta su di te.
Diverso invece è il discorso riguardo l’ordine di calmarsi. L’espressione di Nina infatti non migliora di una virgola e i suoi occhioni d’argento hanno un’espressione talmente intensa da far arretrare la cameriera fino alla porta della cucina e causano un momentaneo brivido all’oste il quale, passato l’attimo, trova la forza di dire:
 
Per… per favore! Dì alla tua sorellina di calmarsi! Non voglio guai qui dentro! E… non ho fatto nulla di sbagliato!
 
Per quanto la cosa possa essere seccante, in fondo sai che l’oste ha ragione: se Milena non poteva pagare lui aveva tutto il diritto di mandarla via… ora si tratta di far digerire il concetto a Nina e poi riflettere sul da farsi…
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11-05-2016, 05:58 PM (Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 11-05-2016 05:59 PM da Ophelia.)
Messaggio: #30
RE: La Negromante [Ophelia]
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Juliet sospirò di nuovo, appoggiando il mento all'orlo del boccale, mentre attendeva che la compagna la raggiungesse. I suoi occhi si fecero tuttavia seri quando videro Nina in quello che sembrava un dubbio: la piccoletta aveva guardato la porta per qualche istante, quasi indecisa sull'obbedire o meno.
Alla fine si avvicinò al bancone, ma senza rispettare la parte sul "calmarsi": la sua espressione infuriata, che agli occhi di un'altra guerriera sarebbe stata inoffensiva, spaventò invece gli umani. La cameriera infatti arretrò fino alla porta della cucina e l'oste rabbrividì.
"Per… per favore! Dì alla tua sorellina di calmarsi! Non voglio guai qui dentro! E… non ho fatto nulla di sbagliato!"
Juliet, che fino a poco prima aveva fissato seria la compagna per capire se facesse sul serio o meno, allentò la tensione della mascella e fece una risatina rassicurante.
"Vi siete spaventati? E' tutto a posto, ve lo assicuro! Sapete come sono i bambini... Lei è alle prime armi, ha dimenticato come trattare con gli umani, e poi con questi occhi" - indicò con due dita i propri occhi argentei - "è facile risultare inquietanti, niente di più. Si è solo un po' offesa, ma ora è a posto. Vero, Nina?", esclamò guardando la piccoletta. Non poteva sgridarla lì davanti a tutti, non poteva causare drammi, le avrebbero cacciate; e nonostante le capacità attoriali nel fingere benevolenza e rassicurare gli umani cercò di fare in modo di far arrivare efficacemente il messaggio al destinatario (o alla destinataria, in questo caso), sia coi toni, che con gli sguardi ed i gesti. Si sarebbe alzata in piedi, quasi a fare ombra su Nina, e l'avrebbe abbracciata.
"A meno che tu non voglia vedere come sono io quando mi arrabbio", le avrebbe mormorato senza farsi sentire da tutti gli altri, con lo stesso tono spontaneo di quando parlava normalmente (voleva rimproverarla, non spaventarla a morte), come ultimo gesto per assicurarsi che la piccola la seguisse senza causare problemi.
Dopodiché avrebbe semplicemente sorriso di nuovo, sedendosi per finire il suo boccale. E passato un po' di tempo, dopo aver semplicemente osservato e ascoltato la gente intorno a sè, Juliet avrebbe invitato la compagna di viaggio ad andare a dormire nella stanza che avevano pagato. Le aspettava un'altra dura giornata.
Un leader è essenziale in ogni gruppo, in ogni missione seguita da due o più persone, per evitare che vada tutto a rotoli. Deve unire la squadra e avere il loro rispetto, assicurarsi di essere ascoltato. E se ciò non accade normalmente, deve fare in modo che accada, con i giusti input.


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12-05-2016, 09:48 PM
Messaggio: #31
RE: La Negromante [Ophelia]
Probabilmente perché già intimorita dalla tua figura torreggiante su di lei, Nina ha un tremito tra le tue braccia quando la tua velata minaccia le arriva alle orecchie e, istantaneamente, la sua espressione passa dall’infuriato al triste. Poi, quando la lasci andare, Nina si rivolge testa china e voce mite alla sala in generale ma a nessuno in particolare:
 
Vi chiedo perdono per il mio comportamento! Non volevo spaventarvi o creare scompiglio!
 
Dopodiché ritorna alla sua sedia, la raccoglie e poi si siede a testa china e braccia conserte, quasi aspettasse in silenzio il momento nel quale la mandi a dormire. Cosa che Nina fa senza obiezioni, dopo aver rivolto a tutti un semplice ma educato
 
Buonanotte…
 
Nel frattempo, la tensione in sala si è allentata e allora, tendendo le orecchie, provi a intercettare le parole degli avventori. Tutti discorsi banali, finché il tuo udito sensibile non intercetta un:
 
… certo che le ragazze ricche sono strane! Dare un passaggio a una claymore… Bah!
 
Al che, un altro interlocutore risponde:
 
Però… forse… l’avrà ingaggiata la sua famiglia, non credi Sam?
 
La discussione sembra provenire da un tavolo dove si è sistemato uno degli ultimi clienti entrati in locanda. Sul tavolo è seduto un altro avventore. Chissà, forse i due sono amici…
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15-05-2016, 07:02 PM (Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 15-05-2016 07:06 PM da Ophelia.)
Messaggio: #32
RE: La Negromante [Ophelia]
Citazione:Narrato
"Parlato"
"Pensato"
"Sussurrato"
"Detto da altri"

Nina parve aver decisamente recepito il messaggio questa volta. Sembrava intimorita, quasi rattristata dalle parole della più grande; e terminato il contatto fisico rivolse delle timide scuse alla sala: "Vi chiedo perdono per il mio comportamento! Non volevo spaventarvi o creare scompiglio!"
Dopodichè la ragazzina tornò al tavolo, raccolse la sua sedia e ci si sedette a testa china e braccia conserte. E quando la numero 29 la invitò ad andare a dormire, Nina obbedì senza protestare. "Buonanotte…"
Juliet rispose con un "Buonanotte" sorridente e la guardò allontanarsi. Forse era stata troppo dura? Inspirò profondamente, concludendo mentalmente che ne avrebbero parlato meglio il giorno dopo. Nina doveva capire... Obbedire ad una compagna più grande ed esperta è essenziale non solo per la buona riuscita della missione, ma anche per la propria sopravvivenza. E se durante uno scontro Juliet le avesse detto di spostarsi in una data direzione e Nina non avesse obbedito, ricevendo in pieno un colpo mortale?
Non voleva essere tirannica. Insomma sì, le piaceva avere una posizione di comando, le piaceva il potere, ma non aveva cattive intenzioni. Voleva solo essere brava e fare buone cose, e ricevere la considerazione che meritava. Ma voleva anche essere in buoni rapporti con le sue compagne.
Forse desiderava davvero piacere a tutti. Umani, compagne, superiori.

Mentre ascoltava solitariamente i discorsi degli avventori, canticchiando a bassa voce con lo sguardo fisso nel vuoto, una frase catturò la sua attenzione. "… certo che le ragazze ricche sono strane! Dare un passaggio a una claymore… Bah!"
La guerriera si voltò subito in direzione della voce. Erano due uomini seduti ad un tavolo, e se la memoria non la ingannava erano tra gli ultimi entrati in locanda. Prima non li aveva visti.
"Però… forse… l’avrà ingaggiata la sua famiglia, non credi Sam?"
Quelli sapevano qualcosa. Juliet non poteva lasciarli sfuggire: si sarebbe alzata per raggiungerli, cercando di non incutere timore. Si sarebbe avvicinata al loro tavolo rimanendo in piedi, ma nel caso in cui avesse captato paura si sarebbe abbassata poggiando un ginocchio a terra, nella speranza che una posizione più umile e quasi "cavalleresca" la rendesse meno ostile ai loro occhi. "Ho bisogno di tutte le informazioni che avete, a tal proposito" avrebbe esordito, spostando lo sguardo penetrante tra uno e l'altro. "Non ho potuto fare a meno di ascoltare..." - fece un mezzo sorriso malizioso - "Chi è questa "ragazza ricca"?"


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16-05-2016, 09:09 PM
Messaggio: #33
RE: La Negromante [Ophelia]
Effettivamente, i due uomini appaiono un po’ intimoriti quando ti avvicini a loro, ma non fanno nessun tentativo di defilarsi… chissà, forse il fatto che tu li abbia “salvati” dalle ire della tua piccola compagna fa sì che non scappino al tuo cospetto il che, per il momento, non rende necessaria la tua genuflessione.
Entrambi sono due uomini di mezza età, di statura media, robusti ma con un po’ di pancia: quello chiamato Sam sembra un montanaro come quelli che vivono nei villaggi della tua zona di pattugliamento, porta i tutt’ora folti capelli lunghi fino alle spalle e una grande barba che gli arriva al petto, entrambi brizzolati.
L’altro invece è completamente calvo ma la sua bocca è incorniciata dal più grande paio di baffi, grigi anch’essi, che tu abbia mai visto.
Quello chiamato Sam emette un paio di colpi di tosse e poi ti risponde:
 
La ragazza ricca… beh, mi era sembrata fosse proprio Gwen, la figlia di Jonas Salmar, il proprietario dell’emporio, anzi, dell’unico emporio della città. Capirai da te che la sua famiglia se la passa più che bene rispetto alla maggior parte degli abitanti di Dabi.
Perché Gwen abbia fatto salire la tua amica sulla sua carrozza? Proprio non lo so! Chissà… non succedono molte cose da queste parti e… beh, non escluderei che quella figliola abbia voluto incontrare l’altra claymore perché… forse… rappresentava una novità! A volte i ricchi fanno cose strane…
 
Sam fa una pausa, quasi a raccogliere i pensieri, per poi riprendere, indicando col pollice della mano destra il suo compagno di tavolo:
 
Oppure, come diceva Jock, per qualche motivo la famiglia di Jonas Salmar ha assunto quella claymore, lei l’ha incontrata per caso e l’ha portata da suo padre…
Mi dispiace, ma proprio non so altro.
 
Sam sembra sincero e Jock, al suo fianco, annuisce spesso alle sue parole. Dei due, quest’ultimo sembra il più teso alla tua presenza: non parla e spesso tracanna sorsi di birra dal suo boccale mentre sei sicura che gli altri avventori, pur sembrando impegnati chi a mangiare e bere, chi a chiacchierare con gli altri commensali, non abbiano perso una virgola di quella conversazione.
A ogni modo, un po’ di informazioni le hai avute. Cosa farai adesso?
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29-05-2016, 07:12 PM
Messaggio: #34
RE: La Negromante [Ophelia]
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I due uomini erano un po' intimoriti, ma per sua fortuna non andarono nel panico vedendola arrivare. Erano due umani come tanti, di mezza età, robusti.
A rispondere alla curiosità della guerriera fu quello che rispondeva al nome di Sam. "La ragazza ricca… beh, mi era sembrata fosse proprio Gwen, la figlia di Jonas Salmar, il proprietario dell’emporio, anzi, dell’unico emporio della città. Capirai da te che la sua famiglia se la passa più che bene rispetto alla maggior parte degli abitanti di Dabi.
Perché Gwen abbia fatto salire la tua amica sulla sua carrozza? Proprio non lo so! Chissà… non succedono molte cose da queste parti e… beh, non escluderei che quella figliola abbia voluto incontrare l’altra claymore perché… forse… rappresentava una novità! A volte i ricchi fanno cose strane…"

Una famiglia ricca. Le ricordava il suo test.
Sam proseguì, indicando il suo amico.
"Oppure, come diceva Jock, per qualche motivo la famiglia di Jonas Salmar ha assunto quella claymore, lei l’ha incontrata per caso e l’ha portata da suo padre…
Mi dispiace, ma proprio non so altro."

Era sufficiente, come pista per cominciare. Anzi, più che sufficiente: c'erano dei nomi, dei cognomi, e un'attività di una certa fama.
Juliet annuì energeticamente, con un sorriso. "Va bene così. Un'ultima cosa... Sapete dove posso trovare queste persone?" L'emporio... ma anche l'abitazione. A Juliet non dava problemi andare a trovare le persone direttamente sotto casa, era noto ormai.
Ottenute eventualmente le ultime informazioni, la numero 29 si sarebbe congedata, lasciando la sala per andare finalmente a letto. Anche gli adulti responsabili hanno bisogno di sonno.


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31-05-2016, 10:18 PM
Messaggio: #35
RE: La Negromante [Ophelia]
Sam si picchiettò il mento con un dito, riflettendo un momento sulla tua ultima richiesta
 
Beh… l’emporio non è difficile da trovare! L’ingresso è affacciato sulla piazza principale ed è l’unico emporio in città. La casa di Jonas Salmar invece… si trova in quella che noi chiamiamo la zona dell’ ultimo quarto…
 
Sam a quel punto prende la forchetta e il coltello che aveva sul tavolo e li posiziona formando una croce, indicando:
 
Ecco! Queste sono le vie principali della città! Qui…
 
Indica col dito l’estremità inferiore della croce
 
… c’è la Porta Sud, la principale per entrare in città poi, girando come un orologio, abbiamo la porta Ovest, la porta Nord e la Porta Est. La città è divisa quindi in quattro zone, che noi chiamiamo quarti, come se fosse un orologio. Quindi questo…
 
Sam batte col dito nello spazio tra la ipotetica Porta Nord e quella Est
 
E’ il primo quarto, poi, sempre seguendo il giro dell’orologio, qui c’è il secondo, poi il terzo e infine il quarto, detto anche ultimo. La casa di Jonas Salmar, così come quella di altra gente che se la passa bene, si trova qui!
 
Conclude Sam battendo il dito nello spazio racchiuso tra la Porta Ovest e la Porta Nord, evidentemente soddisfatto della sua spiegazione, mentre Jock si limita ad annuire alle parole dell’amico.
 
A quel punto decidi di ritirarti nella stanza messa a vostra disposizione e, come ci entri, trovi i pezzi dell’armatura di Nina sparpagliati dappertutto, la sua claymore senza simbolo giace in un angolo, mentre vedi la piccoletta distesa a pancia in giù su uno dei letti, con la faccia affondata nel cuscino e il piccolo corpo scosso dai singhiozzi: sta evidentemente piangendo…
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04-06-2016, 09:03 PM
Messaggio: #36
RE: La Negromante [Ophelia]
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L'umano Sam si fermò un attimo a riflettere sulla richiesta della guerriera.
"Beh… l’emporio non è difficile da trovare! L’ingresso è affacciato sulla piazza principale ed è l’unico emporio in città. La casa di Jonas Salmar invece… si trova in quella che noi chiamiamo la zona dell’ ultimo quarto…", e detto ciò prese forchetta e coltello per formare una croce.
"Ecco! Queste sono le vie principali della città! Qui…" - e indicò l'estremità inferiore della croce - "… c’è la Porta Sud, la principale per entrare in città poi, girando come un orologio, abbiamo la porta Ovest, la porta Nord e la Porta Est. La città è divisa quindi in quattro zone, che noi chiamiamo quarti, come se fosse un orologio. Quindi questo…" - continuò indicando lo spazio tra le porte Nord ed Est - "E’ il primo quarto, poi, sempre seguendo il giro dell’orologio, qui c’è il secondo, poi il terzo e infine il quarto, detto anche ultimo. La casa di Jonas Salmar, così come quella di altra gente che se la passa bene, si trova qui!", concluse soddisfatto puntando lo spazio tra le porte Nord ed Ovest. L'amico si limitò ad annuire.
Più chiaro di così.

Una volta ritirata in stanza, la numero 29 si ritrovò di fronte ad una scena curiosa: l'armatura di Nina sparpagliata a terra, la sua spada gettata in un angolo, e la ragazzina distesa sul letto a singhiozzare.
Juliet sospirò e lentamente scrollò le spalle, facendo schioccare le ossa del collo. Non era sicura che avessero tempo per questo...
Si sarebbe seduta al fianco della ragazzina, sul letto. "Come mai non dormi? Se non lo farai, domani sarai stanchissima..." le avrebbe detto, col tono di una sorella maggiore.


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06-06-2016, 08:49 PM
Messaggio: #37
RE: La Negromante [Ophelia]
Nina solleva la faccia dal cuscino quando ti siedi sul suo letto e, subito dopo, cerca di abbracciarti, dicendo tra i singhiozzi, oramai sempre più rari
 
Oh, capitano Juliet! Ma perché tutti ci trattano così male? Che cosa gli abbiamo fatto? Non siamo forse qui per aiutarli?
 
Poco a poco il suo pianto infantile va a esaurirsi, forse la ragazzina ha sfogato così la rabbia e la tensione accumulate. Alla fine, con voce più tranquilla anche se un po’ esitante e trattenendo a stento uno sbadiglio, Nina ti chiede:
 
Avete scoperto qualcosa, capitano Juliet?
 
I suoi grandi occhioni d’argento carichi di sonno…
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22-06-2016, 04:28 PM
Messaggio: #38
RE: La Negromante [Ophelia]
Citazione:Narrato
"Parlato"
"Pensato"
"Sussurrato"
"Detto da altri"

Non appena la maggiore si sedette sul letto, Nina sollevò la testa dal cuscino e cercò di abbracciarla. Juliet ricambiò il contatto.
"Oh, capitano Juliet! Ma perché tutti ci trattano così male? Che cosa gli abbiamo fatto? Non siamo forse qui per aiutarli?"
La numero 29 restò un po' spiazzata. Era un concetto crudo da spiegare ad una ragazzina, e temeva di turbarla ulteriormente dato che già la scenata di prima solamente era bastata per ridurla in lacrime. Ma prima lo capiva meglio era, e poi aveva tutto il tempo per imparare a non darci peso.
"Hanno paura perchè abbiamo lo stesso sangue dei mostri che vanno nei villaggi ad ammazzarli. Siamo diverse, straniere e donne. Ma non sono tutti così, te lo assicuro, e non devi preoccupartene: fai finta di nulla, comportati in maniera naturale e se ti dicono qualcosa ridi e mandali a quel paese", sorrise, "Ma non esagerare. Prendila sul ridere, non devi arrabbiarti" la ammonì.
Poco a poco il pianto della ragazzina si esaurì, dandole il tempo di sfogarsi, e finalmente si calmò e cambiò argomento.
"Avete scoperto qualcosa, capitano Juliet?" chiese Nina, evidentemente assonnata.
"Sì, ma ne parleremo domani... Vai a dormire, Nina. Io farò lo stesso." Così dicendo si sarebbe alzata dal letto della ragazzina, raggiungendo il proprio. "Buonanotte"


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24-06-2016, 07:00 PM
Messaggio: #39
RE: La Negromante [Ophelia]
La notte passa tranquilla senza che nulla turbi il tuo sonno e, quando riapri gli occhi scopri che Nina è già sveglia e sta osservando il sole che sorge sopra i tetti delle case. Quando la piccoletta si accorge che sei sveglia si gira verso di te e, con espressione contrita esegue un piccolo inchino con la schiena e ti dice:
 
Buongiorno, capitano Juliet! Chiedo perdono per il mio comportamento di ieri sera! Non vi creerò più problemi, lo prometto!
 
Il tono della sua voce sembra convinto… probabilmente deve aver meditato a mente fredda sulle tue parole. Esibite le sue scuse, lo sguardo di Nina si fa curioso… e impaziente:
 
Allora, capitano? Cosa avete scoperto ieri sera? Avete una traccia o pensate sia meglio andare dallo scriba della porta Est per vedere se ha trovato informazioni su Milena?
 
Sembra proprio che Nina non veda l’ora di mettersi all’opera…
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14-07-2016, 04:49 PM
Messaggio: #40
RE: La Negromante [Ophelia]
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Chiuse gli occhi e si addormentò.
Quella notte fece un sogno, non le capitava molto spesso. Era in una foresta, e tra gli alberi ad alto fusto spiccava una quercia. I suoi rami si estendevano per metri, si intrecciavano tra loro, e soprattutto coprivano il sole; le radici uscivano dal terreno di mezzo metro. Era tardo pomeriggio, probabilmente il sole sarebbe tramontato di lì a poco, e c'era quell'albero. Juliet era cresciuta tra gli alberi, quella quercia avrebbe dovuto farle venir voglia di arrampicarcisi.
Invece provava solo inquietudine. Aveva il fiatone, come se avesse corso a lungo prima di giungere in quel posto. Non si era mossa di un centimetro, ma la quercia le sembrava sempre più vicina. Perchè?
Le venne d'istinto guardare in basso, guardarsi le mani. Aveva l'uniforme, ma era in brutte condizioni, come dopo un combattimento. La spada... dov'era la spada? Si tastò la schiena, fino ad incontrare il fodero: eccola.
Quando alzò la testa, la quercia era a due metri da lei. Non se l'era immaginato. Era sempre più vicina, mentre all'inizio l'aveva vista da lontano. Ed il suo tronco si scuriva, diventava sempre più tendente al nero, i rami erano sempre più intrecciati e le radici sempre più scoperte rispetto al terreno. Inoltre, sembravano rivolgersi verso di lei. Non era per niente buono.
Fece per voltarsi e andare via, ma sbattè la testa contro qualcosa. Anzi, qualcuno. Era... Sempre Juliet? Questa Juliet aveva l'uniforme completamente integra e pulita, i capelli perfettamente in ordine e non sembrava affatto sorpresa dalla sua presenza. Si limitava a guardarla negli occhi, il suo stesso sorriso spavaldo. La Juliet malridotta reagì d'istinto ed estrasse la spada, ma l'altra seguì il suo movimento come fosse il suo riflesso: e la sua spada era anch'essa in perfetto stato, mentre la Juliet malridotta si ritrovò in mano una spada spezzata a metà. Con un veloce movimento, la Juliet perfetta la colpì con la lama di piatto, spingendola all'indietro direttamente verso il tronco ormai nerissimo della quercia, che la avviluppò coi rami e le radici la spingevano dentro, nel terreno. Prima di non vedere più nulla, fece in tempo a notare il suo corpo colorarsi di nero, lo stesso del grande albero.
Si svegliò portandosi subito una mano alla gola, respirando a pieni polmoni. Cos'era stato? Riuscì a calmarsi in tempo prima che Nina la notasse, a quanto pare già sveglia da tempo.
"Buongiorno, capitano Juliet! Chiedo perdono per il mio comportamento di ieri sera! Non vi creerò più problemi, lo prometto!"
Ancora un po' scossa ma impiegando ogni sforzo per non darlo a vedere, la maggiore sorrise e annuì. Bene, la ragazzina aveva compreso.
"Allora, capitano? Cosa avete scoperto ieri sera? Avete una traccia o pensate sia meglio andare dallo scriba della porta Est per vedere se ha trovato informazioni su Milena?"
Appena sveglia ed intontita dal sogno com'era, restò qualche secondo in silenzio mentre recuperava mentalmente le informazioni con espressione assorta.
"Uh... Vediamo... Stiamo cercando la famiglia di Jonas Salmar, che aveva assunto Milena" Si stropicciò gli occhi e si alzò in piedi. "Possiamo cercare quelle persone al loro emporio, ma per ogni evenienza mi son fatta indicare anche la loro abitazione. Sembra che non possano sfuggirci" concluse, ironica.


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